ETICA E RETORICA. Per una Giustizia che non c'è.
Stringe il cuore a vedere, nei posti di rappresentanza istituzionale, personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione stessa di quei valori di giustizia e di legalità per i quali ti sei fatto uccidere. Personaggi dal passato e dal presente equivoco, le cui vite emanano quel puzzo del compromesso morale che tu tanto aborrivi e che si contrappone al fresco profumo della Libertà.
E, come se non bastasse, intorno a costoro si accalca una corte di anime in livrea, di piccoli e grandi maggiordomi del potere, di questuanti pronti a piegare la schiena e a barattare l’anima in cambio di promozioni in carriera o dell’accesso al mondo dorato dei facili privilegi.
Se fosse possibile verrebbe da chiedere a tutti loro di farci la grazia di restarsene a casa quando si discute di mafia e di Cittadini che hanno osato opporsi ad essa, di concederci una tregua dalla loro presenza. Ma, soprattutto, verrebbe da chiedere che almeno ci facessero la grazia di tacere, perché pronunciate da loro, parole come Stato, Legalità, Giustizia, perdono senso, si riducono a retorica stantia, a gusci vuoti e rinsecchiti.
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