Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

30 maggio 2023

CORSI D'ACQUA - ESONDAZIONI

-Stato alluvionale in Emilia Romagna.

Il recente evento atmosferico verificatori in Emilia Romagna ha portato anche la gente comune a porsi delle sacrosante domande sul perché ci sono stati questi terribili ed estesi allagamenti, sul perché dopo tanti giorni non si è riusciti a far smaltire queste acque meteoriche verso il Mare Adriatico. 
Mi fa piacere constatare che anche alcuni amici, certamente non del settore, in questi giorni, parlano, discutono, di Ambiente, di Geologia, di Ingegneria Idraulica. Come è giusto che sia, per ogni argomento che riguarda la vita sulla Terra.
L'argomento d'interesse è molto delicato e richiede una certa sensibilità, una discreta conoscenza del settore, una buona dose di buon senso. Senza lasciarsi, eventualmente, condizionare da posizioni di parte.

Davanti a questo problema che ha colpito, gravemente, la bella Emilia Romagna, prima di ogni altra cosa bisognerebbe porsi queste domande:
-1. Perché è successa questa terribile tragedia? Perché? Quali sono le cause, tutte, che l'hanno partorita?
-2. Cosa è possibile e necessario fare affinché questa tragedia non si ripeta né in Emilia Romagna, né in altre regioni.

I Giornali, le Televisioni, i Media, hanno affrontato e continuano ad affrontare il problema sotto i vari aspetti (Climatico, Idraulico, Idrogeologico, Ingegneristico). Concordo su alcune delle cose dette e fatte. Altre cose non fatte dovevano essere fatte. Ma son cose, comportamenti, che si verificano costantemente in tutta Italia. 

1). Perché è successa questa terribile alluvione? Quali le cause? 
E' successa perché, in modo eccezionale, in quell'area particolare sono state registrate eccezionali precipitazioni atmosferiche. Eventi rari per quella zona definita, in via di massima, a Sud dell'asta fluviale del Pò, ad Est dell'Appennino Romagnolo e il Mare Adriatico. Zona di natura alluvionale, ricavata e modellata (Riempiendo incavi, livellando terre, realizzando canali di smaltimento delle acque meteoriche. Nei primi anni del Novecento in quella zona i cosiddetti "carriolanti" la mattina presto si alzavano e partivano col loro attrezzo per andare a lavorare in quella grande azione di bonifica idrologica) grazie al lavoro certosino della gente del posto. In parole semplici il suolo sotto lo strato di campagna iniziale è costituito da terreno riportato scarsamente consolidato, anche in virtù delle condizioni di coltivazioni intensive presenti. Con scarsa coesione.
Le cause sono certamente da ricercare nel fatto che immense quantità d'acqua evaporate dal mare Mediterraneo sono evaporate e si sono venute a trovare nell'ambito di un intenso vortice che le ha fatte precipitare, in modo molto intenso, in un ambito molto ristretto. La presenza del Mare e del vicino Appennino, certamente, hanno agito come concausa di tale effetto.

2). Cosa fare per evitare il ripetersi di questi eventi? 
Per agire sui cambiamenti climatici l'azione protettrice  dell'uomo ha bisogno dell'iniziativa di contesti continentali, non locali. Quindi, in tale argomento non entro nel merito. 
Certamente, nel piccolo, la domanda che ci dobbiamo porre è se gli effetti negativi relativi alle conseguenze portate potevano essere evitate.
Tutte le zone poggianti su suoli di natura alluvionale hanno in sé una potenziale incertezza per la loro capacità ad affrontare i pericoli di natura idrogeologica. E, in quanto tali, dovrebbero essere attentamente curate con una manutenzione diffusa e adeguata. Così come fanno le popolazioni dei Paesi Bassi. I corsi d'acqua, aventi alveo a sezione limitata da argini, per norma e per buon senso, vanno, costantemente, verificate dal punto di vista statico e da quello funzionale. L'acqua da essi portata deve essere smaltita, verso il mare, eliminando qualsiasi impedimento ostativo del normale deflusso. L'acqua, anche in seguito ad intense alluvioni deve avere la possibilità di incanalarsi verso i corsi d'acqua e da essi verso il mare. La presenza di zone ancora allagate dopo circa 15 giorni dall'evento meteorologico porta in nuce una semplice considerazione: L'acqua meteorica trova vari impedimenti nel suo naturale deflusso verso il mare. tali impedimenti dovranno essere eliminati, ricorrendo alla realizzazione di un adeguato sistema (Capillare, gerarchico, con diffusa tramatura) di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche superficiali. In assenza di razionali interventi in tal senso, inevitabilmente, tale fenomeno sarà destinato a ripetersi. 
In sintesi, l'uomo, nel contesto locale, può agire nell'attenuazione degli effetti derivanti dall'evento, non nella eliminazione dell'evento stesso.
Infine sarà compito della Protezione Civile rivedere alcune problematiche al fine di assicurare la sicurezza delle persone e magari fare di più anche per la vita degli animali.
    
-I Fiumi visti come dei cavalli imbrigliati
I fiumi e i torrenti non devono essere concepiti e gestiti come se fossero dei cavalli addomesticati o da addomesticare, e quindi usati secondo le determinazioni, le volontà economiche, dell'uomo. Essi sono stati nel passato remoto e sono nel presente dei beni che vanno tutelati e salvaguardati, ma con giudizio ed accortezza. 
Gli argini, per esempio, non possono e non debbono essere considerati come delle cavezze, delle briglie, per guidare il corso dell'acqua. La loro delicata funzione suggerisce un controllo costante al fine di evitare la perdita di capacità statica sotto l'azione di una sempre più accentuata pressione idrostatica e dinamica. 
Dal punto di vista del principio essi dovrebbero poter avere una vasta larghezza di alveo al fine di consentire il classico percorso a serpentina del corso d'acqua. Percorso che favorisce un abbattimento dell'energia dinamica posseduta dall'acqua in movimento, oltre ad una efficace azione di trasporto di materiale solido (Sabbia, Limo, Ciottoli, Ghiaia) verso il mare. Col conseguente naturale ripascimento costiero. Ma tale ipotesi si scontra, come ben noto a tutti, con i vari secoli di presenza antropica che hanno portato ad un restringimento, sempre più spinto, dell'alveo. La necessità di spazio vitale per tutte le attività produttive create dall'uomo la larghezza degli alvei, quasi sempre, è stata ridotta fino a dimensioni di scarsa saggezza. L'uomo con tali riduzioni ha dimenticato che ogni tanto i fiumi portano tanta di quella acqua da non poter essere contenuta  nei limiti canonici, con la conseguente inondazione delle aree adiacenti il corso d'acqua.
-Alveo.  
Il concetto di principio (Vasta larghezza dell'alveo) si scontra con lo stato di fatto (Scarsa larghezza dell'alveo) di quasi tutti i corsi d'acqua in Italia. Quindi, l'azione di tutela e protezione dell'esistente corso d'acqua non può che passare dall'analisi delle condizioni al contorno dello stesso. Dimenticando il concetto teorico di come avrebbe dovuto essere configurato il particolare corso d'acqua. E, qui, ritorna in gioco il buon senso di cui ogni amministratore e ogni tecnico dovrebbe possedere e mettere in opera per la protezione del costruito e per la sicurezza dell'ambiente e della Popolazione interessata.
E, quindi, non posso non dire che se non ci sarà, a livello governativo, la forza e la volontà di effettuare tutte quelle attività di cui tutti gli addetti ai lavori sanno, ma nessuno ha il coraggio di dire, il rischio del ripetersi di altre tragedie come questa dell'Emilia Romagna è elevato. Specialmente nelle aree pianeggianti, con poca pendenza verso il mare o verso le direttrici di smaltimento.

Confronto
Degli autorevoli studiosi del settore hanno parlato della necessità di lasciare i fiumi senza alcun vincolo nel loro argine naturale, magari con alveo molto largo. 
Fiumi come il Tagliamento. Tale opzione sarebbe veramente interessante, ma bisogna riconoscere che essi rappresentano, nel contesto della nostra Penisola, casi rari. In quel caso il corso d'acqua è privo di arginature artificiali per la presenza di una vasta area pianeggiante ad esso destinata. Tale configurazione da la possibilità al fiume di svolgere la sua corsa verso il mare sviluppando tante serpentine, con più di un corso idrico. Così facendo, naturalmente, sono attenuati gli effetti dinamici dell'acqua. Con i vari insediamenti urbani ubicati, quasi sempre, ai margini della zona pianeggiante immediatamente interessata dalla presenza del fiume.
Tale circostanza non trova, e non può trovare, alcun riscontro con la zona (Area con caratteristiche alluvionali, realizzata con l'intervento modellante dell'uomo. Con corsi d'acqua modellati a savanella regolare ed argini di protezione  in esame. Nella vasta zona pianeggiante Romagnola il principio della possibile potenziale esondazione dei corsi d'acqua non poteva essere applicato con la stessa saggezza dei contadini Friulani. La pianura Friulana è di natura sedimentaria, mentre quella Romagnola è di natura alluvionale (Con scarsa resistenza ai movimenti idrici). 
Nel Friuli il fiume ha la possibilità, come prima ricordato, di modificare, anche sensibilmente, il suo percorso nella sua vasta area a disposizione. In Romagna ciò non è possibile per la presenza di importanti arginature e per la presenza di ridotte dimensioni in larghezza dell'alveo.
In entrambi i casi i corsi d'acqua, anche se con modalità diverse, depositano sul fondo dell'alveo il materiale solido portato. Tali depositi implicano, dal punto di vista idrologico, conseguenze diverse. Inessenziali nel caso di riferimento; di estrema importanza nel caso Romagnolo. In questo secondo caso, infatti, il deposito del materiale sul fondo dell'alveo comporta una riduzione della sezione idraulica, con un conseguente innalzamento del livello di quota libera dell'acqua scorrente. Innalzamento che se progressivo può portare alle esondazioni. 
All'allagamento delle aree adiacenti l'alveo. Con conseguenti impedimenti al normale deflusso delle acque. E ciò, in particolar modo, nelle  zone pianeggianti con scarsa pendenza dei suoli. Come in Romagna. Il problema dei sedimenti e del loro processo di deposito lungo il corso d'acqua spesso è legato alla presenza della vegetazione spontanea che spesso cresce in prossimità degli argini e molto più spesso di quanto non si creda all'interno degli stessi alvei.
 
La presenza di vegetazione spontanea, anche di alto fusto, nell'ambito dei corsi d'acqua con le caratteristiche del Tagliamento hanno un'incidenza di scarsa importanza nel percorso idrico. L'incidenza diventa  estremamente importante in presenza di corsi d'acqua individuati da nette arginature, come quelli Romagnoli e quello di Soverato che, anche in quel caso, ha portato, anni fa, tragiche conseguenze. 
In sintesi, per i corsi d'acqua tipo Romagna, per effetto del fenomeno di sedimentazione il loro fondo tende a sollevarsi con la conseguente necessità visiva di sollevare gli argini di contenimento. Invece le pianure adiacenti per effetto idraulico tendono ad abbassarsi di livello. Con un conseguente incremento della differenza di quota tra la parte alta dell'argine e il piano di campagna. E col crescere di tale differenza di quota, naturalmente, cresce sensibilmente il pericolo per la sicurezza del corso d'acqua regimato.
Il problema della sicurezza idraulica assume importanza anche in presenza di corsi d'acqua intubati sotto terra, per non sempre indiscutibili necessità urbane. Casi non d'interesse, per quanto ne sappia, nell'ambito della recente alluvione in Romagna. 

-Cambiamento Climatico. Dalla cosiddetta fase della glaciazione ci sono stati, senza alcun dubbio, cambiamenti climatici e ambientali che hanno portato, per esempio, alla eliminazione di alcune razze animali e alla supremazia dell'uomo su tutti gli altri viventi. I recenti fenomeni climatologici che hanno visto lo scioglimento di molti ghiacciai secolari riguardano un aspetto non d'interesse per questa nota. Evito di parlare di questo aspetto (Cicloni mediterranei; Bombe d'acqua; Aumento della temperatura globale del pianeta Terra; Vapore acqueo in atmosfera; ...) non avendo alcuna possibilità tecnica di interazione modificativa.

La Manutenzione degli alvei. La sicurezza idraulica dei corsi d'acqua è rappresentata da una serie di fattori diversi e non sempre di facile soluzione. Tra essi assume, o meglio, può assumere una funzione di estrema importanza la manutenzione degli alvei. Ossia la messa in opera di tutta una serie di azioni tendenti ad eliminare tutti gli impedimenti allo scorrere canonico delle acque nel proprio alveo. 

L'osservanza delle indicazioni ora riportate non può che portare alla sostanziale attenuazione degli effetti indotti dagli eccezionali eventi meteorologico.
Così è (se vi pare).

RIMPIANTI

 -Ciao Carmine, come stai?
-Ti dico che sto bene, anche se non sto proprio bene. Anzi, ti dico che sto molto bene. Sì, tenendo conto dei vari fattori che caratterizzano la vita, posso dire che sto benissimo. Anche se non sto bene. 
Ho i miei anni (Per fortuna sono tanti) e i miei acciacchi di salute (E sono tanti e seri). Ho bisogno di periodiche trasfusioni, con tante visite mediche, tante preoccupazioni, tante sofferenze per me e, ancor di più, per i miei familiari. Per mia Moglie, che, poverina, nonostante la sua età e i suoi impedimenti, mi sta vicino, mi accudisce, mi tiene compagnia, e per i miei Figli, costretti a varie tribolazioni per me. 
Sono lucido e assennato e voglio dirti che ... sono alla fine. Ma questa è la vita. Niente di straordinario. E' così, alla fine, si nasce, si vive (Più o meno a lungo. Io ho avuto la fortuna di vivere a lungo, ma penso a tanti cari che non hanno potuto fare il giusto completo percorso), si muore. Sono in attesa di questo evento, normale, naturale, per portare pace e conclusione alla mia esistenza e per allontanare la sofferenza che questo mio stato porta dai miei cari.

Si, la vita è fatta di vita e di fine vita. 
Si nasce (Non di propria volontà), si cresce (In funzione di una serie di fattori esterni alla propria persona), si matura (In funzione degli ideali che sono rimasti custoditi nella propria anima), si vive (Immaginando di poterlo fare in eterno. Senza rendersi conto che la fine dei giorni terreni, per chiunque, può arrivare in qualsiasi momento. In tarda età, ma anche da giovani).
E si vive senza prestare la dovuta attenzione alle cose importanti della Vita. Senza saper riconoscere l'esigenza di una continua rimodulazione del modus vivendi adottato, magari, a trentanove anni. Solo poi, dopo il fine vita, oppure quando non è più facile o possibile provvedere ad una decisa virata, vengono a galla le tante cose fatte e non fatte che avrebbero potuto essere gestite diversamente.
E, in quel momento, resta in bocca l'agro sapore dei rimpianti.

-La maschera tribale. In quel momento si butterà nel vento la maschera di pelle tribale, con la quale si è vissuto, mostrando un aspetto amabile che, magari, tanto amabile non lo era. Era la maschera tribale che la società, in cui si è vissuto, ha imposto una modalità di comodo, di sopravvivenza. Una specie di falso water-front. Si mostra una faccia che, in effetti, non è quella reale.

-Il troppo lavoro. Solo dopo, molto dopo, l'uomo si rende conto veramente di aver lavorato troppo e duramente, senza reale e giustificato motivo. Tutto ciò trova fondamento nella falsa convinzione (Imposta dalla società) della necessità di competere contro tutti (Donne contro uomini; uomini contro uomini; donne contro donne. E, forse in futuro, umani contro robot) al fine di arrivare primi; di ottenere un ottimo risultato (Sociale ed economico). 
L'umano ha bisogno di dividere la giornata di tre parti, ognuna costituita da 8 (Otto) ore. Con un impegno lavorativo non superiore a 5 giorni alla settimana. Dedicando ognuna delle suddette parti ad una specifica attività: 1) Lavoro (Otto ore al giorno); 2) Riposo (Otto ore al giorno); 3) Vita (Otto ore al giorno). 
Nessuna delle suddette attività deve poter rubare spazio vitale alle altre due. Pena un degrado complessivo del vissuto. 
Spesso si tende, invece, a far sì che una attività abbia il sopravvento sulle altre.
Ad accentuare la crescita della suddetta miopia comportamentale, spesso contribuisce l'accentuato compiacimento di sé, che, seppur fondato su sacrosanti meriti effettivi, porta, o può portare, ad una smodata ambizione. L'essere considerato il vero e unico pilastro portante di una struttura lavorativa aiuta a vedere l'immagine deformata della vita. Così come le società per essere veramente democratiche non hanno bisogno di avere degli eroi, ma hanno bisogno di Cittadini pervasi da Ideali e Comportamenti consoni coi principi di Libertà, Uguaglianza, Fraternità, Democrazia, anche le strutture lavorative, per il buon funzionamento,  devono basarsi sul giusto lavoro di tutti e non di pochi. O, peggio ancora, di uno solo (Pilastro portante). Se la struttura si trova in quelle condizioni allora vuol dire che qualcuno non ha fatto il proprio dovere. E che qualcun altro, per non farla crollare, si è posto sulle spalle anche il peso di coloro che non hanno fatto il proprio lavoro. Ma questo meccanismo è giusto? Poveretti quei popoli che hanno bisogno di eroi. 
Il tutto trascurando se stessi, i legami, i sentimenti, le relazioni con gli altri (Familiari, Amori, Amici, Conoscenti).

-Il tempo passato. Alla fine di una vita, più o meno intensa, si è portati a fare un ripasso del tempo passato, con profonde riflessioni sul poco tempo dedicato alle persone amate. Alle persone che hanno dedicato tante attenzioni (In nessun caso atti dovuti), senza ricevere in cambio un adeguato romantico sincero interesse. Forse perché sono le persone che sono sempre lì, a disposizione, senza nulla chiedere esplicitamente in cambio. Sono coloro che hanno sempre ascoltato tutti i discorsi, fatti e non fatti, alcune volte in silenzio, altre volte protestando, altre volte urlando. Ma loro erano sempre lì. Senza che nessuno badasse a loro.

-La felicità. Alla fine della vita il pensiero non può non andare vero tutti quei momenti in cui la felicità è stata negata, oppure non è stata stimolata. Quanti momenti sono stati vissuti nel vuoto mentre avrebbero potuto essere vissuti pieni di felicità! 
Sono state tutte quelle volte che l'umano ha dimenticato di poter essere un Poeta accettando, passivamente, di essere un comune umano, mortale. Ed anche per tutte quelle volte che esso ha rinunciato ad essere un bambino.

27 maggio 2023

WATER BOARDING

 Water boarding
Ossia, Tortura per Annegamento Simulato (TAS).
Si tratta di quel tipo di tortura che porta alla immersione (Forzata) nell'acqua, in genere quella del mare, e poi emersione, avente l'obiettivo di fiaccare le resistenze del soggetto al fine di portarlo alla totale soggezione, oppure alla morte. 

Nella terra che fu di Nosside (Poetessa magnogreca di Locri Epizephiri. Sec III a.C.) e di Zaleuco (Politico greco antico, primo legislatore del mondo occidentale. Locri, 663 a.C.) il sentimento prevalente che emerge e s'immerge sotto l'acqua, come un water boarding, è la paura. Anche se non lo si vuole riconoscere. 
Alcuni luoghi, alcuni paesi, ad alta densità mafiosa trasmettono, di pelle, una immediata sensazione di pericolo, di paura. E la gente comune, normale, degli stessi luoghi (E, ancor di più dei paesi vicini) evita di visitarli. Il solo sentire, anche sottovoce, i nomi di alcune famiglie mafiose (Che tutti conoscono) porta ansia e paura. 

E, il cittadino comune per sopravvivere si veste di una maschera interiore (Come una maschera tribale) che tende a nascondere la realtà. Renderla edulcorata, diversa, accettabile. Realtà e volto non reali. Volto che emerge dall'acqua, dal suo torpore indotto, in concomitanza coi fatti delittuosi,  che sistematicamente si riscontrano, lasciando sconcerto e paura in tutta la Locride. 
Fatti delittuosi che fanno venire groppi in gola, che fanno dilatare le pupille, che fanno contrarre (Per rabbia, per ira) tutti i muscoli del corpo.
Fatti criminosi che ributtano di nuovo in acqua il cittadino il quale per sopravvivere è costretto ad accettare il sopruso imposto (Impiego arbitrario dell'autorità mafiosa, da una posizione di superiorità e forza, al fine di imporre la loro volontà, ledendo i diritti legittimi dei cittadini, sovrapponendosi alla legge). 
Col cittadino, che in balia della Paura, non ha altro che aggrapparsi alla Speranza
La Speranza, col tempo, che nella più totale assenza di contrasto da parte delle Istituzioni, si trasforma in disperazione
La paura, invece, si cerca di nasconderla dietro la maschera interiore, col paravento della banalità quotidiana. E tutto riprende come in una giostra circense. Avanti fino al prossimo giro.
Con quella maschera tribale di pelle, con la quale cerca di essere amabile, e spesso crede di esserlo tra un fatto criminoso e il successivo, il cittadino, in quei luoghi, è destinato ad accontentarsi, per tutta la vita. Illudendosi di essere normale...
E così via ... col water boarding

Tutto mentre il tempo scorre senza che nulla cambi, anche se, ogni tanto, qualcuno ipotizza cambiamenti epocali!
Nella Locride non vale neppure il concetto "gattopardesco" del "tutto cambi perché nulla cambi". 
Nella Locride nessuno (Tra tutti coloro che detengono il potere legittimo e illegittimo) ha interesse affinché qualcosa cambi! 
E le stelle stanno a guardare. 

24 maggio 2023

INCAPACITA' - FALLIMENTO

 Ingegneria Idraulica - Giustizia dei Tribunali.
a). Ingegneria Idraulica. La recente drammatica alluvione che ha colpito la regione Emilia Romagna, di cui parlo in altro post, mi ha fatto riflettere, non poco, sulle problematiche (Giuridiche, economiche, tecniche) che, periodicamente, colpiscono il nostro Paese. 
Escludendo i discorsi sui massimi sistemi e sulle problematiche legate all'eccezionalità dell'evento meteorologico registrato, la domanda che sorge spontanea, nel caso dell'Emilia Romagna, è quella che pone domande sul perché l'acqua non scorre verso il mare, ma ristagna nelle cittadine e nelle campagne, con giacitura praticamente orizzontale. Come sarebbe normale che fosse. E come, canonicamente, avviene in ogni angolo della Terra.
Altra domanda potrebbe essere quella che si pone quesiti sul perché, in una regione come quella d'interesse, non si sia chiesto parere ai professionisti del settore per cercare e trovare una soluzione al gravissimo problema del ristagno dell'acqua. Il solito. Noto a tutti gli addetti del settore.
Quale? 
Semplice: Quello della realizzazione di una adeguato e funzionante sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche.
 E' questo uno degli argomenti dei quali nessuno parla. o ama parlare, per non scontrarsi con il convincimento comune, errato, di posizione di alcune frange della popolazione. 
In questo caso appare evidente il clamoroso Fallimento della macchina Regionale e dello Stato. Fallimento che dovrebbe portare, senza alcun indugio, all'allontanamento di tutti coloro che in condizioni di responsabilità non sono stati capaci di effettuare tutte quelle iniziative necessarie se non per evitare l'esondazione (Stante l'eccezionalità dell'evento meteo) almeno per attenuare i danni a persone, animali e cose. Come risponderà lo Stato a questa terribile sciagura (Con 15 persone morte)? I vertici Istituzionali terranno presente che sarebbe opportuno non far coincidere chi non è stato capace di contenere il danno con chi sarà preposto per correggere i danni causati dall'evento? Chi aveva il compito di coordinare gli interventi? Chi doveva riflettere e decidere cosa e come fare?
In ogni caso, è probabile che ... ci saranno promozioni per tutti. 
E, per lo Stato tale evento è stato un vero e proprio Fallimento
b). Giustizia nei Tribunali.
Se uno dei più noti Avvocati (A.R.) penalisti, esistenti in una certa zona, in una clamorosa intervista, su uno dei più letti quotidiani locali, afferma, categoricamente, l'assoluta mancanza di capacità e di professionalità nello svolgimento delle indagini, per assicurare alla Giustizia un minimo livello di accettabilità, da parte dei preposti Istituzionali, di quella zona, allora vuol dire che, molto probabilmente, esiste qualcosa di non funzionante, o scarsamente efficace, in quel Tribunale. E, quindi, non si tratta solo della classica nomea, diffusa uniformemente nella popolazione.
E, se, uno dei tanti Procuratori della Repubblica, che si sono avvicendati, con successo curriculare per il semplice fatto di aver occupato quella poltrona, in quella stessa zona di frontiera, o meglio, di incontrastata presenza mafiosa, sopra indicata, afferma, con una regale espressione del volto che:
"E' meglio un'archiviazione di un fascicolo delittuoso che un rinvio a giudizio con blande prove contro qualcuno", allora un moto d'ira e di sconcerto non può che emergere in ogni persona perbene.
No, non è accettabile, caro Sig. Procuratore, quanto lei afferma. Questa sua affermazione, se ci riflette bene, rappresenta il suo fallimento, la sua debacle, che colpisce in modo terribile, non lei e il suo Ufficio, ma colpisce  tutte le persone oneste che vivono sul territorio ove lei esercita il suo ruolo. 
E tale rifiuto è tanto più duro e netto quanto più è alto il numero delle sue "archiviazioni". Per le quali non si entra nel merito sulla legittima titolarità. Come nel caso del Tribunale definito con grave patologia investigativa (Tanto per usare dei termini blandi ed edulcorati) dal richiamato educato avvocato.
No, Sig. Procuratore queste archiviazioni sono semplicemente la dimostrazione di incapacità.  Sono il fallimento dello Stato!
Incapacità che, purtroppo, portano a far sì che la Speranza ancora presente nella Gente perbene si trasformi in Disperazione. Scoramento. Con la constatazione di uno stato di impotenza, di fragilità, di nudità, davanti alla calamità (Non quella alluvionale, come in Emilia Romagna) mafiosa.
 In entrambi i casi di fallimento dello Stato di tratta. E se fallimento è allora è necessario, inderogabile, che, chi di dovere, senza indugio, provveda alla rimozione di coloro (Nessuno escluso) che si sono dimostrati incapaci di svolgere la funzione per la quale sono stati preposti.
Uno Stato Democratico non può permettersi il lusso di fallire in tanti settori. Troppi se sono coinvolti quello della Giustizia e quello dell'Ambiente
P.S.: Per chi non l'avesse capito il Tribunale sopra richiamato è quello della Locride.
"Così è (se vi pare)".

A QUALE TRIBU' APPARTIENI?

 Secondo lo scrittore Enzo Siciliano, nel 1971, Alberto Moravia era affascinato dal continente Africano perché era:
a)- Arcaico, primitivo;
b)- Capace di sperimentare la degradazione della modernità. Quella modernità in cui siamo immersi.
 L'appartenenza alla specifica tribù era una condizione istantanea per conoscere il modo di pensare e di vivere della determinata persona locale. Sempre restando nell'ambito di un sistema di vita primitivo, arretrato, arcaico.
La richiesta sulla tribù di appartenenza, in forma meno grezza (A quale famiglia appartieni?), è presente, resiste ancora (Anche se in termini meno aggressivi) in molte realtà Mediterranee (Società bassissimo livello culturale). 
In dette aree, oggi giorno, si:
1.- usa chiedere a quale famiglia (Tribù, clan) l'interlocutore proviene;
2.- può osservare un modus vivendi arcaico, grezzo, barbaro. In totale assenza di principi etici e morali di alta civiltà;
3.- vede una forte condizione di degrado della vita moderna

 Il tutto, però, senza alcuna fascinazione  verso detti luoghi (E persone) ammorbati da tali comportamenti zotici, selvatici, arcaici. 

13 maggio 2023

ARTEMIDE

E'  nota come la divinità della caccia, ma è anche la divinità del parto.
E, mescolando mitologia greca con mitologia latina, essa nota e conosciuta come Artemide, è detta, anche:  Diana, Luna, Lucina, Delia, Ecate.

12 maggio 2023

AMORE



Scegli qualcuno migliore di te come partner. Non hai bisogno di qualcuno che ti ami così come sei.

Hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a crescere giorno per giorno.

Il vero amore è l'ammirazione, quindi il
partner che scegli dovrebbe avere quelle qualità che ti mancano.

Se voi due siete impegnati ad aiutarvi a vicenda a crescere, prenderete i periodi di tempesta di qualsiasi relazione come opportunità di crescita reciproca.

Ecco perché la persona giusta per te non è solo chi ti accetta, ma chi ti fa sviluppare il tuo massimo potenziale in questa vita.”

Platone

10 maggio 2023

IL CONTINENTE AFRICA

L'Africa, dal punto di vista ambientale e geologico, si presenta con una caratterizzazione veramente singolare, difficilmente evidenziata durante gli studi o, anche, nella normale vita di una persona normale.
Essa passa dal Mediterraneo alla zona prossima al Polo Sud alternando la caratterizzazione ambientale climatica in modo incredibilmente ripetitivo, tanto da trovare due zone temperate una a nord lungo il Mediterraneo e l'altra a sud presso il Polo Sud. 
A specchio rispetto all'Equatore si possono ritrovare, subito dopo, salendo da Sud e scendendo da Nord, due diverse zone desertiche.
E dopo le zone desertiche sono presenti, sempre con gli stessi movimenti, due zone a Savana.
E ancora dopo le zone a savana ci sono due zone a Boscaglia.
Per concludere nella zona dell'Equatore ove, a Nord e a Sud, sono presenti due zone a Foresta.
In sintesi nel Continente Africa sono presenti le zone climatiche come sotto indicato

                    Mare Mediterraneo
1.- Zona Temperata (Quattro stagioni)
2.- Zona Desertica (Non piove quasi mai)
3.- Zona Savana  (Convivenza uomo e animali selvatici)
4.- Zona Boscaglia  (Luogo di piante, arbusti, vegetazione fitta)
5.- Zona Foresta  (Luogo di lotta tra piante e piantumazioni)
                        Equatore
5.- Zona Foresta  (Con terreno buio e acquitrinoso. Serpi e scimmie)
4.- Zona Boscaglia  (Zona stregata, piena di spettri)
3.- Zona Savana  (Vegetazione scarna)
2.- Zona Desertica  (Aspetto in continua evoluzione)
1.- Zona Temperata (Quattro stagioni. Clima mite)
                        Polo Sud

6 maggio 2023

NUOVA DIGA FORANEA DI GENOVA

Al fine di potenziare la capacità attuale del porto di Genova il Governo ha deciso di demolire l'esistente diga foranea, inidonea  per il transito delle nuove grandi navi portacontainer, e di costruirne un'altra, più al largo. I giornali e i siti web sono tutti concentrati nella descrizione dell'opera, nulla dicono, però, come dovrebbero del  Quadro Economico dell'opera.

Quanto ci costerà questa opera?

Cosa comporterà questa nuova opera, dal punto di vista dell'erosione, sulle linee di costa di Prossimità, ad est ed a ovest del porto, non protette da opere ingegneristiche? Quanto ci costerà l'opera? Quanto ci costeranno tutte le altre opere accessorie (Terzo valico,...)? 

Siamo proprio sicuri che la scelta di potenziare il porto di Genova sia la scelta, potenzialmente, migliore rispetto ad altre localizzazioni?

Come Gioia Tauro, per esempio, che non presenterebbe le problematiche di Genova, con la possibilità di far crescere il Sud arretrato, anche per la mancanza di servizi.

Per non parlare della posizione Baricentrica di Gioia Tauro, nel Mediterraneo. Sì, perché con la crescita economica e politica dei paesi del Nord e Centro Africa  sarà inevitabile, per l'Italia, volgere lo sguardo verso Sud. E in questo caso Genova sarebbe, senza alcun dubbio, squilibrata dal punto di vista geografico. Gioia Tauro, tra venti anni, o forse meno, potrebbe essere il maggior porto del Mediterraneo e dell'Europa intera. La Politica seria è quella che si preoccupa di guardare verso il futuro remoto più che nel futuro del giorno dopo.

E, allora? Siamo proprio sicuri che questa intrapresa dal governo sia la scelta giusta? 

Così se vi pare.

2 maggio 2023

RIVESTITO DI AUTORITA'

 Arroganza del potere rivestito. 
Chi non ha conosciuto persone normali diventate arroganti in seguito alla acquisizione di un briciolo di autorità. 
Il possesso di una qualsiasi divisa porta in sé la tendenza a rivestirsi di autorità. Con ogni opzione, lecita o non lecita, per l'esercizio della funzione.
Il parlamentare, per natura, è vicino ai suoi elettori fino a quando non viene eletto. Ricompare, in genere, in prossimità del secondo mandato, per scomparire subito dopo la conferma elettorale. 
Il sindaco, per i piccoli e per i grandi comuni, si dichiara amico di tutti i cittadini, quelli che l'hanno votato e quelli che non l'hanno votato, ai quali assicura che gestirà la cosa pubblica col massimo della trasparenza, dell'onestà, della correttezza istituzionale. A tutti i cittadini, egli, sollecita consigli e suggerimenti per la gestione della cosa pubblica. Richieste che scompaiono poco dopo la presa in possesso della poltrona di potere. E ciò anche nei riguardi dei sostenitori più convinti. Essi si troveranno a rimuginare sulle discussioni franche, animate, piene di valori ideali, fatte nelle riunioni pre-elettorali.
I medici di famiglia sono sempre molto gentili e disponibili fino a quando non si trovano in prossimità del numero massimo possibile di pazienti ammesso dal servizio sanitario.
I vigili urbani della mia città si rivestono di un piglio autoritario ogni volta che hanno a che fare con i cittadini, non sempre perfettamente ubbidiente delle norme. È raro trovare in questo settore soggetti che non abbiano mai esercitato azione di arroganza verso imprese, cittadini (Specialmente se umili), forestieri. 
Ci sono gli operatori ecologici (Già detti spazzini) che prima di essere assunti in modo stabile presso la pubblica amministrazione hanno mostrato attaccamento e dedizione all'ambiente in modo quasi ossessivo. Modalità rimodulata al ribasso poco dopo l'assunzione a tempo indeterminato. 

In conclusione, le persone di livello culturale non elevato, quasi sempre, quando vanno ad occupare un posto di potere tendono a rivestirsi di autorità. Il cinema ha raccontato, in modo eccelso, casi di figure del genere che spesso riferivano agli sprovveduti interlocutori la famosa frase "Lei non sa chi sono io!"
Sono persone che tendono ad immedesimarsi nella funzione con forte autorità. L'incarico di funzione equivale ad indossare una divisa da mostrare al prossimo. Con la tendenza, in condizioni estreme, a diventare una bestia selvatica. Bestia che appena possibile cerca di cogliere l'occasione per far vedere e pesare l'autorità acquisita. Per ambizione smisurata oppure per interesse personale.
E tanto più il rivestito con divisa è soggetto mediocre tanto più esso cercherà di esercitare il proprio potere.
Tanto più questa tendenza è presente nella società tanto più lo Stato dimostra di non essere all'altezza di un alto valore Democratico.

INGEGNERE

Codice Etico dell'Ingegnere:
"Art. 3 - Doveri dell’ingegnere.

3.1 L’ingegnere sostiene e difende il decoro e la reputazione della propria professione.

3.2 L’ingegnere accetta le responsabilità connesse ai propri compiti e dà garanzia di poter rispondere degli atti professionali svolti.

3.3 L’ingegnere deve adempiere agli impegni assunti con diligenza, perizia e prudenza e deve informare la propria attività professionale ai principi di integrità, lealtà, chiarezza, correttezza e qualità della prestazione.

3.4 L’ingegnere ha il dovere di conservare la propria autonomia tecnica e intellettuale, rispetto a qualsiasi forma di pressione e condizionamento esterno di qualunque natura."

Così era, per quasi tutta la categoria, nel passato remoto ed è, ancora, per molti di essi. Ma non si possono non riconoscere dei cambiamenti nella società, nell'Università e nel modo di rapportarsi con questa Professione.


RADON E SISMA

 Risulta accertato che prima della manifestazione di un terremoto si verifica un aumento dell'emissione di gas Radon.
Analoghe manifestazioni si hanno per Elio, Idrogeno, Anidride Carbonica.
Nei lavori in galleria si dovrebbe provvedere, con frequenza giornaliera, alla misurazione della presenza di radon. Di fatto non si fa mai, o quasi mai. Tutte le volte che ho proposto tale riscontro in cantieri mi son trovato davanti a netti rifiuti da parte di imprese e committente. 
E ogni tanto si legge di operai deceduti senza comprensibile motivo durante l'attività lavorativa in galleria. Il radon è inodore, è letale, non lascia traccia. L'azione dinamica che innesca microfratture nelle rocce esistenti e quindi alla fuoriuscita di radon, é dovuta alle mini-cariche esplosive oppure all'attacco col martellone vibrante sul fronte di scavo. 

EFFETTI DOVUTI AL SISMA

É stato accertato che in prossimità di un terremoto, nel regno animale, si verificano strani comportamenti.
- I cani abbaiano, forse, perché percepiscono l'odore dei gas che fuoriescono dalle fratture delle rocce. 
- I topi scappano dalle fogne.
- I serpenti si rifiutano di tornare nelle tane. 
- I cigni scappano dall'acqua. 
- I panda gridano emettendo strilli acuti. 

Altri segnali premonitori sono:
- Variazione del livello dell'acqua nei pozzi.
- Deformazioni localizzate vistose del suolo.