Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

19 febbraio 2021

IL CHIAVISTELLO DI PLAUTO

Tito Maccio Plauto, noto semplicemente come Plauto, era un importante attore e commediografo latino, nato sull'appennino romagnolo, vissuto tra il 250 e il 184 a.C., costretto a scrivere palliate greche per mantenersi sbarcare il lunario. Le sue commedie (Costituite da: prologo, azione, epilogo) erano apprezzate dal popolo perché riportavano in modo ironico circostanze di vita quotidiana e rappresentavano una piacevole evasione dalla realtà quotidiana. Erano come delle feste carnevalesche con l'eliminazione di ogni gerarchia sociale. Con le sue opere cercava  di rappresentare bugie in forma verosimile. Con la continua ricerca di Amore e Denaro.  
Chiavistello o catenaccio è un antico sistema di chiusura e apertura, per porte e finestre, costituito da una barra metallica che si fa scorrere tra gli anelli fissati ai battenti, impegnandosi o liberandosi dalla gola. Il termine è usato anche come artifizio al fine di ottenere un risultato altrimenti di difficile raggiungimento.
Plauto racconta dell'amore di Fedromo per la bellissima Planesio e della serenata (Lamento davanti alla porta chiusa, in compagnia di Palinuro) rivolta ai due chiavistelli della porta, pigri e sordi alla supplica del povero folle innamorato, in attesa che si aprano per un furtivo incontro d'amore notturno. Serenata ai pessuli.
"Chiavistelli, oh chiavistelli
che piacere salutarvi!
Io vi amo e bramo e prego,
io vi supplico: il mio amore
secondate, miei carissimi,
fate un ballo all'italiana
in mio onore, sobbalzate,
vi scongiuro, fate uscire
la fanciulla che sta succhiando la vita"
Finalmente i chiavistelli, mossi dagli accorati lamenti, decidono di alzarsi. Il loro cigolio fa scomparire l'ansia e la porta, immediatamente, si apre. 

16 febbraio 2021

LA PERSONA GIUSTA

A - "Quando ha  capito che lui era la persona giusta?

B - "Quando ho capito che con lui potevo fare bene una delle cose più piacevoli e spiritualmente gratificanti che esistono: Lamentarmi!"

Evviva la sincerità. Tutto il resto è noia.

ORAZIO - CARPE DIEM

               Cogli l'oggi. Cogli l'attimo. Carpe diem.                                            E' l'invito, di Orazio, a godere ogni attimo del presente senza porsi domande sul futuro. Rifiutando di proiettare nel futuro, ignoto ed imprevedibile, speranze desideri sogni. La sua è la poesia del presente, del vissuto corrente. Della vita che fugge inesorabilmente portandoci, nel migliore dei casi, alla vecchiaia e alla morte. Vita che, per essere vissuta al meglio, a suo parere, dovrebbe essere costellata di cose semplici ed essenziali quali la campagna, l'amore, l'amicizia, il vino, il focolare.                                                                                                              Altro aspetto della sua visione di vita è stato l'equilibrio morale. Ossia la necessita di mantenersi ad una giusta distanza da avidità, frenesia, lussuria. L'equilibrio consiste nel restare alla giusta distanza, in posizione mediana, tra miseria ed eccesso. "Chi ama tenersi nell'aureo mezzo evita sicuro lo squallore di un tetto decrepito, evita sobrio una reggia che suscita invidia".  La saggezza e la serenità non sono, però, facilmente raggiungili anche  seguendo i suggerimenti del poeta che ha confessato di essere, anche lui, vittima di instancabile inettitudine che lo porta a seguire ciò che gli fa male ed a fuggire da ciò che gli gioverebbe (A Roma amo Tivoli, A Tivoli amo Roma).                                                           Alla sua corte Augusto, per questioni di magnificenza, fece confluire le menti più raffinate del tempo per i vari settori della vita. Uno dei poeti più apprezzati fu Orazio. Orazio è stato, ed è, considerato la massima fonte ispiratrice a cui, chi si avvicina alla Poesia ed alla Letteratura, dovrebbe abbeverarsi. E' stato un uomo malinconico ed, anche, depresso, ma era dotato di una grandissima forza creativa. Ha insegnato a scrivere a tutti coloro che, venuti dopo di lui, ambivano scalare elevati livelli letterari. Ha trattato, con rara sensibilità, i temi del controllo delle passioni, della ricerca della tranquillità dell'animo, del tranquillo distacco dai tumulti della vita cittadina. Il tutto in termini individualistici. Ha parlato di se, del valore della famiglia, dell'orgoglio verso il padre (liberto). Ha invitato a prendere la vita con il distacco giusto distacco, senza drammatizzare facendosi accompagnare anche da leggerezza ed ironia. Guardando dentro di se stessi per vedere i propri difetti evitando di sottolineare i vizi altrui. 

Quinto Orazio Flacco, noto semplicemente come Orazio, è uno dei più importanti poeti latini. Forse il più importante. E' nato a Venosa (Basilicata a circa 100 km da Matera) il giorno 08/12/65 a.C. ed è morto a Roma il 27/11/08 a.C.

Ha partecipato alla guerra civile che ha portato la morte di Giulio Cesare, schierandosi con Bruto.

Ha conosciuto Virgilio e Mecenate e con la loro amicizia ha cominciato a frequentare i loro ambienti ed a scrivere poesie di esaltazione di Augusto. Per cogliere al massimo l'anima della cultura greca, a 20 anni si è trasferito ad Atene, ove visse nell'ambito intellettuale e filosofico. Era un profondo sostenitore della Repubblica. Innumerevoli sono state le edizioni delle numerose sue opere. Opere che ancora oggi si leggono e si studiano in tutto il mondo. E' noto per essere stato elegante senza artifici, di valore universale. La sua amabilità era accompagnata da serenità ed inquietudine. La sua nostalgia trapela vistosamente quando guarda il suo passato. Tra le sue opere più interessanti: Carpe diem, Epòdi, Satire, Ars poetica, Odi ("Ho eretto un monumento più duraturo del bronzo e più alto alto della mole regale delle piramidi, che né la pioggia edace, né la furia di Aquilone o una serie innumerevole di anni e la fuga del tempo potrà distruggere. Non tutto morirò ...".


15 febbraio 2021

LAOCOONTE


Laocoonte era cittadino di Troia, veggente, gran sacerdote e cultore delle arti. Era contrario, e invano si era opposto, strenuamente, all'introduzione, in Troia, del Cavallo di legno, lasciato in dono dai Greci. Per la difesa della patria ha dato la sua vita e quella dei suoi figli. E' rappresentato in magnifiche sculture avvolto, coi suoi figli, dalle spire dei serpenti di mare mandati da Atena, che parteggiava coi Greci.  Guardava alla vita: "Leggero come una piuma, felice come un angelo, allegro come uno scolaretto, con la testa che gira come un ubriaco".

"Temo i Dànai, e più quand'offron doni - Timeo danaos et dona ferents", ha, invano, gridato anche dopo aver lanciato un giavellotto contro il cavallo di legno. Diffidava dei Greci e sapeva della loro astuzia. Ma non è stato ascoltato. Anche per la presenza di importanti divinità schierate dalla parte dei Greci.

E, come Cassandra, non è stato creduto. E, secondo qualcuno, la sua morte può essere considerata necessaria per la fine di Troia, la fuga di Enea col suo girovagare nel Mediterraneo fino alla nascita di Roma.

La bellezza della mitologia. 


1 febbraio 2021

CALABRIA - SANITA' - LIBERTA'

 Mi sono sempre detto e sempre considerato Cittadino del mondo, ma è pur vero che le mie radici si trovano davanti al Mare Jonio. Anche per questo motivo, con rammarico, ultimamente, ho avuto l'occasione di leggere notizie non molto esaltanti di quella terra stupenda, ma gestita, da molto tempo, da persone inadeguate. Faccio di seguito alcune sintetiche osservazioni pertinenti.                                                          Media. Una delle cose che mi fa venire l'orticaria è che quando si parla dei problemi della Calabria tante persone sono intervistate per sapere pareri, opinioni, soluzioni ai vari casi. Questa azione, se fatta non superficialmente, ma scavando in profondità alla singola questione è, certamente, di per se encomiabile. La cosa che non accettabile è che ad essere ascoltate, quasi sempre, siano soggetti che non conoscono la Calabria oppure, al più, la conoscono per aver fatto qualche settimana di vacanza nelle acque di Pizzo o di Locri. Ma è proprio difficile, per certi pseudo giornalisti, fare uno sforzo e rintracciare un generico soggetto pensante di Calabria, che conosce a menadito la realtà dei problemi, al quale chiedere come stanno le cose? Perché i giornalisti non usano lo stesso percorso inverso quando parlano dei problemi delle altre regioni d'Italia?                                                                              Politica. Per vedere il livello qualitativo dei politici di Calabria che si sono interessati delle questioni nazionali, regionali e locali è molto semplice. Basta andare a ritroso nel tempo, in questi ultimi 50 anni, per capire subito come stanno le cose. Sono rare le persone che hanno dimostrato valore ed impegno a sostegno dello sviluppo e della crescita culturale ed economica diffusa della regione. Tra queste rarità mi piace ricordare Mercurio, un Sindaco di Benestare che ha dato tutto se stesso per la crescita dei suoi concittadini. Qualcuno, in passato, a conoscenza di tale impegno altruistico gli ha dedicato una Piazzetta, oramai sconosciuta a molti anche per la scomparsa della targa. Il compito principale di un politico di Calabria, a mio parere, dovrebbe essere quello di spiegare ed applicare che un diritto non può e non deve, mai, passare per un piacere. E' mio diritto, si urlava durante la Rivoluzione Francese, nel 1789! Il Cittadino non deve convincersi che le leggi, per i nemici si applicano e per gli amici di interpretano. Lo status quo non è più accettabile.                                                                                              Giustizia e Libertà. Altre volte e in altri luoghi ho scritto diffusamente della percezione diffusa dell'assoluta mancanza di Giustizia e quindi di Libertà per i Cittadini di Calabria. E non sarebbe neppure tanto complicato fare una lettura oggettiva delle condizioni reali, fare un repulisti diffuso ove necessario e dare i giusti e democratici indirizzi per l'eliminazione delle varie cancrene che ostacolano la crescita di quella eroica comunità. Ma a chi giova questo stato di cose?                                                                      Sanità. In Calabria la sanità, da sempre, ha mostrato il fianco agli attacchi sulla gestione. Da quando l'antistato ha fatto il salto di livello la sanità ha subito attacchi economici non indifferenti. Certo non è un problema che il singolo cittadino può risolvere. E' necessario che il Potere Esecutivo si faccia parte attiva per la risoluzione dei problemi di sua competenza. L'ha fatto? La Calabria è la prima in classifica per lo scioglimento di enti locali per motivazioni legate a infiltrazioni mafiose. La situazione locale è cambiata? Non sembra. Tempo fa si è parlato molto del problema Ambiente in Calabria. Sono stati nominati, per molti anni, dei Commissari governativi per la risoluzione dei vari problemi. Il passaggio di questi vari signori, il più delle volte burocrati di Stato, non ha certo portato alla soluzione dei problemi. Anzi.  Gli Ospedali di Calabria sono pochi, scarsamente attrezzati e gestiti in modo infelice. Questa circostanza porta in se una conseguenza che è sotto gli occhi di tutti. Se hai un mal di pancia ti fai curare in sede, se hai patologie importanti scappi in un ospedale del nord o centro Italia, che, poi, naturalmente, si fa pagare profumatamente dalla regione Calabria. Anche per la Sanità di Calabria il Potere Esecutivo ha fatto ricorso al commissariamento. Da oltre 10 (Dieci) anni la Sanità di Calabria è gestita da un commissario dello Stato, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Quelli che vogliono vedere. Ma se dopo circa 11 anni le cose non solo non sono migliorate, ma sono peggiorate di molto allora vuol dire che c'è qualcosa che non funziona bene, come dovrebbe. Ed allora a cosa servono questi signori incaricati di dirigere un aquilone se costoro hanno, sempre, dimostrato di essere men che zero nel tenere in mano una cordicella? 

Tali sistemi di gestione costituiscono delle solide fondamenta per la scarsa fiducia della gente nell'operato pubblico locale e statale. E per sperare nel futuro la gente di Calabria, ancora oggi, ha solo due strade percorribili: a)- Quella dell'emigrazione; b)- Quella che prevede ed accetta di scendere a patti con chi detiene veramente il potere.