Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

17 aprile 2024

NON TORNARE

 Non tornare dove un giorno sei stato felice, è una trappola della malinconia, tutto sarà cambiato e niente sarà più come prima, nemmeno tu.

Non cercare gli stessi paesaggi, né le stesse persone, il tempo gioca sporco e si sarà occupato di distruggere tutto ciò che un giorno ti ha reso felice. 

Non tornare nel luogo in cui un giorno sei stato felice, tienilo sempre nella tua memoria, com'era, ma non tornare. La vita va avanti e ci sono nuove strade da percorrere…  nuovi posti da visitare e altre persone che ci aspettano. 

Fernando Garcia

LA NOIA

 La noia?
Cosa è esattamente la noia?
È un sentimento pratico, concreto, tattile, esistenziale.
È quel senso di malessere interiore connesso a una prolungata condizione di uniformità e monotonia.
Spesso è associata a disgusto, irritazione, impazienza.
È uno stato di avvilimento psicologico derivante dalla mancanza specifica di interessi o da passiva indifferenza verso la vita. 

È molestia, impaccio, fastidio. Essa spesso porta rabbia, ossessione, accettazione, rassegnazione. 
È la persiana che sbatte al vento senza aver voglia di alzarsi per andare a chiuderla o fissarla. 
È l'azione scaturigine di eventi luttuosi o gioiosi. 

Dio dopo aver creato la terra, vista la monotonia che imperava in ogni dove decise di creare Adamo. E, poi, sempre per colpa della noia, diede vita ad Eva. Ma anche loro due, annoiati di stare in Paradiso, mangiarono la mela per scoprire cosa ci fosse oltre quel frutto. E furono espulsi dal Paradiso.

Gli imperi delle civiltà classiche (Egitto, Babilonia, Persia, Grecia, Roma) sono sorti semplicemente perché la gente si annoiava della vita che conduceva e cercava qualcosa di nuovo, di diverso, di migliore.
E sempre a causa della noia tali civiltà, miseramente, crollarono. Per annichilimento dei costumi. 

La noiosità del paganesimo ha portato al cristianesimo. 
La monotonia del cristianesimo ha portato il cattolicesimo.
La staticità del cattolicesimo ha il protestantesimo.

La noia vigente in Europa ha spinto verso la scoperta dell'America.
La noia repressiva del feudalesimo ha partorito la rivoluzione francese. 
La noia del capitalismo monarchico ha portato la rivoluzione russa.

Tutto in modo semplicistico, se vi pare. 

INNAMORARSI

 Il coinvolgimento che porta al tuffo nella passione implica dei passaggi sintetizzabili in tre parole: Innamorarsi, Innamoramento, Amore.
Inspirare e ispirare passione richiede la necessità di volare alto, senza riflettere più di tanto sul coinvolgimento. Anche per evitare di fare rinunce.
L'Amore è una cosa complessa. Richiede energia, generosità, accecamento. Reciproci. 

CON UN CORPO E CON UN'ANIMA

 La nostra Italia, parte sostanziale di una futura Europa, a detta di molti, sta perdendo il legame, essenziale, che la dovrebbe legare, tenere unita, ai suoi Cittadini. Il distacco istituzionale fra il Potere Esecutivo ed i Cittadini è sempre più grande. La fiducia della gente in coloro che gestiscono il Potere Esecutivo è in caduta esponenziale. E la mancanza di alternative considerate valide il Cittadino esterna la propria posizione con l'astensione, la mancata partecipazione al voto. 

Il rapporto fra i Cittadini ed il Potere Legislativo è, praticamente, inesistente. Tale rapporto esiste solo nell'ambito familiare, di gruppo d'appartenenza, di lobby. 

Il rapporto fra il Potere Giudiziario e i Cittadini, specialmente in quest'ultimo ventennio, si è notevolmente affievolito. Per una lunga serie di argomentazioni. La gente non ha più fede nella giustizia. Sempre più raramente il Cittadino che subisce un sopruso si rivolge alla giustizia per ottenere il riconoscimento di un diritto riconosciuto dalla legge. E, quando raramente ciò avviene, tale riconoscimento si appalesa dopo un tempo abissale. Tanto da far nascere nel Cittadino il dubbio se era il caso di seguire quel percorso idealistico. I casi reali, purtroppo, parlano di tante situazioni in cui il Cittadino si è trovato a dover subire il danno prima e la beffa poi. La giustizia, secondo molti, è più interessata a garantire il rispetto della forma che della sostanza. 

Tutto ciò premesso mi domando e dico: "Ma questa è, ancora, una Repubblica Democratica, qualora lo sia mai stata?

I Costituenti hanno sempre pensato ad una società coesa e solidale, viva, dinamica, snella, funzionale efficace. Con Corpo e Anima. 

Ma, questa Repubblica d'Italia ha Corpo e Anima? L'Italia è una Repubblica superata, vacua, fuori tempo? 

Allo stato attuale qualcuno può sostenere, come a suo tempo fece Cesare che: “nihil esse rem publicam, appellationem modo sine corpore ac specie”. Ossia che “la repubblica non è nient’altro che un nome senza corpo né anima”. E, se tale concetto  di vacuità fosse considerato veritiero, quali iniziative il singolo Cittadino dovrebbe intraprendere per invertire la tendenza verso l'ulteriore degrado? Cosa dirà la storia davanti a tale e tanta grettitudine (Povertà d'animo) intellettuale? L'Italia non può essere un nome con un corpo senza anima. Non è accettabile anche solo per rispetto alla Cultura e all'Intelligenza che ha saputo, nel tempo, sfornare e sfornerà. 

COL RESPIRO AFFANNOSO

 Lei lo bacia sulle labbra. Lui, con forza, la tira a sé e la stringe. Lui sente, forte, il suo respiro affannoso. L'affanno respiratorio è una intensa fame d'aria che si manifesta nei due corpi, per l'ansia della loro compressa passione. Lei si stringe a lui ... Con le morbide e gonfie labbra di lui che si chiudono, dolcemente, con passione, sul capezzolo destro, leggermente più turgido dell'altro, di lei. Le fitte di piacere, in entrambi, si sovrappongono facendoli volare, soli, come due aquile, nel loro nido, isolato dal resto del mondo. Lontani da ogni cosa.
Con la lingua di lui che scorre, lenta ...  In una sensazione di benessere, di grazia assoluta.

IUS PRIMAE NOCTIS

 Tra il serio e il faceto parlerò, in questa nota, di un argomento per il quale si è molto discusso, ma per il quale non esistono "fonti" su cui poggiare l'esistenza di questo ipotetico "diritto".
Gli storici del mondo occidentale dicono di non aver trovato traccia sulla reale esistenza di un disposto normativo in proposito. Molti hanno parlato di fantasie erotiche, di invenzioni truculente, di castronerie gratuite.
Nonostante ciò, molto si è parlato di tale Ius e molto ancora si parla visto che, per esempio, il mondo del Cinema ha dedicato a tale argomento vari film, alcuni di grande successo.

Ius primae noctis, ossia diritto della prima notte, indica il diritto del despota o del feudatario di turno di ospitare nel suo letto, nella prima notte, la fanciulla che avesse deciso di convolare a giuste nozze. 
In ogni caso è necessario precisare quanto segue:
-Il despota medievale di turno, non certo democratico e rispettoso dei diritti dei suoi sudditi, non aveva bisogno di esternare, in forma scritta i suoi desideri. Né, tantomeno, i suoi sudditi, quasi nella totalità analfabeti, erano nelle condizioni di leggere i suoi proclami.
-Il despota si sentiva ed esercitava, quasi sempre senza alcuno scrupolo, il diritto di vita e di morte dei suoi sudditi. Quindi, figurarsi se si poneva limiti su un tale aspetto considerato, da esso, piacevole.
La mancata esistenza di alcun cenno a tale ipotetico Ius nella cultura greca, nel diritto romano, nel codice giustiniano non è condizione necessaria e sufficiente per affermare l'assoluta inesistenza in tutte le comunità della terra. Senza escludere la nascita del suddetto Ius in quanto licenza poetica, volta a screditare qualcosa o qualcuno. O per divertimento e svago, un poco osé.

Periodo storico: Medioevo 
Per una lunga serie di motivazioni tale diceria del Ius era, in qualche modo, legata a fatti e circostanze che condizionavano la vita dei novelli sposi. 
Era dovuto il pagamento di una tassa se: 
-Si chiedeva l'autorizzazione alle nozze;
-Uno dei due promessi sposi era proveniente da una comunità diversa dall'altro; 
-Uno dei due chiedeva l'autorizzazione ad accorciare il periodo di astinenza durante le nozze.

Localizzazione. 
Non è ben chiaro in quale realtà geografica, ipoteticamente, tale Ius potesse essere esistente. Si fanno, sottovoce, i nomi della Gran Bretagna, Isole britanniche, Germania, Svizzera, Francia, Italia. 

Nel mondo anglo-sassone c'era una norma che impediva di consumare il matrimonio la prima notte di nozze. Tale divieto appare ancora sibillino e sconcertante. Successivamente gli sposini hanno chiesto deroga a tale divieto, al potere religioso, previo pagamento di un obolo. 
Nel periodo intorno al 1380 circa in Inghilterra ci sono state numerose rivolte contro le esose tasse imposte al popolo, sempre più mal ridotto, ma del riferimento al diritto di prima notte non c'è traccia, secondo gli studiosi. 
Nella birichina Scozia, nel 1527 circa, lo storico Hector Boece ha affermato, in forma scritta, l'esistenza, in quelle contrade, dello ius primae noctis per volere del re Ewen. Ma, secondo alcuni studiosi in quelle terre non è mai esistito un re con quel nome.

Comunque la si pensi.


Film: 
-Braveheart, di Mel Gibson. Parla della ribellione del popolo contro le prepotenza del despota, e tra esse lo ius primae noctis. 
-La cattedrale del mare, di Falconis, si sviluppa da uno ius p n. 
Altro:
-Nella Valle di Susa, in Piemonte, ogni anno, la gente del posto fa la rappresentazione teatrale della ribellione del popolo contro il feudatario, eliminandolo, per il sorpruso dello ius p n. 
-Mozart, con le Nozze di Figaro, ha ripreso la vicenda, narrata dal Da Ponte, che parla del conte d'Almaviva col suo proposito di ripristinare lo ius p n. 
-A Conversano la gente, per rimando orale, ricorda, ancora oggi, il conte d'Aragona con la sua pretesa dell'applicazione dello ius p n. E per questo motivo quegli abitanti sono, detti, ancora, "figli del conte". 

Opere letterarie
-Nel 1591, Shakespeare, nel suo Enrico V, parte 2, parla di questo Ius;
-I promessi sposi, di Alessandro Manzoni. Don Rodrigo era il diritto di ius p n (Il "diritto del signore" , come dicono i francesi) che pretendeva da Lucia Mondella. Niente di più.

È vero che anche una bugia, se ripetuta continuamente, può diventare verità. 
Un fatto possibile può essere trasformato in un fatto reale, che reale non è. 

INTELLIGENZA E MEMORIA

 Intelligenza e Memoria sono due caratteristiche fondamentali per gli umani.
È intelligente colui che riesce a leggere dentro. È colui che sa guardare al cuore delle cose. È colui che sa cogliere gli aspetti nascosti delle cose. 

Ma anche colui ch'è intelligente ha bisogno della Memoria. Ha bisogno di ascoltare le risposte alle domande poste per capire il livello d'intelligenza di un uomo.

La Memoria è essenziale per far tesoro delle esperienze vissute. Essa ha significato se viene trasmessa da padre a figlio, da generazione a generazione. 
Le persone anziane sono depositarie della memoria di una comunità. E farle parlare significa, è come, accendere una lampadina in una stanza buia. 
La Memoria ha, però, bisogno dell'intelligenza. Per fare in modo che per ogni cosa si capisca il perché essa si verifica.
Memoria e Intelligenza sono essenziali per la Vita. 

DA TANTO TEMPO

 "Non si vedevano da tanto tempo. 
Lei gli si pose davanti e gli sbottonò la camicia e baciò la carne soffice delle sue labbra. Sentì che lui tratteneva il fiato appena sfiorò le sue guance. Le mani di lui, con un moto continuo, premevano, stringevano, carezzavano, la sua testa. 
E arrivarono al parossismo quando lui prese a tirare forte i capelli di lei".

14 aprile 2024

ELEGANZA

L'eleganza non è una questione di lusso, di ricchezza, ma di attitudine.

Classe - Eleganza - Personalità - Style.

13 aprile 2024

9 aprile 2024

INVIDIA

 Le persone di mezza tacca (Persone mediocri) hanno una sola religione: l'invidia.
E davanti a queste persone si può opporre, ragionevolmente, una sola strategia: quella dell'indifferenza. 

4 aprile 2024

LIBERO

 Libero.
Ti sentivi libero. Libero di fare o di non fare qualsiasi cosa. E, nonostante tutto, con tanto desiderio di vita. Nonostante la nausea che tante persone e tante circostanze ti portavano. 
Eri spento, morto, ma vivevi contro tutti e contro tutto. E rifiutavi qualsiasi ipotesi esistenziale pessimistica. 
Non era possibile un percorso diverso da quello che tu volevi. Era impossibile, ingiusto. E, certamente, l'avresti decisamente rifiutato. E di ciò eri convinto. E, per vincere la tua battaglia avevi accettato pure dei compromessi che, in alcuni casi, hai cercato, pure, di disconoscere. E ti sei aggrappato, pure, a lei che ti ha dato aiuto e speranza. Speranza in te stesso e nel futuro. Il tuo e ... il vostro.

Ti sentivi libero, ma libero non lo eri più, da un po' di tempo.
La tua era una libertà nella quale si faceva strada, inesorabilmente, la fine. 
Poi, quel trenta novembre è arrivata la tua morte. E, il giorno dopo, quasi in punta di piedi, hai lasciato la città, che hai amato e odiato. Città che hai percorso in lungo e in largo. Da cima a fondo. Nel bene e nel male. Dove hai vissuto intensamente. Città matrigna e, pure, amante focosa, ma sempre facente parte integrante della tua epidermide. 

Ora non ci sei più. Sarai un nome, un essere nella memoria di qualcuno. Qualcuno sempre di meno. Anche i tanti soggetti che hai aiutato, piano piano, si dimenticheranno della tua esistenza. E di te non resterà nulla. Forse solo qualche flebile ricordo.

Rivedo i tuoi numerosi esuberanti sogni. Ricordi, mi esponevi sempre uno nuovo. Maggiore, più grande, di quelli dei giorni precedenti. E io che dopo averti ascoltato, sempre con un sorriso, spesso, forse per troppa praticità, ti riportavo con i piedi per terra, evidenziandoti quelli che, a mio parere, erano ostacoli alla realizzazione dei tuoi Sogni. Quanti Sogni! Sogni che ti hanno portato in tanti luoghi diversi (Roma/Urbe, Siena, Porto Santo Stefano, Isola Capo Rizzuto, Amiata, San Pietroburgo, Cardeto, Africa, Asia).
Ora non ci sei più per farci vedere altri tuoi sogni. Grandi sogni, sapendo che il livello di libertà di ogni uomo è direttamente proporzionale alla grandezza dei suoi Sogni. 
Hai vissuto e spesso in modo spericolato. Hai avuto le tue carte e le hai giocate nel migliore dei modi possibili, a tuo parere. Almeno così hai sempre creduto.
Hai giocato e, alla fine, hai perso la partita. Ma questa partita, sai, si perde sempre. Per cause interne o esterne, ma spesso si perde, prima della ragionevole fine. 
E tu avevi capito che stavi perdendo. Avevi sperato, cercato, di vincere, ma, infine, ti eri reso conto che... stavi perdendo. E hai cercato di sopravvivere, sperando in un miracolo.
Esistevi, spesso in modo trasandato, mangiavi e dormivi. Dormivi e mangiavi. Era la tua esistenza lenta che cercavi di gestire convincendoti di essere tu il pilota.
Vivevi lentamente, tu che andavi sempre di corsa, come una quercia, come un ruscello d'acqua che, lentamente, scorre verso il mare. Con movimento lento. 
Solo qualche volta la nausea, il rifiuto dell'ipotesi finale, ti portava all'affanno del respiro. E sapevi che la cosa ti poteva far male. Ti portava sofferenza nel corpo. In tutto il corpo. Circostanza che portava alla coscienza dello stato di male. Coscienza che ti ha portato a riflettere, tante volte, sull'ipotesi di accelerare quel percorso di vita con tanta sofferenza.
E penso a tutte quelle volte che la noia di vita ti ha assalito fino a portarti alle lacrime. Lacrime che non hai, mai, fatto vedere a nessuno. Non hai mai accettato di farti vedere debole da nessuno. Gli altri, in te, dovevano vedere solo sicurezza, determinazione, fiducia, capacità. Fino alla fine.
La noia dell'esistenza spesso ti portava alle riflessioni esistenziali che ti lasciavano senza parole, senza tempo. 
Sì, ti mancava anche il tempo. 
Ricordi, ti trascuravi, anche, nel fare la barba. 

Ora su quel cucuzzolo, in alto, quasi tra le nuvole, nel vento, che lì è quasi sempre presente, potrai vedere tutto, da altra prospettiva. 
E, al solito, farai le tue considerazioni a tutti coloro che ti staranno intorno, anche lì.
Gente, anime, che guardi con le loro facce normali, piene di sicurezza. Anime che hanno osato fare figli. Tu, invece, hai sempre evitato di fare tale errore. 
Vero? Perché taci? Forse non è vero? 
Forse c'è qualcosa che hai portato via con te? Che non hai mai voluto riferire, mai, a nessuno? Forse? 
Alla fin fine questo dubbio seminato ti fa piacere sentirlo, percepirlo, vivo.
Ma ... è improbabile che ci sia il tempo, la possibilità, di sentire le palpitazioni del cuore che annunciano la tua indiretta presenza. 
Ma se ci sarà ti terrò informato. 
E, in quel momento, io creperó dalle risate. Risate che portano al pianto. E, anche, al tuo pianto. 

PONTE SOSPESO. CAVI

 

La foto mostra una coppia di cavi di sospensione per un ponte sospeso di grande luce (Ma, comunque, inferiore a quella prevista per il Ponte sullo Stretto di Messina), recentemente realizzato. 
Di seguito riporto alcuni dati tecnici ripresi dal progetto definitivo per il suddetto Ponte di Ulisse.

Il Ponte sarà sostenuto da due coppie di cavi di sospensione. Ogni cavo di sospensione avrà un diametro pari a 1,26 m. Lo sviluppo di ogni cavo, fra i due blocchi di ancoraggio, in calcestruzzo fortemente armato, sarà pari a 5.320 m.
I cavi saranno costituiti da fili d'acciaio inox armonico, ad alta resistenza.
Ogni cavo sarà costituito da 349 funi, assemblate con 127 fili, paralleli. Quindi, in ogni cavo ci saranno 44.323 fili d'acciaio armonico.
Ogni cavo peserà 170.000 t : 4 = 42.500 t.
Le coppie di cavi saranno mantenute nella specifica posizione grazie ad una apposita struttura metallica a forma di occhiale (Detta anche collare). L'interasse fra i due cavi di coppia sarà pari a 2,00 m.
I cavi, con andamento quasi parabolico, partiranno in basso, al centro della campata (L = 3.300 m), si porteranno in cima alle pile, alla quota di + 399,00 m, scaricando il loro sforzo a particolari selle metalliche (Particolarmente sollecitate a sfregamento, a fatica,... I fili di estremità, sulla sella, sono più sollecitati che al centro.) e, infine, si porteranno nei blocchi di ancoraggio, in calcestruzzo armato, alla quota di + 53,50 m lato Sicilia e + 118,00 m lato Calabria, ove verranno adeguatamente ammorsati.
L'interasse fra le due coppie di cavi sarà pari a 52 m.
Dai cavi di sospensione partiranno i tendini (Pendini) verticali che avranno il compito di assorbire i carichi strutturali e utili. Carichi che trasferiranno ai cavi. Sollecitazioni che saranno trasferite, poi, alle pile e ai blocchi di ancoraggio. La realizzazione dei cavi di sospensione sarà curata dalla IHI primaria società giapponese del settore. 
Le pile saranno realizzate fuori dall'acqua in una posizione a nord della linea di faglia esistente nello Stretto.

AMARE


 Chi ama protegge.