È inutile discutere coi muti.
È vano dar da mangiare ai sazi.
È inutile discutere col gregge.
Non canimus surdis.
Non cantiamo per i sordi.
Non serve a nulla.
È totalmente inutile.
Ma, è sempre, veramente, così?
Ci sono casi in cui può essere utile parlare coi muti o coi sordi?
Quando? Tutte le volte che ti trovi in uno stato limitativo della libertà (Per malattia, lavoro, ostruzione, impedimento interno o esterno alla persona) puoi trovare sollievo a parlare con un muto, magari unico soggetto che incontri sistematicamente.
Perché ti abitui a parlare con lui, anche se non hai alcuna risposta alle tue domande. In questi casi senti, percepisci, nonostante tutto, un piccolo piacere. Perché, tra l'altro, senti il suono della tua voce. E dal timbro della tua voce percepisci la condizione psicologica che ti avvolge.
È una condizione che ti fa pensare e riflettere, senza avere paura, come può succedere quando sei, e parli, da solo.
La presenza di un simile, seppur muto, per scelta o per impedimento fisico, porta in se un pizzico di gioia. Per la presenza di un pizzico di umanità.

Il bello nel leggerti è sorprendersi e dirsi: “E’ esattamente così! Non poteva descrivere meglio di così!!” Sempre bello leggerla per ogni tema c’è sempre da riflettere…e si rimane in pausa silenziosa e con un sorriso appena accennato. Si leggono molte cose ma poco originali e liberi come il suo pensiero. Buona serata.
RispondiEliminaGrazie. I complimenti sono sempre bene accetti e portano emozione. Scriverò sempre fino a quando ci sarà anche un lettore come te. Un caloroso abbraccio. Buona serata. Domus
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