Vivere in un territorio governato dalla mafia, in totale o parziale assenza delle Istituzioni, implica la necessità di porsi mentalmente, sottovoce, oppure a voce alta, una semplice domanda esistenziale:
Pensare o non pensare?
Che fare?
Come comportarsi, nei rapporti col proprio io, in un territorio infetto, gestito dalla mafia?
Il non pensare, senza alcun dubbio, è la strada seguita dalla quasi totalità delle persone non compromesse con la barbarie.
Pensare aiuta a sopravvivere, ad andare avanti, cercando di fare il possibile per affrontare adeguatamente la barbarie, al momento opportuno.
Pensare porta alla necessità di Resistere alle prevaricazioni barbariche animalesche. Pensare significa tenere a mente tutto ciò che nella vita è valore ideale.
Pensare significa, anche, osservare ed analizzare il mondo che ci circonda, condizione necessaria per trarne le dovute considerazioni sul che fare contro i barbari.
E, infine, porta aiuto a cercare di raggiungere le condizioni del vivere civile. Cosa di primaria importanza per l'umano.
Pensare porta in nuce la necessità di capire del perché il mondo barbarico-primitivo ha il sopravvento su quello civilizzato-umano.
Con la classica domanda conclusiva:
"A chi giova il mantenimento di questo stato di cose?"
Trovare la risposta a questa domanda significa aver trovato la soluzione del problema, pur sapendo che per rendere operativa tale soluzione è necessario l'intervento dello Stato. Stato che purtroppo non c'è!

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