"Wishful Thinking" ossia "Pio Desiderio".
L'uomo, spesso, nel corso della sua vita, ha il bisogno, inconscio, di creare, costruire, delle circostanze ipotetiche, non reali, interferendo con persone o cose. E, per fare ciò ripete tante volte, a se stesso e agli altri, delle vicissitudini inventate; fino a convincersi che esse siano reali. A furia di ripetersele si convince che esse corrispondono totalmente alla verità.
Anche se esse verità non sono.
In effetti, si tratta di pii desideri che la sua buona coscienza cerca di far emergere, magari al fine di nascondere precedenti determinazioni, successivamente riconosciute come errate.
Si tratta della rimodulazione, conscia o inconscia, di un pregresso pensiero, convincimento, comportamento, a posteriori valutato come errato.
E' un qualcosa che ha a che fare col millantato credito. Solo che, in questo secondo caso il soggetto è cosciente che l'affermato è totalmente non veritiero ed è riportato per esclusiva convenienza personale. Il soggetto, nel caso specifico, tende ad inventarsi e costruire, di sana pianta, dialoghi, scene, incontri, con altre persone. Tali vicissitudini inventate, spesso, il soggetto interessato tende a raccontarle a tutti i conoscenti, facendo opera di convincimento proprio e verso terzi. Autoconvincimento psicologico talmente forte da far trasformare dette vicissitudini inventate in pura realtà; non realtà virtuale, ma pura realtà.
E' una forma per costruirsi una veste, un passato, di comodo per seppellire una verità ben diversa e non più accettabile.
Ma chi si trova davanti a questa circostanza come si deve comportare? Come reagire?
In genere queste persone, in buona o in cattiva fede, sono soggetti senza lode e senza gloria, grigi. Essi oggi tendono a parlare bene di coloro di cui prima parlavano male. E sono, anche, portati ad attribuire benemerenze a favore delle persone prima disistimate.
Sono persone che dopo aver fatto i conti con il loro passato scoprono che essi conti non tornano e, quindi, cercano di trovare un qualche riparo. Cercano una via per il superamento del passato.
E il che fare, in risposta, è variabile caso per caso. La risposta più semplice è quella di di lasciar correre. Di mettere una pietra tombale sopra e andare avanti. Magari cercando di evitare incontri diretti col soggetto del pio desiderio.
Quando è corto il salto tra il tempo reale e quello ipotizzato è molto forte la tentazione di rispondere, con le rime, rendendo le giuste risposte. Ma non sempre ne vale la pena. La strada migliore è quella del silenzio. E' quella dell'oblio, della dimenticanza, dimenticando tutto, ignorando fatti e persone.
Così è, se vi pare.

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