Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

30 marzo 2013

MISANTROPO

   A chi non è capitato qualche volta di desiderare la fuga dal mondo?
Quel desiderio un pò ambiguo e sottile che spinge l'uomo ad andare lontano dagli uomini, in luoghi sconosciuti, vivendo, o meglio, vegetando in un ambito limitato. Dialogando solo con se stesso e chiudendosi a riccio in prossimità di qualsiasi tentativo di intrusione...
Tale desiderio, pur rispettabile ed umano, però, bisogna riconoscere,  non è altro che una forma di vanità nascosta, sotto la corazza di un ... istrice. Ed il vanesio è colui che, per natura, non riesce a pensare mai agli altri se non in funzione di se stesso. Esso è come l'uomo attuale che non riesce a dare se non in cambio di un avere. Ed, in quanto tale, certamente, non può essere depositario di virtù verso il prossimo.
   Il cuore del misantropo è chiuso; a tenuta stagna e non sanguina mai.
   Il mio cuore sanguina da tante parti, in tanti momenti e luoghi diversi.

SOLO

Solo chi ha stima di se stesso
può vivere da solo.
In malinconia

10 marzo 2013

RICCHEZZA E RICCHI

L'Italia (E tanti altri paesi) è  ricca di Sole, Luce, Aria, Terra, ma agli Italiani hanno rubato l'iniziativa privata. I Cittadini mancano della voglia di intraprendere, della voglia di VIVERE. Si vedono, in ogni dove, facce tristi, persone che sopravvivono, senza stimoli verso il FUTURO.  Non si vedono tendenze verso nuove iniziative. Perchè?
In genere l'Uomo per avere voglia di vivere, si diceva qualche secolo fa, ha bisogno di "credere" e di "lavorare". Il lavoro è fondamentale perchè una comunità cresca. E, dove esso non c'è, è necessario che le Istituzioni eliminino quelle pastoie, quegli impedimenti, che bloccano, limitano,  la volontà di intraprendere. Al momento attuale lo Stato non solo non procede con l'eliminazione degli impedimenti esistenti, ma, anzi, ne genera altri. Con l'effetto di scoraggiare anche i soggetti più volenterosi. Per orientarsi verso nuove, diverse, opposte, condizioni è necessario puntare sull'artigianato e sulla fede, non solo religiosa, ma, prevalentemente, istituzionale. La "fede"  serve per il sostegno etico e morale del Cittadino.  Esso deve sentire su di sè la fiducia, il sorriso, il sostegno delle istituzioni.  Il Cittadino non deve sentirsi come una vacca da mungere, ma come un essere che porta il latte delle sue mucche per il sostegno della Comunità.
In presenza di questi presupposti, che in Italia attualmente mancano, il Cittadino è portato, naturalmente,  ad una qualche attività (Agricoltura, Industria,...) che se buona può crescere, sempre di più, fino a diventare industria. E, lo Stato, in questi casi, deve attivarsi per sostenere tali processi...  L'Uomo, poi, deve operare in regime di concorrenza leale, conscio del fatto che per la crescita di una comunità è necessario filtrare, migliorare, il lavoro. Si, così come si filtra il sangue ai talassemici ... La spinta lavorativa (Esistendo) deve, però, essere modulata dalla MORALE che ha il compito di  evitare che trascenda nell'interesse personale. Questa Energia Morale, in genere, è data dalla "FEDE". Fede in Dio e/o fede nello stato. Questi presupposti, forse troppo idealisti, portano non alla produzione di Ricchi, ma alla produzione di  Ricchezza. Quindi, non esponenziale crescita per singoli, ma generosa crescita per tutti. Senza arrivare, naturalmente, al collettivismo generalizzato che porta terribili  limitazioni in quella voglia di vivere di cui parlavo all'inizio.
La ricchezza, il benessere, dev'essere, il più possibile,  esteso a tutti. Il Cittadino deve sentire e tutelare come cosa propria la cosa Comune. Lo Stato, di contro, deve sostenere il cittadino virtuoso premiandolo ed insegnare a quello non virtuoso dei vantaggi persi con il suo comportamento ostile.
Il desiderio di fuga dagli estremizzati interessi privati spesso può far pensare ... all'inseguimento di una Utopia. Ma potrebbe essere così...

ONESTA'

"Non basta essere onesti per far progredire il più piccolo paese; bisogna, anche, essere preparati; senza contare che Istruzione, Onestà, Amor di Patria non valgono niente se non c'è la ferma volontà di trascurare ogni interesse personale per dedicarsi al pubblico bene".

Da "Il medico di campagna" di Honoré de Balzac

L'AMORE

L'amore è una religione. Il suo culto deve costare più caro di quello di tutte le altre religioni.  Passa rapidamente e passa come un monello  che tiene a sottolineare il suo passaggio devastando.

DEBOLEZZE DI VITA

Nella vita può capitare di scivolare su quelle debolezze che espongono al ridicolo anche le persone di elevata intelligenza. Tra queste debolezze rammento l'orgoglio e la vanità.
La vanità spesso porta "alla caduta"; l'orgoglio, invece, può essere ben gestito dall'Uomo di fine intelligenza.

IL PARADOSSO DEI POETI

La POESIA è alimento dell'AMORE,
oppure è efficace per scacciarlo?


Dubbio dedicato al poeta Carlo Antonio PASCALE

GOVERNARE

   " Un governo che ha provocato negli uomini più scontentezza che soddisfazione è un governo che sta in piedi solo per caso; rovesciandolo, il popolo salda a modo suo la partita.
Un uomo di stato dovrebbe sempre aver davanti a sé i poveri che chiedono giustizia, ché la giustizia è stata inventata solo per loro"

di Honoré de Balzac, anno 1833

OSPITALITA'

Io... io ... mi ricordo quando, da piccolo, vedevo certe cose e non capivo.
Non capivo perchè mio Papà e mia Mamma cedevano la loro stanza, il loro letto, per far stare il più possibile comodi i loro ospiti, considerati, in quei frangenti, ancora più importanti di noi figli. Ogni cosa veniva loro fatta per rendere il più piacevole possibile la vita. Ogni attenzione, ogni sorriso, ogni riguardo era riservato a loro.
I nostri Ospiti sono stati, sempre, considerati come amici SACRI.
In tempi più recenti ho visto che anche mio Fratello si comportava coi suoi ospiti allo stesso modo.
Qualche volta ho pensato che tale disponibilità fosse esagerata.
Col tempo ho capito che Loro erano nel giusto. Per Loro l'ospite non è come "il pesce che dopo tre giorni puzza". Anzi. Per loro non c'erano limiti per la presenza di nuovi spazzolini da denti nel bagno (Come si usa dire oggi giorno).
Per Loro bisognava rendere il più confortevole possibile l'ospitalità, considerata una Fortuna, una Virtù, un Lusso.
   Ed anche per me.

CITTADINO E STATO

Per far progredire un paese è necessario renderlo più produttivo, quindi, è necessario far capire alla popolazione che l'interesse individuale è concordante con quello collettivo.
In questi ultimi anni, però, in Italia,  le scelte fatte dal potere esecutivo tendono, quasi tutte, nella direzione opposta.
Con un solco sempre più profondo fra Cittadino e Stato.
Tanta gente è già scappata via e tanti paventano l'ipotesi di fuga verso paesi più rispettosi dei diritti dei Cittadini.

IL TEMPO PASSA

Anche se non sempre ce ne rendiamo conto,
il tempo passa e porta con se dei cambiamenti.

STRUGGIMENTO E POESIA DI UN UOMO

  Riporto, di seguito, alcune struggenti liriche, di recente composizione, del poeta Carlo Antonio PASCALE (Che mi ha autorizzato alla pubblicazione).


 
IN UN’ALBA BIANCA
Finché posso resto a guardare la terra
A volare sui pensieri,  a mordere l’angoscia.
Mi si spaccano tra le mani le stelle stasera
Legato a Lancillotto  du  lac e a Ginevra la pazza.
Tutto l’amore del mondo mi tempesta
In un grigio pugno di vita. In un lampo di storia.
Solleciti alla caduta
Dipaniamo gomitoli di vita  quasi per scherzo
noi
E moriamo al filo dell’indifferenza. (Al groppo dell’ingordigia)

Oh, se il numero delle stelle giovasse all’uomo
Che alza la testa a tirar dentro una lacrima!
Il mio gomitolo non gira più. Non si dipana
La matassa cade in un fremito nero,
Se non viene la luce a sollevarci.
Se la musica cede.
Se soffoca la luce del giorno  --------- muore ancora il giorno.
Nelle  trame della storia resta  la mia anima.
curvata all’infinito del dubbio.     

Oh, che si perda in un’alba bianca la mia vita!

Le parole sono rapprese  nel sangue ad Aleppo dove la Kasba
È un cumulo di macerie e le antiche vie divelte come il cuore di Allah.
Un disumano tiranno trafigge il suo popolo.
Il ras.
Eroi acrobati in un paradiso sprofondato nel nulla
Camminano nella disperazione al vento aspro dell’odio e della morte.
Assad  ubriaco di possesso.
Spara sul suo popolo
E muore poco alla volta.
La morte lenta è la sofferenza del boia.


Carlo Antonio PASCALE


                            NEL CUORE DI DIO


Mi sorprendono, di notte, camuffate di spavento e mistero, le Cose.
Vanno a catapulta fiumi bianchi di nulla. 
Inciampano le erbe sull’erbe
Quando uccelli sfrecciano  con acido grido
e la paura  si allunga fino alle stelle.
Nello scombussolamento del mondo
Sono un  re maledetto.
Un Assad, un Gheddafi, un Saddam e mille ancora tiranni.
Sono un  impeto di rabbia ora  che l’anima
 è dissolta nel caos.
Tutto ormai è privo di redenzione di ritorno.

 Nella rabbia  degli elementi
Mi abbaglia il fiato delle Cose impazzite
Più che la fine.
Avanza l’arroganza del sole fulminato da Dio   
Ora che tutto si avvolge in se stesso.
E anche la luna si allenta e s’allarga in una ossessione femminea.
Poesia, abbracciati all’uomo nel  viaggio per le galassie
A precipizio andremo per spazi non fecondati
Luci cerulee  del cosmo
Freddi silenzi di dolore, gli uomini.
Le Cose  non avranno  il sapore che sazia le ferite del giorno.
Neri strazi  erutta la furia del nulla nel ghigno ultimo della fine.

E’ il grido dell’uomo nel vecchio cuore di Dio
La nuova misericordia.
Anche le Cose  si caleranno nella polvere.  

“Non andarci, mamma. Torna a casa”;
La via è lastricata di vento che spappola le midolla del cuore.
Voce che non cammina
Sul dorso   di   una curva pietà.
“ Non andarci, mamma,torna a casa!”
E corre il vento sulle braccia allungate oltre le stelle
Fremendo per dove il vuoto s’ammassa  e vaneggia.
Nel silenzio più forte di Dio  le parole si acquietano  e posano
Come foglie ingiallite, come fremiti di  spavento.
O le chitarre unte di stelle  che danno sensazioni di erba putrida!
Tua è la richiesta  insaziabile nella voce curva dei tuoi aspri capelli.
Corre ed ha gli occhi alla terra infiammati di spazio,
Lei.
Giungerà cieca per averti guardata da lontano al cospetto di Dio.
“Non andarci, mamma. Torna a casa!”.
Signore, ti porto gli occhi chiari di lei, la voce innocente,
la  prima tristezza.
La sua innocente richiesta come ricompensa
Tu sai, Signore, che il dolore è dell’uomo
E anche l’incomprensibile  che ci angoscia.
E’ sempre di mattoni  la casa dell’uomo.

    Carlo Antonio PASCALE