Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

29 giugno 2013

PARLAMENTO, GOVERNO, MAGISTRATURA

   Ogni stato democratico esprime i tre classici poteri: Legislativo, Esecutivo, Giudiziario.  Tanto più  questi poteri sono separati tra loro, tanto più la democrazia, da essi rappresentata, è indirizzata verso il bene comune.  Di contro, tanto più c'è vicinanza/commistione fra essi, tanto più la democrazia è imperfetta.  A scapito della Giustizia e della Libertà  dei Cittadini. In parole semplici, i tre Poteri, a mio parere, dovrebbero essere a "tenuta stagna", impedendo la presenza, tra loro, di vasi comunicanti. Per il migliore livello possibile di democrazia, quindi, ogni società civile si dovrebbe dotare di norme nette che impediscano tali passaggi repentini, a salto di quaglia, almeno nell'ambito della stessa legislatura. Fra i tre poteri quello più alto in termini di ideali è quello Legislativo. Ossia, quello che ha il potere , per incarico del popolo sovrano, di approvare le leggi.  Esso, in quanto potere delegato dal popolo, non può essere delegato ad altri. I rappresentanti del popolo che rappresentano il potere legislativo rappresentano le migliori menti esistenti, i più saggi per l'espletamento della funzione.  Con la loro nomina il popolo stabilisce di volersi sottomettere alle leggi  da essi stabilite. Di contro il popolo non può essere obbligato da leggi promulgate da altri. Diversi da questi che appositamente sono stati eletti. In democrazia, secondo Rousseau, Locke, Constant,.., il potere non può e non deve avere alcun titolo per "trasferire la possibilità di legiferare a terzi". Se questo è un concetto consolidato, allora non riesco a capire la forzatura che recentemente si sta verificando in Italia, con la nomina dei Saggi. I Saggi, per diritto, capaci e preposti per la presentazione e l'approvazione delle Leggi sono solo quelli eletti dal popolo e nessun altro ha (O dovrebbe avere) titolo per detta funzione legislativa.  Tale iniziativa condivisa, purtroppo, dai partiti che da tempo detengono il Potere, rappresenta, a mio parere, una grave forma di commistione fra il potere legislativo e quello esecutivo.

CITTADINO, GIUSTIZIA, STATO

   Quali rimedi ha il Cittadino che si vede subire un torto (Danno, furto,...) da un furfante che si introduce a casa sua con la violenza? Quando l'argomento è trattato in termini generali siamo portati a suggerire il rimedio di appllarsi alla Legge, per  ottenere Giustizia. E' questo, indubbiamente, il percorso corretto per uno Stato di diritto. Ma, se quel Cittadino, come tanti suoi simili, si vede, come spesso accade in tante aree del nostro Paese, con la Giustizia negata, allora sopraggiunge lo scoramento, la sfiducia, il dubbio che non "convenga" vivere nel rispetto della legalità. Anche questo è il caso in cui nell'Uomo sopraggiunge la tentazione del ritorno allo "Stato di natura", in cui esso ritorna in possesso di tutte le sue Libertà. Anche quella giudiziaria, già delegata alla Società. Ma questa aggressione psicologica è costretta a rimodularsi quando il torto subito è stato inferto da un potere molto forte, che potrebbe essere in combutta coi Poteri dello Stato. Se la Giustizia è quindi negata al Cittadino non resta che ... appellarsi a Dio. Rinnovando l'appelo fino al raggiungimento della Giustizia negata.  E, sopportare. Aspettando e sperando che l'arrivo di nuove persone possa portare al raggiungimento dello stato di giustizia.
   In ogni caso, consci del fatto che chi si appella al Cielo è sicuro di avere il diritto dalla sua parte, poiché dovrà rispondere ad un Tribunale che non può essere ingannato.
   Queste richieste alla Giustizia Divina portano "in nuce" una drastica "meschinizzazione" delle Istituzioni. O, meglio, degli uomini da essi rappresentate.
Senza dimenticare che "la dove finisce la legge comincia la tirannide".

SIMON GOULART: SOLO CITTADINI IN UNA REPUBBLICA

   Sul tipo di forma istituzionale (Repubblica, Monarchia) che i paesi dovessero assumere si è discusso tanto e, si discute ancora oggi. Nel passaggio dallo "stato di natura" allo "stato sociale" tutti i popoli hanno discusso e guerreggiato su tale argomento.  Si trattava (E si tratta) di determinarsi se essere sudditi (Monarchia, con le varie sfumature possibili) oppure essere cittadini (Repubblica). Le decisioni rimandate spesso all'uso della violenza erano (E sono) influenzate dal livello culturale dei popoli e dal potere economico dominante. Nel passato remoto ed, anche, ai giorni nostri.
In Europa, in tempi non sospetti, un monaco calvinista di Ginevra, Simon GOULART (1543-1628), noto all'estero e praticamente sconosciuto in Italia,  è stato un acuto ed attento sostenitore del fatto che l'Uomo in quanto NATO LIBERO non può e non deve essere che un Cittadino, con pari diritti e doveri degli altri suoi simili. Tutto nell'ambito di una democrazia basata sulla REPUBBLICA.  A sostegno delle sue tesi ha scritto e pubblicato vari documenti anti-monarchici, che, successivamente, sono stati ... bruciati.
Il concetto di GIUSTIZIA, LIBERTA' ed UGUAGLIANZA non possono trovare ristoro che in ambito Repubblicano. Se lo trovano...

MACCHIAVELLI

   In molti hanno pensato e pensano che il Macchiavelli (Valente intellettuale e scrittore) sia stato un assolutista, un monarchico. Niente di più falso. Egli, anche col Principe, fingendo di dare al re consigli per il mantenimento del potere, ha messo a nudo le ingiustizie del suo potere.  Indicando, così, ai popoli (Non solo Italiani, ma Europei in generale) la strada verso la Repubblica.  Il suo Principe è stato il punto di riferimento per tutti i pensatori liberi dell'Occidente. E' conosciuto più nelle scuole Francesi che nelle scuole Italiane. Purtroppo. Forse perché insegna a far pensare con la propria testa?
 

LIBERI PENSATORI

   Quando il bagaglio di ignoranza, di pregiudizio, di oscurantismo, di superstizioni, di credenze arcaiche dominano la vita sociale, l'Uomo, per evitare la corruzione etica e l'ottundimento intellettuale, deve concentrarsi, sempre, verso la propria LIBERTA' di GIUDIZIO.  Libertà che deve non solo conquistare, ma, anche,  conservare dai continui attacchi, esterni ad esso.
   Il dialogo, fine a se stesso, è condizione necessaria ma non sufficiente per tale Libertà di pensiero. Bisogna che l'Uomo ragioni sempre con la propria testa.

POTERE LEGISLATIVO E POTERE ESECUTIVO

   Parlamento (Deputati e Sentori) e Governo (Presidente, Ministri) in una vera Democrazia devono essere organi DISTINTI e SEPARATI. Senza interferenz reciproche. Si potrebbe dire che il Parlamento è paragonabile  ad una scuderia da corsa (FERRARI) che appronta la macchina,  che mette a disposizione del Governo (ALONSO), che ha il compito di guidarla e farla vincere. Per il benessere dell'Azienda e dei fans. Da qualche tempo, purtroppo, la Ferrari corre ma non vince; pur essendo Alonso molto bravo. Ma, se l'auto si presenta con qualche problema è la Ferrari (Il Parlamento) che deve studiare la situazione e proporre un nuovo modello.
In sintesi, colui che comanda gli uomini (Governo) non deve comandare alle leggi (Parlamento), e chi comanda alle leggi (Parlamento) non deve comandare agli uomini. Ciò al fine di evitare che le leggi diventino strumento di passione particolare.
   Senza dimenticare che:
"Quando Licurgo diede leggi alla sua patria cominciò con l'abdicare al potere regio. Era consuetudine della maggior parte delle città greche affidare a stranieri la compilazione delle loro leggi. Le Repubbliche ... dell'Italia imitarono sovente quest'uso; altrettanto fece quella di Ginevra e ne ebbe vantaggio. Roma, nella sua epoca più bella, vide rinascere al suo interno tutti i misfatti della tirannia e si vide vicina a perire per aver riunito nelle medesime persone l'autorità legislativa e il potere" esecutivo.



SAGGI E SAGGEZZA

Da qualche tempo in Italia si parla, forse con eccessiva leggerezza, a proposito di riforme istituzionali, di Saggi. Il loro compito sarebbe quello di redigere delle nuove regole per riformare la Legge Fondamentale. Altrove ho espresso i miei distinguo sulla funzione di questi "incaricati", ora, facendo rimando a J.J. ROUSSEAU, entrando nel merito, esplico il mio pensiero.
1)  Per scoprire quali sono le migliori regole per il Paese è necessaria "una intelligenza superiore";
2)  Le persone incaricate devono capire tutte le passioni umane senza provarne alcuna;
3)  Non devono avere alcun rapporto con la nostra natura, pur conoscendola a fondo;
4)  La loro felicità deve essere indipendente da noi e, tuttavia, occuparsi della nostra felicità;
5)  Lavorare in un tempo e goderne in un altro. Per la gloria.
   In parole semplici. per dare leggi fondamentali adeguate agli uomini occorrerebbero degli Dei; come ha detto J J R, il quale, con un atto di megalomania ha riconosciuto di essere in possesso dei suddetti 5 requisiti.
   Ma, tornando al contesto attuale, pur con dei distinguo, pur col rigetto della forma che in pratica esautora il Parlamento, che, in una Democrazia, è il vero ed unico delegato del "Popolo sovrano" con delega al Potere Legislativo, qualcuno è proprio convinto che i Saggi incaricati siano in possesso dei requisiti ipotizzati? Io no.
   Ma, in Italia, il Legislatore è ancora "un uomo straordinario dello Stato"?
E, se non è più tale di chi è la colpa?

L'UOMO DI LICURGO

Nella vita odierna, spesso, per indicare una persona priva di autonomia intellettuale facciamo ricorso alla definizione inglese "Yes man". Per l'opposto di tale figura, invece, non esiste una definizione corrente. Italiana o straniera. In inglese si potrebbe ipotizzare il "No man", ma sarebbe una definizione inespressiva.  Io penso che, in questo caso, la definizione dovrebbe essere "UOMO DI LICURGO" o, semplicemente, UOMO. Sì, perchè Uomo è il Cittadino che da il proprio parere ragionando con la sua testa.
Come voleva Licurgo ispiratore della costituzione di Sparta.

LIBERTA' DEL POVERO

"Mentre tu mi colpisci, io subisco
...
Questa è la libertà di un povero;
Colpito implora
Soccombendo sotto i pugni
Supplica per potersene uscire con ancora qualche dente"

Come insegnava Giovenale con le sue SATIRE.
Si, "l'uomo è nato libero, ma ovunque si trova in catene"

LEGGI E BUON SENSO

   Uno Stato efficace "gestito" da uomini retti e genuini deve essere regolato da leggi chiare e manifeste, il cui scopo è, sempre, il bene comune. Bene comune che deve essere perseguito, sempre, col Buon Senso.
   Per essere in queste condizioni allo Stato sono necessarie poche leggi, soggette agli aggiornamenti ogni qualvolta si presenti la necessità.
   In Italia, come riconosciuto anche da tanti rappresentanti del Potere Legislativo, le leggi non solo sono innumerevoli, ma, inoltre, raramente risultano chiare e semplici. Tali circostanze portano, inevitabilmente, a due conseguenze dannose per la stessa Democrazia:
1)   Distacco sempre più forte fra Cittadino e Poteri dello Stato;
2)  Leggi (Contorte) che per gli amici si interpretano, per gli altri si applicano.
   Spesso sono costretto a studiare alcune leggi; e, di getto, scrivo dei commenti ai lati delle pagine. Il loro tenore,  non gradevole, mi spinge ad astenermi dal riportarli.
   In queste condizioni lo Stato tende a svuotarsi, il legame sociale tende a scomparire e la volontà generale tende al silenzio. I Cittadini non esprimono più i loro pareri. E lo Stato tende verso il suo progressivo disfacimento. La fortissma astensione (Circa il 60%) alle passate elezioni dovrebbe far riflettere tutti coloro che occupano le Istituzioni.

SERVITU' VOLONTARIA

Condizionamento. Sudditanza psicologica.  Servitù volontaria.  Soggezione.  Schiavi contenti.  Consenso alla tirannia.  Forme di dipendenza fra persone.

   La tirannia del potere trova fondamento, in genere, non nella forza applicata sul popolo, ma nella viltà del popolo che ubbidisce.
   Nel caso di tirannia, secondo La Boéthie, per scacciare il despota non è necessario buttarlo giù dal trono, ma bisogna e basta che "non  lo sosteniate più e allora lo vedrete crollare a terra per il peso e andare a frantumi, come un colosso al quale sia stato tolto il basamento".
Questo messaggio, rivolto all'uomo ridotto in catene, per sollecitare la sua liberazione, è stato ripreso dal cinquecento fino ai giorni nostri. Ed, ancora, nonostante il tempo trascorso mostra la sua lucida attualità. Basta, semplicemente, guardarsi intorno.

LEGGI PERFETTE E SOCIETA' CIVILE

   L'uomo nei primordi ha riconosciuto la necessità di associarsi con altri abbandonando lo "Stato di natura", al fine di proteggersi dagli attacchi, esterni ed interni, alla sua persona, alla sua libertà, alla sua proprietà. Ciò facendo ha rinunciato a particolari ambiti di libertà che ha delegato alla società costituita. La società civile, quindi, ha come principali fondamenti la naturale inclinazione dell'uomo verso la vita ed il vissuto con gli altri uomini ed il desiderio di ordine sociale. Ordine rappresentato dalle leggi che regolano il governo degli uomini. Leggi che per essere "perfette" devono provvedere a "regolare le azioni dell'uomo" indirizzandole verso il bene comune.

SENTIERO D'ERBE



SENTIERO D’ERBE
                                      (All’ing. Mimmo Musolino, editore)

E sento voci lungamente roche  condurre il cuore
Dove c’è follia
Lungo il sentiero che si pone a sera come fresca acqua di fiume.
Enorme il sole
Nel blu dolce dei monti.
La sera ha lenti tripudi di dolcezza.
Giunge l’ombra ai miei vetri quasi ala di seta
E la campana che dilegua a valle mi porta.
Cammino lungo erbe assopite nel  tramonto

Ecco il tarassaco ed ecco la bardana sereni al filo della penitenza.
Ecco il luppolo e la barba  di becco.
Voci vibrate, ora.
 Colori a meraviglia volano.
“Noi siamo qui semmai la sorte nera dovesse ancor per noi gridare fame”.
E le lucciole vanno senza sosta seminando i brividi d’amore.
Ecco che assonna e fremono bisbigli nel rosso del tramonto.
Si spera. Si piange  sopra tutte le zolle della terra.
Sto dove cadendo  se ne compie il giorno,
dove posa la luce più lontana:
Dove si chiude il buio e un punto appare.
Questo è il sentiero d’erbe
Da cui lenti nel tempo giunsero i miei avi.
CAP
Carlo, come ben sai, adulazioni, ironia e biasimo hanno, sempre, la forza di condizionare i nostri interlocutori. Commosso per la dedica, pubblico sul mio blog, in ossequio al tuo volere (Carlo A. PASCALE) questo “Sentiero”  che ha il potere di far sognare anche  un umile lettore come me. Grazie, per le emozioni che riesci, stupendamente, a trasmettere. DOMUS  

YES MAN

   In molti uomini è insita una smoderata esigenza di ingraziarsi il potente (Politico, ...) di turno. Questa tendenza si manifesta in modo palese, banale, ridicolo, con le annuizioni fatte con la testa (Proprio quella parte del corpo che per natura dovrebbe portare alla ragione!), prima ancora che il soggetto-padrone si sia pronunciato esplicitamente. Questa forma di "Servitù Volontaria" è evidente anche nei percorsi della "rete" con i tanti "mi piace", "bravo", ..., che vengono propinati ad iosa, anche su argomenti sconosciuti.

VERITA'

   La Verità non conduce alla fortuna. 
Porsi dalla parte degli ultimi significa non acquisire ambasciate, né cattedre, né pensioni. Resta solo un temporaneo appagamento interiore.

GOVERNO BUONO O CATTIVO?

   Nessun governo, di nessun paese, può essere considerato buono se non fa alcunché per evitare che il povero resti tale nella sua miseria. O che aumenti, senza azzerare, il numero di poveri del suo paese.

IL DIRITTO DI LIBERTA'

   Il diritto di Libertà di ogni Uomo, come di ogni popolo, è principio inalienabile, per la stessa natura umana. 
Chi afferma il contrario non è un Uomo.

LA LEGGE DEL PIU' FORTE

   La dove lo Stato (Nel senso di potere esecutivo) è incapace ad imporsi è la legge del più forte (Quinto potere, se col quarto si indica il potere dei media) ad avere il sopravvento. In natura, nella vita, in genere, l'assenza del potere non è ipotizzabile. La dove chi di dovere (Governo,...) non lo esercita (Il potere) ci sarà, sempre, qualcun altro che occuperà la sede del comando. Chi soffre per la Giustizia negata, sà che "il più forte non è abbastanza forte da essere sempre il padrone"...  Cedere alla forza, quindi, spesso è una necessità, un atto di prudenza. Mai una volontà, una libera scelta.
In attesa di tempi maturi, migliori...

CALIGOLA. IL TUO PENSIERO E' ANCORA CON NOI?

 Nel passato prossimo e remoto si è molto discusso del pensiero di Caligola a proposito di Libertà e Schiavitù. Secondo lui gli uomini non sono tutti uguali per natura. Alcuni sono per la schiavitù, altri per il dominio. Secondo questo imperatore i capi degli uomini, come i pastori di un gregge, sono di natura superiore a quella dei popoli. Quindi, i re dovendo essere superiori anche ai nobili non potevano che discendere dagli dei. E, naturalmente, gli uomini normali erano bestie o quasi. 
Dalla lettura di alcuni fatti di cronaca recente vengono i brividi al solo pensiero della rinascita di tale pensiero, che tende ad oscurare il basilare principio di LIBERTA', GIUSTIZIA ed UGUAGLIANZA fra tutti gli esseri umani. Nonostante i vari distinguo, le varie sfumature, anche paesi tra i più evoluti del mondo, spesso tendono ad ignorare, passar sopra, tale Principio.

ANALOGIE DI POTERE (FILIALE, POLITICO)

In famiglia:  L'amore del padre per i suoi figli è la gratifica per le cure che esso prodiga alla famiglia.

In politica:  Il piacere di comandare è la gratifica che il politico (Monarca, Primo Ministro, ...) ha per l'assenza di amore che esso ha verso il suo popolo.

... OTTANTANOVE

   Fate attenzione agli anni che finiscono con ... 89. Anni particolari, ... se non rivoluzionari. Vedrò di convincervi, tra il serio ed il faceto, riportando alcuni fatti:
1689:  John LOCKE ha scritto i "Due trattati sul governo"; vera e propria rivoluzione nel campo della democrazia dei popoli. Di essi il secondo è considerato, a ragione, un fondamento della cultura occidentale democratica. In esso è esaminata la condizione del suddito/cittadino nei confronti del potere, partendo dai primordi (Stato di natura) fino ai suoi tempi (Stato di società). Per LOCKE chi ha il compito di governare deve provvedere alla PACE, alla TRANQUILLITA' ed al BENESSERE di tutti.
In Inghilterra è stata emanata la "Carta dei diritti".
1789Rivoluzione Francese e Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. Veri e propri punti di riferimento per le Democrazie europee e mondiali.  A Tubinga un gruppetto di intellettuali tedeschi, per festeggiare la Rivoluzione Francese si sono portati in cima ad una collina ove hanno piantato un albero!
1889:  I Francesi pionieri di un nuovo sistema di vita con al centro il "Cittadino", con l'Esposizione Universale di Parigi, propongono, al mondo intero, la Torre Eiffel (Prevista come opera provvisoria da smontare ad esposizione effettuata) ed il Moulin Rouge. Scienza, tecnica e divertimento per il benessere dell'Uomo!
1989:  Finalmente cade il Muro di Berlino
Nasce Stefania Francesca ...
   In seguito vedrò di tenervi informati sul ... 2089...

12 giugno 2013

IL MIO PRATO



Ancora una lirica, di quelle malinconiche, di Carlo A. PASCALE. Di quelle che ad ogni lettore, anche il più distratto, fa pensare alla propria vita, alle proprie emozioni, alle proprie sofferenze, passate e presenti, al proprio prato. Vibrante, romantica.

E’ vestito di duri sterpi il mio prato
Nel campo lungo del mio pensiero
E nella mia visione  s’addobba di alberi scabri.
Nella luce e nell’erba i miei sensi,
Negli odori più maturi..

Salto di corolla in corolla  sui fremiti lenti del vento
e piglio per lo spazio che non ha fine.
C’è  il fiato rotto dall’ansia,
in ciò che resta di un uomo.

Sono  il cavaliere del Graal che cerca il sangue del Golgota.
oltre il senno dell’uomo nel bruciore di sale e di aceto.

Il mio prato è dove cade il sudore delle mie tempie,
Dove s’infossano i piedi per mescolare la terra,
Dove succhiano radici  di vita e steli lanciati nel sole.
Il mio prato è dove batte il mio cuore e non sa le profonde ragioni.
Batte, Dio mio.

Il mio prato ha bisogno delle mie lacrime
quando il vento fa tremare la ceppaia morta  
e il sole annera le foglie.

Il mio prato è dove  ho piegato la testa per entrarvi,
dove c’è maestria d’usignolo nel  nido di seta .

Era  verde il mio prato come un mantello di re
Soffice come l’aria del mattino,
Dove soffia il vento del Sud
Africano  per patire.
L’altro prato è nascosto e si estende nella mia devozione.
E’ quello dove corro da anni cercandomi.

Il mio prato è quel fosso  di foglie rossastre che marciscono.
Nelle  mie lacrime.

Il mio prato è fremito  di coriandoli bianchi 
che han voglia di danzare nel vento.

di Carlo A. PASCALE

2 giugno 2013

LETTURA E CULTURA

   Lettura e cultura
 per soddisfare il bisogno interiore di non sentirsi impotenti.
   In uno "stato di natura" tutti gli uomini sono uguali ed indipendenti. Liberi. E, nessuno deve portar danno nella vita, nella salute, nella libertà e nei beni degli altri. L'osservanza di tale legge di natura è affidata al singolo uomo. La violazione della legge di natura porta danno per tutti gli altri, che hanno diritto alla riparazione. Nello stato di natura ogni uomo ha il potere esecutivo della legge di natura.  Ma, quando il potere esecutivo coincide con la parte offesa é ragionevole dedurre la mancanza di imparzialità del giudice. La passione, lo spirito di vendetta, l'amore verso se stessi, l'indole cattiva davanti all'offesa porta l'uomo-giudice verso la parzialità nei confronti di se stesso e dei propri amici.
Da qui la necessità di affidare il compito della repressione della violenza ad un giudice terzo. Certamente più sereno ed obiettivo della stessa parte offesa. Questo passaggio implica, per l'uomo, l'abbandono dello stato di natura e l'abbraccio di un nuovo stato sociale in cui alcuni diritti  (Giustizia, ...) sono delegati alla collettività e non meramente come prerogativa della parte offesa.
Tanto più la collettività é incapace di reprimere la violenza, tanto più l'uomo tende ad abbandonare lo stato sociale per avvicinarsi allo stato di natura.
E' qui che il desiderio di vendetta si sostituisce a quello di giustizia.

LASCIATE ...



Ancora  una  grande malinconica "Poesiola"  di Carlo A. PASCALE;
che mi onora  facendomi leggere in anteprima le sue poesie  e  chiedendomi di pubblicarle sul mio blog.

LASCIATE …
Lasciate questi monti sparsi nel cielo
E questo mare che ci piove addosso
E l’aria incenerita dai veleni.
Io verrò dopo, dopo il momento della perdizione.
Lasciate che le stelle si disperdano per dove l’universo
È ancor più fondo.
Ma non toccate l’albero d’ulivo da sempre
Accanto al muro della casa.
Lì la mia pace talvolta scoppiava come trillo d’uccello
E respiravo l’alito di Dio.
Lasciate che le nuvole si annodino e a frange sparse
Corrano nell’aria.
Ma non toccate l’erba appesa al muro e i colori
Sparsi per i campi.
Lasciate che si muova il mio pensiero
A cogliere i miei dubbi e a illuminarli.
A frotte tempestose corrono le emozioni insaziate
E muore la mia attesa sulle pietre.
Lasciate  che io corra, che mi sperda, che vada  domandando tra le stelle.
Ma legatemi poi all’anello di ferro
Come cavallo dopo un lungo viaggio..
Lasciatemi che creda di cantare  nel silenzio lungo della notte,
quando la grande ala della vita si piega paga nella sua dolcezza.
E se verrò correndo, se non avrò parole, lasciate che mi sperda
Dentro l’acqua del fiume
Che scorre eterno dentro il firmamento.
Lì poserò col cuore del perdono.
Lì piegherò la testa e mi consegnerò ...
 di Carlo A. PASCALE