Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

21 luglio 2020

DIDONE

I miei post, di norma, sono indirizzati verso argomenti generali e verso persone che reputo eccezionali, nei loro principi, nel loro operato di vita. Qualcuno mi ha fatto notare che tra le persone la mia attenzione è rivolta prevalentemente alle donne. Non ho fatto statistiche a proposito, ma può essere che sia vero; anzi, sarà certamente vero. In ogni caso, scrivo per passione e non tengo conto di queste peculiarità. Scrivo delle cose e delle persone che mi piacciono e che mi lasciano qualcosa di bello in bocca, e, prima ancora, nella testa. Le mie note portano in se, sempre, dei punti di domanda. E la mia più grande soddisfazione è sapere che anche uno solo dei miei amici lettori possa aver provato piacimento, appagamento interiore, dalla lettura.
 Ma, anche in quanto uomo, non posso non evidenziare che i miei scritti, quasi sempre spontanei non preparati e ragionati, sono rivolti alle persone fornite di intelligenza superiore alla media, e a parità di condizioni, la Donna, in quanto tale, per emergere nella società, improntata su principi e valori coniugati al maschile, ha necessità di un maggiore impegno, di uno sforzo maggiore rispetto all'uomo. 
Questa premessa serve per introdurre una Donna, nota a molta gente,  bellissima, potente, eccezionale, particolarmente tormentata nel suo vissuto quotidiano. 
Sì, parlerò di Didone (Dido-onis), la fuggitiva gioconda.
 Donna mitologica vissuta circa 750 anni a.C. 
Essa è legata alla città di Tiro (Libano), ove è stata Regina consorte dell'allora regno dei fenici (Popolo importante e dominatore di vasti territori) ed alla città di Cartagine (Tunisia) da lei stessa fondata e di cui è stata la prima Regina.
Rappresenta la classica Bellezza del Mediterraneo Orientale. 
Alla morte del padre (Belo), re di Tiro, è salita al trono insieme al fratello Pigmalione. La sete di potere esaltò i contrasti tra fratello e sorella (Sostenuta dal marito). Pigmalione per raggiungere il potere non esitò dal rendere vedova la sorella, che non ha accettato di buon grado tale vedovanza indotta. Elisha, resasi conto di non avere futuro in Libano (A Tiro), dopo essersi impossessata delle navi di Pigmalione, con l'oro nascosto dal marito, decise di indirizzarsi verso altri lidi. Questa fuga le portò in dote il nome con cui è nota. La fuga di Didone era senza una metà certa. Dal Libano si è portata a Cipro e da li verso le coste Africane. Con un preciso obiettivo. La costruzione di una nuova Patria. Arrivata in Tunisia, si racconta che il re locale le avrebbe concesso di occupare il suolo che era possibile coprire con una pelle di bue. Allora Elisha, divenuta oramai Didone, ha tagliuzzato la pelle in tante strisce sottilissime che legate tra di loro le diedero la possibilità di occupare la collinetta dove sorse Cartagine.
Ed è qui che giunse Enea, nel suo tempestoso peregrinare, dalla distrutta Troia, anche lui diretto verso una nuova Patria. Didone non resistette al fascino di Enea di cui si innamorò perdutamente. La passione per Enea le fece dimenticare il giuramento di fedeltà che aveva fatto al marito (Sicheo). 
"Didone ed Enea riparano in una stessa grotta.
Per prima la Terra e Giunone pronuba danno il segnale:
rifulsero lampi nell'aria a festeggiare l'unione,
e sulle cime dei monti ulularono le Ninfe.
... Didone non pensa alle chiacchiere,
non pensa al suo decoro e non teme lo scandalo,
ormai non coltiva più un amore segreto,
lo chiama matrimonio, vela così la sua colpa".
Così recita l'Eneide, IV, 201 - 209. 
Ma Enea, pur molto innamorato di Didone, era alla ricerca della sua Patria (Roma) e non poteva accettare di essere suddito della regina Didone; pur donna Bellissima ed intelligente. Quindi, dopo un piacevole soggiorno a Cartagine decise di andare via. Didone invano supplica Enea di rimanere, anche in nome del fortissimo legame che li aveva avvolti a Cartagine. Cartagine che lo aveva accolto con benevolenza. Pur senza nascondere l'intervento di Cupido e degli dei dell'Olimpo.
Didone appena seppe della fuga di Enea, incapace di resistere alla sofferenza decise di togliersi la vita. Tutto per Amore. 
E' questo è il suo lamento finale, con la maledizione di tutti i Troiani e di tutte le loro future discendenze, prima di uccidersi, con una spada, nel 759 a.C., sia per l'abbandono di Enea, sia per il fatto di aver tradito il giuramento fatto al marito.
"Fondai una grande città, vidi sorgere alte le mura,
... felice, ahi, troppo felice se solo 
non fossero mai arrivate ai nostri lidi sabbiosi
navi dardanie!"
Disse e premé la bocca sul letto.
"Moriamo senza vendetta - riprese - ma moriamo.
Così, anche così giova scendere alle Ombre.
Il crudele Troiano vedrà dall'alto mare
il fuoco e trarrà funesti presagi dalla mia morte".
Eneide, IV, 795 - 804. 

14 luglio 2020

FIORE (ANTHOS)

E' la parte più bella ed elegante di ogni pianta, preposta, come un grembo, alla conservazione degli organi della riproduzione. 
Ogni uomo, forse, anche, per il rimando alla stessa sua esistenza, che lo voglia o non lo voglia ammettere, è attratto da tale bellezza della natura.
Non per niente diciamo comunemente "Bello come un fiore".
E, naturalmente, questo è il significato etimologico, dal Greco, del nome Antonio.

IO LO DICO

Dico ego
La demolizione delle case abusive.
Io lo dico, con convincimento. Spesso il Potere Esecutivo si comporta in modo errato, sconsiderato, inopportuno. Anche privo di Buon Senso. Mi riferisco, in particolare, al caso delle demolizioni di case o semplici appartamenti realizzati, quasi sempre, nel passato remoto, in assenza di atto autorizzativo (Licenza edilizia, Concessione edilizia, Permesso di Costruire) o di espletamento di procedura di Condono edilizio. 
Era proprio il caso di attivarsi, spendendo grosse quantità di denaro pubblico, in questo periodo di post confinamento da covid-19, per la demolizione di immobili, costruiti senza permesso?
Non riesco proprio a comprendere le motivazioni che hanno spinto, anche per il peculiare periodo, di gravissima crisi economica e di post-confinamento da coronavirus, la Prefettura di Reggio Calabria (Propaggine territoriale del Ministero dell'Interno) alla messa in campo di somme ingenti (Milioni di Euro) per la demolizione di unità immobiliari urbane abusive, nella Città Metropolitana. In ogni caso, io dico, che, specialmente in momenti come questi, in cui il Paese, già povero, sta sprofondando in un baratro che porterà sempre più povertà nella gente, andare a spendere soldi per demolire abitazioni, pur abusive, è errato e controproducente. Anche in considerazione di alcune semplici considerazioni che di seguito, concisamente ed in forma, spero, chiara, espongo.
a)-Edilizia di necessità. Spesso le abitazioni abusive rientrano nel caso di edilizia abusiva spontanea di necessità. Nei decenni passati (Dagli anni sessanta agli anni ottanta/novanta del secolo scorso), in un contesto cittadino relativamente povero, molte famiglie hanno sopperito alla necessità di abitazioni costruendole, spesso, direttamente o facendo uso di maestraenze (Muratori) locali, magari rientrati dopo un periodo di immigrazione al Nord Italia. Così facendo, molte famiglie del Sud, hanno risolto il problema della casa anche davanti alla scarsa iniziativa della competente struttura pubblica (Istituto Autonomo delle case Popolari (IACP) della Provincia). In virtù di tali iniziative, possiamo dedurre che lo Stato ha risparmiato i soldi che, altrimenti, avrebbe dovuto spendere per la realizzazione di tanti alloggi popolari.
b) - Tempi di esecuzione. La realizzazione di abitazioni prive di autorizzazione, è stata riscontrata (In modo più o meno diffuso) al Sud ed anche in tutta Italia, e, se vogliamo essere sinceri, è sempre stata tacitamente consentita, sia al Nord sia al Sud Italia, dal Potere locale e dal Potere nazionale, anche per le motivazioni di necessità sopra indicate. Infatti, se ci pensate, per realizzare una casa d'abitazione (In genere si tratta di opere in calcestruzzo armato e tamponamenti in laterizi forati) i tempi d'esecuzione sono lunghi molti mesi, se non anni. E, in queste condizioni, chiaramente, le Amministrazioni locali non possono non aver visto l'edificazione in corso. Certamente hanno fatto finta di non vedere il sorgere di abitazioni abusive. Non ci vuole molto a capire che la circostanza era vista con tolleranza. In caso contrario avrebbero potuto (E dovuto) intervenire per bloccare l'edificazione (Ordine di sospensione lavori e ripristino dello stato dei luoghi) sin dal suo sorgere. Quindi, non ha alcun senso bloccare, ora, l'uso di un immobile per il quale gli enti pubblici non hanno fatto alcun atto  ostativo all'inizio e durante l'esecuzione dei lavori. Immobile, quasi sempre, fornito di tutti i servizi necessati per il relativo uso.
c) - Proprietari mafiosi o prossimi alla mafia. Spesso si sente qualche solerte funzionario che parla di abusivismo edilizio legato a proprietari aderenti o vicini ad ambiti mafiosi. 
L'osservazione è risibile per due ordini di motivi. Il primo ordine è pertinente la sanatoria del bene; il secondo ordine è pertinente l'appartenenza acclarata alla mafia del proprietario. 
Primo ordine. Il proprietario mafioso di casa abusiva, in genere,  non ha, certamente, problemi di liquidità e non ha certo difetto di conoscenza dei vari percorsi dei condoni edilizi, intervenuti nel tempo. Infatti, raramente un mafioso ha problemi di questo genere. E coloro che non hanno seguito una delle strade aperte dai vari condoni edilizi, per sanare la propria abitazione, evidentemente, sono classificabili come persone di non alto cabotaggio delinquenziale; saranno magari soggetti che guardano favorevolmente a queste forme perverse del potere, come un naufrago che tende ad aggrapparsi al primo appiglio galleggiante in un mare buio e molto mosso, in assenza di un Porto sicuro. Sono, in genere, i soggetti senza arte, ne parte. 
Secondo ordine. L'ordinamento giudiziario Nazionale, indipendentemente dall'esistenza o meno della prescritta autorizzazione edificatoria, da la possibilità alla competente Magistratura di intervenire, su tutti i beni immobili (E mobili) dei soggetti acclarati come mafiosi, con lo strumento del sequestro e della eventuale successiva confisca. Quindi, il rimando alla mafiosità del titolare del diritto, a mio parere, è privo di fondamento sostanziale. 
Inoltre, anche sotto l'aspetto dell'immagine politica e sociale è molto più significativa la confisca che la demolizione di un bene appartenuto alla mafia.  La confisca, infatti, può rappresentare, in parte, una specie di risarcimento per il danno che il mafioso ha portato alla Società, con il suo operato, con la sua stessa esistenza. E, poi, è molto significativo vedere un bene già appartenuto ad un soggetto mafioso messo a disposizione della collettività. 
d) - Procedure e burocrazia. Gli organi periferici dello Stato (Prefetture; Magistrature; ...) piuttosto che interessarsi della demolizione delle spicciole opere edilizie abusive, dovrebbero, a mio parere, analizzare, studiare, esaminare le procedure, i tempi e le trafile a cui sono sottoposti i progetti tendenti ad ottenere la tanto sospirata autorizzazione all'edificazione.
Scoprirebbero, senza particolare affanno, che una richiesta di assenso edilizio per arrivare a favorevole destinazione (Se ci arriva, fatte salve adeguate condizioni di resistenza agli attacchi esterni ed interni di vario genere) richiede un percorso di circa 4 o 5 anni. Naturalmente, in assenza di "sparizione del fascicolo" circostanza diventata canonica non solo nei Palazzi di  Giustizia, ma anche negli uffici degli Enti Locali preposti. Ed il problema vale anche per altri Uffici preposti. Tutti sappiamo che sono necessari anni per avere una risposta ad un progetto da parte di alcuni Uffici dell'ex Genio Civile. Per non parlare dei percorsi cervellotici (Forse anche idioti?) creati da una burocrazia da repubblica delle banane. Queste circostanze sono inaccettabili in un paese democratico. Cosa è stato fatto, da coloro che sono preposti alla gestione ed al controllo degli uffici, per evitare queste situazioni imbarazzanti e paradossali, vere e proprie anticamere di percorsi corruttivi? Nulla, che io sappia. Potrebbe essere questa una "giustificazione" per sostenere l'edificazione abusiva? Non di certo. E' appena il caso di accennare e confermare i casi, e non sono pochi, di pratiche-turbo, che per fortuna non sono costrette ad attraversare le forche caudine prima di arrivare a destinazione. Agli interessati, diretti ed indiretti, va il mio augurio, pur accompagnato dal sopracciglio destro che schizza verso l'alto, per il dubbio (Mi sia consentito) della non perfetta linearità del percorso istruttorio. Per i Credenti non sono mai esclusi gli interventi Divini, ma dubitare, come nel mio caso, è più che ragionevole.  
Ma è pur vero che il comportamento virtuoso da parte degli addetti agli uffici pubblici potrebbe comportare un diverso atteggiamento da parte dei cittadini verso le Istituzioni.
Senza dimenticare che mafia, mafiosità e malaffare trovano il favorevole brodo di coltura la dove le Istituzioni, per colpa o per dolo, non sono capaci di garantire un legittimo e decoroso funzionamento. 
I Poteri Esecutivo, Giudiziario, Locale facciano la cosa più ragionevole da fare. Facciano funzionare adeguatamente (Con tempi brevissimi e con buon senso) le strutture preposte; mettano un punto fermo sul presente e così facendo si troveranno con l'abusivismo praticamente annullato. Sugli episodi edilizi abusivi del passato si metta una pietra tombale imponendo l'ultimazione dei lavori delle innumerevoli costruzioni esistenti. Abusive e non abusive. Ma, quasi tutte decisamente brutte. Così facendo si potrebbe contribuire ad un abbattimento dell'elevato grado di bruttezza e di provvisorietà che interessa gran parte del territorio esaminato.

7 luglio 2020

OPINIONI - SCIENZA

Nella vita spesso ci scontriamo con l'esposizione di Pensieri presentati come se fossero supportati dalla Scienza
E' il caso di precisare che la Conoscenza, costituita da due livelli, Opinioni (a) e da Scienza (b), si avvale di quattro diversi gradi. 
a)- Immaginazione (1) e Credenza (2) rappresentano l'Opinione.
b)- Ragionamento (3) e Intelligenza (4) rappresentano la Scienza.
Il livello Opinione, pur rispettabile in se, è strettamente legato al soggetto che esterna, senza alcun legame logico con l'oggettività. Ed in quanto tale va accettato per quello che è. 
Nel nostro mondo globalizzato delle telecomunicazioni, spesso, per colpa o per dolo, ci sono persone che cercano di far passare per vere cose riconosciute come scientificamente false. Dietro tali percorsi devianti ci sono dei manovratori e una grande folla di manovrati, che, a loro insaputa, vengono lanciati nell'agone mediatico per procacciare altri proseliti. 
Ed in questi casi non basta suggerire, invitare, la gente a ragionare con la propria testa, senza farsi condizionare da alcuno. 
Il livello Scienza rappresenta il ragionamento, la intelligenza, il sapere scientifico che si spinge oltre le ipotesi per arrivare alla dimostrazione della thesi. E' con esso che si attua la ricerca della verità, che non può avere come presupposto le opinioni o peggio ancora le credenze. Queste ultime appartengono ai dogmi e quindi sono lontane, molto lontane, dalla Scienza.

DIALETTICA

Altre volte ho scritto delle "Sette Arti Liberali" (Grammatica, Dialettica, Retorica; Geometria, Aritmetica, Astronomia, Musica). Le prime tre dedicate al discorso; le ultime quattro al numero.
Racconterò qualcosa sulla Dialettica, la seconda Arte del discorso, dopo la Grammatica. Arte particolarmente cara Mercurio (Messaggero degli Dei) di cui ho già raccontato del suo matrimonio combinato.
-Cosa è la Dialettica?
E' la capacità di discutere con chiunque. Anche con quelli che non la pensano come te. E' una sorgente di Scienza di grande aiuto per l'Uomo. Chi è padrone di questa arte, in qualsiasi angolo della terra si trovi, ha la possibilità di mostrare il proprio valore.
rappresenta la capacità di discutere, di qualsiasi argomento, affrontandolo da tutti i punti di vista. In difesa o in attacco di una tesi. Col fine ultimo di pervenire alla Verità, che trovandosi nel profondo ha bisogno di raffinati lavori di scavo per riportarla alla Luce del Sole.
Nacque, nel V sec a.C., nella Grecia democratica, caratterizzata da una vasta Libertà Politica. E' molto apprezzata dalle società democratiche un po' meno da quelle autoritarie. Negli ambiti democratici trovava e trova sostegno nel principio fondamentale (Ripreso con la Rivoluzione Francese e con tante Costituzioni recenti) che vuole "L'Uguaglianza dei Cittadini davanti alla Legge".
Uguaglianza che non deve degenerare nella possibilità di dire qualunque cosa, anche senza credito, tanto e solo per parlare e per protagonismo personale, vacuo spesso anche idiota. Circostanza, purtroppo, in grande espansione nella società attuale condizionata dai "social" che spinge quasi tutti  a intervenire su ogni argomento dello scibile umano.
La Dialettica non si pone al servizio di una Opinione, qualunque essa sia. Essa si sforza di mettere alla prova cercando di confutarle, partendo dal presupposto critico del "so di non sapere".
E' distinta dalla Retorica che rappresenta l'Arte del discorso fine a se stesso, avente come unico obiettivo non la fame di conoscenza della Verità, ma la vittoria sull'antagonista. La posizione della Verità non interessa la Retorica.
Col passare del tempo la Dialettica ha subito continue rimodulazioni interpretative, fino a divenire la condizione dell'uomo che grazie alla capacità di linguaggio può nascondere il suo pensiero.
-Come è fatta? Come possiamo immaginarla?
Senza alcun dubbio la Dialettica è immaginabile come una bellissima donna, alta, con lo sguardo penetrante e dinamico. Pallida, bianca in viso. Con i capelli fitti, lunghi, intrecciati che le incorniciano il viso.  E', senza alcun dubbio, una Donna di Potere, che esercita, palesemente, così come fa, con i due simboli che regge in mano: Un serpente, che porta, sotto il pallio, nella sinistra; Alcune belle formelle, in bella mostra, nella destra.
Si muove con atteggiamento aggressivo e minaccioso contemporaneamente. Parla ad alta voce. Si muove da dea, in modo sacerdotale. Parla usando termini poco comprensibili  alla quasi totalità delle persone. "Appare come l'unica capace di distinguere il vero dal falso". Ama farsi notare nella sua entrata in scena.
-Come è vista?
E' vista con ammirazione da molti. Gli unici che si fanno beffe di lei sono gli amici di Bacco. Per loro le chiacchiere non servono certo a surrogare un buon bicchiere di vino.
Se non è fermata da qualcuno autorevole (Pallade lo fa durante la cerimonia di matrimonio di Mercurio con Filologia, nell'Olimpo, facendole, naturalmente, i suoi sperticati complimenti ("nobile fonte della scienza profonda che svela realtà nascoste dissertando senza tralasciare nulla di poco chiaro...")) essa tende ad essere prolissa.
S. Agostino che ha dichiarato l'assenza di incongruenza fra essa e la Teologia Cristiana,  l'ha definita Scienza della Verità.

2 luglio 2020

DEBOLE COMPRENSIONE?

Quando diventa difficile dialogare con qualcuno che cerca di sostenere affermazioni prive di fondamento, preferisco ritirarmi in un rifugio che, in vero, è un raffinato attacco.
"Quello che dice supera la mia debole comprensione. 
Sarà, senz'altro, giustissimo, quello che lei dice, ma io non riesco a capirlo e rinuncio ad ogni ulteriore contestazione".
Il rischio è che il mio interlocutore si convinca di essere un genio e, quindi, si convinca di essere ancora molto più geniale di prima.
E' la soluzione che spesso il Cittadino ha la possibilità di riscontrare interagendo con mezze tacche della Pubblica Amministrazione.
Verrà il momento in cui il mio interlocutore sarà costretto ad abbandonare le sue argomentazioni fasulle (Sostenute per colpa o per dolo), con la "stessa rapidità con cui si molla un ferro bollente, incautamente afferrato". 

INSEGNARE - PROGETTARE

Molti pensano che gli insegnanti di una certa materia siano ottimi conoscitori della stessa.  
Raramente è così! 
Infatti, lo studio approfondito di una materia, di solito, non lascia tempo per l'insegnamento
Giusto un noto detto popolare: "Chi sa fa, chi non sa insegna".


ANAS: STIAMO LAVORANDO PER VOI

Qualche mese fa, sul sito ufficiale dell'ANAS, ho letto una nota veramente meritevole di attenzione. 
Con tanto di dati statistici e fotografia (A mezzo busto) dell'autore (Importantissimo Dirigente Compartimentale d'importanza Nazionale). Nota che ora, sinteticamente, riporto.
Il suddetto Ingegnere informava i lettori (Ed, indirettamente, i suoi Superiori che non avrebbero potuto non tener conto della circostanza, nella successiva fase di sua valutazione di merito), me compreso, suo profondo conoscitore, che con i suoi interventi di manutenzione sulla Autostrada A/3, Salerno - Reggio Calabria, gli incidenti stradali nel mese di marzo 2020, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, erano ridotti del 20%. 
La stessa nota, ad onor del vero, nella parte finale, riconosceva che, a causa del coronavirus, c'era stata, nello stesso periodo, una riduzione dell'80% dell'utenza carraia.
Non posso che essere entusiasta per i risultati di successo ottenuti. 

1 luglio 2020

INTELLETTO

"L'Intelletto non è una luce che arde senza olio.
Esso è alimentato dalla Volontà e dalle Passioni". 
Francis BACONE, Novum Organon, I, 49.

PECORE

Le guerre ed i grossi periodi di crisi, in genere, portano nell'uomo un po' più di riflessione, di raziocinio
Dall'analisi comportamentale dell'essere umano, anche in fase post-confinamento sanitario, mi porta a dire che gli uomini sono come le pecore.
Essi vanno dietro al montone, ovunque le conduca.
Per essi è più semplice seguire qualcuno che pensare con la propria testa.
E' una malattia definibile "colonialismo voluto, ricercato". E' quello che si può  riscontrare nel mondo sociale, politico, economico.
L'uomo, in assenza di idee, purtroppo, ha bisogno di una bandiera da seguire e osannare. Non riesce a farne a meno.
Rare sono le eccezioni. Senza particolari distinzioni di "parallelo". 

LUOGO COMUNE

Nella vita siamo portati a considerare come giuste, corrette, quelle cose che sono considerate tali dalla collettività
Indipendentemente dal merito.
Tante cose, nel campo scientifico per esempio, sono state considerate come assolutamente vere per molti secoli. E, ciò, fino a quando qualche eretico (Galileo, ...) non ha cominciato a dubitare e contestare il convincimento generale
Convincimento ch'è difficile sradicare. 
Con una conseguente lotta che spesso diventa impari.
La comunità è portata ad accettare come vera l'opinione espressa da qualcuno, più o meno autorevole, che si dichiara conoscitore di una specifica materia. Tale presupposto fa sì che l'uomo comune, al di la di ogni ragionamento di merito, tende a far propria l'opinione, anche assurda, data per certa da terzi.
E' così che il "vulgus riempie di frottole la propria testa", come diceva Platone. 
E' così che l'opinione di alcune persone, manifestata col presupposto ipotetico personale della competenza diventa luogo comune.
L'opinione diventa comune grazie al contagio di tutte quelle persone che non potendo, per mezzi intellettuali, domandarsi se esistono o meno i presupposti  scientifici, non osano porsi in opposizione agli autori e preferiscono mantenersi attivi sostenendo l'argomentazione a prescindere. Così facendo il consenso diventa un obbligo sociale. Con la conseguente crescita esponenziale della della mediocrità, del vanto di se stessi.
Da qui si innesca il classico meccanismo di reazione a catena che porta a dar credito a tante sciocchezze.
In ogni comunità tutti vogliono avere una opinione su ogni argomento. Pochi sono capaci di pensare e riflettere su ogni argomento.