Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

15 febbraio 2010

Ellas, alzati e cammina

Nel mondo contemporaneo, spesso siamo portati a difendere, anche a detti stretti e con le unghie, alcuni valori fondamentali che, oramai, consideriamo come irrinunciabili della nostra cultura occidentale. Della nostra identità. Valori come la libertà individuale, religiosa, politica; come la democrazia. Spesso, forse per la fretta, non ci soffermiamo a guardare indietro, per vedere dove poggiano detti valori. Se lo facessimo non potremmo non riconoscere che le fondamenta della nostra cultura, del nostro sviluppo, del nostro progresso, della nostra scienza, della nostra tecnica si trovano, prevalentemente, stabilmente, riposte in... Grecia. Ed alla Grecia, da fratello minore a fratello maggiore, forse, tutto il mondo occidentale dovrebbe guardare, con maggiore attenzione, amorevolmente ("E' mio tutto ciò che amo"), per porgere una mano, qualora ce ne fosse bisogno, nei momenti di difficoltà. Come quelli attuali. Ed in un silenzio assordante dei mezzi di comunicazione di massa, degli intellettuali Italiani ed Europei, se non Occidentali, in un momento come questo, con un caloroso sorriso rivolto agli amici Elleni di una volta (Socrate, Platone, Aristofane,...), memore della forza e della potenza dell'intelletto umano, dico, anzi, urlo, guardando verso Delfi, dal Rion - Antirion, " ELLAS, alzati e cammina ", insieme a noi.

Il ritiro nel bosco

L'uomo (Al pari di tanti animali) ha un vissuto quotidiano che si interfaccia con altri esseri umani, in un contesto (definibile) di società. Egli, per vivere ha, sempre più, bisogno dell'uomo, in qualsiasi contesto si trovi (In una metropoli, in una cittadina, in un villaggio); anche se si trova in condizioni di estrema solitudine (In caso di estremo eremitaggio). Nei tempi primordiali, in modo approssimativo, e via via fino ai giorni nostri, Egli si è dato delle regole, delle direttive di comportamento morale, sociale ed etico da tenere nei rapporti con gli altri (Uomini ed anche animali). Le prime regole organiche di comportamento sociale (Codici) possono essere considerate quelle diffuse nell'antica Grecia (Anche se, ad onor del vero, esistono tracce sull'esistenza di tali codici, anche, presso altri popoli e civiltà antecedenti a quella Greca). In sintesi, quando l'uomo col suo comportamento "inidoneo" arrecava un "torto", un danno (Vero o presunto) ad un altro uomo e/o alla polis, in cui era inserito , doveva subirne le conseguenze (Pena. Espiazione). La mia mente corre velocemente all'ostracismo (Esilio, da 5 a 10 anni, inflitto dal popolo a persone sospettate di aver tramato contro Atene. Ne sà qualcosa, per esempio, il "giusto" Aristide, una delle menti più colorate della polis. Il popolo, nella parte concava di un coccio di terracotta (Striscia trasversale di una tegola a coppo), durante l'ecclesia scriveva il nome di colui che doveva abbandonare la città) ed alla cicuta (Veleno imposto, per esempio, nel 399, al povero Socrate, "colpevole" per ... aver fondato la Filosofia. Socrate era uomo con mente colorata di estrema raffinatezza ed eleganza, amante della libertà intellettuale e fisica, profondo conoscitore del sapere di allora che poneva, facilmente, senza limiti, a disposizione di tutti coloro che manifestavano interesse). Ho riportato due casi molto noti di pene inflitte nel mondo classico Greco, ma non posso omettere di ricordare, anche, il caso di Pericle (Secondo mè uno dei primi uomini di stato, che, nonostante le contestazioni ricevute, ha costruito le fondamenta per l'emancipazione della donna, nella cultura occidentale). Il mondo Greco (Classico), come ben noto, era costituito, essenzialmente, da uomini (Ragionevoli ed irragionevoli; Prudenti ed imprudenti; Sconsiderati; Decisi ed indecisi. Privi di rimedio contro ... la vecchiaia. Mortali. In ogni caso, sempre, limitati nel tempo e nello spazio. Incapaci di conoscere il futuro. Solo, eventualmente, capaci di sopportare ogni traversia con tenace caparbietà. Come Ulisse...) e da dei (Con eterni privilegi. Immortali. sempre giovani. Conoscitori dei futuro,...). E, contrariamente a quanto si potrebbe, oggi giorno, pensare anche gli dei erano tenuti ad espiare le loro colpe. Infatti, per i Greci (Di allora) anche gli dei possono essere colpevoli, come gli uomini. Anche gli dei, quindi, se uccidevano, se violavano l'ordine, dovevano essere puniti, alla stessa stregua (Più o meno. Infatti, in vero, spesso, ci sono state delle "interferenze" per attenuare ... qualche espiazione) degli uomini (Mortali). Naturalmente non tutti gli dei si lasciavono travolgere da colpe. Certamente un pò "birichino" era quella peste di Ermes, che, spesso, è riuscito ad "infinocchiare", col suo candore, anche suo fratello (Di padre) Apollo, il quale, pur figlio prediletto di Zeus, per una serie di colpe ha sentito (Su pressione del padre) il "bisogno" di espiare i suoi torti ritirandosi per lunghi anni in una foresta. Lontano da tutti e da tutto. Nonostante la sua potenza, la sua sublimità, Apollo si sentiva preso dall'angoscia. Si sentiva impuro, per le sue colpe, ed al limite (Border line, come si direbbe oggi) della follia. Sentiva, in quanto dio, che il male è contaminazione, e, col suo vissuto, senza adeguata espiazione, avrebbe comportato contaminazione (Il male porta male) a tutto il mondo che gli stava intorno. La morte e/o l'espiazione avrebbe comportato la rinascita del bene e far germogliare il bene anche la dove c'era il male. Ma lui era immortale!!! Al suo passaggio si diffondevano pestilenze ed ogni altra malvagità. Assalito dal terrore e dalla follia, pur divinità, divenuto maledetto e vagabondo, è stato spedito, da Zeus, in esilio, per espiazione pena, nella foresta. Per nove lunghi (Sono tali anche e specialmente per chi è immortale) anni Apollo visse in un bosco, ai "confini del mondo, alle sorgenti della notte". Senza alcun contatto con uomini o dei! Visse nel bosco, nella natura incontaminata, tra gioiosi ruscelli e celestiali canti (Pensando alla lira ricevuta in ... dono da Ermes, in cambio di considerevoli benefici...) di uccelli. Per nove lunghi anni espiò le sue pene, odorò, profondamente, l'aroma dell'alloro (Che diventò, da allora, la sua pianta preferita - Dafne docet), perse le sue paure, e, purificato, ritornò a Delfi, dove, in qualità di medico e signore degli oracoli, ha provveduto a purificare tutti gli sventurati che, come lui, avevano ... sbagliato.
Come si fà a non riconoscere un lucido legame tra quanto ora detto e quanto, in modo divino, ci è stato raccontato da
Dostoevskij con una delle sue più belle opere (Per mè, ancora oggi, insuperata e, forse, ... insuperabile).
La paura ed il male non hanno futuro; portano, solo in apparenza, poco più in là... La speranza e l'ottimismo del bene, invece, sono preziosi segni di vita intellettuale, spirituale e pratica, che ci portano a guardare ed andare lontano. In sicurezza. Per il bene di noi stessi e del mondo che ci circonda. L'uomo deve cercare di allontanarsi dalle sue paure, dalle sue fobie, in un mondo dove la libertà individuale, a livello sempre più crescente, non deve essere, mai, messa a repentaglio da ... alcuno. E, tutte le volte che vediamo crescere in noi stessi (O negli altri) il male, quando siamo insidiati dalle condizioni di pericolo estremo, quando la società / gli amici ci hanno abbandonato, perr colpa vera o presunta, quando non è il caso di perseverare nella lotta, pur giusta, fidando solo sulla nostra intima forza, con un passo lesto e felpato, per un adeguato intervallo di tempo, ritiriamoci nella foresta, se vogliamo ... sopravvivere ... diversamente!!!
Apollo fece il suo ritiro in un bosco, ai confini del mondo. Per quello che io sò, nei paesi dell'estremo nord Europa, in Islanda, esiste, ancora, la "tradizione" della ritirata nella foresta, per espiazione, per riflessione, o... altro. Apollo, in ogni caso, Islanda o non Islanda, certamente non avrebbe avuto problemi per spostarsi, velocemente, dalla bella e calda Grecia alla altrettanto bella, ma non certamente calda, Islanda. Non vi pare???

6 febbraio 2010

Vieni, dammi la mano e... non parlare

Si, dammi la mano, vieni con me e... non parlare... Non c'è bisogno... Il silenzio spesso è molto più espressivo di qualsiasi parola.

4 febbraio 2010

Copyright

Sono un libero professionista e spesso sui miei progetti, in passato, riportavo la classica dicitura sulla riservatezza dei diritti d'autore (Copyright). Tale percorso serve per cautelare, proteggere, riservare, in modo esclusivo le opere d'ingegno e /o professionali. Con tale "riserva" nessuno, ufficialmente, ha il diritto di "copiare" o appropriarsi delle "cose ideate da altri". Dal punto di vista dell'autore e per casi eccezionali tale circostanza, limitata nel tempo e nello spazio (Per ovvi motivi che non mi sembra il caso di riportare in questa sede; fatta salva l'ipotesi di ritornare sull'argomento in presenza di interlocutori interessati) appare del tutto ragionevole. Dal punto di vista più generale, invece, tale circostanza è del tutto infondata, irragionevole, restrittiva, egoistica.
Infatti, in linea generale, penso che non abbia alcun senso mettere delle barriere, delle limitazioni ad alcun pensiero, invenzione, creazione scientifica e/o professionale. Chi sa deve (O dovrebbe) dare (Senza alcuna richiesta, possibilmente) anche agli altri il proprio sapere. Specialmente se ciò implica accrescimento sociale (Lo sostengo ora io, molto modestamente, ma diceva la stessa cosa anche A. Einstein, nel secolo scorso). Di più; penso sia un bene che la collettività si appropri di ogni concetto, conoscenza, pensiero, scoperta scientifica, idea professionale, che possa implicare una crescita della libertà e, quindi, del tenore di vita dei popoli.
Infine, pensiamoci, su un mezzo globale, come internet, su cui ci appoggiamo per approfondire le nostre conoscenze, per esternare i nostri pensieri (Buoni o cattivi), per diffondere i nostri entusiasmi, le nostre emozioni, le nostre elucubrazioni, le nostre frustrazioni, ha senso apporre il diritto di "copyright"?
Non è il blog il sito ove il concetto di libertà è assoluto e condiviso, praticamente con tutta l'umanità? E' pur vero che il copyright ha implicato, in molti casi, enormi vantaggi economici a favore degli autori (O presunti tali), ma è anche vero che molte volte tali vantaggi hanno comportato, anche, infinite complicazioni a carico del genere umano. La presenza del copyright senza limitazioni di sorta, ha comportato, per esempio nel campo medico, innumerevoli sacrifici umani. Purtroppo tale circostanza si è verificata nel passato e si verifica tutt'oggi.
Per questi e per tanti altri motivi la risposta alla suddetta domanda non può che essere negativa!
La scienza e la conoscenza non sia, mai, un ostacolo per l'uomo. Il blog (E la rete in generale), massima espressione di libertà dei nostri tempi, non può e non deve essere ristretto, limitato, riservato. Quindi, se è vero come è vero che il livello di libertà di un uomo è funzione diretta (Con il sorriso di "Alfa") della grandezza dei suoi sogni, evitiamo, tutti, di porre limitazioni agli stessi (Sogni).
Senza dimenticare che il massimo livello di libertà l'uomo lo raggiunge in condizioni di... follia.

Fiore (Anthos)

FIORE. E' la parte più bella ed elegante di ogni pianta, preposta, come un grembo materno, alla conservazione, in se, degli organi della riproduzione. Ogni uomo, che lo voglia o che non lo voglia ammettere, è attratto da tale bellezza della natura.Nei tempi passati ed, anche, fino agli inizi del secolo scorso, si pensava che parlare di fiori fosse compito delle fanciulle. Col passare del tempo anche gli uomini si sono avvicinati ad essi.
In natura esistono infinite varietà di piante e, quindi, di fiori, molto ammirati anche da me. Spesso mi diletto ad ammirarli direttamente in natura ed anche in riproduzione, come sui blog che li riportano con fotografie di estrema eleganza. In natura esiste un Fiore che mi ha, sempre, molto attratto ed incuriosito per la rara (E, per quello che ne so, unica) peculiarità della sua pianta. Infatti, l'agave poco dopo l'infiorescenza... muore!
Il Fiore è sempre stato al centro dell'attenzione di molti artisti che l'hanno riprodotto, spesso mirabilmente, sotto diverse prospettive. Quello che, secondo me, è riuscito, meglio di tutti, ad esaltare il Fiore per eccellenza (Rosa rossa) è stato S. DALI', quando, nel 1958, con estro e genialità surrealista, ha dipinto, mirabilmente, una rosa rossa sbocciata (Emblema, simbolo, di femminilità) sospesa nel cielo, azzurro con qualche foschia, quasi come un simbolo sacro a cui gli uomini, sulla terra, si rivolgono, dal basso verso l'alto, con pathos, quasi in ... adorazione e contemplazione. Chi non ha mai visto tale dipinto del DALI' lo vada, appena possibile, a vedere...
Mi piace ricordare, infine, che Fiore, in greco si dice ANTHOS, origine del nome latino ANTONIO. Antonio, quindi, come FIORE, ma, anche, sinonimo di uomo coraggioso, bello, combattente e determinato. Come un Fiore (Anthos), che non c'è più, al quale è dedicato questo mio post.