Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

16 gennaio 2010

lungarno pacinotti - dal ponte di mezzo alla cittadella

ho molto viaggiato. sono stato in molti continenti. ho visto siti, naturali ed antropicizzati, di elevata bellezza. ma se devo essere veramente franco il posto che mi appaga di più, per la sua perfetta armonia nei rapporti spaziali fra ambiente, architettura e vissuto è rappresentato dal lungarno pacinotti. si lungo quel tratto che dal ponte di mezzo, in destra idraulica, spesso, mi porta, quando posso, al calar del sole (anche durante le giornate uggiose), verso la cittadella, per la mia solita passeggiata. per chi non l'avesse mai visto è uno dei siti urbani più belli (per me il più bello) del mondo. è pur vero che, spesso, con la fantasia, mi spingo a vederlo rincorso da un ...filare di alberi. si, da sempre mi dico che, esso, sarebbe ancora più bello se lungo il suo profilo, di elevata eleganza, ci fossero degli alberi (vegetazione) d'alto fusto per dare un contrasto cromatico ai colori degli edifici circostanti. effetto cromatico che, certamente, non può essere ricercato in ...ambiti innaturali (esteticamente discutibili). l'ipotesi alberi (d'alto fusto a chiodo) sicuramente porterà qualcuno a storcere il...naso... in ogni caso, mentre ci pensiamo un pò su, facciamoci una bella passeggiata, col fresco di questi giorni e col venticello che viene dal tirreno.

12 gennaio 2010

Il sogno di... Giacobbe

A proposito dei sogni di ... Giacobbe (... Eolo).
Se desideriamo ardentemente una cosa, alla fine, la otteniamo...
Dedicato, a tutti coloro che hanno un SOGNO; ed, anche, al Nik che da tanti anni, anche lui, insegue un sogno nella sua bellissima (Ma potrebbe essere ancora più bella...) Vallata.
Giacobbe per ottenere in sposa Rachele si impegnò alla custodia delle pecore di Labano, con pazienza ed abnegazione, per ben sette lunghi anni. Al compimento del tempo doveva essere condotta nella sua tenda buia (?) l'amata. All'alba del giorno dopo il povero Giacobbe si accorse di essere stato ingannato. Invece dell'amata Rachele aveva passato la notte con Lia (Sorella, molto meno bella, di Rachele). Non entriamo nel merito della questione legata al buio, all'inganno, alla non immediata individuazione della promessa sposa, .... Certamente quella notte non ha comportato alcun colpo alla psiche del povero Giacobbe, che andò a protestare dal suocero per lo scambio di persona subito. Dall'incontro ha trovato scaturigine un nuovo compromesso: Giacobbe avrebbe fatto il pastore per Labano per altri sette anni ed alla fine avrebbe, finalmente, ricevuto in sposa l'amata Rachele. Con la solita pazienza e tenacità, continuando a vivere con Lia, infine, Giacobbe ebbe in sposa l'amata Rachele. L'amore ardente che portava a Rachele fece apparire come estremamente breve il periodo trascorso, da Giacobbe, durante l'attesa.
In sintesi, se nella vita desideriamo, amiamo, vogliamo, intensamente una cosa, alla fine, quella cosa la otteniamo.
Ciò vale, ragionevolmente, nel lavoro, nello studio, nei sentimenti, ..., nella vita quotidiana.
Anche Eolo aveva un sogno... Era convinto della necessità di custodire, pazientemente, un gregge (Pecore non lupi) al fine di vedere realizzata la sua illusione... Egli voleva vedere spuntare un fiore, in un ... deserto popolato da barbari. Ciò implicava la necessità di un ragionevole impegno (Etico, morale, sociale,...), per un ragionevole periodo di tempo (I primi sette anni di Giacobbe). Alla fine di quel periodo Eolo, in assenza di risultati, si è convinto della necessità di continuare a custodire le pecore per altri sette anni, persistendo l'idea di avere in sposa l'amata Rachele... Passato anche il secondo periodo Eolo, contrariamente a Giacobbe, non ha potuto far altro che constatare... le difficoltà, gli ostacoli che ha incontrato lungo il suo cammino. Ostacoli che hanno impedito che "l'illusione si facesse carne". Dedicato a tutti quelli che si sentono Giacobbe, a tutti i
sognatori incorregibili, a tutti coloro che, nonostante tutto, credono, ancora, in... qualcosa (Di immateriale), in un mondo ... da rinnovare.

8 gennaio 2010

Le vite degli altri

Nessuno può, mai, avere titolo per rubare i sogni ed i sorrisi degli altri. Nel 1995 mi trovavo a Lipsia (ex DDR) per lavoro. La Germania, uscita distrutta e divisa, in due parti, dalla seconda guerra mondiale, da pochi anni (6) aveva raggiunto (Essenzialmente grazie al suo cancelliere Kohl) la tanto sospirata riunificazione. Dopo aver attentamente studiato la storia, l'architettura, il sistema di vita esistente nei territorio dell'ex repubblica democratica tedesca mi sono recato a visitare Berlino, finalmente riunificata, senza MURO. I governanti ed ancor di più i cittadini, per quello che ho potuto constatare (Dialogavo molto con un ingegnere tedesco, la sua compagna, ecc...), facevano di tutto per rimarginare quella ferita, ancora lacerante, che per tantissimi anni ha interessato non solo i tedeschi, ma tutti i cittadini d'Europa e, forse, del Mondo. A Berlino tutti si sforzavano, cercavano disperatamente, di dimenticare la presenza del MURO. Anche gli amici rispondevano con disagio alle mie richieste, forse un pò ingenue, sul muro, sull'esatta ubicazione, ecc. Mentre loro cercavao di dimenticare, io, crudelmente, ripassavo il coltello nella piaga. Ho subito capito che la cosa migliore era quella di percorrere la città senza fare domande, in silenzio o, meglio, ridendo e scherzando; guardando ed ammirando i luoghi. Confesso, quando mi sono trovato sotto la Porta di Brandeburgo, pensando al passato prossimo ed al passato remoto, pensando a tutte le vite rubate, a tutti i sogni distrutti a tutti i sorrisi annientati, con il mio amico tedesco presente, ho sentito, nonostante la presenza di un tenue sorriso, un brivido percorrere, dall'alto al basso e dal basso all'alto, il mio corpo. La mia pelle e la mia anima entravano in sofferenza... . Sotto le lenti fotocromatiche (Era una fredda giornata di sole. Spirava un alito di vento proveniente dal Nord) delle lacrime scendevano lentamente. Ma non potevo, ne volevo, intristire il mio amico. In fretta mi sono asciugato, ho fatto un urlo liberatorio ed ho detto al mondo che in quel momento mi stava intorno: Sono anch'io un cittadino tedesco (Si, ripetendo la frase del Kennedy). Subito dopo sono andato a visitare quello che restava del vecchio (distrutto) parlamento, augurando ai miei amici di non vedere, mai più, rubare le vite di altri. .. e non poter far nulla... Il 09/11/2009, dopo 20 anni (Come quelli di una mia dolce stella) sono stato a festeggiare, con ste e con altre persone, la caduta del muro, guardando le vite degli altri, con molte emozioni...
Mai, nessuno, ha diritto di rubare i sogni, i sorrisi, le VITE DEGLI ALTRI!