Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

7 agosto 2025

CAPPERI



                                                          Nell'area mediterranea, in quasi tutte le culture culinarie è presente un vegetale molto noto: il cappero.                                    Dirò di questo vegetale guardandolo da due diverse prospettive: quella culinaria e quella estetica. 

Il cappero, detto "orchidea del Mediterraneo", è il germoglio di una pianta i cui frutti, bacche dette cucunci, sono molto apprezzare dagli chef. L'utilizzo del bocciolo risale a migliaia di anni fa: ne apprezzavano l'aroma greci e romani e poi gli arabi e tutti i popoli che si sono affacciati sul Mediterraneo. 

  Una fra le tante leggende che circolano su queste bacche narra di una pianta di cappero nata, da una fessura di roccia, a strapiombo sul mare. Di questa pianta si innamorò un delfino attratto dal fascino e dalla sua brillantezza, come da luce propria. Fu un'attrazione struggente e fatale tra tale pianta orgogliosa, piegata dal vento, verde e solitaria, attaccata alla roccia con tutta la sua caparbietà, e il delfino romantico, dagli occhi dolci. Il cappero sembrava ammirare il bel mammifero, ogni qualvolta questo passasse, e contraccambiare il sentimento. Così il delfino decise di tentare l'impossibile per raggiungere la sua amata pianta. Dopo molti faticosi tentativi, stava quasi per desistere, quando, dopo un lampo di luce, decise di attendere l'alta marea e la tempesta che avrebbe portato alte onde. Queste circostanze non tardarono a verificarsi. Fu proprio in questa occasione che il delfino attese un cavallone per poter saltare in alto, il più in alto possibile. Finalmente, il delfino raggiunse il cappero nato sul dirupo e riuscì a sfiorarlo in una sorta di bacio. Lo toccò il giusto per suscitare in entrambi un'emozione unica e irripetibile. Dopo poco tempo, tra le foglie del cappero, apparve un fiore bellissimo, mai visto prima. Aveva un colore tra il bianco e il rosa, con filamenti viola, elegante e austero, dal profumo sottile, di una bellezza incantevole. Il risultato di un incrocio impossibile. 
Da quel giorno, i capperi sono simbolo di amori forti, in grado di superare ogni ostacolo e ogni avversità.    
   
   Leggenda a parte, i capperi sono comunque simbolo di resilienza perché crescono senza terra, senza acqua, con tanta luce, al sole bello, per esempio, delle nostre isole. Quelli di Pantelleria, del Catanese, delle Eolie. sono rinomatissimi. I piccoli germogli del cappero, chicca gastronomica italiana, non sono soltanto buoni, ma anche salutari. Contengono, infatti, vitamine e minerali, in particolare sodio, potassio, fosforo e magnesio, e posseggono proprietà tonico-digestive e diuretiche in quanto costituiti per l'80% da acqua. Sono ricchi di fibre; hanno poche calorie e non contengono colesterolo.

Quelle dei capperi sono le piante più eleganti e belle di tutto il Mediterraneo. Si possono ammirare nelle zone aride, nelle fessure e nelle commettiture di tanti edifici storici.
Le mura antiche di Roma ne sono piene. Tanti castelli e cattedrali storici  si presentano con questi vegetali in bella mostra sulle varie facciate. 
Spesso ho avuto scontri con alcuni dipendenti di una Soprintendenza per il fatto che chiedevo l'immediata rimozione di questo vegetale mentre la controparte sosteneva, senza motivandola, la necessità di conservazione, la dove spontaneamente era nata. 


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