Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

31 maggio 2020

DEMERITI ALTRUI

Quasi sempre, le elezioni si vincono non per meriti propri, 
ma per demeriti altrui.
Non solo in Italia.

28 maggio 2020

POTERI

La presenza e la capacità di attecchimento di un potere illegittimo, in ogni Comunità, è direttamente proporzionale all'inefficienza ed alla incapacità dimostrata dal potere legittimo.

18 maggio 2020

IL PONTE CON LE ALI


IL  PONTE  CON  LE  ALI
TRE COSTOLE PER IL PONTE TRIESTE A MASSA

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Ponti Tristi.

Senza alcun spirito polemico, senza alcuna intenzione di generare allarmismo nella popolazione locale, anche in seguito al collasso di alcuni Ponti famosi, da qualche tempo parlo dei Ponti tristi, ossia dei Ponti con problematiche strutturali, reali, ipotizzate o presunte tali, ho ipotizzato questa riflessione. Ed altre seguiranno sull’argomento. La nota espone i fatti, con l’ausilio della documentazione fotografica esistente, ed espone commenti e considerazioni di natura strutturale e tecnologica.

Il Ponte Trieste, a Massa.
Questo Ponte, mi piace proprio tanto. È veramente originale. È diverso dal solito. Appena visto mi ha fatto pensare ai comici che fanno divertire i bambini spostandosi sui trampoli. Trampoli (Parte bassa delle costole; in prossimità delle imposte) ed ali (Parti a sbalzo lungo l’impalcato) che danno un senso di leggerezza, di movimento che, in effetti, il Ponte ha, e che trasferisce a chi lo guarda. Certamente tale sensazione diventa realtà quando a percorrerlo sono auto veloci o camion pensanti. In questo caso le zampette diventano più elastiche, più ballerine, assicurando qualche perturbazione maggiore della norma.  Ed il senso di leggerezza, di gaiezza, un po’ scompare per chi lo attraversa, in certi momenti, lasciando negli utenti un senso di sconcerto e di preoccupazione.

È un Ponte in calcestruzzo armato normale, situato nella parte posta a monte del Centro di Massa. È stato costruito dopo la seconda guerra mondiale. La sua inaugurazione è avvenuta il 15/11/1953, dopo alterne vicende, attivate vari anni prima.   È un Ponte, con elementi ad arco, dotato di elevata rigidezza flessionale nella parte alta, prossima all’impalcato, e con scarsissima rigidezza sia flessionale, sia torsionale, sia assiale, nella parte prossima alla sezione d’imposta. Nella parte tra l’imposta ed il traverso di collegamento delle costole.
La rastremazione della sezione degli archi (Costole) dalla zona Reni alla zona Imposta è stata, certamente, ricercata sia al fine di ottenere all’imposta un vincolo del tipo cerniera (Ossia, in quel punto, la sezione può ruotare, ma non può spostarsi), sia per motivazioni di ordine estetico. Il vincolo a cerniera si sarebbe potuto realizzare con un abbattimento locale della sezione, pur senza la rastremazione spinta realizzata. L’aspetto estetico non è sindacabile, ma, in ogni caso, è subordinato alla sicurezza strutturale.
Il Ponte, quindi, da molti anni svolge, più o meno egregiamente, la propria funzione. Ultimamente la Cittadinanza ha sollevato una serie di proteste sia per l’eccessivo movimento dell’impalcato, sia per la presenza, su alcuni archi, di alcune fessure nelle strutture portanti.
Parlo di questo Ponte per il fatto che dopo il collasso del Ponte di Albiano Magra una Persona mi ha parlato delle sue preoccupazioni durante l’attraversamento del nostro Ponte.

DATI TECNICI.
Ponte costituito da tre travi (Costole), ad Arco (Sembra parabolico), in calcestruzzo armato normale, a due campate oltre delle piccole campate costituite da piccole travi appoggiate a degli sbalzi (Ali) derivati dall’arco stesso e dalle travi d’impalcato, a via superiore. Il Ponte stradale ospita due corsie, per i due sensi di marcia. Si presenta con un robusto impalcato, interno alle due costole laterali, e con due modesti sbalzi in cls armato lungo i lati longitudinali. Il Ponte scavalca il fiume Frigido (Lungo 17 km. Un modesto corso d’acqua che d’estate acquista una caratteristica quasi torrentizia, ma durante il periodo delle piogge si presenta con una portata elevata) che, dopo aver attraversato l’abitato di Massa, si butta nel vicino Mar Tirreno.
Dal punto di vista strutturale, ogni campata (Distanza fra due pile adiacenti), è costituita da: - tre archi, quasi a tutto sesto, collegati fra loro da un traverso orizzontale posto nella zona reni; - tre ...

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16 maggio 2020

NAPOLEONE

Cinque Maggio Milleottocentoventuno. (05/05/1821)
Alessandro Manzoni, sì quello dei Promessi sposi, appena ha saputo della morte di Napoleone, all'isola di S. Elena, nell'Atlantico,  ha scritto la bellissima Ode, che tutti conosciamo, a lui dedicata.
Da ragazzo, ho guardato con entusiasmo a questo condottiero per il fatto che era riuscito a portare, in Francia e poi anche altrove, dei principi di uguaglianza fra la popolazione. Con l'eliminazione delle monarchie e delle nobiltà ad esse collegate. Con l'acquisto di importanza nell'ambito sociale della borghesia che pian piano ha sostituito la nobiltà. Con i consolidamenti ed i ribaltamenti politici che seguirono. In Italia avrebbe dovuto portare l'espulsione degli Austriaci e non solo ed alla creazione di una Repubblica, basata sugli stessi presupposti della Rivoluzione Francese. Per una serie di argomentazioni politiche i risultati ipotizzati non sono stati raggiunti, ma per gli Italiani, questo condottiero Corso è rimasto sempre ben visto dagli Italiani.
La necessità di eliminare i regimi monarchici esistenti e l'ipotesi di pervenire ad una futura Repubblica, può essere la giustificazione dell'entusiasmo degli Italiani?
Napoleone può essere visto come il continuatore della Rivoluzione Francese (1789)? Come colui che aveva esaltato la Repubblica e negato dignità alla Monarchia?
I nobili (Corte) avevano orrore di tutto ciò che era sporco. Ed il popolo era sporco. Ma essi non si sono mai posti la domanda del perché esso era sporco? Né si erano mai preoccupati di fornirgli l'acqua necessaria ed il sapone.
La miseria, la povertà, la fame, l'ignoranza possono essere considerate, di per sé, sporche?
Napoleone ha capito tutto ed ha fornito al popolo, specialmente agli artigiani, ai contadini, alla borghesia, la possibilità di emanciparsi?
Ha portato una ridistribuzione del benessere?
Il popolo quanti reali possibilità aveva prima di lui ed ha avuto dopo di lui, di avere propri rappresentanti in Parlamento. In uno stato Monarchico o Repubblicano?
Ed allora? Manzoni non aveva alcun dubbio. 05/05/1821.

IUS PRIMAE NOCTIS

Precisato che non penso sia mai esistito (Neppure nel tempo medievale) un diritto del genere, non posso non riconoscere che, spesso, in varie realtà comunitarie, specialmente nelle condizioni di assoluta disparità tra le classi sociali, sia stata applicata tale orribile coercizione. 
A soccombere, naturalmente, era sempre il popolo ignorante, povero e sottomesso.
La reazione a tale ipotetico diritto poteva essere senza ribellione (Con accettazione e convinzione di nulla poter fare contro chi esercitava il potere), e, con ribellione (In questo caso, con tutti i mezzi possibili, gli sposi promessi reagivano all'ipotizzata richiesta).
Il secondo caso mi fa venire in mente uno stato, costretto con la forza ad essere soggetto ud un impero, contro la sua voglia. Con l'impero che, per mitigare le condizioni di avversità di quello stato all'accorpamento, avrebbe ipotizzato di introdurre lo Ius primae noctis
E con i cittadini di quello stato che subito reagirono rigettando, con tutti i mezzi disponibili, nettamente l'ipotesi.

GAUDENTE

Con il termine Gaudente, in genere, indichiamo una persona allegra, ridente, gioiosa, beata, contenta. Ma, anche, burlona, mattacchiona, leggera.
Se guardiamo nell'ambito del rapporto di coppia la cosa è un po' diversa. Il gaudente è colui che si comporta in modo cinico, magari millantando quel credito che gli serve per ottenere i risultati cercati. Egli non va troppo per il sottile, quando ha l'opportunità di lanciarsi in una nuova avventura. In essa, tende a trasformare la propria personalità, sforzandosi di apparire amico, romantico, sognatore. Pur sapendo di non esserlo.
Ma solo il vero Sognatore sa che, per godere con una donna, in modo sublime, è necessario essere intimamente legati; che nulla intervenga per turbare la visione cristallizzante, scintillante, che si è fatto della sua amata. Il Sognatore sa e sente che quando bacia sulle labbra la sua amata le loro anime si fondono e volano nel cielo azzurro. Il Gaudente non è interessato, in alcun modo, ai sogni, all'anima, alla compiuta felicità della compagna.

RELAZIONI

La Vita delle persone è fatta di relazioni. Ossia di rapporti interpersonali, quali, in particolare, quelli di coppia, tra un uomo e una donna. Parlerò di questi rapporti o Relazioni.
L'approccio può presentarsi in varie sfumature. E, fra esse si possono riconoscere due posizioni diametralmente opposte
Tra esse, naturalmente, una serie infinita di possibilità.
La prima la definisco come A, del Don Giovanni
                 la seconda come B del Giovane Werther
Con l'attrazione reciproca come elemento caratterizzante del carattere, della personalità del soggetto.
Con l'ammirazione, strettamente legata alla personalità del soggetto che si ammira, che porta, velocemente, alla passione.
   Qual è il comportamento, la reazione, della donna davanti alle due diverse opzioni di uomo, che non nasconde la sua ammirazione nei suoi confronti? 
   Quale tipo di donna è attratta dall'entusiasmo e dalla sazietà di Don Giovanni e quale tipo di donna è attratta dal romanticismo e dalla sensibilità di Werther?
La Relazione di coppia uomo donna
 secondo il tipo A, Don Giovanni.
Il soggetto del tipo Don Giovanni è fornito di molti pregi sociali, è molto coraggioso, è fornito di grande prontezza di spirito, è molto vivace,  ha sempre la battuta pronta ed azzeccata, è di sangue freddo, si sa controllare davanti ad ogni situazione scabrosa, è capace di scherzare e di divertire. All'occorrenza sa fare uso di una discreta ironia. Ama molto ed è molto interessato alla Vita. E' persona intelligente e, spesso, in società, trova gusto a burlarsi, in modo più o meno sottile, di qualcuno. E' molto fantasioso; veste sempre elegante. Non esce mai di casa vestito in modo trasandato.
E' attratto dalla ricchezza, dal denaro, dal piacere che può offrire la vita. L'immersione nella Bellezza della Natura è, per lui, finalizzata al soddisfacimento del piacere fisico.
   Il Don Giovanni gode di considerazione tra le donne ed è ben visto dagli uomini (Anche con un pizzico di invidia per i successi amorosi ottenuti).
Egli vede l'amore come ordinaria amministrazione di una attività piacevole, passionale, variabile. Spesso limitata nel tempo.
Quando la passione lo travolge è capace di negare tutto quello che aveva sostenuto solo qualche momento prima. 
Unico e massimo suo interesse è quello di scalare la sua nuova vetta. Tutto il resto è cancellato.
E' come un commerciante che compra e vende al migliore offerente, nel mercato della vita, delle Relazioni umane.
E' lontano dal concetto di uguaglianza. Lui, per sua natura, si sente superiore agli altri. E' pronto a "bruciare la città al solo fine di cuocersi un uovo". Non ha interesse alcuno per gli altri. L'amore per se stesso prevale su qualsiasi cosa. Non è interessato alla immaginazione, alla fantasia, ai sogni. Il suo tipo di godimento (Fisico)  esclude altre forme di piacere (Spirituale). 
I Don Giovanni portano brillantezza e allegria nel vissuto quotidiano. Vissuto che col passare del tempo, tende a sfiorire, e, quindi, ad essere sostituito con un nuovo germoglio.  
Per lui, come diceva La Rochefoucauld, 
"Il piacere dell'amore è amare, ed egli è più felice per la passione che prova, che non per quella che ispira".
A Giuliano de "Il rosso e il nero", Stendhal mette in bocca la seguente dichiarazione d'amore: "Vi giuro di mantenere eternamente il segreto… Aggiungerei anche che non vi rivolgerei mai più la parola se non pensassi che un simile mutamento, troppo visibile nei nostri rapporti, potrebbe nuocere alla vostra riputazione". 
E le donne?
Le donne pratiche, aventi una forte considerazione dell'agiatezza sono attratte di più dai soggetti coraggiosi, vivaci, tipo Don Giovanni. Spesso sono donne cresciute e vissute nell'agiatezza, e non saprebbero farne a meno. Agiatezza legata alla massima esposizione con il resto del mondo. Per esse gli uomini romantici (Alla Werther) son visti come noiosi, seccanti, poco interessati alle cose terrene e molto attratti dai valori ideali. 
La Relazione di coppia uomo donna
 secondo il tipo B, Werther.
Il soggetto del tipo Werther è amante delle arti (E' molto attratto dalla pittura, dalla scultura, dalla poetica) , delle condizioni romantiche, dolci della vita. Ama il chiaro di Luna, ove si specchia ogni volta che può, la Bellezza della Natura, dei Boschi, ove appena può si immerge con anima e corpo. Il suo pensiero è sempre indirizzato verso il sentimento, al godimento dell'anima. Trascurando o considerando inessenziale  il piacere del corpo.
Non cura in particolar modo il suo vestire. 
Guarda molto alla sostanza piuttosto che alla forma. Non è attratto dalla ricchezza. E' molto attratto dalla sensibilità della persona.
Per il romantico Werther l'amore è lo scopo della vita. E' quel qualcosa che cambia il mondo in meglio. Tutto diventa, nuovo, vivo, dinamico, meraviglioso. In ogni dove vede l'amata, con la sua passione radiosa scintillante.
Per lui  il piacere dell'amore è al culmine non tanto per quello che  prova, quanto per quello che ispira.
E le donne?
Le donne aventi Bellezza di animo, capaci di riconoscere il vero il profondo e il sublime amore, senza alcun dubbio sono attratte dai soggetti sensibili come Werther.

   Così è, se vi pare.


14 maggio 2020

SUONI


IL SOGNO DI UN MILANESE

Spesso nella vita leggiamo, sentiamo parlare, di profezie.
Sono definite tali solo quando una previsione fatta risulta verificata con gli eventi. 
Quando la previsione, invece, non va a buon fine non possiamo parlare di profezia. 
Fra le tante non andate a buon fine mi piace riportare quella previsione (Purtroppo non profezia) fatta, circa 200 anni fa, da un mio carissimo amico. Si dichiarava Milanese, era di origine Francese, amava il mondo Inglese. Viveva e conosceva le monarchie ed il loro modus operandi, ma amava le Repubbliche.
Era folle, generoso, noioso, amante dell'avventura, sognatore.
Il suo sogno ("Entro 50 anni tutte le monarchie di Europa avrebbero lasciato il posto alle Repubbliche") di allora, verificato solo in pochi paesi (Francia, Italia, ...) è, ora, il mio sogno.
"Il trono, l'altare, la nobiltà, possono perire domani, signori, fin tanto ché non avrete creato, in ogni dipartimento, una forza di cinquecento uomini devoti …"
"Fra cinquant'anni non ci saranno in Europa che presidenti di Repubbliche, e più nemmeno un re".
La monarchia (E tutte le espressioni dell'autoritarismo) nella sua vita ha trovato (E spesso trova) sostegno nella religione (Spesso considerata oppio dei popoli). Ed in assenza del suddetto sostegno la monarchia è arrivata, anche, al punto di crearsi una propria religione consenziente. Monarchia e religione hanno trovato il punto massimo (Picco) della loro unione nell'Ottocento.
E, da allora, da tale unione che hanno trovato scaturigine i movimenti rivoluzionari che hanno portato a loro volta, in vari paesi, la Repubblica.
Il pericolo più grave per tutte le forme antidemocratiche di potere è rappresentato dal diffondersi dell'Istruzione (Seria) fra il popolo.
Il mantenimento delle monarchie (E dei poteri antidemocratici) può essere legato al fatto che essa (Essi) controlla (no) la religione, che a sua volta conserva, coi "parrini", il popolo ignorante?
E' qui la risposta alla domanda "A chi giova?"
Ma, l'alta borghesia arricchita repubblicana, con tutti i pro e tutti i contro, può essere considerata la sostituta della nobiltà monarchica? Le situazioni e le condizioni nei riguardi dei poteri possono essere considerate identiche?
I concetti di Libertà, Uguaglianza e Giustizia, possono essere considerati uguali per i due sistemi? 
No! Senza alcuna ombra di dubbio. Ed allora?

13 maggio 2020

SOLITUDINE - MALINCONIA

Spesso mi capita di fare riflessioni sul significato della Vita. Sulle scelte fatte nel corso della mia vita. 
In questi frangenti mi trasformo in un Orso bruno, mi chiudo in me stesso, evito di parlare con chiunque, cerco di isolarmi dagli altri umani. Mi introduco, lievemente, in solitudine nel mio mondo malinconico. In esso mi muovo. Corro, sto seduto, volo con le mie ali, mi lascio trasportare dalla corrente del mare in tempesta, come un naufrago.
Sento il bisogno, il piacere, di chiudermi in me stesso. Di fondermi con la Bellezza della Natura
Mi domando sulle ingiustizie della vita. Diventando ostile con il mio prossimo ed, anche, con chi mi sta vicino.
E' anche vero che la solitudine e la malinconia portano quella sensibilità spirituale ed, anche, quella noia interiore, che fanno sollevare l'anima.

SORRIDI, SORRIDI

Quante volte ho regalato sorrisi ed ho invitato amici, o semplici conoscenti a sorridere?
Da moderato ottimista, sono convinto che la Vita ti sorride se tu le sorridi.
Il mio invito aveva, ed ha, un significato intrinseco, un sollecito ad essere: Eretico; Ragionatore con la Propria Testa; Entusiasta; Sognatore; sfrenato Fantasista; incapace di scendere a patti con tutto ciò che è disgustoso, orribile, inumano; amante della Libertà. Per se stesso e per gli altri.
Abitua il tuo corpo a non essere istintivo, ad ubbidire al cervello e troverai il successo ed il sorriso
Abitua il tuo corpo ad ubbidire al cuore e sarai felice; magari senza soldi, ma con un bel sorriso.
Il dolore, la sofferenza, la malinconia possono portarti nella direzione opposta. Non lasciarti mai travolgere dalla corrente, nonostante tutto e tutti. Con un sorriso ed un po' di fiducia in te stesso otterrai, certamente, i risultati cercati. 

12 maggio 2020

RICCHI PER DECRETO

Da Cittadino del Mondo, anche orgoglioso di essere Europeo, ho sempre esternato il mio convincimento sulla necessità di costruire uno stato sovrano, libero, democratico, con identici diritti e doveri, con tutti i paesi facenti parte dell'Europa. Ricchi e poveri. Da giovane mi sentivo partecipe di tutti i passi politici che facevano vedere la marcia di avvicinamento verso tale obiettivo.
Col passare del tempo ho cominciato a vedere, a capire, che qualcosa nei meccanismi della progettanda Unione c'era qualcosa che lasciava dubbi, incertezze. Il mio Sogno d'Europa mirava verso una realtà che avesse come obiettivo principe la distribuzione del benessere fra tutte le genti d'Europa. Popolazione, tutta, venuta fuori dalla seconda guerra mondiale, con le ossa rotte. Col passare del tempo tutti i vari paesi, chi in un modo chi in un altro modo, hanno cercato, coi loro mezzi e con le loro intelligenze, di venir fuori dalla terribile crisi post-bellica, nel migliore modo possibile. Il crollo del Muro di Berlino, da me vissuto con gioia e lacrime, ha avvicinato tutti i paesi dell'Est, già schierati con l'estinta URSS, per ideologia politica, verso la nascente Europa. La crescita del pensiero Europeo, a ben riflettere, però ha portato solo, o prevalentemente, la crescita di alcuni paesi, con altri rimasti al palo, per una serie di motivazioni. In sostanza, con la nostra agognata Europa, col tempo, i paesi ricchi sono diventati sempre più ricchi ed i paesi poveri sempre più poveri. E gli sforzi chiesti da molti governanti ai propri cittadini ha ridotto, sempre di più, i margini di vivibilità di tante fasce della borghesia. Sempre più spesso, anche per motivazioni imposte dall'esterno, la gente si è vista spremuta come un limone per il pagamento di imposte e tasse sempre più alte. Molti imprenditori, in questo ultimo ventennio, davanti a gravi condizioni di crisi economica, ma anche Istituzionale, si sono suicidati non potendo soddisfare le bramosie del fisco.  Altri sono riusciti ad andare avanti con la prospettiva del fallimento aziendale o della vendita aziendale (Magari a gente che di soldi ne ha tanti e che cerca una strada linda per impegnarli). Con tante Imprese portate al fallimento per mancanza di liquidità, pur essendo creditrici, nei confronti dello Stato, di importi molto più alti di quelli dovuti al fisco.
Nell'indifferenza più assoluta, da parte dei vari poteri esecutivi, succedutesi ultimamente, nessuno si è reso conto del fatto che qualcosa non funzionava e non funziona in questa Italia e in questa Europa Unita (Con lo sputo, non certo con il collante interiore dell'Appartenenza). Larghissime fasce del popolo Italiano si trovano come quegli ufficiali francesi che al ritorno dalla disfatta di Napoleone in Russia si son visti costretti a vendere il cappotto militare di lana per pagare le tasse ("a vendre pour payer l'impos") richieste da Russi e Borboni. Ma in quel caso c'era la "giustificazione" del motivo bellico. In questo caso l'unica guerra esistente è quella portata avanti dai poteri economici e finanziari che gestiscono l'Europa. Ma costoro non conoscono il significato di Idealità, di Solidarietà, di Uguaglianza, di Ridistribuzione dei reddito. Anzi, il loro interesse, come hanno dimostrato alcuni anni fa con la povera Grecia (Che seppure con le sue colpe non andava torturata in quel modo come è stato fatto) e solo quello dell'arricchimento soggettivo, ignorando l'Umanità di un popolo e dei sui bambini. Ed allora, che fare in questa povera Italia, sempre più nave senza nocchiero? 
In attesa di autisti (Non piloti di formula uno) con buon senso, guardiamo avanti, con ottimismo, ma senza fare il passo più lungo delle nostre gambe. 
Con un pizzico di follia, ma senza dimenticare che, ora più che mai, gli Italiani non possono essere considerati Ricchi per decreto fiscale
Con il coraggio e la rabbia di dire e gridare a quegli idioti che gestiscono la TV di Stato di eliminare quelle immagini che, quotidianamente, mostrano cataste di banconote di medio e grande taglio in corso di lavorazione alla Zecca d'Europa. Quelle immagini sono delle vere e proprie idiozie. Sono dei pugni allo stomaco di migliaia di cittadini che si trovano con importanti problemi di sopravvivenza. Con o senza coronavirus. 
E con tanta gente ad un passo dal suicidio. Ma, questo, è un argomento che non interessa più a nessuno.
No, idioti, l'Italiano non è ricco per decreto.

11 maggio 2020

ERETICO

Chi è Eretico? Come si fa a riconoscerlo?
E' un soggetto intinso di quel bisogno, urgente, violento, terribile, esaltante, innaturato, di Onestà Intellettuale.  Con tanta voglia di migliorarsi, di perfezionarsi.
Sa che è il lavoro è fonte di vero piacere. Lavoro che si ama e che deve allontanarsi dal tempo perduto, ossia dalle insoddisfazioni.
Egli sa che, per vivere serenamente, accanto al lavoro deve coltivare Ideali, di elevato spessore. Ideali che lo mettono, sempre, a sostegno degli ultimi; di quelli senza voce. 
In un concetto di Uguaglianza, di Libertà. Contro ogni sorpruso.

In genere L'Eretico è un povero ingenuo; un po' illuso; una persona convinta di volere e potere cambiare,  migliorandolo, il mondo.
E' un argomento che altre volte ho toccato; ora voglio portarlo all'esaltazione. 
Cittadino del mondo. Libero ed in quanto tale eretico. Lontano da mode passeggere e dalla vita brillante. Presuntuoso, fino al punto di snobbare la rilettura di ciò che scrive (Anche solo per rettificare il tempo di qualche verbo o qualche altro errore fatto). Sincero. Poco propenso alle confidenze con terzi. Qualche volta rammenta rare esperienze negative per il suo essere stato eccessivamente sincero e confidente con qualcuno. Poco propenso a parlare di se stesso. e quando lo fa, subito dopo, si pente.
Tende a presentare di se la parte più semplice, quella nota conosciuta, pertinente la sua materia.
E' alla continua ricerca di se stesso.
La sua parte turbolenta, eretica, resta ermeticamente in cassaforte. Un raffinato ed acuto lettore può estrarlo dai suoi scritti. 
Erasmo, Giordano, Tommaso, si consideravano ed erano tali.
Sì, sono un eretico.
E, per tale esagerazione, chiedo venia, anticipatamente, a tutti.

OSSO DI SEPPIA

Mi piace pensare che uno qualsiasi dei miei scritti sia servito, anche solo per un momento, come osso di seppia, per affilare il becco, anche ad uno solo, dei miei quattro Lettori.

IL CARCERE DELL'IGNORANZA

La Conoscenza, la Scienza, lo Studio, la Lettura, servono all'uomo per la più Grande Evasione che egli potrebbe organizzare. La Fuga dall'Ignoranza. Sì, perché la persona colta, lontana dal buio dell'ignoranza, è Libera, può riflettere sui dubbi della vita e per essi può cercare, con la sua testa, le giuste soluzioni
La persona intelligente non sarà mai sottoposta al carcere dell'ignoranza. 
Ogni uomo, a mio parere, dovrebbe sforzarsi per fare in modo che tutte le persone, o almeno le persone a lui più care, siano, il più possibile, lontane dal carcere della sudditanza psicologica e sociale.

ROSSO E NERO

La passeggiata.
Quando il rosso è tanto rosso da apparire nero.
Possibile che, nonostante i tanti anni passati, nessuno abbia pensato di introdurre l'obbligo della lettura di Stendhal, il Milanese, nelle scuole?
" ed è la maniera barbara con cui il Comune fa tosare fino al vivo quei vigorosi platani. Così potati essi somigliano, con le loro teste basse, rotonde ed appiattite, alle più volgari piante degli orti; mentre non chiederebbero di meglio che riprodurre le magnifiche forme che hanno i platani in Inghilterra. Ma la volontà del sindaco è dispotica, e, due volte all'anno, gli alberi che appartengono al comune sono inesorabilmente amputati …"
"Il forestiero che arriva, sedotto dalla bellezza delle fresche e profonde vallate che lo circondano, si immagina dapprima che gli abitanti siano sensibili al bello, e in verità essi parlano anche troppo della bellezza del loro paese: non si può negare che ne facciano gran canto; …"
P.S.: Tranquilli, non sono io che parlo. Era il Milanese, circa duecento anni fa. Sì, parlava dell'Italia, che nonostante tutto amava tanto.

10 maggio 2020

LA LIBERTA'

Con uno sguardo alla Rivoluzione Francese, confermo quanto diceva Stendhal: 
"La Libertà è come la peste. Finché  non si sarà gettato a mare l'ultimo appestato non si sarà combinato nulla".

LA CURVA A CAMPANA

La rappresentazione grafica, matematicamente parlando, della Vita può essere fatta con la curva della a campana. 
In questa fase particolare della vita, sconvolta dal covid-19, tutti i media ci mostrano un diagramma  che rappresenta lo sviluppo del virus, in funzione del tempo, in un Piano Cartesiano. 
Tale rappresentazione grafica (Funzione) a forma di campana più o meno allungata, a ben guardare, mostra anche la vita dell'uomo. 
Con una nascita, una crescita, una posizione di picco, una decrescita e poi la fine. Rappresenta il rosso ed il nero di ognuno di noi. Con gli anni sfolgoranti della Gioventù (Delle rivoluzioni, dei cambiamenti, delle anarchiche fughe) e gli anni grigi dell'Anzianità (Delle conservazioni, delle restaurazioni, delle canonicità, delle diplomazie). Da Lottatori per la Libertà a Ipocriti per Necessità.

AMORE O CRISTALLIZZAZIONE


L'amore acquisisce la caratteristica di eccellenza quando per entrambi gli interessati interviene nella profondità della propria psiche. Quando tocca l'anima oltre che il corpo.
L'Ammirazione porta alla Passione Amorosa, che si consolida con la Speranza, per fissarsi nella Cristallizzazione.
La Cristallizzazione definitiva (Non come qualcuno vorrebbe nell'ambito architettonico del restauro) non rappresenta qualcosa di bloccato, di fissato, di immobile, ma rappresenta una condizione dinamica (Non statica) dello spirito che tende a scoprire, nel soggetto amato, sempre nuove perfezioni, esistenti, ma non viste prima. Con il piacere della Felicità e della Compiacenza; con  l'esaltazione del magnifico reciproco possesso esclusivo, con le infinite luccicanti sfaccettature.
Il concetto della Cristallizzazione Amorosa è legato al fatto che se si lascia, per due o tre mesi, nelle profondità di una miniera di sale, un ramoscello secco, senza foglie, al ritorno lo troveremo con tanti cristalli luccicanti su tutta la sua lunghezza. Con la mente che in ogni momento cerca e trova una nuova peculiarità, che non aveva notato prima nell'amato/a. E' tale condizione che spinge il sangue al cervello, col piacere che diventa sempre più intenso e condiviso. E' questo il momento in cui il piacere fisico si percepisce solo con la persona amata. Con l'Esaltazione sempre attiva, viva fresca, che serve di evitare che l'Anima si stanchi anche in presenza della perfetta felicità. Sì, l'Anima si stanca di tutto; quindi, è necessario avere come punto di massima esaltazione, non qualcosa di statico, ma qualcosa di Sfavillante, Brillante, come la Cristallizzazione del ramoscello lasciato nella miniera di sale. 
Anche la Felicità, per essere sublime deve essere in continua accelerazione, al fine di evitare di spegnersi.
La persona amata è vista non come un terreno di conquista, di dominio, di controllo, ma come la destinataria di tenerezza, piacere, felicità, sentimento.
E, il massimo di tale trasporto si ha con la castità spontanea che porta, anche, al rifiuto di proposte terze al solo pensiero della persona amata. 

9 maggio 2020

COCO'



E' un mercoledì della prima decade di Maggio. Il mese per antonomasia della Primavera, del ritorno sulla Terra di Persefone, dei Fiori, del Sole, ma è periodo di confinamento da coronavirus e, quindi, Sara studia e lavora da casa. Gli uccelli sugli alberi intorno casa, sin dalla prima mattina, allietano la piacevole tiepida giornata di sole con i loro canti. 
Distrattamente sta fantasticando sulle cose che deve fare, completare ed iniziare durante la giornata, con una tazza di caffè Italiano in mano. Elisa, la gattina innamorata di Sara, che di solito le gironzola sempre intorno, stranamente, stamattina è assente. Sarà andata a fare un giretto in giardino con il gattino del vicino,  pensa Sara, mentre si incammina dal soggiorno alla sua camera. 
Ad un tratto vede arrivare verso di lei, velocemente,  Elisa, con un movimento goffo, buffo, irrituale. Qualcosa di strano, diverso dal solito, è presente in quella gattina birichina. 
Un colpo al cuore la colpì appena si rese conto che Elisa aveva in bocca un uccellino. Le sue piume erano piccole, colorate, lucenti, ma immobili nella bocca di Elisa.  
Dopo un primo momento di smarrimento e di panico urla, comandi e rimproveri, perentori, rimbombano, come tuoni di una terribile tempesta, in tutta la casa. Elisa si rese subito conto che, forse, l'aveva combinata grossa, e, quindi, immediatamente, ubbidisce all'ordine della sua Amica-Padroncina, mollando l'uccellino che, fino a qualche minuto prima, teneva in bocca; senza però schiacciarlo. Appena libero, l'uccellino, un piccolo Colibrì chiamato immediatamente Cocò (Sì, come Chanel), si libra dal soggiorno ad una delle camere. 
Inseguito, nel suo volare, con intendimenti forse di diversa natura, da Sara e da Elisa. Ma, mentre la prima cerca di farlo pervenire alla Libertà, la seconda, molto più prosaicamente pensa di "ospitarlo" nel proprio stomaco. Escluse le piume, perché, come è noto anche ad Elisa, esse, come dicevano i Maya, sono magiche. Elisa, con i suoi baffi e la sua faccia astuta aspetta il momento giusto per giocarci un po', prima di dare inizio al prelibato banchetto. Intanto Sara, invano, cerca di fare allontanare, dalla stanza, i due intrusi: la gattina prima e l'uccellino poi. Per ovvi contrastanti motivi. Elisa non vuol saperne di uscire di casa e col suo sguardo tiene sotto controllo il bocconcino. Cocò, terribilmente spaventato dalla grande bocca dai denti affilatissimi della gattina, pur con la finestra spalancata sta studiando suoni e movimenti di Sara, al fine di comprendere e decidere se di lei poteva fidarsi oppure no. Si vede la sua terribile paura di scendere dalla zona alta e lanciarsi verso la finestra e, quindi, verso la libertà. Gli inviti a scappare via, verso i vicini alberi, ove, presumibilmente, ad aspettarlo c'è la sua mamma, non sortiscono alcun effetto. 
Cocò non vuol proprio saperne di scappare.  Io penso che a bloccarlo siano la paura di finire in bocca ad Elisa e la paura legata al fatto che non ha ancora capito quali fossero le reali intenzioni di Sara, nei suoi confronti.  Intanto Cocò, nel suo peregrinare nella stanza, si è stabilizzato presso la parte alta della parete con la finestra; sopra un piccolo supporto sporgente. 
Lo stato ansioso di Sara (E di Elisa e di Cocò, per opposte motivazioni) sale alle stelle. Non può ammettere, accettare, che in sua presenza si commetta un crimine di quel genere. Non può, assolutamente, accettare che un uccellino, così piccolo, bello, indifeso, finisca nella pancia (Pur non, certamente, affamata) della gattina, che tutte le sere le sta addosso, per farle le fusa. Gattina che non vuol proprio saperne di andarsene via da quella stanza. 
Dopo un lungo e penoso peregrinare per la casa, finalmente, Sara, con degli ammiccamenti  riesce ad allontanare Elisa da quella stanza e, quindi, cerca, invano, disperatamente, di far capire a Cocò che può, tranquillamente, svignarsela dalla finestra. 
Eppure, pensa, una soluzione bisogna pur trovarla per consentire al gracile uccellino di riconquistare la libertà.  Due diverse e contrastanti sensazioni di paura coinvolgono si percepiscono in Sara e in Cocò. La prima ha paura di non riuscire a far scappare l'uccellino. Il secondo non è sicuro delle buone intenzioni della sua Salvatrice. Sarà, veramente, altruista, amante della natura e del mondo animale in particolare, si domanda. La natura di Sara Cocò avrebbe dovuto catalogarla subito, dalle urla iniziali; ma il povero piccolo Colibrì è ancora impaurito. Si sente come un Lazzaro. Sì, un morto risuscitato.
Allora, non resta altro che agire, pensa Sara. Bisogna attuare un piano strategico. Ossia catturare Cocò e portarlo subito verso la libertà. Come fare? Con l'ausilio di un manico di scopa ed un sacchetto di tessuto; è riuscita ad intrappolare Cocò; a portarlo sul terrazzo; ad aprire il sacchetto per farlo volare via, verso il vicino albero, prima dell'arrivo di Elisa. 
All'apertura del sacchetto Sara sente un altro colpo al cuore. E' come morto. E'  pietrificato con le zampette agganciate al sacchetto. Cocò è immobile, rigido, inerte, come morto, per degli interminabili minuti. Sara si mette ad accarezzarlo sulla testa e sulle piume, pensandolo morto, quando, improvvisamente, mettendo in moto le sue  alette, con dei battiti molto al di sopra di quelli usualmente operanti durante la fase dell'innamoramento, non dopo aver guardato il volto di Sara ed aver emesso un flebile cinguettio, spicca il volo scomparendo tra le foglie del vicino albero. Acquistando la Libertà. 
In assenza di Sara, o di una persona sensibile come lei, oggi, in Varrano, di Cocò sarebbero rimaste solo alcune delle sue penne. Neanche tutte, forse.

   Per onore di verità devo riferire che, secondo Chicca, Elisa non aveva cattive intenzioni verso Cocò. Lo stava, semplicemente, portando a Sara, in omaggio, in regalo, per la sua Bellezza, per la sua Eleganza. La gattina non avrebbe mai avuto, in nessun momento, alcuna minima intenzione carnivora nei confronti di dell'esserino magico. E' pur vero che la gattina, abituata a mangiare cosette raffinate e sopraffine, avrebbe avuto qualche difficoltà inaccettabile con le piume di questo uccellino.
E' questa una storia della lotta per la sopravvivenza degli esseri viventi. Siano essi animali, umani o vegetali. 

Colibrì. E' un uccello bellissimo, per colori, leggerezza, eleganza nel modo di volare. E' anche il più piccolo uccello del mondo. Il suo volo è unico al mondo per il movimento delle ali che può raggiungere  i 70 - 80 battiti al secondo, in condizioni normali, e valori di alcune centinaia, nella fase di innamoramento. Esso è capace di immagazzinare energia col meccanismo che gli consente di entrare in uno stato di torpore durante la notte. Infatti, durante la notte la sua temperatura scende intorno a  8 - 10 °C, mentre durante il giorno è pari a circa 40°C. 

Al Colibrì è legata la Legenda Maya che lo vuole sacro, per la capacità delle sue piume, considerate magiche, capaci di far guarire le persone.

A questo stupendo uccellino è legata anche la Parabola del Colibrì che suggerisce all'uomo di cercare e trovare, nella vita, sempre, la forza per collaborare con gli altri, consci del fatto che tante gocce d'acqua messe insieme possono formare, anche, un oceano. E' un invito a fidarsi degli altri, ad aiutare il prossimo, senza disprezzare mai l'aiuto che ci viene offerto, da chiunque.
Un grande incendio stava bruciando una grandissima foresta divenuta arida, secca, invivibile. Tutti gli animali si son messi a scappare per evitare l'incendio. Il Colibrì si è messo a volare, subito, nella direzione opposta. Si è portato presso un lago ed ha preso delle gocce d'acqua per spegnere l'incendio. Gli altri animali stupiti gli hanno detto di lasciar perdere e salvarsi, stante l'inutilità del suo andare avanti e indietro con le sue gocce d'acqua.
Il Colibrì si è fermato, un breve momento, e ha detto a loro: "Questa foresta è casa mia. E' la mia vita. Non voglio che scompaia. Starei proprio male al solo pensiero di aver avuto la possibilità di fare qualcosa per salvarla e di non averla fatta. E' possibile che non ce la faccia a spegnere l'incendio, come voi dite, ma, io, sto facendo la mia parte".  
E ha continuato a volare verso il lago.

7 maggio 2020

PONTI


Ponti.

Sì, voglio parlare, ancora una volta, di Ponti. E voglio domandarmi perché i ponti più belli cadono.
Qualche anno fa sono rimasto scioccato dal collasso che ha interessato in bellissimo Ponte Morandi, sul fiume Polcevera, a Genova
Ho sempre sostenuto e tuttora sostengo che anche le Strutture di Ingegneria (Ponti, Viadotti, Gallerie o altro), come per ogni essere umano, abbiano una nascita (Concepimento progettuale), una vita ed una morte.

A)- Il Ponte Morandi.
In questo caso, sono convinto che sarebbe stato opportuno ipotizzare l'espletamento di tutte le iniziative tecnologiche che dovevano portare alla conservazione del Ponte Morandi con il rifacimento della parte crollata e l’adeguamento di quelle parti, da molto tempo accertate come fatiscenti e degradate. Magari con una rimodulazione, verso il basso, della destinazione d'uso e con la realizzazione di un nuovo tratto autostradale.
La scelta di demolire tutta la struttura del Morandi mi ha lasciato in una condizione di sconcerto. E la soluzione a travata, adottata per la ricostruzione del ponte, nonostante le dichiarazioni degli interessati, a mio parere, è, semplicemente, monotona, insignificante ... 
Questo non toglie la necessità di esprimere alcune riflessioni su questa opera. In sintesi: 
1)- Estetica.
Il ponte è stato progettato con una soluzione a travata lineare. Le pile sono in calcestruzzo armato normale, gettato in opera, poggianti su pali di fondazione di grande diametro. L'Impalcato è in acciaio con piano viario in cls armato. L'acciaio non è materiale che ben si adatta alle forme curve (Carenatura lato intradosso) ...
2)- Schema statico dell'opera.
Dalla documentazione esistente in rete e dalle foto esaminate, sembrerebbe di capire che si è in presenza di una trave continua appoggiata sulle pile. Con o senza la realizzazione di giunti tecnici per sopperire alle deformazioni lineari (Dovuti a dilatazione termica, carichi, sisma, ecc)… 

B)- Il Ponte di ALBIANO MAGRA.
Il giorno 08 Aprile 2020, verso le ore 10.50, sono rimasto, ancora una volta, senza parole vedendo le immagini del bel Ponte ad Arco, sul Magra, ad Albiano Magra (Comune di Aulla (MS)).
Premesso che i Ponti sono delle strutture che hanno, sempre, intrigato ogni Ingegnere. Quelli ad Arco, poi, oltre ad essere molto eleganti per la loro forma, sono particolarmente indicati, in determinati ambiti, per la loro peculiarità nel trasferire le sollecitazioni esterne (Carichi verticali, orizzontali, fissi e variabili) dall'impalcato al terreno di fondazione.
I Romani hanno fatto un uso diffuso, in tutto l'Impero, dei ponti ad Arco. Ponti che continuano ad esercitare la loro funzione anche attualmente.
Leonardo da Vinci, Genio per eccellenza nei vari campi dell'Ingegneria e dell'Architettura, parlando a proposito, disse che "l'Arco non è altro che una fortezza causata da due debolezze". Volendo dire ...  
Faccio rimando ad altri miei precedenti post sulle motivazioni che hanno portato:
 - alla mancata previsione del crollo da parte dei tecnici ANAS;
 - alla crisi di una pila, del crollo di una arcata e l’effetto domino successivo che ha portato in alveo il Ponte per tutta la lunghezza;
 - alla ipotesi di ricostruzione di un ponte provvisorio in alveo, fatta dall'ANAS ed alla mia contrarietà per detta soluzione;
 - alla mia ipotesi di realizzazione di rampe per la fornitura di un sistema alternativo di viabilità locale in attesa della ricostruzione del ponte;
 - alle procedure semplificate per la progettazione, l'approvazione e l'avvio della ricostruzione del ponte

   Ed allora perché riparlare di ponti e di quel Ponte?
La risposta sta in una serie di notizie in parte condivisibili ed in parte assolutamente non condivisibili che hanno coinvolto il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti (Paola De Micheli), il Sindaco di Aulla (Roberto Valettini), alcuni Parlamentari… che di seguito riporto in modo conciso.
a)- Crollo del Ponte per frana.
Il crollo del ponte ha trovato scaturigine ...
b)- Crollo del Ponte per una aggiuntiva soletta.
Sul Ponte circa 30 (Trenta) anni fa, come ben noto … 

  Tutto ciò stante, in data 06/05/2020, due giorni fa, in Commissione Trasporti ed Ambiente della Camera dei Deputati, sono emerse delle contrarietà alle suddette scelte fatte dall'ANAS ... 


RAGAZZA ALLA FINESTRA

La Ragazza alla finestra
del 1925, è uno dei dipinti più belli di Salvator Dalì (Il fotografo dei sogni dipinti a mano). 
Poveretto colui che non ha Sogni!




6 maggio 2020

DA BACO A FARFALLA

Chi vive davvero lotta, sempre, per qualche ideale.
E le persone più vicine ai massimi Ideali chi sono se non i Poeti? Loro sono i pionieri delle comunità. Le persone  capaci di anticipare tutti; di guardare lontano, molto più lontano degli altri. E sono loro che dovrebbero indirizzare la vita, la strada più opportuna, del genere umano. Nella direzione della Bellezza, della Libertà, della Gioia, per Tutti. Nessuno escluso. 
Ma ciò non sempre accade. Spesso per colpa della miopia di chi rappresenta la collettività. Altre volte per scelta conscia o inconscia dell'uomo stesso. L'Uomo, spesso, si sente come un Baco, affamato di foglie di gelso (Sapere, Conoscenza, Umanità), che, dopo averne mangiate in grande quantità, si chiude nella sua "culla prigione", in cima all'albero. Pensando e dimenticando di avere la possibilità di diventare farfalla. E di poter volare, e mostrare la propria Bellezza, la propria Eleganza.
Il Baco, l'Intellettuale di ogni paese della Terra, dovrebbe ricordare, sempre, di essere il pioniere, la guida dell'Umanità. Ed, in quanto tale, deve essere sempre presente con la propria opinione sulle cose importanti della vita. E, quando serve, con i suoi moniti (Strali, se necessario) deve prendere posizione contro chiunque si ponga contro l'ultimo degli uomini. Solo così facendo un Baco può diventare, e diventa, Farfalla. Altrimenti resta prossimo al nulla. Il nulla in cima al suo albero.

SCRIVI, SCRIVI

Penso, parlo, scrivo di una "cosa" quando da essa sono attratto, innamorato. Senza amore e trasporto sono asettico, asintotico, asintomatico. Portatore del nulla.
Sarà per il periodo particolare (Confinamento da Covid-19), sarà perché mi piace parlare ed ascoltare, ma, anche, scrivere. Ecco perché tutti i giorni scrivo. E scrivo per ore, non per diventare un genio della scrittura come diceva Stendhal ("Scrivi ogni giorno per due ore almeno, genio o non genio che tu sia"), ma per assaporare uno dei più grandi piaceri che l'Uomo possa godere.
E non posso non ricordare il mio primo "Abbecedario"; il primo libro capace di stimolare la più grande evasione di massa dell'Uomo, dal carcere dell'Ignoranza
La conoscenza e la padronanza della lingua è fondamentale per l'allontanamento da condizioni di sudditanza psicologica, da condizioni di vera Libertà. Chi è lontano dalla conoscenza non è libero e mai lo sarà.
E mi piace ricordare una canzone Sud-Americana, l'unica che io sappia, che ha esaltato la funzione di questo libro (Vocabolario) nella ricerca della Libertà. Parlo di "Gracias a la vida", cantata, magistralmente, da Joan Baez e Mercedes Sosa.
Scrivere, scrivere sempre, è il segreto del successo non solo degli scrittori, ma, anche, di tutto il genere umano. Non sempre ho avuto la possibilità di mettere in pratica, in modo continuativo, questo principio. Lavoro, viaggi, impegni piacevoli della vita spesso mi hanno allontanano da tale piacere. Le guerre, le pandemie, i grandi sconquassi della vita, possono essere il motivo scaturigine per un avvicinamento alla scrittura. 
Il mio è un invito alla Scrittura, rivolto a tutti, senza alcuna preoccupazione sullo style, sulla forma, sulla sostanza, sulla punteggiatura. Ci sarà sempre un momento in cui avremo tempo e volontà per fare, rifare, rettificare, integrare, rimodulare qualcosa. Intanto abbiamo scritto, lasciando una traccia.

3 maggio 2020

CIELO, MARE, TERRA, ALBERI


Cielo, Mare,Terra, Alberi, in una giornata Primaverile. 

QUARANTENA, VISTA DA ROUSSEAU

"Era il tempo della peste di Messina. La flotta inglese vi aveva gettato le ancore e visitò la feluca sulla quale viaggiavo. La cosa ci costrinse, arrivati a Genova dopo una lunga e penosa traversata, a una quarantena di ventun giorni. Concessero ai passeggeri la facoltà di scegliere se trascorrerla a bordo piuttosto che al lazzaretto, dove ci prevennero che non avremmo trovato che le quattro mura, perché non avevano ancora avuto il tempo di arredarlo. Scelsero tutti la feluca. Il caldo insopportabile, lo spazio ristretto, l'impossibilità di passeggiare, gli insetti, mi fecero preferire il lazzaretto, a tutto mio rischio. 
Fui condotto in un vasto edificio a due piani assolutamente spoglio, dove non trovai né finestra, né letto, né tavolo, né sedia, nemmeno uno sgabello per sedermi, né un fascio di paglia per coricarmi. Mi portarono il mio mantello, il mio sacco da notte, i miei due bauli, chiusero su di me grosse porte con grandi serrature, e lì rimasi, padrone di passeggiare a mio piacimento di stanza in stanza e di piano in piano, dovunque trovando la stessa solitudine e lo stesso squallore.
Malgrado tutto non mi pentii di aver preferito il lazzaretto alla feluca, e, come un nuovo Robinson, mi disposi ad arrangiarmi per i miei ventun giorni come avrei fatto per una intiera vita. Innanzitutto mi divertii a dar la caccia alle pulci che m'ero buscate nella feluca. Quando, a forza di cambiar biancheria e vestiti, mi fui finalmente ripulito, passai all'arredamento della stanza che mi ero scelto. Con abiti e camicie misi insieme un buon materasso, le lenzuola con parecchi asciugamani che cucii, una coperta con la mia veste da camera, un cuscino col mio mantello arrotolato. Con un baule piazzato di piatto mi feci lo sgabello, con l'altro messo di fianco il tavolo. 
Tirai fuori carta, calamaio, sistemai a biblioteca una dozzina di libri che avevo. Mi arrangiai, in breve, tanto bene che, eccettuate tende e finestre, stavo quasi così comodo in quel lazzaretto assolutamente spoglio come al mio gioco della Palla nella rue Verdelet. 
I miei pasti venivano serviti con gran pompa; due granatieri, le baionette in canna, li scortavano; la scala era la mia sala da pranzo, il pianerottolo mi fungeva da tavola, lo scalino inferiore da sedia, e quando il mio pranzo era servito, suonavano, ritirandosi, una campanella, per avvertirmi di mettermi a tavola. Fra un pasto e l'altro, quando non leggevo né scrivevo, o non lavoravo al mio arredamento, andavo a passeggiare nel cimitero dei protestanti, che mi serviva da cortile, di dove salivo in una lanterna affacciata sul porto, dalla quale potevo osservare il via vai delle navi. Trascorsi così quattordici giorni, e vi avrei passato l'intiera ventina senza mai annoiarmi se il signor di Jonville, inviato di Francia, al quale feci pervenire una lettera acetata, profumata e strinata, non avesse fatto abbreviare di otto giorni la mia quarantena: andai a trascorrerli in casa sua e trovai migliore, lo confesso, la sua ospitalità del lazzaretto." 

Confronti fra la sua quarantena e la nostra attuale (Per coronavirus). Anche lui scriveva il diario della Quarantena e leggeva molto. Molti dubbi restano sulla reale motivazione che l'ha spinto a scegliere il lazzaretto invece della feluca, come hanno fatto tutti gli altri. Sapeva che sarebbero venuti per trasferirlo in altro sito, molto più comodo, appena possibile. Così come si è verificato, anche se con un po' di ritardo rispetto alle sue previsioni. Era un personaggio importante e stava recandosi in Milano, per un impegno importante.

Rousseau, Le confessioni, Libro VII

MEMORIE DI ADRIANO

"Costruire,  significa  collaborare  con  la  terra,  imprimere  un'impronta umana  su  un  paesaggio  che  ne  resterà  modificato  per  sempre;  contribuire  inoltre  a  quella  lenta  trasformazione  che  è  la  vita  delle  città.  Quanta  cura,  per  trovare  la 
collocazione esatta d'un ponte e d'una fontana, per dare a una strada di montagna la curva più economica che è al tempo stesso la più pura [...] 
Elevare  fortificazioni  in  fin  dei  conti  equivale  a  costruire  dighe:  equivale  a  trovare  la  linea  sulla  quale  si  può  difendere  una  sponda  o  un  impero,  il  punto  dove  sarà  contenuto,  arrestato,  infranto,  l'assalto  delle  onde  o  quello  dei  barbari.  
Costruire  un  porto,  significa  fecondare  la  bellezza  d'un  golfoFondare  biblioteche,  è  come  costruire  ancora  granai  pubbliciammassare  riserve  contro  un  inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire.
Ho  ricostruito  molto:  ricostruire  significa  collaborare  con  il  tempo  nel  suo  aspetto di passato, coglierne lo spirito o modificarlo, protenderlo, quasi, verso un più lungo  avvenire;  significa  scoprire  sotto  le  pietre  il  segreto  delle  sorgenti".  

Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano. Interessante libro, da leggere.