Freud è il padre della psicoanalisi. E non solo.
A causa delle leggi razziali introdotte nella sua Austria, nonostante le sue ricerche e scoperte, è stato costretto a scappare in Inghilterra ove visse, in sofferenza, l'ultima fase della sua vita. Sempre sereno e lucido, tormentato dalla guerra e dalle continue sofferenze fisiche, chiese al suo medico di aiutarlo al passaggio di vita. Ha rifiutato ogni tipo di farmaco onde restare lucido di spirito, fino all'ultimo respiro.
E' stato uno dei migliori uomini d'Europa, del secolo scorso.
Ebreo di Vienna, medico di tutti (specialmente dei poveri), ha attraversato le due terribili guerre che hanno sconvolto il continente.
Con l'avvento del nazismo, un anno prima della sua morte, grazie all'intervento di Marie Bonaparte è riuscito a rifugiarsi oltre la Manica.
Era di grande spirito, tenace, sereno, severo. Era munito di contegno solido, incrollabile. Il suo volto, limpido e sereno, mostrava uno sguardo sincero, pacato, sicuro.
Nonostante l'età avanzata e la malattia che lo faceva soffrire, ha vissuto la sua vita da rifugiato, in Inghilterra, senza mostrare avvilimento o stanchezza.
Nonostante tutto, si considerava, anche da rifugiato, un uomo libero, felice, sorridente. Era e si sentiva, semplicemente, un uomo di cultura. Era munito di volontà e di determinazione di ferro.
Era promotore della verità, pur riconoscendo che essa era come l'alcol: Non esisteva al cento per cento.
Era, naturalmente, un uomo molto riservato e libero da pregiudizi sociali o confessionali.
Era saggio.
Il mondo accademico era contro di lui che, ostinatamente, ha sempre sostenuto, con carattere e determinazione, le sue conclusioni sulla psicoanalisi.
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