La vergogna è quel profondo e amaro turbamento interiore che assale la persona quando si rende conto di aver agito o parlato in maniera riprovevole o disonorevole. Si manifesta esternamente col rossore sul viso. E' una emozione secondaria, diversa da quelle primarie (Rabbia, paura, tristezza, gioia, sorpresa, disprezzo, disgusto), che nasce dal timore di perdere la faccia nel rapporto con terzi.
Il potere politico, in Italia, sostanzialmente, è appannaggio non dei soggetti più onesti, competenti, sinceri, capaci, ma di quelle persone che rispettano fedelmente i dettami suggeriti dal Macchiavelli al suo Principe.
Sono appunto quei soggetti che vengono definiti macchiavellisti. Costoro per raggiungere e mantenere il potere sono disposti a fare qualsiasi tipo di atto corruttivo o violento. Si credono onnipotenti. Al di sopra della legge.
Costoro sono immediatamente riconoscibili in quanto sono forniti di una caratteristica unica, esclusiva: Essi non hanno vergogna di nulla.
Essi, pur facendo nefandezze di ogni tipo restano senza un filo di rossore anche quando sono beccati con le mani nella marmellata.
Casi con questo modus operandi, in Italia, sono stati registrati, in grande quantità. Abbiamo avuto ministri della Repubblica che mandavano i poliziotti della scorta a comprar loro la cocaina, per uso personale. Nella più totale impassibilità del partito politico del soggetto e dei partiti che sostenevano la coalizione governativa.
Abbiamo avuto ministri che si son visti, a loro insaputa, con signorili abitazioni pagate da imprenditori caritatevoli.
Abbiamo visto ministri che hanno ricevuto, casualmente, lingotti d'oro, per la loro reiterate benevolenze istituzionali nel settore sanitario. Abbiamo avuto politici che non si facevano mancare prestazioni erotico-fisiologiche, di alto bordo, oplà, profilo, al fine di salvaguardare il corpo e lo spirito.
Ebbene, tutti costoro, salvati o condannati dalla magistratura, sono costantemente in auge sui giornali nazionale e locali, sulle reti televisive di Stato e, purtroppo, nelle stesse Istituzioni.
E, sempre, senza vergogna. Anzi, esibendo con orgoglio il passato forcaiolo (Da codice penale). Sono senza un minimo segno di rossore.
Chi si vergogna è persona che, in qualche modo, ha rispetto del potere pubblico e quel rossore sta, spesso, a significare la presa di coscienza della situazione e la volontà di non ripetere gli errori fatti.
Chi si vergogna, in certi casi arriva, anche, al tremore e al balbettio. I professionisti nel campo del potere non arrossiscono, non tremano, non balbettano. Mai successo.
Si può arrossire, anche, quando si è oggetto di chiacchiere calunniose, oppure quando non ci si sente all'altezza dei compiti ricevuti.
E' vergogna anche quella registrata dalle persone per la condizione di estrema povertà. Ma, in questo caso, l'unico soggetto che dovrebbe arrossire è lo Stato, incapace di garantire un minimo di status sociale a tutti i cittadini.
Di contro, una società con persone prive di vergogna sarebbe un diabolico mondo, con una infinita quantità di "macchiavellisti", aventi solo l'obiettivo di portare risultati al loro mulino. A qualsiasi costo. Queste sono le persone drogate dal potere, pubblico o privato. A qualsiasi costo devono mantenere la propria poltrona ed estendere la zona d'influenza territoriale.
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