Mamma carissima, ti vedo e ti rivedo bella e sorridente. Caparbia. E' passato tanto tempo ed ora non hai più motivo di piangere. Pensavi di non avere alcun tipo di rassegnazione al tuo dolore, per i perduti sostegni affettivi, invece, vedi, ti sei convinta che non è così. Il tempo e la ragione e ora anche il luogo ti hanno restituito il sorriso.
Sai rammenterò sempre il tuo sorriso davanti ai successi dei tuoi figli, senza mai porre limite alla tua generosità.
Ai figli hai dato tutta te stessa. Il tuo affetto è stato senza limite, anche quando dicevi che ti saresti legata al dito qualche battuta che non condividevi. Hai avuto tanta forza nel sopportare la più terribile fonte del tuo dolore di madre. Dolore di madre, privata del suo bellissimo biondo figlio; il primo.
La tua presenza era fatta di sorrisi e di luce. Luce capace di rischiarare il mio volto, facendo cancellare, immediatamente, le mie pene, spesso recondite.
Vedo la tua forza morale nell'affrontare la sofferenza, nonostante la presenza di precedenti cicatrici. Sapevi che il migliore compromesso tra il sentimento e la ragione è sentire il rimpianto ma riuscire a dominarlo, a controllarlo.
Vedo il tuo venirmi incontro col tuo splendido sorriso.
Sei stata donna, ma col bagaglio dei combattenti forti dei loro principi di moralità, col tuo bagaglio di conoscenze di vita, di cultura e di educazione. Cose che qualche volta, sottovoce, mi facevi notare come assenti in alcune persone.
Il tuo ventre gravido, per quello che so, non ha mai messo in secondo piano la tua figura, la tua funzione di madre e di moglie.
Non ti è mai piaciuto usare rossetti e belletti in faccia. Ponevi particolare cura ai tuoi lunghi neri capelli; sempre puliti, perfettamente pettinati, curati con le tue solite trecce che contornavano, come una cornice, la tua testa.
Curavi il tuo abbigliamento come poche, nello stile e nelle cromaticità. I tuoi vestiti erano neri, blu intenso o marrone scuro. Le tue camicette erano, rigorosamente, bianche. Mi sono sempre chiesto, tra il serio e il faceto, se erano i vestiti ad esaltare la tua persona, oppure, molto più verosimilmente, era la tua spontanea bellezza ad esaltare loro. Bellezza ornata dalla tua bontà, dalla tua moralità. Quante volte hai presentato a terzi una fittizia calma del viso; viso seppur rigato da invisibili lacrime.
La calma della ragione, al solo fine di salvaguardare i tuoi affetti, è sempre stata la tua conquista.
Ti piaceva viaggiare, ma non hai fatto tanti viaggi. Avevi il compito di seguire e curare i figli. Ma non hai, mai, rinunciato al tuo mese di vacanza estiva al mare di Bovalino, come consigliato anche dal medico di famiglia. Ricordi? Affittavi una casa al quartiere Borgo posto a pochi passi dal Mare Jonio.
Avevi acquisito una vasta cultura anche se non approfondita. Sei stata maestra anche di vita.
Ricordo la tua capacità e velocità di apprendimento anche per le cose più complesse. Cultura di cui non ti adornavi, come un gioiello da porre sul petto, come facevano in tante.
Sai, quando penso a te non posso non rammentare a tutte quelle persone, che per ovvi motivi non menziono, che hai aiutato e in alcuni casi quasi adottato, per alleviare le loro tristi condizioni di necessità.
Non posso non ricordarti le tante signore alle quali, in gioventù, durante la guerra, come alcune di loro mi dicevano, hai insegnato a firmare, a leggere e a scrivere. Il tutto a casa tua, amichevolmente; per amore.
Hai vissuto con discrezione, con confidenza e con stima reciproca, accanto a tuo marito. Senza rumore, senza pettegolezzi, serenamente.
Questa sei tu, nata, come dicevi sempre a richiesta, il ventuno undici del nove.
Ciao Mamma.
A volte le mamme fanno questo effetto.
RispondiEliminaE. Montale
Accade
che le affinità d'anima non giungano
ai gesti e alle parole ma rimangano
effuse come un magnetismo. É raro
ma accade.
Puó darsi
che sia vera soltanto la lontananza,
vero l'oblio, vera la foglia secca
piú del fresco germoglio. Tanto e altro
puó darsi o dirsi.
Comprendo
la tua caparbia volontà di essere sempre assente
perchè solo così si manifesta
la tua magia. Innumeri le astuzie
che intendo.
Insisto
nel ricercarti nel fuscello e mai
nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre
nel vuoto: in quello che anche al trapano
resiste.
Era o non era
la volontà dei numi che presidiano
il tuo lontano focolare, strani
multiformi multanimi animali domestici;
fors'era così come mi pareva
o non era.
Ignoro
se la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l'innocenza é una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,
di te tutto conosco, tutto
ignoro.
Sì, si tratta di "affinità elettive" incancellabili. Un grande abbraccio.
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