Nella vita spesso capita di domandarsi se:
È giusto difendere l'indifendibile per spirito di appartenenza?
L'appartenenza è legata a cose (Paese, Regione, Comune, Contrada, Università,...) e persone (Famiglia, Parenti, Amici, Gruppo, Partito politico, Club sportivo,...).
No. È errato. Per etica e per morale bisogna tendere verso l'innalzamento culturale e sociale della collettività. Crescita che ha come presupposto la dettagliata analisi del passato, al fine di evitare il ripetersi degli errori.
Per migliorare una società è necessario affondare il bisturi per estirpare la patologia del sistema. Senza alcun dubbio!
Nascondere la polvere sotto il tappeto non rappresenta la soluzione. È solo una opzione temporanea, limitata, impellente. Non è la soluzione.
È anche vero che un atteggiamento critico verso lo spirito di appartenenza comporta, quasi sempre, difficoltà, incomprensioni, danni economici e personali, raramente sanabili col tempo.
Esempi.
- Parlare, discutere, di mafia, in una zona ad alta densità mafiosa, significa andare incontro a strali provenienti non solo dai mafiosi, ma anche da coloro che pensano che sia dannoso per l'economia della zona discutere di ciò.
- Denunciare l'inquinamento acustico diffuso notturno dovuto alla movida secondo alcuni è negativo per le attività commerciali, legali ed illegali, esercitate (Spaccio di droga compreso).
- Denunciare l'inquinamento del mare per la mancanza dei depuratori costieri è vista come una forte offesa contro il potenziale flusso turistico che potrebbe portare denaro sul territorio.
Ma, a pensarci bene, in assenza di forte miopia etica, è lo spirito di appartenenza che porta all'isolamento e al mancato sviluppo di un popolo.
Ho sempre detto, e ora lo confermo, di sentirmi, ed essere, Cittadino del Mondo e in subordine Cittadino d'Europa.
Nessun commento:
Posta un commento