La perdita di prestigio e di capacità imprenditoriale di questo Paese è sotto gli occhi di tutti.
Perché?
Nella prima parte della seconda metà del secolo scorso l'Italia, seppur uscita malconcia dalla seconda guerra mondiale, grazie, anche, alla intraprendenza dei suoi cittadini, è diventata una potenza culturale ed economica di primo livello mondiale.
Nella seconda parte questa crescita è andata via via scemando, facendo perdere posizioni di prestigio economico e di personalità e stima mondiale.
Ultimamente, infine, in vari settori, noi italiani facciamo (Rischiamo di fare) la figura degli idioti. Spesso veniamo coperti dal ridicolo anche da parte di soggetti considerati, da sempre, di mezza tacca.
Stiamo diventando (Siamo diventati?) fonte di scherno per tanti stranieri (Europei compresi).
Questo declino è relativamente recente, ma secondo alcuni osservatori l'attuale declino culturale, intellettuale, è risalente al 1633 con la condanna di Galileo, per i suoi studi scientifici (Sistema Copernicano non sistema Tolemaico, per quanto riguarda il nostro sistema solare;...), da parte della Chiesa.
Chi si sarebbe più azzardato ad approfondire argomenti scientifici, come ha fatto Galileo, col rischio di fare la fine del filosofo matematico toscano?
E con lui la Chiesa non si era solo limitata a condannarlo per eresia, ma si era, anche, preoccupata di avvertire tutti gli altri scienziati di stare attenti a quello che facevano e dicevano, per evitare il rischio di fare la stessa fine.
Solo gli aristotelici (Quelli che volevano la terra ferma e tutti gli astri e pianeti in movimento intorno ad essa), pomposamente, dall'alto della loro fede potevano affermare, senza ritegno, che "gli animali che si muovono hanno membra e muscoli. La Terra non ha né membra né muscoli, pertanto non si muove".
Con premesse del genere è improbabile sperare in un futuro di eccelso livello intellettuale.
E non solo per questo motivo.
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