Roma, Campo di Fiori, 19/02/1600, al rogo.
L'intolleranza della Chiesa davanti alla genialità di una autonoma mente pensante.
Era un filosofo libero, autonomo, sprezzante dell'autorità della Santa Sede. Legato alle sue idee, che ha confermato fino alla fine.
Frate domenicano (Cane del Signore) inseguito dalla Inquisizione guidata dal terribile cardinale gesuita, custode delle sacre scritture, Bellarmino, che provava piacere a mandare al rogo gli eretici; quelli che ragionavano con la propria testa.
È stato lui a guidare il processo contro Giordano Bruno al quale ha notificato, personalmente, la sentenza di condanna, sul rogo, per eresia.
Per quanto riguarda il cosmo egli ebbe un'intuizione geniale, ma che andava contro la secolare scelta tolemaica della Chiesa.
Aveva capito che era il Sole, non la Terra, al centro dell'universo. E che oltre al nostro universo c'erano molti altri.
E la Terra non era ferma, immobile, come diceva la Chiesa.
Mistico, grande studioso, risoluto, sognatore, idealista.
Era credente, ma non accettava le posizioni antiscientifiche della Chiesa. Per lui la Chiesa sarebbe stata molto più giusta e affascinante se lontana dalla vecchia fissa versione aristotelica. Versione non supportata dalle ultime scoperte scientifiche.
Ma lui non è stato capace, nonostante l'impegno profuso a convincere i vertici dei Gesuiti e dei Domenicani che guidavano le scelte ideologiche della Chiesa.
Quella cosmica, di Giordano Bruno, in ogni caso, non era una visione derivante da un'indagine scientifica, ma una visione che traeva origine da una semplice intuizione profetica.
Per tale visione è stato arrestato a Venezia, imprigionato con robuste catene a Castel S. Angelo, condannato dalla Chiesa per eresia e bruciato vivo sul rogo, all'alba del 19/02/1600, a Roma, nella tristemente famosa piazza di Campo dei Fiori.
Nato a Nola nel 1548.
Persone col suo stesso credo scientifico: Galileo, Leibnix, Schopenhauer.
Influenze subite: Copernico (La Terra si muove, non è fissa. Il Sole lo è), Cusano, Pico della Mirandola.
Pensiero di Giordano:
- Infinito non è soltanto Dio, ma anche l'universo, creato da Dio.
Seppur torturato, in modo barbarico, dal Santo Uffizi, si è rifiutato di fare abjura, che gli avrebbe, forse, salvato la vita. I suoi libri sono stati bruciati, per quanto possibile, e messi all'Indice.
Il 1600 era stato dichiarato anno giubilare da Clemente VIII e tutti si aspettavano una fase di riflessione, se non clemenza, da parte della Chiesa. Ma così non è stato.
Gesuiti e Domenicani lo portarono al rogo, per eresia, esortandolo, invitandolo, anche lungo il percorso dal carcere al Campo dei Fiori, al pentimento, alla ritrattazione. Ma il poveretto, pur volendo, e non lo voleva, penso, non avrebbe potuto fare o dire nulla in quanto era: con un lungo chiodo che gli trapassava la lingua, con un altro chiodo conficcato nel palato e con le guance strette da un morso di ferro.
E pensare che Gesuiti è Domenicani rappresentavano il clero di più alto livello culturale!
"Non sono tenuto ad abiurare, né lo farò.
Non ho nulla da abiurare
e non so che cosa dovrei abiurare.
Nel pronunciare la mia condanna, la vostra paura è maggiore di quella che provo io nell'ascoltarla", sono queste le ultime parole dette al cardinale Bellarmino, suo accusatore e carnefice, palleggiatore dal Papa.
Giordano Bruno è stato talmente aggredito dalla Chiesa che la sua mente è scivolata nel più totale disprezzo delle autorità religiose. Pur essendo e restando un grandissimo credente.
Fervente era il suo amore per la natura e per la vita. Capiva che l'universo era infinito.
Scrisse, tra l'altro, "Degli eroici furori", un bel libro, dove parla, metaforicamente, del cacciatore Atteone, che aveva osato spiare Diana (La dea della caccia), nuda nella sua casa. Essa scoperta l'azione trasgressiva aveva trasformato il curioso uomo in un cervo. Trasformandolo da cacciatore curioso ad animale cacciato. Infatti, il cacciatore trasformato in cervo viene sbranato dai suoi stessi cani che non l'avevano riconosciuto.
Il curioso è alla ricerca della verità, ma non è saggio nel suo operare.
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