Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

23 agosto 2024

COS'È QUESTO VUOTO?

 Come sempre in città corro da un posto a un altro, ma quando mi fermo un po' mi metto a pensare al vuoto che mi ritrovo intorno.
Sì, perché prima, negli intervalli liberi da impegni professionali, c'era sempre qualcosa da fare. 

Senza rifletterci sopra mi domando del perché di quel vuoto. 
Mi rispondo che, forse, manca qualcosa o qualcuno che faceva la differenza. 
Sì, dal 30 Novembre 2023, è già passato quasi un anno, non ci sei più. Con i tuoi problemi imprenditoriali, i tuoi slanci, le tue analisi politiche e sociali, i tuoi commenti sui fatti di cronaca cittadina. 
E la tua presunzione che alcune volte scemava quando ti dicevo di non condividere la tua opinione. 
Sì, in effetti, eri un po' presuntuoso, ma davanti al dubbio terzo ti ponevi delle domande, ci ripensavi sopra.

Sei andato via quasi in punta di piedi. In modo triste e forse prevedibile.
Quante volte, come quindici giorni prima, durante quel viaggio in auto, per quella consulenza tecnica, ho cercato di farti capire, anche con parole dure, la necessità di ravvederti sul tuo modus vivendi.
"Tu muori, se fai così" ti dicevo, in modo brusco. 
Tu, ti intristivi per un po' e poi tornavi sereno. 
Ti dicevo in quel modo, con un groppo in gola, non per rimprovero, ma per cercare di farti evitare il fumo e le potenziali terribili conseguenze. 
Ora un po' me ne dolgo. Avrei dovuto portarti allegria, serenità, invece, spesso, ti portavo... critiche. 
 
Una lunga e violenta azione necrotica aveva sconvolto i tuoi polmoni. Avevi curato il tuo cuore ma nessuno se n'era accorto che il problema più serio erano i tuoi due mantici che avevano smesso di funzionare. Non erano più capaci di svolgere la loro funzione. 
Ma è logico che dei tanti medici, pubblici e privati, che ti hanno visitato e operato, anche al cuore, a torace aperto, nessuno di loro si sia reso conto del fatto che i tuoi polmoni non funzionavano più?

Ogni tanto dicevi di curare i tuoi acciacchi con un rimedio non conosciuto dai medici. Era il metodo di un buon bicchiere di vino sincero. Secondo te era toccasana per tutti i malanni.
Lo stile di vita era certamente disordinato e i tuoi problemi imprenditoriali accentuavano il disagio.

Vivevi nella tua casa tranquilla dove solo poche persone venivano a trovarti, per chiacchierare un po' con te. Dalle finestre di casa tua guardavi la città e ti dicevi quante cose andavano fatte per ingentilirla, oppure quelle altre che erano state fatte male. Poi, per distrarti, dopo aver dato uno sguardo alle notizie on-line, dedicavi un po' del tuo tempo alla lettura del tuo fumetto preferito da sempre (Tex).

E, alla fine, sei morto da solo, senza quella macchinetta fastidiosa che da tempo eri costretto a portarti dietro, ma essenziale per il tuo mantenimento in vita (Era il surrogato dei tuoi problemi. E tu lo sapevi benissimo, ma quel giorno, in quel momento te ne eri liberato. Forse per eccesso di sicurezza).
Ma ti voglio ricordare sereno come quando partivamo per affrontare nuove avventure imprenditoriali, anche in zone lontane, sconosciute. Tipo Pordenone, ricordi?

Conoscevi il tuo lavoro. Sapevi il fatto tuo e quando avevi dei dubbi tecnici mi chiamavi e passavamo giornate intere a discutere su essi, e non solo. P

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