Quali rimedi ha il Cittadino che si vede subire un torto (Danno, furto,...) da un furfante che si introduce a casa sua con la violenza? Quando l'argomento è trattato in termini generali siamo portati a suggerire il rimedio di appllarsi alla Legge, per ottenere Giustizia. E' questo, indubbiamente, il percorso corretto per uno Stato di diritto. Ma, se quel Cittadino, come tanti suoi simili, si vede, come spesso accade in tante aree del nostro Paese, con la Giustizia negata, allora sopraggiunge lo scoramento, la sfiducia, il dubbio che non "convenga" vivere nel rispetto della legalità. Anche questo è il caso in cui nell'Uomo sopraggiunge la tentazione del ritorno allo "Stato di natura", in cui esso ritorna in possesso di tutte le sue Libertà. Anche quella giudiziaria, già delegata alla Società. Ma questa aggressione psicologica è costretta a rimodularsi quando il torto subito è stato inferto da un potere molto forte, che potrebbe essere in combutta coi Poteri dello Stato. Se la Giustizia è quindi negata al Cittadino non resta che ... appellarsi a Dio. Rinnovando l'appelo fino al raggiungimento della Giustizia negata. E, sopportare. Aspettando e sperando che l'arrivo di nuove persone possa portare al raggiungimento dello stato di giustizia.
In ogni caso, consci del fatto che chi si appella al Cielo è sicuro di avere il diritto dalla sua parte, poiché dovrà rispondere ad un Tribunale che non può essere ingannato.
Queste richieste alla Giustizia Divina portano "in nuce" una drastica "meschinizzazione" delle Istituzioni. O, meglio, degli uomini da essi rappresentate.
Senza dimenticare che "la dove finisce la legge comincia la tirannide".
29 giugno 2013
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