CORAP – Regione CALABRIA
Il
fallimento (Liquidazione Coatta Amministrativa - LCA) del Consorzio Regionale
per lo Sviluppo delle Attività Produttive (CORAP).
La
Liquidazione Coatta Amministrativa del CORAP alla Corte di Giustizia Europea di
Strasburgo.
La
gestione fallimentare perpetuata negli ultimi decenni ha portato allo stato di
insolvenza questo ente della regione Calabria. I creditori dopo varie peripezie
vistasi precluse le varie strade per ottenere il dovuto sono stati costretti a
rivolgersi alla Corte di Strasburgo. In caso di condanna lo Stato Italiano potrebbe
essere chiamato ad accollarsi i debiti dell'ente regionale.
La
Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) ha, intanto, dichiarato ammissibile il
ricorso presentato
dall'avv. Verri, per conto di alcuni (Una ventina) creditori.
La
Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) potrebbe imporre allo Stato Italiano
il pagamento dei debiti CORAP verso alcuni creditori, per il valore vantato di
€ 2.00 mln circa.
L'inadempimento
degli enti locali viola il diritto al rispetto dei beni dei creditori e ne è
responsabile lo Stato. Questo principio è stato affermato, ad esempio, nella sentenza
Arnaboldi c Italia, del
2019. La Corte di Strasburgo dopo la presentazione del ricorso ha dichiarato lo
stesso ammissibile ed ha chiesto all'avv. Verri di integrare i documenti forniti
con gli atti di liquidazione, le perizie disposte dai commissari di liquidazione
intervenuti dopo il
ricorso e quanto altro pertinente la LCA.
In
un primo tempo La Corte Costituzionale, con specifica sentenza (17/02/2021), ha
cancellato (Per illegittimità dovuta a violazione dell'art. 117 della Costituzione
e, quindi, delle competenze fra lo Stato e le Regioni) la norma che prevedeva la
LCA, inizialmente disposta dalla Regione Calabria.
Subito
dopo la Regione Calabria ha rettificato la norma regionale in quel disposto
rigettato dalla Corte Costituzionale ed ha attivato il meccanismo per la nuova
procedura della liquidazione coatta amministrativa del CORAP.
Intanto
la CEDU è stata chiamata a pronunciarsi sull’ipotizzata chiamata indiretta
dello Stato, che, in caso di soccombenza dell’ente locale potrebbe essere
obbligato ad intervenire pagando tutti i debiti accumulati dal CORAP.
DEBITI DEL CORAP
Secondo
la prima procedura di liquidazione coatta amministrativa (LCA) il CORAP era con
una massa debitoria accertata pari a € 52,00 mln circa, di cui € 15,00 mln
circa sono costituiti da crediti privilegiati vantati dagli aventi diritto e fuori
da questo conteggio si registrano ulteriori € 32,00 mln circa di opposizioni allo
stato passivo ed altre insinuazioni tardive che la procedura non ha fatto in tempo
ad esaminare. La prima procedura è saltata per l’intervento della Corte
Costituzionale.
La
nuova procedura di liquidazione coatta amministrativa ha accertato (02/01/2023)
quanto segue:
-
Richiesta dei creditori: € 61,22 mln,
-
Richiesta dei creditori con prededuzione: € 3,21 mln,
-
Richiesta dei creditori con privilegio: € 33,34 mln
-
Decisione di ammissione debito del Commissario di liquidazione: € 49,96 mln,
-
Decisione di ammissione del Commissario di liquidazione con
prededuzione: € 0,00 mln,
-
Decisione di ammissione del Commissario di liquidazione con privilegio:
€ 16,64 mln,
-
Decisione di ammissione del Commissario di liquidazione con chirografo:
€ 30,53 mln.
Pur
in presenza di alcune contestazioni sulla mancata o insufficiente valutazione
di alcuni debiti considerati esclusi dalla procedura.
FALLIMENTO CORAP
I
dati economici e finanziari del CORAP, noti da molto tempo, mostravano la
fallimentare gestione, ma la Regione Calabria invece di andare alla radice del
problema (Sostituzione dei vertici di gestione con professionisti di valore) ha
conservato il modus vivendi operante, facilmente adattabile col colore politico
vigente. Pensando non all’interesse collettivo, bensì a quello di parte.
Nella
prima fase la Regione Calabria ha deciso la liquidazione del CORAP senza
provvedere alla nomina,
come necessario, del Consiglio di Sorveglianza, per il pagamento dei Creditori
e la dismissione dei beni.
LA DIFESA DEL CORAP
ll
CORAP davanti alla Corte Costituzionale ha confessato la propria disastrosa situazione
finanziaria, come riportato dalla stessa Sentenza. Il CORAP inoltre ha affermato
che la caducazione dell’intera procedura di liquidazione coatta amministrativa (nell'ambito
della quale si è svolto un lungo periodo di esercizio provvisorio) produrrebbe
gravi conseguenze economiche, fìnanziarie e sociali. Con la precisazione che il
ritorno in bonis dell’ente sarebbe tale solo in senso giuridico, ma impossibile
nei fatti. I conti del CORAP non tornavano già molto tempo prima della
richiesta di liquidazione.
In
data 12/12/2021 l’allora commissario di liquidazione ha dichiarato la presenza
di una grave situazione di crisi, peraltro aggravata dal perdurare della situazione
di stallo, che, in pratica, rende impossibile per l'Ente adempiere alle proprie
obligazioni; tanto quelle scadute, quanto quelle di prossima scadenza.
Confermando, inoltre, l'impossibilità di assicurare la sostenibilità e l'assolvimento
delle funzioni indispensabili e l'impossibilità di pagamento dei debiti liquidi
ed esigibili nei confronti di terzi.
I CREDITORI
I
creditori del CORAP sono rappresentati da Imprese di piccole e medie dimensioni
che hanno prestato ad esso beni e/o servizi senza vedersi riconosciuto il
giusto e pattuito compenso. Le imprese (Calabresi o non) non possono permettersi
di subire, anche, le conseguenze di una situazione del genere. Le imprese
calabresi non possono essere considerate come le solite vacche da mungere; in
modo diretto o indiretto, anche da chi (Lo Stato) dovrebbe tutelarle.
La
gestione della cosa pubblica non può e non deve cadere, mai, così in basso. La
Regione Calabria avrebbe dovuto intervenire, da tempo, per porre rimedio alla
sgangherata struttura gestionale clientelare del CORAP i cui segni di
malfunzionamento erano visibili, anche, dalle infinite cause aperte gli uffici
giudiziari regionali. Cause spesso andate a buon fine per il CORAP non per
merito tecnico, ma per sfinimento finanziario e fisico del ricorrente vessato
da una giustizia di fatto non funzionante (Con processi costosi e con tempi biblici).
Lo
Stato abbia rispetto dei suoi Cittadini e si faccia carico di questi debiti
che qualcuno, per incapacità o per mala fede, ha generato, con o senza l’avallo
di altri soggetti. Con azione di rivalsa nei confronti di tutto il personale
dirigente responsabile del decesso di un ente, di per sé, molto ricco nel suo
patrimonio immobiliare.
La
Regione, forse, in modo molto più semplice, avrebbe potuto e dovuto, purgare l’ente
di tutto il parassitismo esistente, vendere al mercato libero (Non con gli
stessi dirigenti dimostratisi, nella migliore delle ipotesi, particolarmente
incapaci) qualcuno degli innumerevoli immobili e pagare, come dovuto, con i
relativi interessi, tutti i creditori.
Così
è, a mio parere; in parte per conoscenza diretta in qualità di Consulente tecnico di creditori interessati.
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