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13 gennaio 2023

CORAP REGIONE CALABRIA

CORAP – Regione CALABRIA
Il fallimento (Liquidazione Coatta Amministrativa - LCA) del Consorzio Regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive (CORAP).
La Liquidazione Coatta Amministrativa del CORAP alla Corte di Giustizia Europea di Strasburgo.
La gestione fallimentare perpetuata negli ultimi decenni ha portato allo stato di insolvenza questo ente della regione Calabria. I creditori dopo varie peripezie vistasi precluse le varie strade per ottenere il dovuto sono stati costretti a rivolgersi alla Corte di Strasburgo. In caso di condanna lo Stato Italiano potrebbe essere chiamato ad accollarsi i debiti dell'ente regionale.
La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) ha, intanto, dichiarato ammissibile il ricorso presentato dall'avv. Verri, per conto di alcuni (Una ventina) creditori.
 
La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) potrebbe imporre allo Stato Italiano il pagamento dei debiti CORAP verso alcuni creditori, per il valore vantato di € 2.00 mln circa.
L'inadempimento degli enti locali viola il diritto al rispetto dei beni dei creditori e ne è responsabile lo Stato. Questo principio è stato affermato, ad esempio, nella sentenza Arnaboldi c Italia, del 2019. La Corte di Strasburgo dopo la presentazione del ricorso ha dichiarato lo stesso ammissibile ed ha chiesto all'avv. Verri di integrare i documenti forniti con gli atti di liquidazione, le perizie disposte dai commissari di liquidazione intervenuti dopo il ricorso e quanto altro pertinente la LCA.

In un primo tempo La Corte Costituzionale, con specifica sentenza (17/02/2021), ha cancellato (Per illegittimità dovuta a violazione dell'art. 117 della Costituzione e, quindi, delle competenze fra lo Stato e le Regioni) la norma che prevedeva la LCA, inizialmente disposta dalla Regione Calabria.
Subito dopo la Regione Calabria ha rettificato la norma regionale in quel disposto rigettato dalla Corte Costituzionale ed ha attivato il meccanismo per la nuova procedura della liquidazione coatta amministrativa del CORAP.
Intanto la CEDU è stata chiamata a pronunciarsi sull’ipotizzata chiamata indiretta dello Stato, che, in caso di soccombenza dell’ente locale potrebbe essere obbligato ad intervenire pagando tutti i debiti accumulati dal CORAP.
                                                    DEBITI DEL CORAP
Secondo la prima procedura di liquidazione coatta amministrativa (LCA) il CORAP era con una massa debitoria accertata pari a € 52,00 mln circa, di cui € 15,00 mln circa sono costituiti da crediti privilegiati vantati dagli aventi diritto e fuori da questo conteggio si registrano ulteriori € 32,00 mln circa di opposizioni allo stato passivo ed altre insinuazioni tardive che la procedura non ha fatto in tempo ad esaminare. La prima procedura è saltata per l’intervento della Corte Costituzionale.
La nuova procedura di liquidazione coatta amministrativa ha accertato (02/01/2023) quanto segue:
- Richiesta dei creditori: € 61,22 mln,
- Richiesta dei creditori con prededuzione: € 3,21 mln,
- Richiesta dei creditori con privilegio: € 33,34 mln
- Decisione di ammissione debito del Commissario di liquidazione: € 49,96 mln,
- Decisione di ammissione del Commissario di liquidazione con prededuzione: € 0,00 mln,
- Decisione di ammissione del Commissario di liquidazione con privilegio: € 16,64 mln,
- Decisione di ammissione del Commissario di liquidazione con chirografo: € 30,53 mln.
Pur in presenza di alcune contestazioni sulla mancata o insufficiente valutazione di alcuni debiti considerati esclusi dalla procedura.
 
                                                FALLIMENTO CORAP
I dati economici e finanziari del CORAP, noti da molto tempo, mostravano la fallimentare gestione, ma la Regione Calabria invece di andare alla radice del problema (Sostituzione dei vertici di gestione con professionisti di valore) ha conservato il modus vivendi operante, facilmente adattabile col colore politico vigente. Pensando non all’interesse collettivo, bensì a quello di parte.
Nella prima fase la Regione Calabria ha deciso la liquidazione del CORAP senza provvedere alla nomina, come necessario, del Consiglio di Sorveglianza, per il pagamento dei Creditori e la dismissione dei beni.

LA DIFESA DEL CORAP
ll CORAP davanti alla Corte Costituzionale ha confessato la propria disastrosa situazione finanziaria, come riportato dalla stessa Sentenza. Il CORAP inoltre ha affermato che la caducazione dell’intera procedura di liquidazione coatta amministrativa (nell'ambito della quale si è svolto un lungo periodo di esercizio provvisorio) produrrebbe gravi conseguenze economiche, fìnanziarie e sociali. Con la precisazione che il ritorno in bonis dell’ente sarebbe tale solo in senso giuridico, ma impossibile nei fatti. I conti del CORAP non tornavano già molto tempo prima della richiesta di liquidazione.
In data 12/12/2021 l’allora commissario di liquidazione ha dichiarato la presenza di una grave situazione di crisi, peraltro aggravata dal perdurare della situazione di stallo, che, in pratica, rende impossibile per l'Ente adempiere alle proprie obligazioni; tanto quelle scadute, quanto quelle di prossima scadenza. Confermando, inoltre, l'impossibilità di assicurare la sostenibilità e l'assolvimento delle funzioni indispensabili e l'impossibilità di pagamento dei debiti liquidi ed esigibili nei confronti di terzi.
 
I CREDITORI
I creditori del CORAP sono rappresentati da Imprese di piccole e medie dimensioni che hanno prestato ad esso beni e/o servizi senza vedersi riconosciuto il giusto e pattuito compenso. Le imprese (Calabresi o non) non possono permettersi di subire, anche, le conseguenze di una situazione del genere. Le imprese calabresi non possono essere considerate come le solite vacche da mungere; in modo diretto o indiretto, anche da chi (Lo Stato) dovrebbe tutelarle.

La gestione della cosa pubblica non può e non deve cadere, mai, così in basso. La Regione Calabria avrebbe dovuto intervenire, da tempo, per porre rimedio alla sgangherata struttura gestionale clientelare del CORAP i cui segni di malfunzionamento erano visibili, anche, dalle infinite cause aperte gli uffici giudiziari regionali. Cause spesso andate a buon fine per il CORAP non per merito tecnico, ma per sfinimento finanziario e fisico del ricorrente vessato da una giustizia di fatto non funzionante (Con processi costosi e con tempi biblici).

Lo Stato abbia rispetto dei suoi Cittadini e si faccia carico di questi debiti che qualcuno, per incapacità o per mala fede, ha generato, con o senza l’avallo di altri soggetti. Con azione di rivalsa nei confronti di tutto il personale dirigente responsabile del decesso di un ente, di per sé, molto ricco nel suo patrimonio immobiliare.

La Regione, forse, in modo molto più semplice, avrebbe potuto e dovuto, purgare l’ente di tutto il parassitismo esistente, vendere al mercato libero (Non con gli stessi dirigenti dimostratisi, nella migliore delle ipotesi, particolarmente incapaci) qualcuno degli innumerevoli immobili e pagare, come dovuto, con i relativi interessi, tutti i creditori.
Così è, a mio parere; in parte per conoscenza diretta in qualità di Consulente tecnico di creditori interessati.

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