Chi ha fatto studi di Architettura la prima cosa che fa, avendone i mezzi, è quella di verificare i vari siti esistenti.
Dagli studi fatti sentivo come incongruente, stridente, l'accostamento di linguaggi architettonici diversi, umili e sfarzosi. Forse per questo motivo, per molto tempo, ho rimandato un viaggio nella Grande Mela. Vedevo certe presenze come di una bruttezza infinita. Consideravo brutta anche la mancanza di fantasia nella toponomastica. "Come si fa ad essere così grezzi ed indicare con un numero il nome di una strada". E certi edifici, pur costruiti nel XIX e XX secolo perché erano (Per me) così brutti?
Finalmente mi decisi (E Dino, preso dal mio entusiasmo, è venuto con me) di andare a vedere di persona.
La prima visita al Bronx è stata terribile. La visione cambiava, restando sempre fredda e brutta man mano che ci spostavamo da una zona ad altra zona. La gente "correva" per strada. Quasi come senza meta. Ogni tanto sui marciapiedi si vedevano funamboli o venditori di cianfrusaglie. Ma la cosa più incredibile è stata vedere quelle case in mattoni laterizi pieni a faccia vista, come diciamo in Europa. Erano, e sono, le case in mattoni rossi, con facciate brutte, smunte, sudice, fornite di scalette esterne in ferro rossastro arrugginito che si arrampicavano dal piano terra fino al tetto. Queste facciate erano brutte, ma proprio tanto brutte che, forse, in realtà, erano … belle. Ed anche la denominazione (Numeri) delle vie che è brutta, ma proprio tanto brutta, forse, in realtà, era … bella. Ed anche i contrasti fra le facciate orribili delle case di mattoni pieni rossi con qualche vicino grattacielo di acciaio e cristallo che prima sembrava brutto, ma proprio tanto brutto, forse, in realtà, è … bello. Forse.
6 ottobre 2018
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