Penso, parlo, scrivo di una "cosa" quando da essa sono attratto, innamorato. Senza amore e trasporto sono asettico, asintotico, asintomatico. Portatore del nulla.
Sarà per il periodo particolare (Confinamento da Covid-19), sarà perché mi piace parlare ed ascoltare, ma, anche, scrivere. Ecco perché tutti i giorni scrivo. E scrivo per ore, non per diventare un genio della scrittura come diceva Stendhal ("Scrivi ogni giorno per due ore almeno, genio o non genio che tu sia"), ma per assaporare uno dei più grandi piaceri che l'Uomo possa godere.
E non posso non ricordare il mio primo "Abbecedario"; il primo libro capace di stimolare la più grande evasione di massa dell'Uomo, dal carcere dell'Ignoranza.
La conoscenza e la padronanza della lingua è fondamentale per l'allontanamento da condizioni di sudditanza psicologica, da condizioni di vera Libertà. Chi è lontano dalla conoscenza non è libero e mai lo sarà.
E mi piace ricordare una canzone Sud-Americana, l'unica che io sappia, che ha esaltato la funzione di questo libro (Vocabolario) nella ricerca della Libertà. Parlo di "Gracias a la vida", cantata, magistralmente, da Joan Baez e Mercedes Sosa.
Scrivere, scrivere sempre, è il segreto del successo non solo degli scrittori, ma, anche, di tutto il genere umano. Non sempre ho avuto la possibilità di mettere in pratica, in modo continuativo, questo principio. Lavoro, viaggi, impegni piacevoli della vita spesso mi hanno allontanano da tale piacere. Le guerre, le pandemie, i grandi sconquassi della vita, possono essere il motivo scaturigine per un avvicinamento alla scrittura.
Il mio è un invito alla Scrittura, rivolto a tutti, senza alcuna preoccupazione sullo style, sulla forma, sulla sostanza, sulla punteggiatura. Ci sarà sempre un momento in cui avremo tempo e volontà per fare, rifare, rettificare, integrare, rimodulare qualcosa. Intanto abbiamo scritto, lasciando una traccia.
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