Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

12 maggio 2020

RICCHI PER DECRETO

Da Cittadino del Mondo, anche orgoglioso di essere Europeo, ho sempre esternato il mio convincimento sulla necessità di costruire uno stato sovrano, libero, democratico, con identici diritti e doveri, con tutti i paesi facenti parte dell'Europa. Ricchi e poveri. Da giovane mi sentivo partecipe di tutti i passi politici che facevano vedere la marcia di avvicinamento verso tale obiettivo.
Col passare del tempo ho cominciato a vedere, a capire, che qualcosa nei meccanismi della progettanda Unione c'era qualcosa che lasciava dubbi, incertezze. Il mio Sogno d'Europa mirava verso una realtà che avesse come obiettivo principe la distribuzione del benessere fra tutte le genti d'Europa. Popolazione, tutta, venuta fuori dalla seconda guerra mondiale, con le ossa rotte. Col passare del tempo tutti i vari paesi, chi in un modo chi in un altro modo, hanno cercato, coi loro mezzi e con le loro intelligenze, di venir fuori dalla terribile crisi post-bellica, nel migliore modo possibile. Il crollo del Muro di Berlino, da me vissuto con gioia e lacrime, ha avvicinato tutti i paesi dell'Est, già schierati con l'estinta URSS, per ideologia politica, verso la nascente Europa. La crescita del pensiero Europeo, a ben riflettere, però ha portato solo, o prevalentemente, la crescita di alcuni paesi, con altri rimasti al palo, per una serie di motivazioni. In sostanza, con la nostra agognata Europa, col tempo, i paesi ricchi sono diventati sempre più ricchi ed i paesi poveri sempre più poveri. E gli sforzi chiesti da molti governanti ai propri cittadini ha ridotto, sempre di più, i margini di vivibilità di tante fasce della borghesia. Sempre più spesso, anche per motivazioni imposte dall'esterno, la gente si è vista spremuta come un limone per il pagamento di imposte e tasse sempre più alte. Molti imprenditori, in questo ultimo ventennio, davanti a gravi condizioni di crisi economica, ma anche Istituzionale, si sono suicidati non potendo soddisfare le bramosie del fisco.  Altri sono riusciti ad andare avanti con la prospettiva del fallimento aziendale o della vendita aziendale (Magari a gente che di soldi ne ha tanti e che cerca una strada linda per impegnarli). Con tante Imprese portate al fallimento per mancanza di liquidità, pur essendo creditrici, nei confronti dello Stato, di importi molto più alti di quelli dovuti al fisco.
Nell'indifferenza più assoluta, da parte dei vari poteri esecutivi, succedutesi ultimamente, nessuno si è reso conto del fatto che qualcosa non funzionava e non funziona in questa Italia e in questa Europa Unita (Con lo sputo, non certo con il collante interiore dell'Appartenenza). Larghissime fasce del popolo Italiano si trovano come quegli ufficiali francesi che al ritorno dalla disfatta di Napoleone in Russia si son visti costretti a vendere il cappotto militare di lana per pagare le tasse ("a vendre pour payer l'impos") richieste da Russi e Borboni. Ma in quel caso c'era la "giustificazione" del motivo bellico. In questo caso l'unica guerra esistente è quella portata avanti dai poteri economici e finanziari che gestiscono l'Europa. Ma costoro non conoscono il significato di Idealità, di Solidarietà, di Uguaglianza, di Ridistribuzione dei reddito. Anzi, il loro interesse, come hanno dimostrato alcuni anni fa con la povera Grecia (Che seppure con le sue colpe non andava torturata in quel modo come è stato fatto) e solo quello dell'arricchimento soggettivo, ignorando l'Umanità di un popolo e dei sui bambini. Ed allora, che fare in questa povera Italia, sempre più nave senza nocchiero? 
In attesa di autisti (Non piloti di formula uno) con buon senso, guardiamo avanti, con ottimismo, ma senza fare il passo più lungo delle nostre gambe. 
Con un pizzico di follia, ma senza dimenticare che, ora più che mai, gli Italiani non possono essere considerati Ricchi per decreto fiscale
Con il coraggio e la rabbia di dire e gridare a quegli idioti che gestiscono la TV di Stato di eliminare quelle immagini che, quotidianamente, mostrano cataste di banconote di medio e grande taglio in corso di lavorazione alla Zecca d'Europa. Quelle immagini sono delle vere e proprie idiozie. Sono dei pugni allo stomaco di migliaia di cittadini che si trovano con importanti problemi di sopravvivenza. Con o senza coronavirus. 
E con tanta gente ad un passo dal suicidio. Ma, questo, è un argomento che non interessa più a nessuno.
No, idioti, l'Italiano non è ricco per decreto.

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