Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

31 dicembre 2010

Osare per un ideale

Il mondo è, per fortuna, vario. Esistono, infatti, persone virtuose, coraggiose, capaci di guardare nella giusta direzione e persone false, cattive, parassiti della società, capaci solo di giudicare, di disputare sugli altri; capaci solo di affermare l'assenza di virtù, negli altri. Questo perchè la presenza di virtù (Negli altri) implica come un rimprovero alle proprie maldicenze. Onore a chi, nonostante la palude, il deserto, che lo circondava è riuscito a dire: " Guarderò la morte con lo stesso volto con cui ne sento parlare. Mi assoggetterò a qualunque fatica, sostenendo il corpo con l'animo... Vivrò con la convinzione di essere nato per gli altri, ricambiando così la natura per avermi generato... In ogni azione non seguirò l'opinione degli altri, ma soltanto la mia coscienza,... sarò amabile con gli amici, mite e indulgente con i nemici,... Conoscerò come mia patria il mondo,... e, quando la natura vorrà riprendersi il mio soffio vitale, anche armando la mano alla ragione, me ne andrò via di qui, testimoniando di aver sempre amato la retta coscienza... di non aver mai diminuito la libertà di alcuno".
A chi ha vissuto mettendo in atto, con viva determinazione, quanto sommessamente Lucio A. Seneca diceva tanti secoli fà, non posso non urlare con tutto il mio animo "Sei caduto nell'osare per una nobile impresa". Da incompreso, come tutti gli IDEALISTI. Da grande Sognatore. Si, perchè più grandi sono i sogni più elevato è il livello di LIBERTA' del Sognatore.
Nessuno ha titolo per rubare i sogni degli altri.

Maurice Bejart- Bolero de Ravel ( last part)

22 dicembre 2010

PENSIERO LIBERO - CIVILTA' APERTA

La civiltà occidentale, come altrove accennato, ebbe origine con i Greci. I primi che compirono il passaggio dalla vita tribale alla vita comunitaria. Il transito, l'evoluzione dalla società chiusa alla società aperta, all'altro, visto come possibilmente omologabile, assimilabile, non sempre negativo. Sparta, invece, per quanto ha potuto, ha cercato di mantenere il tribalismo. Atene ha sviluppato ed applicato, anche grazie alla grande rivoluzione della discussione critica e del pensiero libero da ossessioni magiche, il concetto della società aperta, tramandata fino a noi. Lo sviluppo della società aperta ha portato, nel mondo occidentale, ad un sistema di diritti soggettivi ed economici, intinso di diritti individuali di libertà. Da qui la radicalizzazione nelle società del PRINCIPIO DELLA LIBERTA' INDIVIDUALE (E' permesso tutto quello che non è espressamente vietato), in contrasto col concetto di LIBERTA' MEDIEVALE (Si può fare solo quello che è espressamente consentito), che, spesso, emerge, anche oggi giorno, negli ambiti più retrogradi della realtà Italiana.
Spesso, durante la mia vita lavorativa sono costretto a subire, da interlocutori della burocrazia Nazionale, concetti che mi fanno vedere detti concetti medievali. In tali circostanze, ho reagito rigettando, nettamente e sdegnosamente, detti atteggiamenti che trovano presuposto solo nell'arretratezza intellettuale dell'uomo. Forse qualcosa in più del ... "cialtronismo".

25 settembre 2010

Vivere vuol dire agire

L'uomo nella vita dovrebbe " inventare se stesso e il reale che lo circonda, sapere di essere attore dei propri atti, delle proprie decisioni ,..., non seguendo un copione scritto da altri,...".
E' il reale che si fa possibile, e non il possibile che diviene reale.
Vivere vuol dire agire.
Per agire è necessario che l'uomo abbia dei sogni.
Maggiore la grandezza dei suoi sogni maggiore è il suo livello di libertà.
Poveretto colui che non ha sogni...

27 agosto 2010

INTELLETTI ERETICALI

Per gli intellettuali ereticali, a cui, in genere, mi sento vicino, in quanto pensatori, in linea di assoluto principio, non resta che seguire il proprio pensiero, indipendentemente dalle conclusioni cui esso conduce. La conclusione è che la libertà individuale è necessaria, secondo me, non per formare illuminati pensatori, ma, ancor di più, per permettere agli uomini normali di raggiungere il più elevato sviluppo intellettuale di cui sono potenzialmente capaci.
Il livello di libertà individuale di un popolo è dipendente dalla sua capacità di controllare e reprimere le ingiustizie, le persecuzioni. E, tanto più, per un dato popolo, è debole tale capacità, tanto più esso si rifugia nei luoghi comuni (La verità trionfa sempre sulle persecuzioni;...), nella fragilità intellettiva. E' la classica situazione che porta alla diffusione del pernicioso conformismo, traghettatore di una specie di pacificazione (Parcheggio, fermo, sosta,...) degli intelletti che conduce, inevitabilmente, al sacrificio del coraggio morale ed intellettuale. Si genera nell'uomo, pur intellettualmente elevato, una sorta di paura dell'Eresia che conduce, anche le menti più acute, al silenzio. Tale circostanza è portatrice della morte intellettaule del popolo, privo del fondamentale alimento della libertà, costituito dal confronto, dal DIALOGO LIBERO E CONTRADDITTORIO. Per tale motivo è necessario che gli intellettuali ereticali, lontani dalla maggioranza e dai non condivisi luoghi comuni, si sforzino ad esternare i propri pensieri, anche contro tutto e contro tutti, cercando di illuminare, con la loro luce dissonante gli affari dell'uomo. Essi non devono preoccuparsi di disturbare le opinioni predominanti, continuando ad esercitare l'uso della RAGIONE. Spesso per convenienza e/o quieto vivere le intelligenze ereticali ritengono consigliabile tenere per esse le loro convinzioni, dimenticando che ciò non è sintomatico di intelletti logici e coerenti, di personalità coraggiose ed aperte. Vero onore ed orgoglio del pensiero umano.
E' pur vero, in ogni caso, che il danno maggiore del silenzio degli intellettuali ereticali non è per costoro, ma è per coloro che intellettuali eretici non sono. Infatti, per costoro, la circostanza implica il blocco dell'intero sviluppo mentale, l'intimorimento della ragione, la paura dell'eresia. In una parola, il blocco della libertà individuale. E, la libertà individuale è strettamente connessa con gli intellettuali ereticali, che in Europa (E, nel mondo occidentale, in genere) hanno rappresentato il motivo scaturigine del progresso raggiunto sin dalla Rivoluzione Francese.
Infatti, nel 1789, con la Rivoluzione Francese, la libertà in Europa si è propagata in modo inesorabile, dapprima in Francia e, poi, in tutta Europa e nel mondo.La RF è stato un meccanismo che ha eliminato le pastoie al libero movimento delle persone, delle cose, delle IDEE. Rappresenta le fondamenta della libertà, non solo per i Francesi, ma per tutto il mondo occidentale. Con essa si ribadiva la necessità di lasciare all'uomo il diritto di fare liberamente " tutto ciò che non nuoce agli altri " (Ama e fa ciò che vuoi...). Finalmente l'uomo si avvicina alla libertà individuale, schiacciata fino allora dalla politica.
Duecento anni dopo (1989) abbiamo registrato un'altra Rivoluzione importante come quella Francese: La caduta del muro di Berlino. Anche questa rivoluzione, avente caratteristiche diverse dalla prima, ha comportato fondamentali sconvolgimenti in Europa e nel Mondo intero. In altra parte del blog è toccato questo aspetto che, ora, evito di ripetere.
Per me il 1989 è rivoluzionario, anche, per l'arrivo di... Stefania...
Nell'ambito delle suddette Rivoluzioni si inseriscono alcuni dei più importanti Intellettuali ereticali che il mondo abbia conosciuto. Fra essi cito:
-Denis DIDEROT, il padre dell'Encyclopédie con D'ALEMBERT. Francese. Esso sapeva benissimo che il libero pensiero espone a dei rischi, la cui misura è direttamente proporzionale al livello intellettuale dell'eretico. Per le sue idee è stato costretto al carcere (Jacques le fataliste). Non ha avuto alcun timore dal presentare critiche feroci, contro i poteri forti ed, anche contro i suoi cari amici. Ha criticato ferocemente Rousseau, ha contestato D'Alembert, ha tranciato lo stesso Grimm col quale faceva lunghe passeggiate discutendo sulla libertà;
-Bertrand RUSSELL, filosofo, matematico, eretico per eccellenza, senza peli sulla lingua, senza alcun riguardo per alcuno. Inglese. Per le sue idee ha sopportato, anche, il carcere (Che non doveva essere poi tanto duro se in esso incontrava, tranquillamente, pagando, anche delle sue amiche che cercavano di fargli passare il tempo senza tante sofferenze...). Pur senza entrare nel merito di alcune sue posizioni politiche. Clamorosa è stata la pubblicazione del "Paradosso del 16 Giugno" che ha comportato la distruzione di una teoria di logica matematica elaborato da un notissimo scienziato tedesco (Suo amico), che, inizialmente, ... non la prese molto bene...
In ogni caso, gli esempi sopra riportati, sono quelli, per me, più eclatanti di intelletti ereticali.
Tanti altri, nel loro piccolo, cercano di fare il possibile per mantenere viva tale presenza.
Certamente, però, credetemi, non è cosa facile.

23 luglio 2010

LIBERTA'. Dalla libertà naturale alla libertà civile

Nel tempo il concetto che più di ogni altro ha interessato l'uomo è quello della LIBERTA', nelle sue accezioni più diverse. Ogni popolo, ogni governante, ogni uomo "piega" la parola, considerata da tutti, in assoluto, di altissimo valore, alle proprie condizioni, ai propri desideri. Quindi, al proprio livello culturale.
Con la sua evoluzione intellettuale l'uomo
ha realizzato il passaggio dalla libertà naturale (Che rappresenta, nei tempi primordiali e presso le attuali comunità barbare e scarsamente evolute, il diritto, dell'uomo, illimitato e su tutto ciò che tenta e che esso può conseguire) alla libertà civile (Che rappresenta, presso le comunità evolute, il diritto, dell'uomo, di fare tutto ciò che le leggi permettono).
La transizione dalla libertà naturale alla libertà civile, se avvenuta, ha prodotto, nell'uomo, un cambiamento notevole che implica, nella sua condotta,
la sostituzione dell'istinto con la Giustizia.
E' la libertà civile che, da sola, rende l'uomo veramente libero e padrone di se stesso.
L'obbedienza alla legge è libertà. L'obbedienza a persone, in opposizione alle leggi, porta alla sudditanza fisica e psicologica. Quindi, alla schiavitù.
Di contro, l'istinto, l'impulso, la libertà naturale primordiale, da branco, da barbari, porta l'uomo alla grettitudine, alla schiavitù.
L'uomo che non rispetta la libertà civile degli altri è istintivo, bestiale, primitivo, schiavo. Foriero di dolori e di tremende ingiustizie per gli altri ed, alla lunga, anche per se stesso.
Altro discorso è quello legato all'applicazione della legge e della giustizia...

17 luglio 2010

Divertirsi coi numeri



Per molte persone la matematica è vista come una scienza ostica, arida, complicata, difficile da capire. Non è così. In vero, essa, spesso, è capace di farci divertire, di fornirci emozioni.
Riporto, di seguito, alcune curiosità aritmetiche, alcune di antica, altre di recente conoscenza, che, mi auguro, faranno almeno sorridere i miei ... lettori. Di alcune delle suddette curiosità si sono appropriati soggetti e/o associazioni per "presupposti" più o meno razionali. In ogni caso, i numeri (Leggere le scienze) non appartengono, mai, ad alcuno, in modo esclusivo, ma sono patrimonio di tutti gli esseri umani. Amanti o non della matematica.

1. LA PIRAMIDE DI ZOROASTRO
Notare la singolare periodicità che ne deriva dalle seguenti operazioni aritmetiche. E' veramente divertente!

1 x 8 + 1 = 9
12 x 8 + 2 = 98
123 x 8 + 3 = 987
1234 x 8 + 4 = 9876
12345 x 8 + 5 = 98765
123456 x 8 + 6 = 987654
1234567 x 8 + 7 = 9876543
12345678 x 8 + 8 = 98765432
123456789 x 8 + 9 = 987654321

2. IL NUMERO MAGICO (142857)
Notare le eccezionali singolarità riscontrate con le seguenti operazioni aritmetiche.
Per le prime cinque operazioni il risultato è costituito da un numero avente sempre le stesse cifre, con ordine progressivo.
La sesta operazione da una particolarità sorpendente.
La settima operazione da la stessa peculiarità delle prime con la curiosa variante che il 7 è scomparso, scomponendosi in 6+1.
L'ottava operazione da la stessa peculiarità delle prime con la curiosa variante che il 4 è scomparso, scomponendosi in 3+1.

142.857 x 2 = 285.714
142.857 x 3 = 428.571
142.857 x 4 = 571.428
142.857 x 5 = 714.285
142.857 x 6 = 857.142
142.857 x 7 = 999.999
142.857 x 8 = 1.142.856
142.857 x 9 = 1.285.713

3. SINGOLARITA' DEL NUMERO DETTO DELLA GESTAZIONE (9)
Notare le curiose dissolvenze.

a) Dissolvenze importanti:
I prodotti dei primi nove numeri interi danno un numero costituito da una sola cifra, eccetto lo zero in corrispondenza delle decine. Inoltre, la somma delle cifre di tali prodotti da, sempre, dei numeri la somma delle cui cifre è, sempre, uguale a nove.
Provare per credere.



b) Dissolvenze elementari:
I prodotti dei primi nove numeri interi per nove da, sempre, un numero la somma delle cui cifre è, sempre, uguale a nove.
Verificare per credere.

1 x 9 = 9 > 0 + 9 = 9
2 x 9 = 18 > 1 + 8 = 9
3 x 9 = 27 > 2 + 7 = 9
4 x 9 = 36 > 3 + 6 = 9
5 x 9 = 45 > 4 + 5 = 9
6 x 9 = 54 > 5 + 4 = 9
7 x 9 = 63 > 6 + 3 = 9
8 x 9 = 72 > 7 + 2 = 9
9 x 9 = 81 > 8 + 1 = 9

4. IL QUADRATO DI SATURNO ( 15)
I numeri da 1 a 9 posti all'interno di una maglia quadrata con tre caselle per lato si presentano con la somma per righe, per colonne e per diagonali sempre uguale a 15.
Provare per credere.



Naturalmente, sempre di Saturno si tratta se passiamo dalla suddetta versione ad altra speculare ad essa come la successiva




5. IL QUADRATO DI GIOVE ( 34)
I numeri posti all'interno di una maglia quadrata con quattro caselle per lato si presentano con la somma per righe, per colonne e per diagonali sempre uguale a 34.
Provare per credere.



6. IL QUADRATO DI MARTE ( 65)
I numeri posti all'interno di una maglia quadrata con cinque caselle per lato si presentano con la somma per righe, per colonne e per diagonali sempre uguale a 65.
Provare per credere.




7. IL QUADRATO DEL SOLE ( 111)
I numeri posti all'interno di una maglia quadrata con sei caselle per lato si presentano con la somma per righe, per colonne e per diagonali sempre uguale a 111.
Provare per credere.




11 luglio 2010

Ingiustizie

Al fine di movimentare il confronto con gli altri (Il blog comincia a diventarmi stretto) ipotizzo, qui, la presenza di una agorà, ove chiunque può riportare (con commento su questo post), con dettaglio di particolari, possibilmente con l'indicazione di luoghi e persone, le ingiustizie subite. Piccole e grandi. Questo è il periodo degli esami di stato, quindi, per esempio, largo a tutti i maturandi che hanno subito, dai professori, qualche ingiustizia, e che desiderano sfogare tutta la loro rabbia. Assicuro un commento su ogni caso.

Alberi

Spesso, nella vita, mi sono trovato a suggerire, proporre a persone e/o istituzioni la posa in opera di alberi, in luoghi pubblici e privati. Di qualsiasi genere, purchè alberi. Ho gridato tale desiderio, tale bisogno interiore, in vari posti. Spesso ho avanzato la richiesta per ambiti cittadini (In ultimo per PISA), ma l'ho fatto, anche, per ambiti urbani. Confesso che spesso mi sono addirittura spinto fino alla piantumzione di piccoli alberelli lungo delle strade extra urbane (Su proprietà libere, ma non certo mie). Ma dopo poco tempo tutti sono stati estirpati. Da chi se non da uomini grezzi? Spesso mi sono opposto alle potature drastiche che alcuni Comuni fanno ai pochi alberi esistenti nelle città. Altre volte, poi, per evitare il peggio (taglio drastico di alberi; aberranti taglio geometrici) ho, addirittura, minacciato la chiamata di Giornalisti e di Carabinieri.
Spesso mi domando, allora, perchè? Con tutti i problemi legati all'avanzata desertificazione della terra, con l'avanzato livello evolutivo è possibile che l'uomo non riesca a rendersi conto dell'importanza degli alberi per la stessa sua sopravvivenza.
Anche nell'Ade, quando vi discese, da vivo, Odisseo ha potuto ammirare, come ben noto, i famosi boschi di Persefone. Fatti di pioppi, di salici, ecc... Si, anche di salici, considerati infecondi, incapaci di portare frutti a maturazione, ma bellissimi col loro fogliame. Sterili come il regno dei morti. Portatori dell'estinzione del desiderio erotico. Persefone, infatti, è vergine, casta, senza sangue, sterile come il salice che non produce frutti.

Vita da dei, vita da uomini

La vita è dipendente da soggetto che la percorre. Può essere da dei o da uomini. La vita da dei è: lieta, leggera, libera dalla morale, dal dolore e dalla tragedia. Achille, che in cuor suo pensava di essere una divinità; dopo il pianto intrecciato col saggio vecchio Priamo, per la presenza del dolore (Percepito per la morte di Patroclo), si rende conto di essere, semplicemente, ... un uomo. Non un dio. Infatti gli dei non conoscono il dolore, non vivono tra il dolore. Essi sono, sempre, felici, mentre tra gli uomini impera l'infelicità. Gli dei conoscono la felicità, ma non le sventure. E, poi, quando si interfacciano con circostanze particolarmente imbarazzanti la loro reazione è leggera, ironica, potremo dire, oggi giorno, moderna. E' il caso di Afrodite che, con entusiasmo si abbandona tra le braccia di Ares, quando Efesto, il marito, non riesce più ... a parlare col suo cuore. Ma nonostante le risibili ragnatele poste, invano, intorno al letto da Efesto, tale fatto non sortisce alcuna vera e propria difficoltà (Se non quella del trasferimento su un lontano sito ove farsi assistere, dalle preposte Grazie, per un caldo bagno e la successiva unzione con preziosi oli immortali profumati). Il tutto sotto il sorriso ironico di Apollo e di Ermes (Che in famoso canto conferma che non avrebbe disdegnato di essere al posto di Ares). Ciò per significare che la vita degli dei non è condizionata, in alcun modo, da alcuna tragedia.
La stessa distrazione di Afrodite trasferita agli uomini, invece, implica l'esplosione di passioni, rancori, reazioni violente, che, spesso, possono portare a conflitti inauditi. Come è successo alla bellissima Elena, attratta da Paride, nonostante la presenza di Menelao (Il marito). Distrazione che ha portato alla guerra di Troia, con migliaia di morti, nel Peloponneso.
A suo modo anche la famosa "esclusa" del Pirandello è stata un pò Penelope un pò Afrodite...
Forse, col passare del tempo, il modo di pensare degli uomini (la loro vita), tenderà sempre più ad avvicinarsi, in modo asintotico, al modo di pensare degli dei. Ed, al limite, tale tendenza porterà alla coincidenza dei due distinti modi.
E' pur vero che la distanza fra dette due diverse visioni della vita (Da dei e da uomini) è molto più accentuata per il mondo islamico che per il mondo occidentale cristianizzato. Per le diverse culture (Il termine tolleranza è praticamente sconosciuto tra certi popoli) e per il diverso modo di guardare... alle donne.
Il tutto per evidenziare, con Omero, con Pericle e con Pirandello, la funzione sociale, nel bene e nel male, della emancipazione delle donne. Donne dalle quali, tutti gli uomini, dipendiamo.
Lo si voglia o non lo si voglia ammettere...

Carpe diem

Se sei soltanto un uomo, un uomo effimero che ama le cose mortali, sai che la tua condizione dipende dalla sorte, buona o cattiva, che ogni giorno qualcuno ti assegna. Vivi la realtà quotidiana, accetta tutto dalla vita, accogli qualsiasi cosa esiste. Ricordati che, per colpa o per fortuna, abbiamo fame, quindi, siamo si costretti a procurarci il cibo, ma il nostro ventre, con i suoi richiami, ci fà... dimenticare i dolori. Ma la vita non è solo ventre. E', anche, intelletto, pensieri, emozioni, riflessioni, mente, vita interiore. Aspetti che ci portano alla curiosità, al desiderio di conoscenza di sperimentazioni, alla ricerca di nuovi lidi. Davanti a tali incitamenti interiori siamo spronati ad agire ... senza limiti. Spesso, però, ci sono dei freni inibitori, portati dalle condizioni al contorno, che ci trattengono. In ogni uomo agisce, a questo punto, il proprio limite del kairos (Intuizione) di brevissima durata. Nella vita è essenziale agire al momento giusto e nel modo giusto, prima che ...l'occasione si involi. E' bello e giusto cogliere l'istante, con esattezza, senza ... lasciarsi andare all'eccesso. Si, perchè senza controllo, senza misura, il kairos svanisce e difficilmente ritorna... una seconda volta,... carpe diem.

Il sole negli occhi

Per Ifigenia "guardare alla luce del sole è per gli uomini la cosa più dolce " della vita, dono fragilissimo ed insostituibile.
Per questo, per Lei ed, anche, per me, nessuno ha diritto di rubare la luce ed i sogni di un altro uomo. Perchè la conoscenza nuova non trovi scaturigine dalla sofferenza.

Affidata a Tiresia

Col cuore di sasso,
davanti ad uno spettacolo commovente,
con gli occhi fissi all'infinito, sopra il mare,
malgrado o a causa dei suoi furori, Egli invia a Tiresia una preghiera:
"
Ascolta Madre che percorri la terra, dai capelli neri, lunghi e lisci,
se sono tuo veramente, madre mia, come dici di essere,
che a casa non giungano i distruttori di oikos,
i figli dei cani che abitano... nelle stalle.
Ma se è loro destino vedere i loro cari e tornare
nelle loro case ben costruite e nella terra dei padri,
tardi vi giungano e male, perduti tutti i compagni e figli,
sopra una macchina ostile, e a casa trovino dolori ";
con la remora di rammentare ad Euriclea
" ... gioisci nell'animo e frenati, senza gridare!
E' empio esultare su uomini uccisi... "

1 luglio 2010

L'esperienza dell'Altro

A proposito dell'esperienza dell'altro, riporto alcuni cenni su un personaggio che, in certi momenti (Non sempre) ha avuto una straordinaria Sensibilità nel proporsi, vestirsi, guardare dalla parte dell'altro. In certi casi egli ha saputo essere l'altro, come nessuno. Egli aveva una forte capacità di mimesi, di trasformazione, di metamorfosi (Con l'assistenza più o meno manifesta di Atena). Pur combattendo da leone, ha, sempre, preferito, preliminarmente, ragionare, riflettere con astuzia, ponendosi, alla fine di tutto, dalla parte dei vinti. I suoi vinti.
Sempre ha cercato di identificarsi con essi, con le sue vittime. Fortemente simbolica, in tal senso, è, per esempio, la circostanza del suo atteggiamento con la donna Troiana alla quale, in combattimento, ha ucciso il marito. Egli, nonostante tutto, ... si perde in lei. Capisce il suo pianto, la sua sofferenza, il suo dolore. In quel momento si rende conto che il pianto dei vinti è uguale al pianto dei vincitori. E' lo stesso pianto che accomuna Achille e Priamo. Il povero vecchio Priamo, con umiliazione, si butta ai piedi di Achille, dimostrando, così facendo, la sua saggezza, la sua forza interiore. Achille dopo aver annientato ed umiliato, con la sua forza il figlio di Priamo, si rende conto della potenza di quel vecchio uomo che piange ai suoi piedi, inerme. E, pensa a suo padre...
Vincitore e vinto entrambi, in modo diverso, ma allo stesso modo, piangono. Entrambi talmente potenti, non in forza fisica, ma in saggezza, in quel momento, sono capaci di riuscire, nonostante tutto, a porsi nei panni dell'altro. Il tutto per pervenire alla conclusione che tutti i padri sono gli stessi e, noi stessi siamo i nostri principali nemici.
Il ricordo delle cose molto belle porta con se le ... lacrime. Le stesse dei vinti.
E' appena il caso di rammentare che per il nostro NESSUNO l'identificazione con il dolore degli altri, certamente, non l'ha percepita, complice (Forse) Atena, quando ha scoperto la violazione, da parte dei Proci, della sua
Oikos, la cui sacralità non è messa, mai, in discussione. Nè da Atena, nè da Lui e nè da mè.

9 giugno 2010

Alfonsina

Per la tua intelligenza, per la tua determinazione, per la tua forza (Nonostante tutto e nonostante tutti), per la grandezza dei tuoi Sogni, per la tua capacità di reazione davanti agli ostacoli che hanno cercato, invano, di limitare la potenza del tuo moto, per la tua freschezza come l'acqua rubiconda di un rumoroso ruscello di montagna, per te questo pensiero, con la certezza (Speranza?) che la nuova attività implichi la conservazione delle suddette peculiarità. Di raro riscontro. Ciao Alfa.

No, così non si può più andare avanti

Si, è proprio vero, così non si può, più, andare avanti!!!
No, nonostante tutto, con la schiena diritta e lo sguardo deciso, dobbiamo, tutti, andare avanti, magari con un sorriso.

Vado a guardare il Mar

Si, quando sono stanco, quando sono triste, quando mi sento depresso, quando sono insoddisfatto di mè stesso e/o degli altri che mi sono vicini, quando sono arrabbiato col mondo intero, quando vedo le innumerevoli ingiustizie che colpiscono gli ultimi, quando mi sento incompreso, quando ho bisogno di stare solo con me stesso, quando sento il bisogno di non sentire altro che il silenzio, quando ho bisogno di sentirmi un naufrago, allora, abbandono tutto e ... vado a guardare il... mare.

Amo leggere

Amo guardare, in silenzio, le Averle che, senza stare mai ferme, cantano sulle cime più alte del pino. Amo il cinguettìo dei Cardellini che giuocano inseguendosi sul gelso carico di more. Amo contemplare il Mare mosso o calmo come lo era oggi. Amo veder crescere gli Alberi. Mi piace ascoltare, parlare, dialogare con la gente, anche sconosciuta, intelligente e di spirito elevato. Ho fame di conoscenza. Amo sognare ed amo, tantissimo, la libertà. Ma, ancor di più, amo leggere. Si, mi piace leggere, di tutto. Solo le persone che leggono sono veramente libere. Chi non ha sogni non è libero. Chi reprime i suoi sogni non è libero. Chi ruba i sogni degli altri è un criminale, perchè non ama la libertà. Il livello di libertà di un uomo è direttamente proporzionale alla grandezza dei suoi sogni. Esiste quindi un intimo rapporto tra la lettura e la libertà. Leggere (e scrivere), in verità, rappresenta un allenamento dell'intelletto ed in quanto tale è necessario esercitarlo, costantemente. Ogni allenamento, però, implica, anche, uno sforzo psichico (e fisico) inevitabile se non si vuole soffermarsi su letture semplici, banali (Messaggini, fumetti, ...). Sono le letture complesse, quelle ben articolate, che aiutano il lettore. Ricordando che vale, anche per l'intelletto, il detto che il mancato uso atrofizza l'organo.
Secondo P. Dorfles i blog appartengono alle letture banali per alfabeti, per la sintetica esposizione dei fatti. In parziale accordo devo riconoscere, nel mio caso specifico, che i post (Tutti, in genere, da me, scritti di getto, a braccio; qualche volta con una semplice traccia) articolati e complessi, quasi sempre, sono rimasti con ... zero commenti!!! E' pur vero che alcuni lettori del blog mi hanno contattato per commenti diretti; ma è ancor vero che per certi post mi aspettavo una bella ed intelligente interlocuzione. Avrà ragione Dorfles?
Nella lettura ognuno applica un proprio tipo di approccio. Molti (Infantili) si identificano con un personaggio; altri (Adolescenti) hanno il proposito di imparare a vivere; altri ancora (Accademici) hanno la tendenza ad indulgere in generalizzazioni. Secondo il perverso NABOKOV, invece, il vero lettore (Lui presuppone quello Intelligente) deve identificrsi con lo scrittore. Deve, cioè, prestare attenzione alla Forma, all'Arte, alla Struttura del libro.
In ogni caso, comunque la pensiate, per condividendo il pensiero del folle Vladimir, conservate il vostro personale approccio alla lettura, con lo spirito esaltato, tempo fà, anche dalla casa editrice Felici, col detto "IO AMO LEGGERE".

Chiara

Da sempre per chi si interessa di storia, di poesia, di letteratura, quella del cinque maggio è una data importante. Da ricordare. Ancor di più, tale data, è importante per mè, amico, da sempre, anche, della Filosofia (E dei Filosofi)... Pur trovandomi in sofferenza quando Qualcuno, per punzecchiarmi, afferma che nella scala gerarchica d'importanza intellettuale, la Tecnica (Branca a cui appartengo), viene dopo della Scienza, che, a sua volta, viene dopo della Sapienza (Filosofia)... Col pensiero rivolto alla Sapienza, impersonata da una Persona molto speciale, rammento quel cinque maggio, illuminato da quel Sorriso immenso. E' il sorriso di Chiara proiettato sempre... più in là. Verso nuovi orizzonti.

15 febbraio 2010

Ellas, alzati e cammina

Nel mondo contemporaneo, spesso siamo portati a difendere, anche a detti stretti e con le unghie, alcuni valori fondamentali che, oramai, consideriamo come irrinunciabili della nostra cultura occidentale. Della nostra identità. Valori come la libertà individuale, religiosa, politica; come la democrazia. Spesso, forse per la fretta, non ci soffermiamo a guardare indietro, per vedere dove poggiano detti valori. Se lo facessimo non potremmo non riconoscere che le fondamenta della nostra cultura, del nostro sviluppo, del nostro progresso, della nostra scienza, della nostra tecnica si trovano, prevalentemente, stabilmente, riposte in... Grecia. Ed alla Grecia, da fratello minore a fratello maggiore, forse, tutto il mondo occidentale dovrebbe guardare, con maggiore attenzione, amorevolmente ("E' mio tutto ciò che amo"), per porgere una mano, qualora ce ne fosse bisogno, nei momenti di difficoltà. Come quelli attuali. Ed in un silenzio assordante dei mezzi di comunicazione di massa, degli intellettuali Italiani ed Europei, se non Occidentali, in un momento come questo, con un caloroso sorriso rivolto agli amici Elleni di una volta (Socrate, Platone, Aristofane,...), memore della forza e della potenza dell'intelletto umano, dico, anzi, urlo, guardando verso Delfi, dal Rion - Antirion, " ELLAS, alzati e cammina ", insieme a noi.

Il ritiro nel bosco

L'uomo (Al pari di tanti animali) ha un vissuto quotidiano che si interfaccia con altri esseri umani, in un contesto (definibile) di società. Egli, per vivere ha, sempre più, bisogno dell'uomo, in qualsiasi contesto si trovi (In una metropoli, in una cittadina, in un villaggio); anche se si trova in condizioni di estrema solitudine (In caso di estremo eremitaggio). Nei tempi primordiali, in modo approssimativo, e via via fino ai giorni nostri, Egli si è dato delle regole, delle direttive di comportamento morale, sociale ed etico da tenere nei rapporti con gli altri (Uomini ed anche animali). Le prime regole organiche di comportamento sociale (Codici) possono essere considerate quelle diffuse nell'antica Grecia (Anche se, ad onor del vero, esistono tracce sull'esistenza di tali codici, anche, presso altri popoli e civiltà antecedenti a quella Greca). In sintesi, quando l'uomo col suo comportamento "inidoneo" arrecava un "torto", un danno (Vero o presunto) ad un altro uomo e/o alla polis, in cui era inserito , doveva subirne le conseguenze (Pena. Espiazione). La mia mente corre velocemente all'ostracismo (Esilio, da 5 a 10 anni, inflitto dal popolo a persone sospettate di aver tramato contro Atene. Ne sà qualcosa, per esempio, il "giusto" Aristide, una delle menti più colorate della polis. Il popolo, nella parte concava di un coccio di terracotta (Striscia trasversale di una tegola a coppo), durante l'ecclesia scriveva il nome di colui che doveva abbandonare la città) ed alla cicuta (Veleno imposto, per esempio, nel 399, al povero Socrate, "colpevole" per ... aver fondato la Filosofia. Socrate era uomo con mente colorata di estrema raffinatezza ed eleganza, amante della libertà intellettuale e fisica, profondo conoscitore del sapere di allora che poneva, facilmente, senza limiti, a disposizione di tutti coloro che manifestavano interesse). Ho riportato due casi molto noti di pene inflitte nel mondo classico Greco, ma non posso omettere di ricordare, anche, il caso di Pericle (Secondo mè uno dei primi uomini di stato, che, nonostante le contestazioni ricevute, ha costruito le fondamenta per l'emancipazione della donna, nella cultura occidentale). Il mondo Greco (Classico), come ben noto, era costituito, essenzialmente, da uomini (Ragionevoli ed irragionevoli; Prudenti ed imprudenti; Sconsiderati; Decisi ed indecisi. Privi di rimedio contro ... la vecchiaia. Mortali. In ogni caso, sempre, limitati nel tempo e nello spazio. Incapaci di conoscere il futuro. Solo, eventualmente, capaci di sopportare ogni traversia con tenace caparbietà. Come Ulisse...) e da dei (Con eterni privilegi. Immortali. sempre giovani. Conoscitori dei futuro,...). E, contrariamente a quanto si potrebbe, oggi giorno, pensare anche gli dei erano tenuti ad espiare le loro colpe. Infatti, per i Greci (Di allora) anche gli dei possono essere colpevoli, come gli uomini. Anche gli dei, quindi, se uccidevano, se violavano l'ordine, dovevano essere puniti, alla stessa stregua (Più o meno. Infatti, in vero, spesso, ci sono state delle "interferenze" per attenuare ... qualche espiazione) degli uomini (Mortali). Naturalmente non tutti gli dei si lasciavono travolgere da colpe. Certamente un pò "birichino" era quella peste di Ermes, che, spesso, è riuscito ad "infinocchiare", col suo candore, anche suo fratello (Di padre) Apollo, il quale, pur figlio prediletto di Zeus, per una serie di colpe ha sentito (Su pressione del padre) il "bisogno" di espiare i suoi torti ritirandosi per lunghi anni in una foresta. Lontano da tutti e da tutto. Nonostante la sua potenza, la sua sublimità, Apollo si sentiva preso dall'angoscia. Si sentiva impuro, per le sue colpe, ed al limite (Border line, come si direbbe oggi) della follia. Sentiva, in quanto dio, che il male è contaminazione, e, col suo vissuto, senza adeguata espiazione, avrebbe comportato contaminazione (Il male porta male) a tutto il mondo che gli stava intorno. La morte e/o l'espiazione avrebbe comportato la rinascita del bene e far germogliare il bene anche la dove c'era il male. Ma lui era immortale!!! Al suo passaggio si diffondevano pestilenze ed ogni altra malvagità. Assalito dal terrore e dalla follia, pur divinità, divenuto maledetto e vagabondo, è stato spedito, da Zeus, in esilio, per espiazione pena, nella foresta. Per nove lunghi (Sono tali anche e specialmente per chi è immortale) anni Apollo visse in un bosco, ai "confini del mondo, alle sorgenti della notte". Senza alcun contatto con uomini o dei! Visse nel bosco, nella natura incontaminata, tra gioiosi ruscelli e celestiali canti (Pensando alla lira ricevuta in ... dono da Ermes, in cambio di considerevoli benefici...) di uccelli. Per nove lunghi anni espiò le sue pene, odorò, profondamente, l'aroma dell'alloro (Che diventò, da allora, la sua pianta preferita - Dafne docet), perse le sue paure, e, purificato, ritornò a Delfi, dove, in qualità di medico e signore degli oracoli, ha provveduto a purificare tutti gli sventurati che, come lui, avevano ... sbagliato.
Come si fà a non riconoscere un lucido legame tra quanto ora detto e quanto, in modo divino, ci è stato raccontato da
Dostoevskij con una delle sue più belle opere (Per mè, ancora oggi, insuperata e, forse, ... insuperabile).
La paura ed il male non hanno futuro; portano, solo in apparenza, poco più in là... La speranza e l'ottimismo del bene, invece, sono preziosi segni di vita intellettuale, spirituale e pratica, che ci portano a guardare ed andare lontano. In sicurezza. Per il bene di noi stessi e del mondo che ci circonda. L'uomo deve cercare di allontanarsi dalle sue paure, dalle sue fobie, in un mondo dove la libertà individuale, a livello sempre più crescente, non deve essere, mai, messa a repentaglio da ... alcuno. E, tutte le volte che vediamo crescere in noi stessi (O negli altri) il male, quando siamo insidiati dalle condizioni di pericolo estremo, quando la società / gli amici ci hanno abbandonato, perr colpa vera o presunta, quando non è il caso di perseverare nella lotta, pur giusta, fidando solo sulla nostra intima forza, con un passo lesto e felpato, per un adeguato intervallo di tempo, ritiriamoci nella foresta, se vogliamo ... sopravvivere ... diversamente!!!
Apollo fece il suo ritiro in un bosco, ai confini del mondo. Per quello che io sò, nei paesi dell'estremo nord Europa, in Islanda, esiste, ancora, la "tradizione" della ritirata nella foresta, per espiazione, per riflessione, o... altro. Apollo, in ogni caso, Islanda o non Islanda, certamente non avrebbe avuto problemi per spostarsi, velocemente, dalla bella e calda Grecia alla altrettanto bella, ma non certamente calda, Islanda. Non vi pare???

6 febbraio 2010

Vieni, dammi la mano e... non parlare

Si, dammi la mano, vieni con me e... non parlare... Non c'è bisogno... Il silenzio spesso è molto più espressivo di qualsiasi parola.

4 febbraio 2010

Copyright

Sono un libero professionista e spesso sui miei progetti, in passato, riportavo la classica dicitura sulla riservatezza dei diritti d'autore (Copyright). Tale percorso serve per cautelare, proteggere, riservare, in modo esclusivo le opere d'ingegno e /o professionali. Con tale "riserva" nessuno, ufficialmente, ha il diritto di "copiare" o appropriarsi delle "cose ideate da altri". Dal punto di vista dell'autore e per casi eccezionali tale circostanza, limitata nel tempo e nello spazio (Per ovvi motivi che non mi sembra il caso di riportare in questa sede; fatta salva l'ipotesi di ritornare sull'argomento in presenza di interlocutori interessati) appare del tutto ragionevole. Dal punto di vista più generale, invece, tale circostanza è del tutto infondata, irragionevole, restrittiva, egoistica.
Infatti, in linea generale, penso che non abbia alcun senso mettere delle barriere, delle limitazioni ad alcun pensiero, invenzione, creazione scientifica e/o professionale. Chi sa deve (O dovrebbe) dare (Senza alcuna richiesta, possibilmente) anche agli altri il proprio sapere. Specialmente se ciò implica accrescimento sociale (Lo sostengo ora io, molto modestamente, ma diceva la stessa cosa anche A. Einstein, nel secolo scorso). Di più; penso sia un bene che la collettività si appropri di ogni concetto, conoscenza, pensiero, scoperta scientifica, idea professionale, che possa implicare una crescita della libertà e, quindi, del tenore di vita dei popoli.
Infine, pensiamoci, su un mezzo globale, come internet, su cui ci appoggiamo per approfondire le nostre conoscenze, per esternare i nostri pensieri (Buoni o cattivi), per diffondere i nostri entusiasmi, le nostre emozioni, le nostre elucubrazioni, le nostre frustrazioni, ha senso apporre il diritto di "copyright"?
Non è il blog il sito ove il concetto di libertà è assoluto e condiviso, praticamente con tutta l'umanità? E' pur vero che il copyright ha implicato, in molti casi, enormi vantaggi economici a favore degli autori (O presunti tali), ma è anche vero che molte volte tali vantaggi hanno comportato, anche, infinite complicazioni a carico del genere umano. La presenza del copyright senza limitazioni di sorta, ha comportato, per esempio nel campo medico, innumerevoli sacrifici umani. Purtroppo tale circostanza si è verificata nel passato e si verifica tutt'oggi.
Per questi e per tanti altri motivi la risposta alla suddetta domanda non può che essere negativa!
La scienza e la conoscenza non sia, mai, un ostacolo per l'uomo. Il blog (E la rete in generale), massima espressione di libertà dei nostri tempi, non può e non deve essere ristretto, limitato, riservato. Quindi, se è vero come è vero che il livello di libertà di un uomo è funzione diretta (Con il sorriso di "Alfa") della grandezza dei suoi sogni, evitiamo, tutti, di porre limitazioni agli stessi (Sogni).
Senza dimenticare che il massimo livello di libertà l'uomo lo raggiunge in condizioni di... follia.

Fiore (Anthos)

FIORE. E' la parte più bella ed elegante di ogni pianta, preposta, come un grembo materno, alla conservazione, in se, degli organi della riproduzione. Ogni uomo, che lo voglia o che non lo voglia ammettere, è attratto da tale bellezza della natura.Nei tempi passati ed, anche, fino agli inizi del secolo scorso, si pensava che parlare di fiori fosse compito delle fanciulle. Col passare del tempo anche gli uomini si sono avvicinati ad essi.
In natura esistono infinite varietà di piante e, quindi, di fiori, molto ammirati anche da me. Spesso mi diletto ad ammirarli direttamente in natura ed anche in riproduzione, come sui blog che li riportano con fotografie di estrema eleganza. In natura esiste un Fiore che mi ha, sempre, molto attratto ed incuriosito per la rara (E, per quello che ne so, unica) peculiarità della sua pianta. Infatti, l'agave poco dopo l'infiorescenza... muore!
Il Fiore è sempre stato al centro dell'attenzione di molti artisti che l'hanno riprodotto, spesso mirabilmente, sotto diverse prospettive. Quello che, secondo me, è riuscito, meglio di tutti, ad esaltare il Fiore per eccellenza (Rosa rossa) è stato S. DALI', quando, nel 1958, con estro e genialità surrealista, ha dipinto, mirabilmente, una rosa rossa sbocciata (Emblema, simbolo, di femminilità) sospesa nel cielo, azzurro con qualche foschia, quasi come un simbolo sacro a cui gli uomini, sulla terra, si rivolgono, dal basso verso l'alto, con pathos, quasi in ... adorazione e contemplazione. Chi non ha mai visto tale dipinto del DALI' lo vada, appena possibile, a vedere...
Mi piace ricordare, infine, che Fiore, in greco si dice ANTHOS, origine del nome latino ANTONIO. Antonio, quindi, come FIORE, ma, anche, sinonimo di uomo coraggioso, bello, combattente e determinato. Come un Fiore (Anthos), che non c'è più, al quale è dedicato questo mio post.

16 gennaio 2010

lungarno pacinotti - dal ponte di mezzo alla cittadella

ho molto viaggiato. sono stato in molti continenti. ho visto siti, naturali ed antropicizzati, di elevata bellezza. ma se devo essere veramente franco il posto che mi appaga di più, per la sua perfetta armonia nei rapporti spaziali fra ambiente, architettura e vissuto è rappresentato dal lungarno pacinotti. si lungo quel tratto che dal ponte di mezzo, in destra idraulica, spesso, mi porta, quando posso, al calar del sole (anche durante le giornate uggiose), verso la cittadella, per la mia solita passeggiata. per chi non l'avesse mai visto è uno dei siti urbani più belli (per me il più bello) del mondo. è pur vero che, spesso, con la fantasia, mi spingo a vederlo rincorso da un ...filare di alberi. si, da sempre mi dico che, esso, sarebbe ancora più bello se lungo il suo profilo, di elevata eleganza, ci fossero degli alberi (vegetazione) d'alto fusto per dare un contrasto cromatico ai colori degli edifici circostanti. effetto cromatico che, certamente, non può essere ricercato in ...ambiti innaturali (esteticamente discutibili). l'ipotesi alberi (d'alto fusto a chiodo) sicuramente porterà qualcuno a storcere il...naso... in ogni caso, mentre ci pensiamo un pò su, facciamoci una bella passeggiata, col fresco di questi giorni e col venticello che viene dal tirreno.

12 gennaio 2010

Il sogno di... Giacobbe

A proposito dei sogni di ... Giacobbe (... Eolo).
Se desideriamo ardentemente una cosa, alla fine, la otteniamo...
Dedicato, a tutti coloro che hanno un SOGNO; ed, anche, al Nik che da tanti anni, anche lui, insegue un sogno nella sua bellissima (Ma potrebbe essere ancora più bella...) Vallata.
Giacobbe per ottenere in sposa Rachele si impegnò alla custodia delle pecore di Labano, con pazienza ed abnegazione, per ben sette lunghi anni. Al compimento del tempo doveva essere condotta nella sua tenda buia (?) l'amata. All'alba del giorno dopo il povero Giacobbe si accorse di essere stato ingannato. Invece dell'amata Rachele aveva passato la notte con Lia (Sorella, molto meno bella, di Rachele). Non entriamo nel merito della questione legata al buio, all'inganno, alla non immediata individuazione della promessa sposa, .... Certamente quella notte non ha comportato alcun colpo alla psiche del povero Giacobbe, che andò a protestare dal suocero per lo scambio di persona subito. Dall'incontro ha trovato scaturigine un nuovo compromesso: Giacobbe avrebbe fatto il pastore per Labano per altri sette anni ed alla fine avrebbe, finalmente, ricevuto in sposa l'amata Rachele. Con la solita pazienza e tenacità, continuando a vivere con Lia, infine, Giacobbe ebbe in sposa l'amata Rachele. L'amore ardente che portava a Rachele fece apparire come estremamente breve il periodo trascorso, da Giacobbe, durante l'attesa.
In sintesi, se nella vita desideriamo, amiamo, vogliamo, intensamente una cosa, alla fine, quella cosa la otteniamo.
Ciò vale, ragionevolmente, nel lavoro, nello studio, nei sentimenti, ..., nella vita quotidiana.
Anche Eolo aveva un sogno... Era convinto della necessità di custodire, pazientemente, un gregge (Pecore non lupi) al fine di vedere realizzata la sua illusione... Egli voleva vedere spuntare un fiore, in un ... deserto popolato da barbari. Ciò implicava la necessità di un ragionevole impegno (Etico, morale, sociale,...), per un ragionevole periodo di tempo (I primi sette anni di Giacobbe). Alla fine di quel periodo Eolo, in assenza di risultati, si è convinto della necessità di continuare a custodire le pecore per altri sette anni, persistendo l'idea di avere in sposa l'amata Rachele... Passato anche il secondo periodo Eolo, contrariamente a Giacobbe, non ha potuto far altro che constatare... le difficoltà, gli ostacoli che ha incontrato lungo il suo cammino. Ostacoli che hanno impedito che "l'illusione si facesse carne". Dedicato a tutti quelli che si sentono Giacobbe, a tutti i
sognatori incorregibili, a tutti coloro che, nonostante tutto, credono, ancora, in... qualcosa (Di immateriale), in un mondo ... da rinnovare.

8 gennaio 2010

Le vite degli altri

Nessuno può, mai, avere titolo per rubare i sogni ed i sorrisi degli altri. Nel 1995 mi trovavo a Lipsia (ex DDR) per lavoro. La Germania, uscita distrutta e divisa, in due parti, dalla seconda guerra mondiale, da pochi anni (6) aveva raggiunto (Essenzialmente grazie al suo cancelliere Kohl) la tanto sospirata riunificazione. Dopo aver attentamente studiato la storia, l'architettura, il sistema di vita esistente nei territorio dell'ex repubblica democratica tedesca mi sono recato a visitare Berlino, finalmente riunificata, senza MURO. I governanti ed ancor di più i cittadini, per quello che ho potuto constatare (Dialogavo molto con un ingegnere tedesco, la sua compagna, ecc...), facevano di tutto per rimarginare quella ferita, ancora lacerante, che per tantissimi anni ha interessato non solo i tedeschi, ma tutti i cittadini d'Europa e, forse, del Mondo. A Berlino tutti si sforzavano, cercavano disperatamente, di dimenticare la presenza del MURO. Anche gli amici rispondevano con disagio alle mie richieste, forse un pò ingenue, sul muro, sull'esatta ubicazione, ecc. Mentre loro cercavao di dimenticare, io, crudelmente, ripassavo il coltello nella piaga. Ho subito capito che la cosa migliore era quella di percorrere la città senza fare domande, in silenzio o, meglio, ridendo e scherzando; guardando ed ammirando i luoghi. Confesso, quando mi sono trovato sotto la Porta di Brandeburgo, pensando al passato prossimo ed al passato remoto, pensando a tutte le vite rubate, a tutti i sogni distrutti a tutti i sorrisi annientati, con il mio amico tedesco presente, ho sentito, nonostante la presenza di un tenue sorriso, un brivido percorrere, dall'alto al basso e dal basso all'alto, il mio corpo. La mia pelle e la mia anima entravano in sofferenza... . Sotto le lenti fotocromatiche (Era una fredda giornata di sole. Spirava un alito di vento proveniente dal Nord) delle lacrime scendevano lentamente. Ma non potevo, ne volevo, intristire il mio amico. In fretta mi sono asciugato, ho fatto un urlo liberatorio ed ho detto al mondo che in quel momento mi stava intorno: Sono anch'io un cittadino tedesco (Si, ripetendo la frase del Kennedy). Subito dopo sono andato a visitare quello che restava del vecchio (distrutto) parlamento, augurando ai miei amici di non vedere, mai più, rubare le vite di altri. .. e non poter far nulla... Il 09/11/2009, dopo 20 anni (Come quelli di una mia dolce stella) sono stato a festeggiare, con ste e con altre persone, la caduta del muro, guardando le vite degli altri, con molte emozioni...
Mai, nessuno, ha diritto di rubare i sogni, i sorrisi, le VITE DEGLI ALTRI!