Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

27 dicembre 2024

IO. VISTO DA DENTRO

   Spesso, in questo mio sito, parlo di fatti e circostanze che riguardano  altri, e, così facendo, implicitamente, parlo di me stesso. 

Ora, con questo post parlo, esplicitamente, concisamente, di me; del mio modo di essere e di pensare. Cercando di essere, francamente, il più possibile spontaneo. 
Lascio aperta, come sempre,  ai miei lettori, la possibilità di esternare, concordi o discordanti, punti di vista. 

-Persona perbene. 
Sì, mi considero una persona perbene, dotata di quelle caratteristiche che sono presupposto per tale affermazione e, in parte, di seguito accennate. Ho estremo rispetto verso tutti gli esseri viventi (Mondi: vegetale, animale, umano). Con qualche, saltuaria, eccezione. 

-Persona giusta. 
Mi sforzo, da sempre, per cercare di essere rispettoso della Giustizia nell'ambito diretto o riguardante terzi. Anche a costo di rimetterci dal punto di vista personale. 
Per ogni argomento, sempre, ascolto e cerco di capire tutti i punti di vista, concordi o dissomanti. Ho sempre cercato, e cercherò, di analizzare le due facce della medaglia, prima di esprimere opinioni. Opinioni, le mie, che non sono mai state condizionate da interessi personali. Mi sono, sempre, espresso, e mi esprimerò, senza peli sulla lingua. Secondo coscienza. Tale caratteristica, mi rendo conto, mi porta ad essere visto, assimilato, a una persona spietata, antipatica, ma non lo sono. 

-Persona vicina alla scienza.
 Considero la Scienza il vero e sostanziale presupposto per la crescita etica, economica e morale dell'essere umano. 

-Personalità. 
Sono convinto di essere depositario personale  di un alto concetto di moralità e di etica. 
Da sempre ho rispetto della cosa pubblica, che mi sforzo di tutelare e di far amare anche dal mio prossimo. 
Sono cosciente del fatto che in alcuni momenti posso apparire superbo o altero, ma penso, sono sicuro, di non esserlo. Probabilmente sono dei momenti temporanei legati a specifici argomenti riguardanti i principii etici e morali. Di norma sono disponibile al dialogo con tutti. 
Posso affermare di essere, spesso, in ambito riservato, generoso e indulgente. Mi considero generalmente cordiale, gentile, affettuoso. 
Non amo mettere in mostra le mie caratteristiche positive. Di contro, tendo ad esaltare, quelle irruente, passionali, negative. 
Faccio spesso degli esami di coscienza per capire se dal mio modus vivendi può derivare una qualche negatività nelle persone che mi ascoltano. 
Sono un uomo con alti e bassi legati alle interlocuzioni col mondo esterno, che non sempre considero come il mio. 

-Professione. Faccio, da sempre, una attività professionale che amo molto. Sono, orgogliosamente, un Ingegnere libero professionista. Nel mio piccolo ho cercato e sto ancora cercando, per quanto possibile, di migliorare le condizioni della mia categoria, cercando di superare i luoghi comuni e le invidie presenti in ogni settore lavorativo. 
Ho, piacevolmente, studiato (Laurea in Ingegneria, Università di Pisa, Civile Grandi Strutture, Massimo dei voti) , e studio, molto, per tenermi aggiornato su tutti i settori d'interesse. 
Molti di coloro che operano nel mio settore (Architettura, Ingegneria, ambito prevalente pubblico) hanno stima della mia persona e della mia professionalità. 
Ma non posso omettere l'esistenza di soggetti che guardano nella mia direzione con malanimo e invidia procustiana. Anche verso costoro ho reagito, sempre, con rispetto e comprensione. Con sorriso e apertura umana. 

-Vivere. Vivo la mia vita, personale e professionale, sommessamente, in modo riservato, per conto mio. Senza interazioni, o con poche interazioni, con altri. Senza parlare o sparlare con altri, di altri. Ho rispetto delle vite e delle scelte degli altri, nei frangenti a comune, anche quando esse non sono condivisibili. 
La cattiveria di persone primitive, barbarie, mi ha colpito, gravemente, ma ho, sempre, avuto la forza di lottare e di andare avanti. Magari, confesso, ignorando, cancellando, isolando, tutte quelle persone che, in modo diretto o indiretto, hanno svolto funzioni, dirette o indirette, contro la mia persona. 
Spesso mi son domandato del perché di tali comportamenti barbarici, senza trovare alcuna giustificazione accettabile, diversa da quella sopra indicata. Con tanto smarrimento e tanta amarezza che ti resta in cuore. Specialmente quando, magari, scopri che la cattiveria, fine a se stessa, proviene non da persone sconosciute, ma da persone verso le quali ti sei spontaneamente impegnato, donando aiuto, assistenza, sostegni; anche economico. 
Riconosco di avere difficoltà a digerire tutte le persone che, direttamente o indirettamente, mi hanno fatto del male. Non sono portato al perdono facile. Tendo, semplicemente, a ignorare, cancellare, tali persone. Per me sono come inesistenti. 
Anime prave, ignote, scomparse. 
Forse sono un po': megalomane, presuntuoso. 
Sono stato e sarò sempre dalla parte degli ultimi. Con principi di Libertà, Uguaglianza, Giustizia, Democrazia. 
Col criterio che nessuno dovrebbe poter disporre del superfluo fintanto che ogni essere umano non abbia la disponibilità del minimo necessario per una vita decorosa. 
Non accetto, per esempio, che un tipo come Rasputin passi la notte, al freddo, sui treni (E di questo sono grato a tutti coloro che lo consentono) mentre la nostra Repubblica distribuisce denari in "quantità volgare" a soggetti che non ne avrebbero diritto o bisogno. 

-Socialità. Da sempre vivo in modo autonomo. Non collettivo. 
Non appartengo, non sono iscritto, ad alcun partito o club, se si esclude l'ordine professionale degli Ingegneri, obbligatorio, per legge, al fine di svolgere l'attività suddetta. E, per come è gestito, per quanto mi riguarda, si potrebbe farne a meno anche di questo. 
Ho le mie idee su tutto, ma le esterno, prevalentemente, con persone di cultura e intelligenza. 
Amo leggere e scrivere. Amo parlare e ascoltare  cose intelligenti, di qualsiasi campo. Specialmente sui massimi sistemi. 
Amo pensare e fare il possibile per la crescita sociale e culturale degli ultimi, degli umili. Di coloro che non sono ascoltati da nessuno. 
Non amo ascoltare discorsi retorici o volgari (Ho imparato a dire qualche parolaccia solo in seguito ad un periodo di lavoro intendo con una persona che ne faceva largo uso) . 

La mia vita è stata regolare, con ampi intervalli di felicità di vita e professionale. 
Ho lavorato molto, anzi moltissimo, ma per tutto quello che ho fatto, ho guadagnato poco. 
Spesso ho svolto attività professionale non remunerata, per il solo scopo di aiutare persone colpite, umili o prive delle necessarie risorse. 
Forse, in ambiti geografici diversi avrei ottenuto maggiori gratifiche e soddisfazioni. 
   E, nonostante tutte le avversità vivo. Con gioia, riservata. 

19 dicembre 2024

OLTRE LA VITA. PISA

Cimitero monumentale. Piazza dei miracoli. 

NATALE - UNGARETTI

Non ho voglia di tuffarmi
in un gomitolo di strade. 

Ho tanta stanchezza sulle spalle. 

Lasciatemi così, 
come una cosa posata in un
angolo e dimenticata. 

Qui non si sente altro che il caldo buono. 

Sto con le quattro capriole
di fumo del focolare. 

ESSERE O APPARIRE?

 Nella vita è più importante essere o apparire? 
È più importante il contenuto o il contenitore? 

Quante volte abbiamo sentito dire che "non è l'abito che fa il monaco"? 
È importante la qualità o la quantità delle cose, dei percorsi, degli studi? 

Quanta importanza ha, nelle scelte, il contenitore rispetto al contenuto? Facciamo mente locale alla cura applicata dalle grandi marche che producono e commercializzano profumi, per esempio, e riflettiamoci sopra.

Quante volte abbiamo sentito dire che il contenuto non conta? Che è il contenitore che determina le scelte future?
Sono i condizionamenti, le convenzioni sociali, che ci avvicinano, o ci allontanano, alla forma o alla sostanza. 
E quali sono?

Attrattori verso la forma:
-Il denaro è un grande attrattore verso l'aspetto formale.
-Lo specchio con la nostra immagine riflessa è un forte veicolo che ci invita, ci sprona, ad essere convenzionalmente formali. E' l'oggetto che, per eccellenza, rappresenta le apparenze. Quello che si vede. 
-Il vestito che copre il nostro corpo ha l'obiettivo di condizionare il giudizio nei nostri confronti, al di sopra di qualsiasi considerazione nel merito. Nelle sfilate di moda, in genere, le modelle sono oggetti anonimi che portano a spasso il vero protagonista: il vestito in mostra per essere venduto.
-L'automobile che possediamo, o guidiamo, fornisce indicazioni sul nostro patrimonio monetario, ma non su quello etico e morale. Il valore venale del mezzo rappresenta, in modo direttamente proporzionale, la capacità attrattiva del possessore.
-La bellezza fisica è un formidabile strumento di condizione verso l'apparire. La bellezza fisica è qualcosa di effimero condizionato sia dalle reali ipotesi di fascino sia dalla persistenza delle caratteristiche nel tempo. Le persone dotate di bellezza di preoccupano, sostanzialmente, del mantenimento delle condizioni fisiche, senza mostrare interesse per la bellezza interiore. La vita, in ogni caso, sul viale del tramonto, tende al dissolvimento delle caratteristiche fisiche. Con traumi psicologici che, se non bene affrontati, possono portare stati di squilibrio neuro-psicologico. 
-Le cerimonie ufficiali (Matrimonio, Incarichi, Funerale) sono molto più importanti della figura celebrata.
-I luoghi comuni sono elementi di freno per il cuore. Sono quegli elementi che spingono verso l'omologazione, verso l'annullamento della propria personalità. Quindi, si dovrebbe scappare il più veloce possibile davanti a persone che affermano, proditoriamente, frasi banali, perniciose, del tipo: 
Così è come fanno tutti; Abbiamo fatto sempre così; Devi essere il migliore di tutti; Non sei abbastanza bravo; ...
   Tutti questi attrattori parlano di come appare il soggetto in questione dall'esterno. Danno informazioni sulle caratteristiche economiche, fisiche, estetiche, ma nulla dicono su come esso è all'interno. In sintesi il contenitore è molto più importante del contenuto. L'apparire è un mostrarsi senza mostrarsi. Si mostra una facciata che raramente corrisponde alla propria anima. E' solo apparenza.
Il desiderio sfrenato di primeggiare, di arrivare ai vertici, di un determinato settore di norma rappresenta un grosso impedimento per la ricerca e la serena vivibilità dell'anima. 
Il successo, la popolarità, la perfezione, sono cose che portano alla necessità di acquisire e indossare una maschera da mostrare al pubblico. Maschera che, spesso, è costretta a scontrarsi con quella reale dell'anima. Con quest'ultima quasi sempre perdente. 
Questi attrattori sono subdoli ricatti, letali dell'anima, che vengono imposti, implicitamente, con la minaccia e la paura di una conseguenza. 

Attrattori verso la sostanza:
-Il dialogo sincero mostra in evidenza la bontà d'animo della gente.
-L'amore verso le persone e verso l'ambiente mostra l'intimità dell'anima del soggetto.
-La cultura, la necessità di conoscenza, rappresenta la caratterizzazione delle persone. Con essa l'uomo si presenta mostrando la sua faccia, senza restare anonimo. La lettura di un libro rappresenta un grande punto di non ritorno, verso l'esaltazione della propria anima, del proprio cuore.
-La spontaneità di essere se stesso elimina qualsiasi finzione che ti spinge ad essere un altro. E per essere se stessi, in molti casi della vita, è molto meno vantaggioso che mostrare un volto di facciata. Inoltre, per essere se stessi bisogna essere, anche, coraggiosi per andare incontro a tutte le avversità (Spesso anche gravi) che i tuoi simili ti pongono.
   Sono questi gli attrattori che aiutano l'uomo a cercare, e ritrovare, se stesso. Il proprio io interiore, libero da pastoie e da condizionamenti. Senza i condizionamenti dell'apparire, del sembrare, ma con la semplice determinazione di essere quello che si è. Umile o importante quanto si vuole, ma in nessun caso soggetto  clonato. Con la chiara e limpida luce propria, proveniente dalla propria anima.

IL TEMPO

 Il tempo è qualcosa di cui tutti parliamo, ma non è di facile definizione.
Il tempo, come tante altre cose complesse della vita, è una convenzione.

 Il tempo può essere definito come interno o esterno all'uomo. E' detto interno quando riguarda i fatti personali di ognuno. Tipo il modus vivendi o l'età che ognuno ha, o pensa di avere. Sì, perché l'età non è un fatto puramente aritmetico fine a se stesso. Essa dipende da fattori personali che, in quanto tali, cambiano da persona a persona.

Il tempo esterno è quello che è condizionato non alla singola persona, ma alla collettività.

Il tempo, in generale, può essere paragonato ad una piccola auto oppure ad una fuoriserie. In funzione delle diverse condizioni di vita  l'uomo è alla guida dell'una o dell'altra macchina, con conseguente diversa velocità (Rapporto di spazio su tempo). 
Col tempo che:
 - non passa mai per chi è costretto ad aspettare;  
- passa troppo veloce per chi gioisce;  
- è eterno per chi ama e per chi ha profondi ideali relativi ai massimi sistemi.

IL DOLORE

 Il dolore è quel qualcosa che tende ad annientare, dal punto di vista fisico e da quello psicologico, l'esistenza dell'uomo.

L'uomo gravemente ferito porta, sempre, con sé il dolore. Dolore che reagisce col rifiuto dell'incompetenza, della barbarie, delle avversità, della malvagità, dell'ingiustizia. 

Può essere di origine interna o esterna alla persona.
In ogni caso, il vero terribile dolore non è quello che si dice, ma è quello che si tace. 
Quello con cui si convive dentro. In silenzio. 

2 dicembre 2024

PONTE RION ANTIRION



Foto col Ponte in corso di costruzione. 
-Posizione. 
Il ponte Rion Antirion, uno dei più eleganti Ponti Strallato moderni, si trova in Grecia, nella zona di Patrasso, presso la costa Jonica;
attraversa il golfo di Corinto, tra le città di Rion, nel Peloponneso, e Antirion, nella Grecia continentale.

-Dati tecnici. 
Tipo: Ponte strallato
Materiale: Acciaio e cemento armato
Lunghezza: L = 2. 883 m
Luce max: lmax = 560 m
Altezza luce: H = 60 m
Larghezza: la = 27 m
Altezza: h = 164 m. 

-Progetto. 
È stato progettato dall'architetto Berdj Mikaëlianet, autore di numerosi altri ponti, e costruito dal gruppo di BTP francese Vinci, con un costo complessivo di 771 milioni di euro.

-Sismicità. 
Il golfo di Corinto si trova in un'area altamente sismica, ha fondali melmosi e incoerenti ed è spesso sottoposto a venti che superano i cento chilometri orari.
È dimensionato per resistere a terremoti superiori a 7 gradi sulla scala Richter. Sarebbe secondo i costruttori «il luogo più sicuro in caso di sisma maggiore nella regione di Patrasso». 

-Strutture portanti. 
La struttura è un misto di acciaio-cemento armato su quattro torri in cemento di 90 metri di larghezza, pesanti 150 000 tonnellate ciascuna. La piattaforma principale è di 560 metri per una lunghezza totale di 2.880 metri, sospesa a 60 metri al di sopra del livello del mare.

-Fondazioni.
Il fondale del golfo di Corinto è costituito da terreni non compatti (argilla, limo, sabbia fine). 
La roccia si trova a più di 1000 metri sotto. La profondità dell'acqua raggiunge i 65 metri. Le fondazioni di ognuna delle quattro enormi torri sono state costruite in bacino di carenaggio, e rimorchiate in galleggiamento prima di essere definitivamente immerse una volta che la loro costruzione ha raggiunto i 60 metri di altezza. Questa operazione di alta precisione tecnologica è stata effettuata dalla ditta olandese Smit, specializzata nel trasferimento di piattaforme al largo.
Le fondazioni del ponte poggiano su delle basi di ghiaione di grossa granulometria, al di sotto del quale è presente il terreno argilloso precedentemente consolidato con centinaia di pali metallici dal diametro di 2 metri. Questa particolare soluzione consente al terreno di non cedere sotto le sollecitazioni di un eventuale sisma, e alle torri del ponte di traslare sullo strato di ghiaia artificiale senza trasmettere sollecitazioni all'intera struttura del p
onte.

26 novembre 2024

LA VITA E' FATTA DI ISTANTI ESALTANTI

 La vita è cadenzata dalla variabile Tempo. Ogni istante della vita è legato alla misura del tempo. Tempo fatto di ore, di minuti, di istanti. Ma quelli che contano di più sono quegli istanti che accendono la vita che la rendono sublime, esaltante, sfavillante. Sono questi i momenti che debbono essere, immediatamente, individuati e vissuti. Sono quegli istanti che fanno la differenza. Il salto di qualità verso il qualcosa di più, di molto più in alto. 

Per tutti nella vita ci sono le solite 24 ore al giorno, ma solo per alcuni, in specifici momenti, ci sono istanti speciali, che bisogna subito riconoscere e non buttare nel cestino. Quegli istanti, nella vita si presentano per tutti, con modalità e frequenze variabili caso per caso, non ammettono  rimandi e non sono disposti a ritornare in un momento considerato più opportuno. Essi vanno colti al volo, come una frutta matura che non ha più voglia di restare sull'albero, senza dubbi, senza tentennamenti. Carpe diem. Cogli l'attimo fuggente.

 Certamente tutto sta nel come si sceglie di vivere. La strada maestra, ma non certo la più comoda e sicura, è quella che ci fa apprezzare, godere, di quegli istanti luccicanti della vita. Istanti che non possono essere soffocati da improbabili dubbi esistenziali. Se ti piace tanto una cosa (O una persona), per la quale ti si presenta una opportunità, falla, senza pensarci troppo. Falla subito perché non sai se e quando l'occasione si potrebbe ripetere. Anche se tale scelta, sai che ti potrebbe portare qualche piccolo dissapore. La vita è bella ed essa va vissuta, al presente, minuto per minuto, in questo istante, magari con un bel sorriso. Se ti piace parlare, scherzare, ragionare, ballare, con una persona che reputi eccezionale, non aver dubbi, fallo, senza indugi, anche se sai di correre il rischio di non essere compresa  da chi ti sta vicino (Il fidanzato che, per esempio, si ingelosisce). 

La vita sta a noi in funzione della modalità con cui scegliamo di vivere quei pochi istanti sfavillanti. I soli istanti che avremo piacere di ricordare nel futuro. E' la vita che avvolge quegli istanti magici che saremo portati a ricordare, con gioia. Indipendentemente da tutte le altre cose canoniche che saremo stati capaci di realizzare. La vita che saremo portati a ricordare con entusiasmo sarà quella che ci avvolge e ci travolge mentre stiamo facendo altre cose. Sì, dobbiamo imparare a godere di tutti gli istanti della vita. In particolar modo di quegli istanti speciali in cui ci troviamo nel fare una cosa e siamo attratti, magicamente, spontaneamente, verso un'altra.     

25 novembre 2024

GIUSTIZIA: RETORICA E PRIME IMPRESSIONI

 Nelle questioni di Giustizia spesse volte, leggendo pronunciamenti della Magistratura giudicante, capita di constatare la presenza di elementi di contraddittorietà. 
In sintesi, può capitare di trovarsi, inizialmente, di fronte a tesi favorevole ad una certa ipotesi, per scoprire poi, in fondo al discorso, l'adesione alla tesi opposta a quella inizialmente esplicitamente sostenuta.

Nel settore della Giustizia bisogna sempre diffidare della prima impressione, implicita o esplicita, manifestata dal giudice. Esso, in genere, nei preamboli, nella fase iniziale del suo pronunciamento, da l'impressione di essere favorevole all'imputato, forse al fine di godere nell'affondare la lama con la conclusiva.

SCIENZA, TECNOLOGIA, PROGRESSO

 Nella vita è importante avere successo, vincere, nel settore professionale, sociale, sportivo, politico. 
Ma, ancora più importante è amare, condividere, crescere e aiutare a far crescere gli altri, socialmente, culturalmente, economicamente.
Con la bellezza del donare.
Donare che, in qualche caso, può andare contro radicati luoghi comuni.

   Far capire alla gente di un umile paesello che era errato conservare le olive raccolte per almeno una settimana, al fine di "farle prendere la calda", prima della macinazione, è stata un'impresa ardua, ma tu, Totò, ci sei riuscito. Anche se ciò ti ha portato alcuni malumori e maldicenze e inimicizie. 
"Abbiamo fatto sempre così", ti dicevano alle spalle e di presenza, in qualche caso con arroganza, senza portare a sostegno alcun ragionevole giustificato motivo. E' la classica frase a sostegno della tradizione povera che non sempre era supportata dalla Scienza. 
"Se abbiamo fatto sempre così, perché ora dobbiamo cambiare?" ti diceva la gente che non era convinta della necessità di operare in modo diverso. E tu, ricordo, a cercar di spiegare, a tutti, anche a coloro che erano testardi come i muli, forse, anche, per partito preso, che, con quel percorso "della calda", dalle olive si otteneva sì una maggiore resa d'olio, ma che la qualità dell'olio veniva, irrimediabilmente, compromessa.
 
Ora quel "percorso della tradizione", per fortuna, è stato dimenticato da tutti, ma non so in quanti ricordano chi è stato a imporre, a convincere la gente di quel paesello, quel cambio di marcia (Macinazione delle olive subito appena raccolte) parlando di Scienza, di Tecnologia, di Igiene e di Progresso culturale ed Economico.

STUDIARE

 «Studiate.
Per amore del sapere, mai per i voti.
Perché sapere aiuta a essere.
E sapere tanto aiuta a essere tanto.

Studiate.
Perché la cultura rende liberi
e niente vale più della libertà.

Studiate.
Perché siamo le parole che conosciamo,
perché il pensiero crea la realtà.

Studiate.
Perché non conoscerete mai la noia
se amerete un libro, un paesaggio,
un quadro o la settimana enigmistica.

Studiate.
Perché studiando capirete le vostre qualità, le vostre inclinazioni, 
i vostri punti deboli.

Studiate la storia, perché il passato illumina il presente.

Studiate la geografia perché ogni luogo è anche un fiume, una montagna, un vento.

Studiate la matematica perché nella vita spesso i conti non tornano e bisogna trovare soluzioni alternative.

Studiate le lingue straniere, 
perché i viaggi sono le lezioni di vita più belle.

Studiate la biologia perché capire come fa a battere il cuore,
 o perché il battito accelera se vi innamorate, è meraviglioso.

Studiate la filosofia perché imparerete a ragionare e a guardare il mondo dalle prospettive più originali.

Studiate la letteratura perché vivrete molte vite e vedrete posti incredibili da casa.

Studiate la grammatica perché la differenza tra un accento e un apostrofo non è mai un dettaglio.

Studiate la musica, l’arte e la poesia.
Perché la bellezza è emozione e terapia.

Studiate la fisica e la chimica perché nell’atomo e nelle molecole
si celano energie potentissime.

Studiate.
Perché quando smettete di imparare smettete di vivere.

Studiate ciò che vi piace, ma anche ciò che ora vi sembra inutile.
Perché un giorno, quando meno ve lo aspettate, ne capirete il senso.

Studiate.
Senza pretendere troppo da voi stessi e senza rinunciare mai allo svago, allo sport e alle emozioni.
Perché lo studio viene sempre dopo il vostro benessere!

Studiate.
Senza temere di dimenticare qualcosa.
Perché i buchi di memoria servono a fare spazio.
Perché la scuola serve a trasformare specchi in finestre, non a giudicarvi.»

Francesco De Sanctis

AMORE SACRO ED AMORE PROFANO

 La vita degli umani è piacevole quando è attraversata da emozioni, da sentimenti che nel loro manifestarsi esaltano anima e corpo.
L'Amore è l'agente fondamentale per la manifestazione di questo stato di esaltazione umana. Esso è detto sacro quando coinvolge la sola anima (Lasciando fuori il corpo); invece è detto profano quando interessa solo o prevalentemente il corpo (Indipendentemente dal coinvolgimento dell'anima). Si parla, quindi, di amore platonico (Scevro di sensualità. Sola contemplazione della bellezza ideale. Amore spirituale. Amore che sta solo nella mente e non nella realtà) e di amore sessuale.

L'amore detto platonico, privo di attenzioni di natura erotica, tende ad esaltare l'attrazione sentimentale, spirituale, esistente fra due persone.
Tale amore è stato decantato da poeti e scrittori di tante diverse culture e in tempi lontani fra loro.
Il massimo cultore dell'amore sacro, platonico, nel mondo occidentale, è stato Dante Alighieri,  che nella sua Divina Commedia l'ha esaltato in omaggio all'amata bella Beatrice (In vero Dante non poteva definirsi bello. Era, però, un poeta geniale). 
E' luogo comune, quindi, pensare a Dante come al poeta che parlava solo dell'amore platonico. 
Ma non è così. E per convincersi di ciò basta andare a vedere cosa dice al 3° Cielo (Quello di Venere), del Paradiso, della sua Divina Commedia, quando parla del noto Falchetto da Marsiglia il quale non era, in alcun modo, interessato ai discorsi platonici:
"s'io m'intuassi, come tu t'inmii".

Ricordando i seguenti significati dei verbi, ora in disuso:
-"Intuarsi": Entrare nel corpo, nel cuore e nella mente di una persona. Indossare corpo, anima e pelle della persona amata. In altre parole, reciprocamente, fondersi, compenetrarsi, entrare dentro l'altro/a.
-"Insemprarsi": Stare dentro, l'uno/a nell'altro/a, per l'eternità.
-"Inforsarsi": Stare l'uno/a nell'altro/a anche dentro il forse.

23 novembre 2024

KATHARMATA

 Sì, ricordo, come fosse oggi, il 31 Ottobre 1999, erano le ore 21.00, era una calda domenica autunnale, e stavi ancora lavorando, quando te ne sei andato, piegato non dalla fatica - tu eri un grande lavoratore, perché ti piaceva il lavoro che facevi - ma da due vigliacchi ignavi, tristi e brutti (Definiti da qualcuno, non da me: 
"Brutti comu o scuru").

E, ricordo ancora, e lo farò per sempre, il dolce sorriso che avevi nei momenti di serenità.
Serenità e gioia che auguro visceralmente di non aver mai la possibilità di assaporare, in terra, a tutti quei lupi affamati che spesso travestiti da agnelli hanno cancellato, barbaramente, tutti i tuoi Sogni.
Ma, lo sappiamo, lo sanno tutti e lo sanno anche loro, sono, e tali resteranno, semplicemente, dei katharmata
Sì, dei bastardi. Bastardi di nome e di fatto. Barbari.
E, in quanto tali, il cancro della società.

IGNAVIA

Ignavia è una parola poco usata nel linguaggio comune, forse per il suo significato non certamente positivo. Tale definizione è sinonima di Pigrizia, Accidia, Oziosità, Infingardaggine, Lentezza, Paura, Viltà, Svogliatezza, Poltroneria, Negligenza, Inerzia.
Caratteristiche tutte negative che alcune persone hanno scelto per loro stile di vita. Sono coloro che non vedono, non sentono e non parlano. Per il loro quieto vivere; pensano. 

Sono persone svogliate, pigre, con scarsa volontà, sfuggenti da qualsiasi fatica. Non vogliono, in alcun modo, assumersi alcuna responsabilità, fare scelte di vita, prendere decisioni. Sono, in condizioni d'estremità, dei banali vigliacchi. Tristi uomini da poco. Scarsamente abituati a pensare, a riflettere con la propria testa sui problemi del mondo e della comunità in cui si trovano.
Gli ignavi sono coloro che si mantengono sempre neutrali, anche nei momenti di crisi morale e sociale.

Dante considera gli ignavi come soggetti oscuri, vili, privi di spina dorsale e, in quanto tali, a loro riserva (Vedi il Canto III dell'Inferno) il punto più oscuro dell'Inferno. L'antinferno. Ad essi, secondo Dante, non è possibile far assaporare le gioie del Paradiso e, neppure, le pene dell'Inferno.
Sono definiti come i peccatori "che mai non fur vivi".  
Dante riserva a costoro il massimo del disprezzo, vista la loro incapacità di distinguere la differenza tra il bene e il male. L'incapacità di osare, di avere una idea propria, porta Dante a catalogarli come grandi peccatori. Soggetti non voluti, non stimati, da nessuno per la loro mancata presa di posizione.
 
Sono soggetti che portano dispiaceri a tutti.
Dante li fa girare nudi inseguendo una insegna che gira velocissima su se stessa. Il tutto mentre sono inseguiti da mosconi e vespe. 
Col loro sangue, che mescolato alle lacrime, viene risucchiato da vermi fastidiosi, essendo rimasti inerti nella vita. Per la legge del Contrappasso. Sono dei katharmata, dei semplici bastardi.
Ignavi sono i vigliacchi, gli egoisti, gli indifferenti.

E ne potrei fare un lungo elenco di soggetti, spesso circolanti con delle maschere di appartenenza, erroneamente considerate virtuose, aderenti a questa categoria. 
Ricordino, tutti costoro, che vermi, mosconi e vespe, sono in loro attesa, nell'Antinferno Divino; molto più terribile di quello dantesco. 

5 novembre 2024

CAUSA ED EFFETTO

 "I vermi arrivano dopo che il medico ha ucciso il paziente.
E' la corruzione politica che porta con sé la malavita.
Se il corpo è sano i parassiti possono, facilmente, essere espulsi.
La malavita occupa il posto che lo Stato ha abbandonato."

Perché? Per il mantenimento della rete di clientelismo politico.
E. Luttwak 

4 novembre 2024

AFFINITÀ

 Secondo i francesi, i catalani sono caldi, passionali, esuberanti, altruisti, orgogliosi, romantici, come i siciliani e i calabresi. 
Questi popoli sarebbero affini per una lunga serie di argomentazioni legate alla loro commistione fra tante diverse culture, provenienti dal bacino Mediterraneo e dall'Europa continentale.

Le loro donne, dicono i francesi, sono calde, belle, come quelle antiche divinità greche, con occhi di ebano e labbra di corallo. 

Questi popoli sanno godere, come pochi, della felicità. Felicità che cercano e trovano anche nel fango della sofferenza.
A qualsiasi livello conquistata.

Dedicata ai Cittadini di Valencia (E zone circostanti, anche esse coinvolte nel terribile evento alluvionale) che, in questi giorni, reagiscono, con orgoglio e determinazione, alle avversità della natura e all'incapacità dei loro rappresentanti.  

FELICITÀ

 La felicità immensa, qualche volta, può produrre una reazione opposta. Essa può opprimere la mente fino a portare malinconia e, perfino, dolore.

L'uomo può essere felice con tanta gioia? 
Sì, se lo vogliono gli altri simili. Ma, negli altri spesso alberga gelosia e invidia procustiana. 
Quindi, è necessario adottare adeguate protezioni contro gli attacchi interni ed esterni.

La felicità, come la libertà, va prima conquistata e, poi, difesa dagli attacchi, aperti o subdoli. 

AMARE OLTRE IL TEMPO

 Per amare qualcuno, per renderlo vivo dentro di noi, quando non c’è più, bisogna immedesimarvisi, entrare in comunione, con il suo spirito, dialogare con i suoi pensieri.
 
Gli spiriti eterni, che continuano a parlarci, non sono quelli di cui abbiamo memoria, ma quelli che amiamo come compagni di vita.  Per questo essi sono immortali. 
Non accade solo per i propri cari, ma anche per chi, poeta, scrittore, filosofo, ha colpito il nostro cuore. 

La cultura è l’amore per l’autore e per la sua opera. La cultura intuisce, comunica, con il suo spirito, intende il non detto, elabora, costruisce. 
L’istruzione, invece, rappresenta la conoscenza di un autore delle sue opere, senza alcun coinvolgimento interiore.

LA VITA

 La vita non è, e non può essere, un banale circo mortifero, fatto di banalità, di mostruose feste pacchiane (Tanto di moda in questi periodi e, naturalmente, a totale carico del cittadino contribuente) edulcorate e presentate con falsi presupposti culturali.

La vita non è, e non può essere, fatta di corruzione, imbroglio, volgarità, mascherate da pseudo-culture, che, in quanto tali, non possono - e non lo sono - essere capaci di dare risposte, seminare dubbi nella gente pensante in autonomia, stimolare nobili sentimenti ed alti valori ideali, potenziali promotori della crescita socio-economica individuale e di una comunità.

MALINCONIA

 Quando sei colpito da un tragico evento che ha agito contro qualcuno a cui hai voluto, visceralmente, molto bene, allora, diventi, inevitabilmente, coinvolto in una condizione particolare satura di solitudine e di malinconia. 
Senza alcuna possibilità di riuscire ad andare oltre quella tragedia; nonostante tutti i tuoi sforzi.
Quel trauma sarà sempre presente nella tua anima. Sarà un evento insuperabile; evento che resterà legato alla bellezza dei ricordi di vita vissuta, prima di quell'evento.  

CANAGLIE SUL LAGO DELLA GEENNA

 A tutte quelle canaglie che hanno sporcato di rosso quella mia terra, e che, ancora, volgarmente, in modo blasfemo, la calpestano, auguro di diventare "camminatori" sul lago di fuoco della Geenna. 

Il lago della dannazione infernale eterna. Con le loro parole che escono soffocate, mute, dalle loro bocche, aride, sofferenti. 
Siate dannati, fino alla settima generazione! Bastardi, di nome e di fatto. 

GIGANTI? NO, NANI

 Quando il sole della Cultura è basso (All'orizzonte o al tramonto),
i nani hanno l'aspetto di giganti.

E davanti a giganti, siano essi cattivi (mostri), oppure bravi, la povera gente è portata, per oggettive necessità, ad essere accomodante, ubbidiente, ossequiante, adulante, succube. 

Ma, il concetto del "sole basso" è valido solo per coloro che sono privi delle basi di astronomia e di un minimo livello di raziocinio e di conoscenza. 

Il nostro Paese, a livello pubblico, è pieno di nani, attivi col sole basso.

25 ottobre 2024

EFFETTO VINCITORE

Nel secolo scorso, specialmente nell'ambito dei giochi olimpici, ma non solo, si è diffusa la voce che nelle attività agonistiche l'importante era partecipare. Col tempo e con lo sviluppo delle telecomunicazioni di massa la gente ha preso coscienza, si è convinta, che, ai giochi e alle competizioni in genere, la cosa più importante non era partecipare, la cosa più importante era, ed è, vincere.
In ogni parte del mondo si è capito che la vittoria ha un effetto domino. In sintesi, la vittoria aiuta molto a portare altre vittorie.
E' quello che nel mondo anglo-sassone si definisce Winner effect. Effetto vincitore.
Circostanza questa che interessa ed ha interessato, da sempre, tutti i settori dei viventi: umani, animali.

Nel mondo animale.
L'effetto del vincitore è stato riscontrato, da ricercatori biologi, anche nel regno animale. E' stato riscontrato, analizzato e per descritto il comportamento di animali che dopo aver vinto alcuni combattimenti, contro avversari deboli, non molto forti, poi, sono stati capaci di vincere scontri contro concorrenti molto più forti dei precedenti. 
Secondo gli studiosi del settore, questo "effetto vincitore" è il risultato di un cambiamento ormonale: l'animale dopo la vincita di un combattimento, subisce una trasformazione  nella sua chimica del corpo. Con un cambiamento repentino che coinvolge il suo corpo e la sua psiche. Esso si convince e si comporta, di conseguenza, come un vincitore, come un re. E in quanto tale cerca di mettere in sudditanza tutti coloro che vorrebbero spodestarlo.
Questo fenomeno lo si vede facilmente con i gatti, con i cani, con i leoni. Con tutti gli animali.

Nel mondo degli umani.
Gli studiosi nei campi della neuroscienza cognitiva e della psicologia, da tempo, hanno studiato ed evidenziato l'importanza  dell'effetto vincitore nell'ambito della creazione della gerarchia di dominanza; caratteristica essenziale anche degli esseri umani. Anche per l'uomo la vincita aiuta a vincere.
Il successo, in qualunque settore, porta un cambiamento della chimica del cervello. L'uomo vincitore è portato ad essere più concentrato, più aggressivo, più sicuro di se, più convinto, più determinato, nel voler raggiungere altri successi. 
L'effetto vincitore (winner effect) rappresenta una potenza energetica psicologica aggiuntiva alle reale possibilità; come una specie di auto-convincimento, esaltazione, della propria forza, che porta, di per se, una forza aggiuntiva, reale ed evidente. Tanto che anche l'avversario vede, percepisce, tale stato di esaltazione, di manifestazione, di potenza. 
E' come una specie di droga psicologica che aiuta a vincere. Con la tendenza, ad effetto domino, che ad una vincita fa seguire tante altre vincite. 
E, paradossalmente, tale processo può rischiare di portare, addirittura, ad una vera e propria dipendenza fisica. Sì, proprio come una sostanza psicotropica.

Il segreto di tale ipotesi di successo sta nel saper dosare, adeguatamente, il percorso da seguire. E' il segreto dei passi progressivi. Partendo da quelli più piccoli e andando avanti, con l'allenamento, col sacrificio, con la costanza, verso obiettivi sempre più difficili e importanti. Verso il successo. Ricordando che prima del successo bisogna saper cogliere i risultati più piccoli, quelli ragionevolmente raggiungibili, quelli perseguibili. 

 I ricercatori del settore, a sostegno della suddetta tesi, riportano l'esperienza del famoso pugile Mike Tyson. Questi, dopo aver scontato un periodo di detenzione, ritornato alla sua attività sportiva, fu fatto combattere, di proposito, con un paio di avversari, molto deboli, sui quali, senza alcun dubbio, avrebbe avuto il sopravvento. Il manager di Tyson voleva, così facendo, far aumentare, sostanzialmente, la fiducia in se stesso del pugile; convincendolo di essere, ancora, molto, molto, forte e rendendolo più aggressivo, più convinto nelle sue capacità di vittoria. Più propenso a vincere e, poi, vincere ancora.
Dal punto di vista chimico-psichico l'effetto del vincitore, secondo gli scienziati del settore, è una combinazione di ben quattro diversi processi fondamentali che riguardano: - la corteccia prefrontale; - la produzione di testosterone; - il sistema di ricompensa; - il rinforzo di dopamina.
-La corteccia prefrontale valuta i rischi e le ricompense di una determinata situazione da affrontare.
-L'ipotesi di situazione da affrontare spinge all'incremento della produzione di testosterone.
-La forte crescita della produzione di testosterone attiva il sistema di ricompensa e distribuzione.
-La crescita della dopamina consente di tendere verso i risultati già raggiunti e aiuta a replicare ed amplificare i comportamenti che hanno portato al successo. 

Con questa strategia gli atleti vittoriosi tendono a essere maggiormente concentrati, convinti di se stessi, fiduciosi e aggressivi nella competizione. Presupposti che portano alla vittoria.
Il risultato è che chi vince ha più probabilità di vincere in futuro e ha, anche, più voglia di rifarlo. Come una dipendenza.

AMICIZIA NON È AMORE

 L'amicizia è un legame, estremamente importante, che lega due persone con affinità culturali. Chi trova un amico trova un tesoro, si dice. Ma gli amici non si trovano lungo i fiumi. L'amicizia trova presupposto nella vita di relazione, reciproca; seppure con i necessari distinguo, dovuti alle diverse quotidianità.
L'amore, invece, è un legame - molto più importante dell'amicizia -  che lega, corpo ed anima, due persone, in particolare corrispondenza di affetto.

Amicizia e Amore sono due cose totalmente differenti. L'amicizia, col tempo, può anche trasformarsi in amore, ma l'amore, quando finisce, raramente si trasforma in amicizia.
L'amicizia, quando c'è, si manifesta con tutti i suoi vincoli, i suoi limiti diretti e indiretti. L'amore se c'è, c'è sempre e, in caso di necessità, è capace di portare alla condivisione cose eccezionali, luminose, inimmaginabili, divine. D'altronde, si sa che l'amore può portare miracoli, l'amicizia può portare cose importanti, ma sempre cose terrene.

Gli amici sono coloro che son capaci di portare compagnia, allegria, riflessione e spesso anche il consiglio più opportuno, nei momenti di caos e di disperazione. Possono, anche, colmare il vuoto che può portare a condizioni di malinconia o di depressione. 
L'amico può agire, in qualità di delegato, in nome e per conto dell'amico, per la soluzione di problematiche di incompatibilità, di conflitto, per esempio. E in questi casi esso è estremamente importante.

Ma, gli amici, per forza di cose, hanno la loro vita, i loro amici, i loro amori, i loro luoghi, le loro abitudini. Sono distinti, diversi, indipendenti, autonomi. Sono presenti solo in modo transitorio. 
Essi vanno e vengono, quando vogliono o quando possono. 
Spesso, per forza di cose, per necessità o per dimenticanza o per noia, possono dimenticare anche la promessa di interazione. 

L'amico nel momento del saluto, spesso, ci tiene a ricordare di essere immediatamente disponibile per qualsiasi necessità, in caso di bisogno, ma non sempre, eventualmente, è presente, all'occorrenza.
La loro vita, spesso in buona fede, li porta, facilmente, a dimenticarsi delle promesse fatte all'amico.
E se, eventualmente, chiamati spesso non risultano rintracciabili al telefono. E quando sono rintracciabili, spesso, si trovano con impegni pregressi inderogabili, tali da essere impediti dal potersi recare dall'amico.
Gli amici, forse per natura, sono portati a promettere mari e monti, in caso di necessità. Ma se all'occorrenza arrivano portano con se una boccettina d'acqua e un po' di terra di montagna.
Con il discorso che si ripete, naturalmente, pari pari, dall'una e dall'altra parte. 

E, in quanto tali, gli amici sono cosa molto diversa dall'amore.
L'amore, invece, è qualcosa di molto più grande. L'amore c'è sempre; di giorno e di notte; con la gioia e col dolore. Col bello e col brutto tempo. L'amore, all'occorrenza, fa diventare di secondaria importanza qualsiasi impegno già considerato inderogabile. E se c'è bisogno l'amore cancella, senza alcun dubbio, qualsiasi precedente programma. 

Nella vita gli amici sono molto importanti, specialmente nella vita di società; l'amore, di contro, è molto più che importante. E' di estrema primaria necessità. E' un bisogno assoluto, come respirare, mangiare, bere un sorso d'acqua. Senza amore la vita non è Vita. Senza amore non si vive bene.
 Tutti gli esseri umani hanno bisogno, inderogabile, urgente, di essere amati e di amare. Amore fatto di corpo e di anima. Nonostante tutte le problematiche che esso potrebbe comportare e comporta.

22 ottobre 2024

STRETTA DI MANO. LA PRIMA

 La prima e la più bella stretta di mano della mia vita?
È la stretta della manina di mia figlia lattante intorno al dito indice della mia mano. 

17 ottobre 2024

PERSONE TRASCURATE

 Nella vita, 
per le persone e per le cose:
Ciò che oggi è trascurato domani diventerà di qualcun altro

8 ottobre 2024

LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI

 In tutte le aule dei Tribunali d'Italia, in alto su una parete, campeggia, in modo perentorio e solenne la scritta, a caratteri cubitali
                        "la legge è uguale per tutti".
Con il termine legge coincidente col termine Giustizia. 
Col significato che l'applicazione delle leggi dello Stato porta a dei pronunciamenti (Sentenze) della magistratura, che, a parità di condizioni oggettive, sono uguali per tutti i Cittadini. Indipendentemente dalle loro caratteristiche personali quali: Colore della pelle, Sesso, Lingua, Razza, Opinione politica, Religione, Vicinanza al Potere, Censo.  
In sintesi, nessuna discriminazione è ammessa al suddetto principio generale ideale.
La frase storica sopra riportata è fatta risalire a George Orwell, il quale ci teneva a precisare che "per alcuni è più uguale degli altri". 
La Costituzione della Repubblica Italiana (CRI), all'art. 3, stabilisce, in modo inequivoco, che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge.
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (DUDU) all'art.7 precisa, in modo netto, tale diritto di uguaglianza davanti alla legge, Concetto di uguaglianza formale e sostanziale ripreso dalla Rivoluzione Francese (1789. Liberté - Egalité - Fraternité). 
La vita porta con se, per tutti gli esseri umani, libertà ed uguaglianza in dignità e diritti.

Le legge in uno stato ha Valore Giuridico Assoluto. E la legge, nello stesso stato, deve essere applicata, in ossequio alla volontà del legislatore, allo stesso modo per tutti i cittadini.
Non sempre ciò succede nella realtà. E non sempre i Cittadini sono convinti che la frase solenne sia applicata come solennemente annunciato.

Senza entrare nel merito giuridico, anche per la non conoscenza dei dati, col supporto dei soli dati oggettivi, riportati dai vari organi di stampa a tiratura nazionale e locale si riportano due casi eclatanti che toccano la suddetta dichiarazione solenne. Fatti:
1. Macellaio di Reggio Calabria. Nel maggio 2024, in località Oliveto di Reggio Calabria, due persone travisate si sono introdotte nell'abitazione di un signore per un tentativo di furto. Il proprietario della casa trovatosi davanti ai suddetti ladri e vistosi aggredito ha reagito uccidendo, con un coltello da cucina uno dei due malviventi.
Il delitto è avvenuto dentro la casa del proprietario. il morto è uno dei due ladri che si erano introdotti in casa (Altri due stavano fuori a fare il palo). Il proprietario della casa, per ordine della magistratura locale, è stato subito arrestato (In carcere) per eccesso di legittima difesa. Invano, fino a poco tempo fa, i legali del proprietario della casa hanno cercato di sostenere la tesi della legittima difesa. Sui social locali e altrove molti hanno sostenuto, invano, che la difesa della propria famiglia e della propria abitazione è sempre legittima. E che un altro proprietario meno robusto di quello reale quasi certamente avrebbe fatto lui una brutta fine per la sicura violenta reazione dei ladri, che non potevano rischiare di essere, eventualmente, individuati dalle forze dell'ordine.
Tale proprietario fino a qualche giorno fa è stato custodito in carcere. Gli arresti domiciliari sono arrivati il seguito ad un altro fatto di cronaca. Quello della Signora di Viareggio.
2. Signora di Viareggio. La Signora, imprenditrice balneare, 65 anni, nel settembre scorso,  mentre si trovava per strada, nella sua città, si è vista rubare una borsa che portava con se. Il ladro le ha strappato la borsa ed è scappato via. La Signora con rara prontezza d'animo ha acceso l'auto e si data ad inseguire, con comprensibile rabbia, il ladro. Raggiuntolo lo ha investito, con l'auto, e dopo che il ladro è caduto per terra ha fatto retromarcia, volontariamente o involontariamente, passando con le ruote dell'auto sopra il corpo del ladro. La signora dopo aver recuperato da terra la sua borsa  rubata ha confermato gli eventi secondo le evidenze dei fatti riprodotti dalle telecamere esistenti nella zona. La magistratura locale letti gli atti ha emesso un provvedimento col quale sono stati assegnati gli arresti domiciliari della Signora, in attesa del processo.

Pur senza voler, assolutamente, entrare nel merito tecnico-giuridico, in entrambi i casi, sopra sinteticamente descritti, sembra di vedere una diversa interpretazione del concetto di legittima difesa. Ammesso per ipotesi che il secondo caso (Viareggio) possa essere classificato tale.
Però, il richiamo al principio generale, in epigrafe riportato, ha  fatto si che anche per il proprietario di Reggio Calabria fossero applicati, in analogia, gli arresti domiciliari.
Ma, il Cittadino mio lettore, pur senza entrare nel merito dei terribili fatti di cronaca, si trova più vicino alla Signora di Viareggio o più vicino al Signore di Reggio Calabria?
Quanti, trovandosi in quelle condizioni, avrebbero reagito come la Signora e quanti come il Signore? 

LA CONOSCENZA

 L'uomo nella vita dovrebbe essere "fornito" di una solida struttura di base nel campo del sapere.
E dovrebbe essere depositario di adeguata competenza nel proprio campo e nei campi di cui parla.
E per far ciò esso dovrebbe essere depositario di adeguate capacità nel settore relazionale; nel rapporto con gli altri esseri umani.  Cercando di essere e di essere considerato come sicuro, affidabile, capace, solido.
La conoscenza dev'essere acquisita e mostrata come affascinante e capace di attrarre tutta l'umanità. Evitando di cadere nel condizionamento e nel plagio. Deve essere vista come un atto di amore e di gioia.
La conoscenza, il sapere, è presupposto essenziale per l'acquisizione di quelle caratteristiche di base per coloro che ambiscono a diventare leader di un qualsiasi gruppo.
Il sapere porta in se il riconoscimento del non sapere per una infinità di cose e porta l'uomo alla necessità di riflettere su ogni cosa e al dialogo silenzioso con se stesso. Con l'uomo che si trova a lottare, impegnando tutte le sue forze intellettuali, contro tutti gli elementi della natura che attraversano la sua via.

La vita per essere adeguatamente vissuta ha bisogno di avere un futuro narrativo che, per esserci, ha bisogno di conoscenza, di sapere. In ogni settore.
La conoscenza deve essere, il più possibile, poliglotta, con particolare attenzione ai due settori più importanti. Quello giuridico e quello sanitario.
Il settore giuridico, seppure arido, povero, si occupa delle anomalie, delle patologie della società e non è come altri, tipo quello filosofico, che si interessano della conoscenza dell'umanità nell'ambito universale.
La mancata conoscenza delle leggi può portare al mancato riconoscimento di diritti e quanto altro. Al contrario, la conoscenza porta, costituisce, potere e, anche, eventuali prevaricazioni su altri.
Il settore sanitario può essere usato in funzione benefica, ma anche in quella distruttiva. Un ruolo importante è detenuto dalla conoscenza dei segreti della psiche, al fine di guidare e prevedere i comportamenti umani.
Il potere politico, nel passato, ha fatto molto uso dell'antropologia.

CONTINUITA' GENIALE INVISIBILE

 Il sapere trova supporto nello studio approfondito dello "stato di fatto", dello stato della conoscenza acquisita sul determinato argomento.
Da tale ipotesi si parte con razionalità o con lampi di genio per gli sviluppi futuri.
In tutti i casi, in ogni campo, 
tutte le idee assomigliano, più o meno, ad altra idea di partenza. Sempre.
Nessun problema, quindi, se gli studiosi passano tanto tempo nello studio di idee geniali dei loro ispiratori.
Ciò non vuol dire copiare. Vuol dire cercare e, magari, mantenere quella continuità scientifica invisibile che, prima o poi, porterà qualcuno al successo della conoscenza.

ANDROMACA

 Tutti conoscono la relazione amorosa fra Elena e Paride (Scintilla, o scusa, che ha portato alla lunga guerra fra greci e troiani, con la sconfitta di quest'ultimi), ma pochi, forse, conoscono il tipo di relazione che c'era fra Andromaca ed Ettore.
Elena, donna bellissima, non soddisfatta del rapporto coniugale con Menelao, fratello del bellicoso Agamennone, per passione travolgente ha abbandonato il marito e la famiglia per seguire Paride (La dea Afrodite gli aveva promesso in dono la donna più bella del mondo), figlio di Priamo. Alla morte di Paride Elena ha sposato il fratello Deifobo che poi ha consegnato ai greci riconciliandosi coi greci e con il marito Menelao.
Andromaca, invece, rappresenta il classico ideale greco basato su un felice matrimonio d'amore, con reciproca fedeltà con Ettore. Per tale atteggiamento, per la sua sincerità e bontà d'animo essa era molto stimata dai troiani. Essa era sempre impegnata a cercare, con Ettore, soluzioni reali ai problemi propri e della corte. 
Il suo amore verso Ettore non ammetteva distrazioni di sorta. 
Il suo concetto d'amore è rappresentato dalla seguente dichiarazione:
         "Ti amo come si ama un padre, un fratello, un marito".

NON OLTRE UN RAGIONEVOLE LIMITE

 Sui giornali di tutto il mondo, in questo periodo, si parla, insistentemente, di vendetta. 
Quando e fino a dove è ragionevole spingersi nell'ipotesi di accettazione di tale ipotesi. Sia per i contrasti fra persone, sia nei contrasti fra stati.

Se è accettabile ammettere il diritto della vendetta non è, umanamente, accettabile il superamento di un ragionevole limite di quel presunto diritto.
E il limite di quel diritto se non è ragionevolmente "codificato" - e non potrà mai esserlo per ovvie ragioni; per lo stesso principio in esso implicito - allora è il buon senso degli uomini giusti che dovrebbe guidare e posizionare una barriera insormontabile, da parte di chiunque. E' la barriera del "non plus ultra".

Sì, perché la vendetta, inevitabilmente, finisce per portare con se e travolgere, inesorabilmente, vittime innocenti.
Bisogna , assolutamente, evitare che diventi irrilevante l'innocenza delle vittime coinvolte, per colui che ha subito dolore e cerca vendetta. L'innocenza delle vittime eventuali deve essere considerata come di enorme importanza da chi cerca vendetta.

La sete di vendetta, per esempio, ha fatto si che Medea considerasse come di nessuna importanza l'assoluta innocenza dei suoi bambini, nel suo piano di vendetta contro suo marito Giasone (Invaghitosi di altra donna. Con rimando al libretto teatrale  Medea di Giuseppe Romeo).
Ma, come prevedono anche i dettami biblici, le colpe dei padri non debbono cadere sui figli (Fino alla settima generazione?).

GRATITUDINE

 La gratitudine è una dote scarsamente conosciuta dal genere umano.
Il destinatario dopo le prime benevolenze si convince che quello che riceve spontaneamente non sia un dono, come realmente è, ma un qualcosa di "dovuto" dal suo benefattore. E, in quanto tale, lontano da qualsiasi ipotetico riconoscimento; anche solo morale.

Nella vita ci sono due diverse tipologie di benefattori: quelli evangelici e quelli umani.

I benefattori evangelici sono coloro che aiutano il prossimo e subito dopo scompaiono, senza aspettarsi alcun riconoscimento da parte del beneficiario. Il loro riconoscimento lo avranno direttamente da Dio.

I benefattori umani (E' a questa categoria che mi pregio di appartenere) sanno di non possedere la virtù dell'evaporazione dopo aver fatto del bene, sanno che, in quanto umani, deboli e anche un po' vanitosi, amano osservare la faccia, lo sguardo sereno, gioioso, dolce, del proprio amico per il quale si sono spesi, genuinamente, senza alcun interesse.
Sì, i pensieri sono belli ma la realtà erode una fantastica poesia e conferma quanto sopra affermato: la gratitudine non è una dote del genere umano. 

IL DENARO

 Da sempre il potere è strettamente legato al denaro. L'assenza di denaro ha costituito e costituisce un forte impedimento all'acquisizione del potere fine a se stesso.
Esso ha un ruolo essenziale  nelle relazioni fra le persone.
Il potere con molto denaro può essere raggiunto con modalità più o meno semplici. E' anche vero che la condizione è necessaria, ma non sufficiente. Ossia, il possesso del denaro non rappresenta, automaticamente, l'acquisizione del potere.

Qualsiasi passo sulla scala del potere è subordinato ad esborsi, presenti o futuri, di denaro o di favori (Equivalenti a denaro). E, tanto più grande è la disponibilità di denaro tanto più è grande la popolarità e il potere del possessore. Possessore che, in quanto tale, si sente - e tende - ad andare anche sopra la legge. Tendenza che viene trascurata, per ovvi motivi di auspicato profitto futuro, dai rappresentanti della legge e tollerata, se non compiaciuta, dal popolo povero. Forse perché  esso popolo si vede trasposto nel possessore o vuole pensare di poterlo essere in futuro. E, quindi, nelle condizioni di fare come il ricco che viene osannato, per il dio denaro.

L'uomo di Protagora: "l'uomo è il metro della realtà o della irrealtà delle cose", del loro modo di essere e del loro significato.
Nella società in cui viviamo il denaro ha preso il posto dell'uomo nella misura delle cose. Tutte le cose che siano reali e delle cose che siano irreali.

Chi spende per acquisire potere lo fa senza sapere quanto spende. Sono altre persone che seguono le sue spese. Persone sempre tenute a non renderle note. Mai.
Chi mira al potere ostenta il denaro in modalità banale, inessenziale, pur sapendo del suo valore intrinseco. Il denaro per costoro non è importante in quanto materializzazione, ma lo è in quanto manifestazione sociale immediatamente riconducibile al soggetto in esame da tutti gli altri. Amici e nemici.
Riconoscimento dei terzi che porta in se il concetto dell'essere, sempre, padrone e non servo della propria enorme ricchezza.
Ed essi (I ricchi), per scaricarsi la coscienza, si convincono e affermano, senza alcun pudore, di essere pervenuti a quella ricchezza grazie alle loro capacità  imprenditoriali e - per maggior conto - per volontà del Padre Eterno che ha ipotizzato la realizzazione di grandi progetti sotto la loro direzione. 
E, in quanto tali, degni di stima, di rispetto sociale e, anche, religioso. Il denaro, senza alcun dubbio apre tutte le porte; anche quelle del paradiso. Vista la loro presunta funzione di delega divina.

E in tutta questa illusione la gente gongola, abbocca e fa festa col festeggiato come un tacchino il giorno del ringraziamento, in USA.
Con la conclusiva medicina distribuita, senza limitazioni di sorta; col bugiardino che, in piccolo, informa che il "denaro non è tutto nella vita" essendo, esso, portatore di gioie e grandi dolori.

7 ottobre 2024

LA VITA E IL TEMPO

 La vita non è altro che il percorso di quei momenti meravigliosi che si vivono senza respiro.
Essa funziona bene solo se c'è qualcuno che ci ama e che noi amiamo.
Tutto il resto è noia.

La vita è strettamente legata al tempo. Tempo lento nell'attesa, veloce nella gioia, eterno nell'amore.

4 ottobre 2024

CITTADINO DEL MONDO

 Sono, e mi considero, Cittadino del Mondo.
Sono, e mi sento, libero da qualsiasi condizionamento, parzialità, partigianeria, provincialismo.
"Il mio regno è grande come il mondo", diceva A. Dumas. Ed esso, quindi, non poteva essere limitato da monti, da fiumi, da mari, da linguaggi, da usi e da costumi.

IL PATTO COL DIAVOLO

 E' il classico accordo di scambio mediante il quale l'uomo cede al diavolo la propria anima in cambio di vantaggi (Denaro, potere).
Quello tra Faust e Mefistofele (J. W. von Goethe) è quello più famoso, in ambito letterario.

In genere, questi patti non vengono quasi mai rispettati. Il diavolo quasi sempre beffa l'uomo, ma, qualche volta uno scaltro contadino è riuscito a mettere nel sacco il diabolico tentatore.
La Letteratura ha cantato e raccontato, magistralmente, questi casi.
"Il ritratto di Dorian Grey" di O. Wilde parla della cessione al diavolo dell'anima del protagonista in cambio dell'eterna giovinezza.

E' un patto col diavolo anche quello che certe persone stringono con soggetti che sono moralmente opposti ai loro stessi principi sostenuti, con forza, al solo fine di trarre determinati vantaggi.
Alla fin fine un patto del genere non è altro che la presunzione dell'uomo che si propone come lottatore, impavido, contro il mondo intero.

REAZIONE ALL'ASSENZA

Presenza. La presenza efficace di persone o cose in seguito ad azioni di contrasto ai diritti inviolabili dell'uomo porta in se un appagamento interiore, uno stato di tranquillità.

Assenza. Diversa è la situazione quando detta presenza non c'è. Quando ad imperare è l'assenza, per esempio, dello Stato. Stato incapace di proteggere i suoi Cittadini dalle ingiustizie. Stato, in ogni caso, sempre presente quando si tratta di tassare o di nuocere al Cittadino.
In questo caso il Cittadino è spinto a stringere compromessi con chiunque. E' portato a patteggiare e magari anche aiutare anche le persone malavitose. E lo fa non con spirito evangelico che presuppone la speranza nella redenzione del soggetto interessato dal male verso il bene. No, lo fa con la condizione di ricevere rispetto per se stesso e per i propri cari.
Il cittadino, in questa condizione, smette di occuparsi, o preoccuparsi, del prossimo, della società in cui è inserito. Non è, in alcun modo, interessato alla crescita culturale ed economica della comunità. Verso la società è diventato neutrale, asettico, assente, privo d'interesse.
L'eventuale azione d'aiuto verso terzi, per esso, non è filantropismo, ma reca in se, esclusivamente, uno specifico interesse personale, più o meno recondito.
E' il "secondo fine" che porta, in nuce, la peste nella società.