L'Italia è sempre stato considerato un paese di Poeti, di Naviganti e di Scrittori.
Da molto tempo circolano delle barzellette, sui Carabinieri, che giustificano (Ironicamente) la loro necessità di andare in coppia col fatto che uno di loro sa leggere, mentre l'altro sa scrivere.
La tendenza a non leggere e a non scrivere, purtroppo, in Italia, forse anche per colpa della diffusione dei social, si è diffusa come una pandemia. Sempre più gente ha perso la capacità di comprensione e lettura di un testo. E lo stesso dicasi per la scrittura. Pur riconoscendo che il linguaggio orale e ancor di più quello scritto, in Italia, ha acquisito una forma contorta e non facilmente comprensibile. Senza voler procedere nell'ambito delle leggi e delle norme pubbliche, di qualunque settore del vissuto quotidiano.
Nel tempo delle telecomunicazioni veloci, in tempo reale, paradossalmente, la gente sta, sempre più, dimenticando l'arte della lettura.
Sopravvive, non è noto fino a quando, l'arte di scrivere.
Fino a qualche anno fa, si diceva, per giustificare il carattere litigioso degli abitanti di Reggio Calabria, che in ogni famiglia c'erano almeno 2 o 3 avvocati.
Dopo qualche tempo, con la crescita esponenziale delle scuole di Architettura, si cominciò a dire che in ogni famiglia del Paese c'erano almeno 2 o 3 architetti, necessari per ingentilire il paesaggio edilizio urbano. Anche questa speranza è rimasta vana. Anzi ...
Attualmente, in ogni famiglia d'Italia ci sono, in media, 2 o 3 scrittori. Ma con un numero di lettori pari a circa zero!
Infatti, secondo Nomisma, "su 3 libri pubblicati in Italia, uno non vende nemmeno una copia".
Nel 2022, sui nuovi libri pubblicati ben 35.000 hanno venduto solo 10 copie.
"Il 30% dei libri pubblicati in Italia non vende nemmeno una copia".
E' un'immagine triste quella di libri senza lettori.
Bisognerebbe fare in modo che, anche in Italia, i lettori crescano adeguatamente. Come gli scrittori.
Per una Italia più Colta.
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