La saggezza, il buon senso, l'interesse pubblico e l'amicizia possono giustificare una frode necessaria?
L'argomento mi fa affiorare alcuni casi recenti e recentissimi. Alcuni molto noti altri meno. Stante la difficoltà operativa di parlare di casi attuali (E per essi faccio rimando ad altri percorsi dialettici) mi porto al caso di Adriano, re di Roma, successore di Traiano.
Traiano guarda in faccia la sua vita, con le parole di Adriano:
"... stremato era andato a sedersi sulla ghiaia, a contemplare le torbide acque del Golfo Persico. ... fu sopraffatto dall'immensità del mondo, dal terrore della vecchiaia, ... Grosse lacrime rigarono il volto di quell'uomo che si credeva incapace di piangere".
Traiano: Grande Imperatore senza figli con la necessità di adottare qualcuno a cui lasciare il potere, grande moglie, grande impero, grande Roma. Tutto ciò non poteva crollare per la mancanza di un erede. Traiano, immenso condottiero, non si decideva a nominare un successore, nonostante le sue precarie condizioni di salute. E, la moglie si sarebbe sostituita al marito, per l'adozione di Adriano?
E Adriano come ha reagito ai pettegolezzi su tale ipotesi?
"Non mi dispiacerebbe affatto che pochi uomini onesti siano stati capaci di giungere sino al delitto per me, né che l'imperatrice (Plotina) sia stata trascinata a quel punto dalla sua dedizione. Ella conosceva i pericoli che comportava per lo Stato una decisione mancata. La onoro abbastanza per credere che abbia consentito davvero a perpetrare una frode necessaria"
L'essenziale è che l'uomo giusto, comunque al potere, in seguito, abbia dimostrato che meritava di esercitarlo?
Quanti dubbi si accavallano nella mente!
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