Guardo spesso nel mio io. E mi vedo. Mi conosco da tanto tempo. Vivo nel mio ambiente domestico raccolto e riservato, con una esistenza fatta anche di limitazioni. Con sogni per l'avvenire. Mi stimo. Sono abituato al mio essere; alla mia persona, alla mia figura; ai miei silenzi; alle mie parole quasi sempre misurate; alle mie eruzioni verbali contro la mediocrità delle mezze tacche e dei palloni gonfiati. Amo spogliare e, quando necessario, ricoprire la mia anima. Anima spesso alla ricerca di un giaciglio fresco, limpido, pulito. Magari in un bosco.
Paura? E' impossibile vivere in certi ambiti, socialmente deteriorati e privi del minimo di garanzia sulla sicurezza del cittadino, senza ascoltare la sua voce. La cosa più importante è riuscire a dominarla, ingabbiarla. E' necessario aver coscienza delle proprie forze e reagire, sapendo che lo Stato è assente.
Coraggio? Per instillare in me il coraggio necessario so di essere, all'occorrenza, gelido, indifferente, libero da qualunque esaltazione fisica, impassibile come l'equanimità di un dio greco.
Vivo tra il sogno di vendicare una sconfitta e il desiderio, fortissimo, che niente di analogo si debba riverificare, per alcuno.
Nessun commento:
Posta un commento