Lo sparviero è un potente e aggressivo rapace, con becco adunco e con artigli uncinati. E' un uccello spietato, dotato di grande potenza.
E' l'aquila dei passeri (Mangia tutti i passeri che si trovano nella sua zona). Ha piumaggio (Il maschio) grigio ardesia nella parte superiore, con guance e parti inferiori rossicce.
Aggressivo con tutti gli uccelli, forse, come dice la mitologia, per far pagare il suo immenso dolore per la morte della figlia a tutti gli altri.
Quello è il dolore di un padre (Dedalione) in continuo pianto per la morte della bellissima figlia, Chione. Ragazza con tanti pretendenti, fin da giovanissima, per la sua splendida bellezza.
Tra essi c'erano Febo e Mercurio che, a prima vista, si innamorarono, entrambi, della fanciulla, senza farne mistero.
Mercurio, nonostante il diverso consiglio di Apollo, con un artifizio, fece addormentare la ragazza e la fece sua in serata.
Febo, con altro artifizio, godette del piacere sensuale della fanciulla.
Dopo nove mesi Chione, con un parto gemellare diede vita a due figli. Uno per ognuna delle due divinità che l'avevano posseduta.
Antolico, figlio di Mercurio, con le ali ai piedi, era astuto, abile, ladro; come il padre.
Filommane, figlio di Febo, nato con grandi doti canore e con l'estro nel suonare la cetra.
Chione nella sua vita aveva tutto ciò che le serviva per essere felice, però, osato affermare, pubblicamente, ed aveva ragione, di essere molto più bella e piacente della dea Diana. Dea che, a suo parere, si presentava con un aspetto non adeguatamente aggraziato, come il suo.
Diana che non ha gradito proprio per niente tale affermazione ha pensato di vendicarsi facendo perdere la vita a Chione, in modo cruento.
Da qui il dolore e la disperazione del padre che non smetteva di piangere per la morte della figlia. E, vedendola bruciare sul rogo ha cercato per quattro volte di gettarsi nel fuoco e bruciare anche lui, con lei. Non riuscendo ad attuare tale tragico proposito, anche per intervento divino, corse velocemente fino alla cima del Monte Parnaso e da lì, senza esitare un istante, si è lanciato nel vuoto per soffocare il suo infinito dolore.
Fu lì che Apollo, mosso da compassione, lo sostenne nell'aria e lo trasformò in uno sparviero.
Continui ancora a pubblicare e raccontare è sempre piacevole leggere e leggerla.
RispondiEliminaLe cose che scrivo sono, spesso, rappresentative del mio stato d'animo. Scrivo di getto e non sempre ho voglia e tempo di rileggere per vedere se ci sono errori. Sapere che le mie parole portano piacere a qualcuno mi porta immensa gioia. Continui a leggermi e a dirmi cosa pensa delle cose che scrivo. Un abbraccio e un sorriso. Grazie
RispondiElimina