Nell'ambito della Dinamica esiste un principio, il terzo, detto "principio di azione e reazione". Secondo questo principio ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. E' una legge introdotta da Isaac Newton nel 1687.
L'uomo che nella sua vita subisce un grave torto, per istinto primordiale, è portato a reagire contro coloro che gli hanno procurato il torto. In termini fisici, si può dire che è confermato l'assunto del suddetto terzo principio. Resta da stabilire, caso per caso, quali sono le condizioni al contorno che influenzano la reazione, in termini di modulo, di direzione e di verso.
La vendetta, quindi, non è altro che l'esplicazione del suddetto terzo principio. Esplicazione che differisce, come accennato, in funzione di tanti fattori. C'è sempre, cambia secondo i casi. Forme:
a)- Maledizione.
Le loro figlie, le loro mogli, le loro donne, vadano erranti, per paesi, valli, colline, coi capelli sciolti sulle orecchie , sul volto.
Follia, disprezzo e disperazione accompagni sempre sicari, fiancheggiatori e mandanti, ancora in vita, fino alla settima generazione.
A quelli già trapassati ci ha già pensato Caronte col viatico nelle fiamme eterne dell'inferno.
b)- Religione.
La vendetta e la punizione del male, come recita una famosa Lettera, spettano a Dio.
c)- Ragionevolezza della vita.
La vita, ragionevolmente, deve sempre essere vissuta nel migliore dei modi etici e morali possibili. E per far ciò è necessario essere in continuo movimento. Come andare in bicicletta sapendo che per mantenere il giusto equilibrio dinamico non bisogna mai fermarsi. E, da qui, si può con buon senso affermare che:
- Le persone deboli si vendicano, senza pensarci su più di tanto;
- Le persone forti possono anche perdonare;
- Le persone intelligenti ignorano.
In tutti i casi, umani e possibili, senza alcun dubbio, si è in presenza di forme del principio di azione e reazione; o di vendetta. Più o meno raffinata.
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