Africa.
Sì ho parlato e parlo, anche ora, della mia Africa.
E per essa di uno dei paesi più rappresentativi e contraddittori. Il Congo, quello grande, estenso, immenso. Quello definitosi Repubblica Democratica del Congo (RDC), già detto Zaire.
Uno dei paesi più problematici e intriganti dell'Africa Equatoriale è il Congo Democratico (Senza escludere nulla sulla democraticità dell'altro Congo, molto più piccolo in dimensioni e posto oltre il fiume Congo (Ex fiume Zaire), secondo fiume del pianeta, posto nella zona Ovest - Nord-Ovest).
L'immenso fiume Congo, che sfocia nell'Oceano Atlantico, rappresenta un lungo tratto della linea di confine tra i due paesi omonimi, costituiti da due etnie che, seppur portanti lo stesso nome, si presentano con caratteristiche fisiche, culturali e sociali totalmente diverse.
La RDC, come tanti altri, è un paese dalle mille contraddizioni, derivate dal tipo di colonialismo subito e dal caos derivante dalla fase successiva alla conquistata libertà.
E' un paese avente una forma geometrica ad imbuto; con un lungo tubo (Strettoia), confinante ad Ovest con l'Atlantico e a Nord e a Sud co l'Angola. La zona centrale è costituita da un vasto territorio pianeggiate attraversato da tanti fiumi che confluiscono nell'immenso fiume Congo. Le zone prossime ai confini, eccetto il lato Ovest (Confinante con l'altro Congo), si presentano con imponenti e spettacolari catene montuose (Custodi delle preziose materie prime). E' un paese con pianure e con montagne.
E' un paese molto ricco e, contestualmente, molto povero.
La ricchezza è concentrata nelle grandi città (La capitale Kinshasa è una vasta metropoli con oltre 17 milioni di abitanti). In esse la ricchezza del centro (Abitato dai ricchi, con Piazze eleganti, Case costose, Grattacieli, Negozi eleganti) si scontra con l'estrema povertà delle periferie, occupate dagli "ultimi". Ultimi attratti in città dalle campagne ove la vita è molto misera. Sono persone disperate, le più povere, che nel tempo hanno abbandonato la misera vita agricola dei campi, dei piccoli villaggi rurali, perché convinti di trovare migliori condizioni di vita nelle città. Quasi sempre, invece, in città hanno trovato il contrario di quello che si aspettavano. La vita in città, per i milioni di disperati, trapiantati in luogo diverso da quello originario, alla fine, quasi sempre, si presenta peggiore di quella rurale lasciata alle spalle.
Le città si presentano con il movimento sfrenato di uomini e di beni. I primi rappresentano un movimento interno. Gli uomini sono attratti dalle campagne alle città alla, spesso vana, ricerca sfrenata di un benessere, che raramente arriva. Ed essi andranno ad incrementare i disperati che sopravvivono nelle baraccopoli di periferia.
I beni e le materie prime, invece, prodotti sul territorio, sono, prevalentemente, destinati all'estero. Con i conseguenti benefici economici che, se rientrano, si fermano nelle città. Senza alcuna interferenza con le zone interne, montuose e pianeggianti.
E' un paese che ha ottenuto l'indipendenza dal Belgio (Paese ottanta volte più piccolo di esso) in seguito di una terribile guerra civile (Dovuta alla bramosia per il controllo delle ricche miniere).
La RDC si presenta con tante diverse etnie. Tra esse le maggiori sono: Mongo, Luba, Kongo, Mangbetu-Azande.
La bramosia economica ha portato la gente, anche dopo la fine del colonialismo, a perdere di vista gli ideali del bene comune. Con una diffusa cannibalizzazione dei beni pubblici. Con la conseguente fuga dal reale concetto di democrazia, libertà, giustizia, fraternità, uguaglianza. Con la conseguente nascita e crescita di gruppi, clan, tribù, tutti in lotta contro tutti. E con la conseguente nascita di una nuova forma di colonialismo, ove l'oppressore non viene da un paese terzo, ma proviene dall'interno dello stesso paese. Oppressore avente lo stesso colore della tua pelle, con la tua stessa forma di linguaggio. E avente la stessa bramosia di denaro (Pubblico) che avevano i belgi.
Con la stessa prospettiva di crescita esponenziale della differenza fra ricchi e poveri. Con i ricchi che diventeranno sempre più ricchi e con i poveri che, sempre più numerosi, saranno sempre più poveri.
Con la stessa tendenza che, da tempo, si è fatta e si fa sempre più largo in America Latina.
E, allora, quale futuro si prospetta per la RDC, per l'Africa e per tutti i paesi africani?
Senza uno sviluppo culturale trainante verso la democratizzazione della società, del tipo occidentale, pur con la consapevolezza dei rischi che questi popoli corrono con l'accettazione delle lusinghe provenienti dai paesi con scarsa considerazione verso la libertà dei popoli.
Ma per fare ciò, nella RDC, è necessario avvicinare allo sviluppo economico e sociale del vasto territorio interno. Crescita che deve interessare tutto il paese: dalla esigua costa atlantica alla zona dei grandi laghi.
E' necessario che i proventi della vendita dei beni e delle materie prime, dopo aver costruito la grande diga di Inga, che produce immense quantità di energia elettrica continua, siano destinati alla realizzazione di scuole e strade (carraie, ferroviarie) per mettere in collegamento diretto e veloce la parte povera con la parte ricca del paese. Solo con la presenza di una adeguata mobilità sarà possibile attenuare il gap economico esistente fra la zona povera e la zona ricca.
Il potere politico del Paese (Di per se, molto ricco per la presenza, tra l'altro, di Rame, Cobalto, Diamanti, Acqua in grande quantità per irrigazione, Pianure sterminate, Uranio (La bomba di Hiroshima è stata preparata con l'Uranio proveniente dalla regione di Shaba) ) non può e non deve consentire che la gran parte della sua popolazione viva in condizioni di miseria.
Perché è stata costruita la linea elettrica che porta l'energia dalla zona Ovest fino alla zona montuosa delle miniere, ad Est, e non sono state costruite le strade per collegare dette zone interne, praticamente inaccessibili, con le zone più ricche?
La mobilità dei popoli, come tutti sanno, anche in Africa, porta nella popolazione punti di domanda e conseguenti richieste di crescita sociale. Dubbi e richieste che spesso portano al rovesciamento del potere costituito.
E' un circolo virtuoso che vale per tutte le realtà, per ogni continente.
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