Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

14 aprile 2021

A CHI APPARTIENI

 Nei tempi antichi, ma anche recenti, in alcune realtà, quando si incontrava una persona sconosciuta, per sapere di più su di essa le si poneva la domanda: "A chi appartieni? Da dove vieni?" Ossia, di quale famiglia fai parte? Era un modo come un altro per chiedere e sapere provenienza, appartenenza familiare, carattere, personalità, cultura, del soggetto. Tale concetto ancora presente nelle culture contadine trova riscontro anche nella stessa Bibbia. Nel mondo mediterraneo, ed arabo in particolare, era, ed è, d'uso nei nomi riportare la dicitura " ... figlio di Giuseppe". 

Radici, oramai, totalmente recise nella società occidentale in cui viviamo. 

3 commenti:

  1. Nei piccoli paesi è ancora in uso. Pare una forma di controllo del territorio all'ingresso di volti non conosciuti. A volte lo chiedono gli anziani ai visi giovani per capire l'origine della famiglia, per poi dialogare con ricordi. E' una piacevole conversazione storica di conoscenza, se non diventa pettegolezzo.

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  2. Sì, può essere vista come una specie di controllo del territorio, ma penso si tratti, essenzialmente, di una palese forma di saluto e di accoglienza verso lo straniero. Verso lo sconosciuto. Anche con l'obiettivo di metterlo a proprio agio, anche se lontano da casa. E' il concetto di rispetto verso lo straniero fortemente incardinato nella cultura classica greca e ancora molto diffuso in molte realtà aventi radici ben radicate nella Magna Grecia. La presenza dei valori sopra indicati mi porta a pensare come molto distante le distorsioni di piccola cattiveria (Pettegolezzo). Grazie della nota al mio Anonimo lettore. Chiedo assoluzione per il ritardo nella risposta. Buona lettura

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