Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

16 febbraio 2021

ORAZIO - CARPE DIEM

               Cogli l'oggi. Cogli l'attimo. Carpe diem.                                            E' l'invito, di Orazio, a godere ogni attimo del presente senza porsi domande sul futuro. Rifiutando di proiettare nel futuro, ignoto ed imprevedibile, speranze desideri sogni. La sua è la poesia del presente, del vissuto corrente. Della vita che fugge inesorabilmente portandoci, nel migliore dei casi, alla vecchiaia e alla morte. Vita che, per essere vissuta al meglio, a suo parere, dovrebbe essere costellata di cose semplici ed essenziali quali la campagna, l'amore, l'amicizia, il vino, il focolare.                                                                                                              Altro aspetto della sua visione di vita è stato l'equilibrio morale. Ossia la necessita di mantenersi ad una giusta distanza da avidità, frenesia, lussuria. L'equilibrio consiste nel restare alla giusta distanza, in posizione mediana, tra miseria ed eccesso. "Chi ama tenersi nell'aureo mezzo evita sicuro lo squallore di un tetto decrepito, evita sobrio una reggia che suscita invidia".  La saggezza e la serenità non sono, però, facilmente raggiungili anche  seguendo i suggerimenti del poeta che ha confessato di essere, anche lui, vittima di instancabile inettitudine che lo porta a seguire ciò che gli fa male ed a fuggire da ciò che gli gioverebbe (A Roma amo Tivoli, A Tivoli amo Roma).                                                           Alla sua corte Augusto, per questioni di magnificenza, fece confluire le menti più raffinate del tempo per i vari settori della vita. Uno dei poeti più apprezzati fu Orazio. Orazio è stato, ed è, considerato la massima fonte ispiratrice a cui, chi si avvicina alla Poesia ed alla Letteratura, dovrebbe abbeverarsi. E' stato un uomo malinconico ed, anche, depresso, ma era dotato di una grandissima forza creativa. Ha insegnato a scrivere a tutti coloro che, venuti dopo di lui, ambivano scalare elevati livelli letterari. Ha trattato, con rara sensibilità, i temi del controllo delle passioni, della ricerca della tranquillità dell'animo, del tranquillo distacco dai tumulti della vita cittadina. Il tutto in termini individualistici. Ha parlato di se, del valore della famiglia, dell'orgoglio verso il padre (liberto). Ha invitato a prendere la vita con il distacco giusto distacco, senza drammatizzare facendosi accompagnare anche da leggerezza ed ironia. Guardando dentro di se stessi per vedere i propri difetti evitando di sottolineare i vizi altrui. 

Quinto Orazio Flacco, noto semplicemente come Orazio, è uno dei più importanti poeti latini. Forse il più importante. E' nato a Venosa (Basilicata a circa 100 km da Matera) il giorno 08/12/65 a.C. ed è morto a Roma il 27/11/08 a.C.

Ha partecipato alla guerra civile che ha portato la morte di Giulio Cesare, schierandosi con Bruto.

Ha conosciuto Virgilio e Mecenate e con la loro amicizia ha cominciato a frequentare i loro ambienti ed a scrivere poesie di esaltazione di Augusto. Per cogliere al massimo l'anima della cultura greca, a 20 anni si è trasferito ad Atene, ove visse nell'ambito intellettuale e filosofico. Era un profondo sostenitore della Repubblica. Innumerevoli sono state le edizioni delle numerose sue opere. Opere che ancora oggi si leggono e si studiano in tutto il mondo. E' noto per essere stato elegante senza artifici, di valore universale. La sua amabilità era accompagnata da serenità ed inquietudine. La sua nostalgia trapela vistosamente quando guarda il suo passato. Tra le sue opere più interessanti: Carpe diem, Epòdi, Satire, Ars poetica, Odi ("Ho eretto un monumento più duraturo del bronzo e più alto alto della mole regale delle piramidi, che né la pioggia edace, né la furia di Aquilone o una serie innumerevole di anni e la fuga del tempo potrà distruggere. Non tutto morirò ...".


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