Laocoonte era cittadino di Troia, veggente, gran sacerdote e cultore delle arti. Era contrario, e invano si era opposto, strenuamente, all'introduzione, in Troia, del Cavallo di legno, lasciato in dono dai Greci. Per la difesa della patria ha dato la sua vita e quella dei suoi figli. E' rappresentato in magnifiche sculture avvolto, coi suoi figli, dalle spire dei serpenti di mare mandati da Atena, che parteggiava coi Greci. Guardava alla vita: "Leggero come una piuma, felice come un angelo, allegro come uno scolaretto, con la testa che gira come un ubriaco".
"Temo i Dànai, e più quand'offron doni - Timeo danaos et dona ferents", ha, invano, gridato anche dopo aver lanciato un giavellotto contro il cavallo di legno. Diffidava dei Greci e sapeva della loro astuzia. Ma non è stato ascoltato. Anche per la presenza di importanti divinità schierate dalla parte dei Greci.
E, come Cassandra, non è stato creduto. E, secondo qualcuno, la sua morte può essere considerata necessaria per la fine di Troia, la fuga di Enea col suo girovagare nel Mediterraneo fino alla nascita di Roma.
La bellezza della mitologia.
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