Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

2 settembre 2020

LA CHIESETTA DI ZOPARDO

                                          Foto n.1: Prospetto principale


                                     Foto n.2: Interno cupola


                                     Foto n.3: Tetto e facciata, interno lato mare 

Esiste un antico piccolo borgo, di Bovalino Superiore, detto Zopardo, noto a tutta la comunità locale, ove una piccola deliziosa Chiesetta, molto antica, ha sempre fatto bella mostra di se, con viandanti (Lungo la storica Strada Statale d'Aspromonte SS n.112), con i contadini del luogo e con gli studiosi amanti della Bellezza e dell'Arte. Anche per il suo armonico ed umile linguaggio di Pieve. Punto di riferimento spirituale e vitale quotidiani.
Pur dichiarata  Bene e Monumento Nazionale, è rimasta nello stato di totale abbandono (Indicibile, indecoroso), da parte del competente Ministero, per svariati decenni. Nonostante le pressioni, esercitate da intellettuali volenterosi, che hanno, sempre, respinto l'inerzia istituzionale, per la salvaguardia del bene.
Infine, quando lo Stato si è determinato di operare, per la cura della struttura, l'ha fatto con un progetto, i cui lavori sono stati affidati ad una delle poche ditte abilitate ad operare con la Soprintendenza. Quindi, ditta riconosciuta valida e funzionale per le lavorazioni previste. L'Impresa affidataria (Uso questo termine che è significativo del modus operandi di certe strutture periferiche dello Stato) dei lavori dopo aver realizzato alcune demolizioni e rimozioni (Sotto la sorveglianza tecnica ed artistica della stessa Soprintendenza competente) ha eseguito alcune opere di consolidamento, di costruzione ex-novo e di ristrutturazione e restauro. Essa stava realizzando il nuovo tetto (La cui soluzione tecnologica era ed è del tutto discutibile, ma non l'ho mai detto prima d'ora, al fine di evitare difficoltà operative (Sospensioni) ai lavori) con struttura portante in legno (Capriate, tavolato, ...), adeguatamente impermeabilizzato, al fine di togliere, finalmente, l'acqua meteorica dall'interno della Chiesetta. Il tetto esistente era in precarie condizioni statiche e non era, certamente, in alcun modo, funzionante. 
Per una serie di motivazioni, sulle quali non entro nel merito, in questa sede, nel 2014 i lavori programmati sono stati sospesi e, da allora, mai più ripresi. Con la conseguenza che anche il nuovo tetto, realizzato con un tavolato in legno e con soprastante strato di guaina impermeabilizzante, dopo poco tempo dal fermo dei lavori, è stato portato via, dal vento e dagli agenti atmosferici. Con la conseguenza che la deliziosa Chiesetta di Zopardo, per le determinazioni di soggetti preposti alla gestione del cantiere, finanziato con i soldi di tutti noi Cittadini, si è rivista grondante di dolore e di sofferenza nelle sue modanature, nei sui affreschi, nelle sue nicchie, nella sua volta, per la presenza dell'acqua piovana che è ritornata presente all'interno, prepotentemente. Al di sopra di ogni sciagurata ipotesi cervellotica.
Il bel portale, in materiale tufaceo era stato smontato ed è stato rimontato, dalla ditta incaricata, in modo non certo definibile perfetto. Ma posso sostenere che senza tale azione, molto probabilmente, molti dei conci del portale sarebbero scomparsi o sarebbero andati incontro ad un progressivo deterioramento. Curare la perfetta posa in opera dei conci del portale era compito della Soprintendenza e della Direzione dei Lavori (DL).
La volta in mattoni in laterizio pieno e soprastante strato di ripartizione in gesso, con rinfianco in materiale vario, che copriva la Chiesetta, al di sotto del tetto in legno, allo stato attuale è praticamente inesistente. In parte era collassata per effetto dell'acqua e degli altri agenti atmosferici ed in parte era stata rimossa dalla ditta al fine di essere agevolata nel montaggio delle nuove strutture in legno del tetto. Rifare la voltina con le mattonelle in laterizio pieno, sulla scorta dei dati storici, non è una cosa complicata anche in queste condizioni. E' appena il caso di far notare che il terreno su cui poggia la Chiesetta (Sulla parte sommitale di una propaggine pre-aspromontana) è di natura prevalentemente argillosa e che la struttura si presentava e si presenta con stati deformativi diffusi dovuti a cedimenti differenziali delle fondazioni. La volta esistente (Da molto tempo collassata), come pure il tetto in legno, scaricavano, e, per quanto esistenti, scaricano sulle pareti longitudinali delle spinte orizzontali che non erano assegnate ad alcun tirante o altra struttura secondaria (Con un piccolo distinguo per la parte muraria dovuta al secondo altare, sul lato monte). Né risulta che tali spinte orizzontali siano state prese in considerazione col progetto ... poi abbandonato. 
Il pavimento esistente (Mattonelle in argilla cotta, 10 x 10 cm) è stato rimosso ed è stato realizzato un massetto in calcestruzzo. Con il problema della risalita capillare dell'acqua che c'era in origine e continua ad esserci, sia per la particolare configurazione altimetrica dei suoli circostanti la Chiesetta, sia per l'allergia della Soprintendenza di competenza verso la realizzazione di adeguati sistemi isolanti tra suolo e pavimento (Intercapedini con granchi areati).
La facciata principale originariamente in muratura di pietrame, di scarsa consistenza, è stata rivestita, dalla ditta incaricata, da uno strato di muratura in laterizi pieni, posti ad una testa. Presumibilmente da intonacare ed adeguatamente ancorato (Si spera) alla muratura esistente.
Le altre facciate della Chiesetta erano in muratura di pietrame con delle presenze simboliche in marmo ed in sasso. La consistenza della muratura non era certamente adeguata alle necessità. La ditta durante il corso dei lavori ha eseguito l'intonaco totale delle pareti (Lasciando in vista delle insule con le presenze storiche significative) con della malta rinforzata con fibre e cemento.
  Qualche settimana fa sono stato informato  del fatto che qualcuno si sarebbe vantato di essere l'autore, l'ispiratore, delle denunce / diffide che avrebbero portato alla sospensione ed al successivo blocco dei lavori. Denunce supportate, a parere dell'ipotizzato soggetto, alla scarsa validità delle soluzioni tecnologiche messe in atto dall'impresa, e che hanno visto come risultato finale il ritorno al passato fatto di abbandono e di distruzione della bellissima Chiesetta di Zopardo. Penso che queste persone, dalla denuncia facile, hanno ben poco di cui rallegrarsi. Anzi, a mio parere, dovrebbero vergognarsi. Sempre ammesso che le ipotizzate conoscenze altolocate siano reali e ci troviamo davanti all'ipotesi di un millantato credito. La prima ipotesi porta in nuce, eventualmente, il valore, la capacità tecnica artistica, della Soprintendenza e della DL; veramente non eccelso.
Ci tengo a precisare che non ho alcun interesse diretto personale e professionale e che il mio parlare è dipendente, esclusivamente, dal desiderio di vedere, in qualche modo, salvaguardata la Pieve di Zopardo. 
Mi piange il cuore, a vederla in queste condizioni, ogni qual volta la guardo dalla finestra di casa mia.
  

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