Spesso è facile riscontrare, nella vita di tutti i giorni, gente pronta a far conoscere e imporre il proprio parere su ogni cosa. Poche son le persone ben disposte ad ascoltare, serenamente, prima di esprimere opinione, richiesta o meno, su un argomento. E, quando si ascoltano considerazioni non meritevoli di apprezzamento, istintivamente, capita di vedere sul volto di qualcuno il gesto del "levar del ciglio". Il levar un poco in soso il ciglio è un movimento che trova riscontro anche nella Divina Commedia, là dove Dante incontra Farinata degli Uberti.
Il gesto del "levar in soso" il ciglio va visto come orgoglio, come senso fiero di dissenso. E, in qualche caso anche come alterigia (Eccessiva stima di sé. Presunzione elevata). Mai superbia.
Almeno come la vedono gli Eretici.
Quel "ciglio in soso" rappresenta, anche, un senso di rispetto della volontà altrui. Si ascoltano e si rispettano le opinioni altrui, anche se non si condividono.
La ragione e il torto, in ambito civile e democratico, è bene che non siano tagliati, separati in modo netto. In tutto restando senza arroganza, invidia, presunzione, protagonismo.
Il ciglio (O meglio sopracciglio) che si leva in alto è un atto eretico che evita di controbattere ad ogni battuta. Consente all'interlocutore di esporre compiutamente il suo discorso e consente al titolare del ciglio di mostrare la sua capacità nel rispettare l'altro.
Riconosciamo che non sempre si è capaci, davanti ad una cattiveria e ad una stupidaggine, di resistere alla tentazione di ... reagire.
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