Sarà per la condizione pandemica che da circa due anni tiene sotto scacco la gente del nostro Paese, ma mi sembra di percepire una diffusa incapacità degli umani di ascoltare, riflettere, meditare, ragionare. Di restare in silenzio, quando le parole sono inutili.
"Eschilo, ti saluto, va a salvare la Città nostra con buoni consigli, e gli stupidi educa: son tanti".
Così diceva Aristofane con le sue "rane". Ma, a quei tempi, non esistevano i social.
Ho voglia di ascoltare discorsi sciolti, logici, intelligenti. Restando in silenzio, come mi piace fare quando vado a teatro. E' un bisogno per le mie orecchie e per la mia anima. Ma alle carezze delle orecchie è necessario porgere attenzione al fine di evitare di cadere nell'esagerazione degli elogi. Qualunque sia il livello culturale del discorso fatto e/o ascoltato, gli elogi siano sempre cauti e misurati.
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