La gratitudine (Ossia la disposizione d'animo che comporta l'affetto verso chi ci ha fatto del bene) non è una dote spesso presente nell'uomo. Al contrario di quanto è ragionevole aspettarsi il ricordo del beneficio ricevuto porta, in modo conscio o inconscio, al desiderio di cancellare la circostanza e l'iniziale voglia di ricambiare. Forse perché una volta ottenuto il beneficio il soggetto passivo cerca di librarsi verso l'alto nascondendo e ignorando il punto di partenza. Conosco molte persone che hanno ottenuto un discreto successo nella vita solo grazie all'aiuto iniziale di qualcuno che, seppur senza nulla chiedere in cambio, è stato totalmente ignorato da coloro che sono stati beneficiari. Potrei fare un elenco con persone e circostanze che col loro comportamento hanno negato l'esistenza della gratitudine . Anch'io, confesso, quando incontro certe persone noto l'assenza di alcun sentimento di riconoscenza per il mio operato benefico. In qualche caso, anche rischiando personalmente, ho sostenuto la necessità e la correttezza a favore di qualcuno che, a posteriori, per invidia umana ha assunto comportamenti incomprensibili. Ma, da sempre, la vita manifesta queste sorprese.
"Ingrata patria non avrai le mie ossa", ha gridato il valoroso condottiero romano Scipione (Scipio), detto l'Africano (253 - 183 a.C.) dopo aver notato invidia ed assenza di gratitudine nei suoi confronti. La sua vittoria sonora contro Annibale, a Zama, nel 202 a.C., che aveva portato a Roma supremazia militare e politica su Cartagine, gli portarono fama, potere e riconoscimenti vari. Ma anche invidia, manifestatesi con l'accusa di corruzione. Colpito nel suo orgoglio decise di ritirarsi (Esilio volontario) nella sua villa di Literno, in Campania, ove morì, senza ritornare a Roma. Da Scipione deriva "l'elmo di Scipio" richiamato da Goffredo Mameli nel nostro Inno Nazionale, con rimando alla necessità di lottare uniti per il Risorgimento d'Italia.
Commento ricevuto da una persona:
RispondiElimina"E' il più labile dei sentimenti umani. Ha la capacità di vaporizzarsi in un attimo, per certe persone. Ed anche peggio. Il mio nonno materno, legato ad Amendola, è stato privato di tutti gli incarichi pubblici per la sua posizione antifascista. Essendo benestante per possedimenti terrieri ha letteralmente sfamato un compagno di sventura e tutta la sua famiglia. Mi diceva mia mamma che i migliori prodotti della terra e i conigli e i polli erano sempre per questo amico infelice. Finito il fascismo, tornata la democrazia, questo amico ha brigato per mettere in disparte mio nonno che già aveva l'incarico del servizio idrico potabile. Tanto ha fatto e detto che è riuscito a far togliere al nonno tale incarico. Mia madre, che era terribile, vedendo il padre distrutto, soprattutto per la delusione dei sentimenti, si è lasciata andare andare sull'ingrato con ... improperi da divinità greche".