Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

11 aprile 2025

ROSA

FRINE: L'ETERA

 Frine, accusata ingiustamente, alla fine del dibattimento, per dimostrare ai giudici la sua innocenza ha pensato bene di liberarsi, con scaltrezza, della sua tunica e mostrare tutto il suo corpo, nella sua splendida bellezza e perfezione. Da vera Afrodite.
E fu, giustamente, assolta.

La sua irresistibile Bellezza, secondo i giudici, non poteva essere colpevole.
Non poteva che essere innocente 
Secondo i canoni greci di allora, ai massimi livelli, la Bellezza è strettamente legata al bene e alla verità. 
Quindi, all'innocenza.

7 aprile 2025

SEMINARE DUBBI

 Quella attuale è una società incongruente, contraddittoria. 
Forse come tutte le altre, del passato e del futuro. 
Nel passato la gente pur non avendo un adeguato livello di sostentamento fisico e sociale si accontentava ed era felice. 
Nel secondo dopo guerra del secolo scorso la gran parte gente aveva fame, ma cantava. Cantava con forza e con gioia. 
Molti desideravano studiare, conoscere il mondo, farsi una solida cultura di base, ma erano privi dei mezzi necessari per realizzare il sogno.

L'attuale esplosione della tecnologia nel campo delle telecomunicazioni ha fatto in modo che le lettere e le varie scienze siano, praticamente, nell'immediata disponibilità di chiunque, a prezzi accessibili. Ma la gente non legge. Ha perso l'abitudine alla lettura. Se mai l'avesse avuta. Il vissuto di corsa lascia poco tempo nella disponibilità "lenta" della gente. La conoscenza si ferma, molto spesso, alle letture superficiali dei titoli, senza volontà e capacità di approfondimento. La superficialità, e, quindi, la mediocrità diventa dilagante, inarrestabile. 
La gente ha poca conoscenza, ed è scarsamente interessata, dello stato delle cose; specialmente nel campo politico e sociale. 
La tutela dell'ambiente è uno degli argomenti che interessa solo una modesta nicchia di persone. Dimenticando, o ignorando, che quello che riguarda la salvaguardia della Natura è un diritto e un dovere di ogni Cittadino.

Ma, le persone della società attuale sono ignoranti? No.  Fondamentalmente la gente è basata su sani principi, su valori che albergano in loro, ma allo stato larvale. Sono valori che hanno necessità di essere scossi, di essere movimentati. E, in genere, tale movimento deriva da gravi fatti di cronaca, capaci i portare a galla la morale e l'etica. Spesso, però, tali movimenti hanno breve durata e lasciano poche radici per un adeguato sviluppo. 
Ci si potrebbe domandare: 
-A chi tocca tenere accesa la lampada della Cultura?
-Perché la gente è portata a credere al primo urlatore, imbonitore, di turno?
--Perché la gente è priva di un adeguato, alto, livello d'istruzione che la porta a porsi delle domande su ogni argomento?
Perché la gente è convinta che il livello di istruzione raggiunto sia sufficiente, mentre, invece, è mediocre?
-Perché molta gente si crede e si sente capace di trinciare pareri, a mò di sentenze, su ogni ipotetico argomento?
-Perché la gente non impara ad ascoltare e a mettersi nei panni dell'interlocutore, per cercare di capire le diverse ragioni, anche senza condividerle?
-Perché la gente non è abbastanza colta per mettere in Dubbio qualsiasi argomento seppur acquisito da altri e insegnato, aprioristicamente, a loro?  
Pur riconoscendo a coloro che hanno osato farlo (Mettere il dubbio su qualsiasi cosa) la presenza conseguente di infinite angherie, di innumerevoli attacchi, da parte di quella numerosa fascia di soggetti, incapace di ragionare con la propria testa e bisognosa di salire sopra un carro, per osannare un riconosciuto capo. 
In ogni caso seminare punti di domanda può portare anche fortissimi dolori di testa, ma porta, in nuce, anche, grandi soddisfazioni intellettuali.
Così è, se vi pare.    

1 aprile 2025

IL SILENZIO

 La saggezza è legata al silenzio.

Il silenzio è variabile da persona a persona. È, anch'esso, una forma di linguaggio legato al viso, alla pelle, al corpo nel suo complesso. È un linguaggio che richiede sensibilità per poter essere assimilato.

Il silenzio, nella gioia e nel dolore, può essere molto più loquace di una chiacchierata.

31 marzo 2025

IL CORAGGIO DI CAMBIARE

 La vita porta, spesso, davanti a situazioni nuove, insostenibili, che possono spingere l'uomo verso stati depressivi o di crisi, per la mancata possibilità di mantenere uno status non più esistente. 
In queste situazioni l'uomo è portato a fingere il possesso di qualcosa oramai inesistente. In quei momenti, borderline, di esasperazione bisogna trovare il coraggio, la determinazione, la convinzione, della necessità di non adeguarsi, di non farsi sottomettere, di non subire. Per nessun motivo.
Quello è il momento di cambiare. Di seguire nuove strade. Nuove strade per ritrovarsi dopo essersi perso.

Cambiare, senza rassegnazione, seguendo, con fiducia, una nuova via; ricominciando da zero. Rischiando. Rimettendo tutto in discussione. E, magari, scoprendo che la vita non è fatta solo di tempo, ma anche, specialmente, di trasformazioni. Di rimodulazioni che danno un tono diverso all'esistenza. Comprendendo, in certi casi, la Bellezza che c'è nel saper gioire, brindare, ai programmi che si interrompono, alle storie che finiscono, ai lavori che non decollano, alle porte che si chiudono. 
Ad essi seguiranno altri che si spalancheranno, magari con un sorriso.

28 marzo 2025

IL POTERE

 Il Potere? 
Cos'è il potere? E' la capacità di influire sul comportamento altrui, di influenzarne le opinioni, le decisioni, le azioni, i pensieri. 
Il potere può essere di tipo coercitivo (Esercitato ricorrendo alla minaccia o all'uso della forza), di tipo persuasivo (ottenuto tramite argomentazioni di vario genere), di tipo manipolatorio (Ottenuto condizionando la volontà altrui in modo subdolo e nascosto).

Il potere è la possibilità che un individuo, agendo nell'ambito di una relazione sociale, faccia valere la propria volontà, anche di fronte a una opposizione.
Il potere è l'abilità di orientare o influenzare il comportamento altrui o il corso degli eventi. Eventi che possono alterare il corso della vita.
Sinonimi di potere:
Facoltà, Autorità, Potestà, Diritto, Forza, Virtù, Capacità,  Possibilità, Dominio, Influenza, Supremazia, Egemonia, Possesso.

La società attuale, nonostante l'esponenziale sviluppo delle conoscenze nell'ambito tecnologico e scientifico, tende sempre più ad essere manipolata, guidata, da un numero limitato di persone, aventi un solo obiettivo: Il proprio interesse personale.

CALCOLI IN INGEGNERIA STRUTTURALE

Parafrasando Fermi da qualche tempo mi ritrovo a dire, e pensare, che "ci sono due diversi modi per eseguire calcoli statici in Ingegneria Strutturale.
Il primo, che preferisco, è quello che presuppone la conoscenza, il possesso, di una immagine fisica chiara univoca, intuitiva, totale, del processo che si sta calcolando.
Il secondo è quello che si avvale di un formalismo matematico preciso, assoluto, auto-consistente, privo di parametri aprioristici. 
In molti pseudo addetti ai lavori non è presente alcuno dei due metodi".

E, a proposito del secondo metodo, Von Neumann spesso ricordava che "con quattro parametri posso fare in modo che i dati descrivano un elefante, e con cinque posso far muovere la proboscide di quell'elefante".
Studi - Esperienze - Progetti.

  

22 marzo 2025

CONSULENZA TECNICA D'UFFICIO

 Nei contenziosi legali che riguardano argomenti di natura specifica (Ingegneristica, per esempio) il nostro ordinamento giudiziario prevede la figura del Consulente Tecnico d'Ufficio (CTU) che assiste il Giudice. Oltre alla figura del consulente che assiste il Giudice sono previste le figure dei Consulenti di Parte (CTP) che assistono le parti costituite.
Studiata la documentazione in atti, fatti gli eventuali sopralluoghi, nei modi e nei termini previsti, il consulente d'ufficio trasmette alle parti la propria relazione sulla quale i consulenti di parte si esprimono, con proprie eventuali relazioni (Osservazioni).
Il consulente d'ufficio, con le modalità previste, provvederà a trasmettere al giudice la sua relazione con allegate le osservazioni fatte dalle parti e le sue controdeduzioni alle osservazioni.
Sulla scorta di tutti tali distinti elaborati il giudice si esprimerà sulla lite.

Il problema, spesso, sorge quando il CTU confonde e mescola i termini della sua funzione. E, ancor di più, quando il giudice non vede o non vuole vedere la confusione (Quindi le papere) fatte dal suo esperto.
Uno di questi casi che ho avuto modo di toccare con mano è quello che vede il consulente d'ufficio introdurre il concetto di "Bozza della consulenza"; ossia del documento che esso trasmette alle parti per le eventuali osservazioni.
Il nostro ordinamento non prevede alcuna bozza di relazione.
Il consulente deve mandare alle parti la sua relazione definitiva (Non bozza) sulla quale le parti devono, eventualmente, replicare e fare contestazioni.
Il CTU, come accennato, controdeduce sulle osservazioni, con apposito documento, separato dalla consulenza, e, quindi, trasmette tutto al Giudice.
La versione della consulenza del CTU, mandata alle parti per le loro eventuali osservazioni, quindi, è quella definitiva, non una bozza, ed è quella che il CTU provvederà a trasmettere al giudice. Infatti, il CTU non ha alcun potere di modificarla, dopo le osservazioni di parte, e, quindi, trasmetterla al giudice modificata. Tale azione è illegittima! Eppure tanti CTU fanno questo errore grossolano che, tra l'altro, limita e inibisce il legittimo diritto alla difesa delle parti.
Parti che, di fatto, potrebbero non avere avuto compiuta conoscenza della relazione definitiva, visto che il CTU ha continuato, errando gravemente, a fare distinzione tra bozza e versione definitiva della consulenza.
La cosa più grave, comunque, è quella di trovarsi davanti a questa ipotesi, di contestarla e di constatare l'inerzia del giudice incapace di notare l'illegittimità sostanziale.
La trasmissione, da parte del CTU al giudice, di una perizia diversa da quella trasmessa, dal CTU, alle parti, per le eventuali osservazioni, costituisce, senza alcun dubbio, grave Violazione dell'art. 195 cpc.

Come recita, anche, l'ordinanza del Tribunale di Milano, Sez.IX civ. del 19/05/2015.  

CI VOGLIO ESSERE

 "È il giorno che più conta nella tua vita, ci voglio essere".
Shelly. 

E c'è stata, nonostante la lunga distanza e tutte le difficoltà esistenti. 
Parigi, 14/02/2025

21 marzo 2025

APPALTI PUBBLICI

  Quello degli appalti pubblici è un argomento che si presenta con tante analogie con quello della burocrazia, esageratamente presente nelle strutture pubbliche.
   Questi due argomenti di conversazione, sistematicamente, sono usati dai parlamentari e dai rappresentanti dei governi in carica per cercare di attrarre simpatie politiche di consenso. Ma, la gente, oramai abituata ai ricorsi storici, raramente si lascia condizionare dai richiami che, anche in questo periodo, sono riportati dai media.

   Appalti pubblici.
  E' dai tempi della famosa prima legge Merloni (Sì, il tizio che faceva elettrodomestici) che si fanno e si disfano, periodicamente, le norme sugli appalti pubblici, con l'obiettivo, sempre dichiarato, di abbattere la corruzione - che si dice dilagante - favorire la concorrenza e, quindi, ridurre i costi e migliorare il livello qualitativo delle opere da realizzare.
La pubblicazione di infinite nuove normative, implicitamente, dimostra, in modo evidente, il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati dal legislatore.
In sintesi: 
1)- Corruzione. La corruzione nell'ambito degli appalti pubblici, come si evince anche dalla lettura dei titoli dei giornali, è stata tutt'altro che debellata.
2)- Concorrenza. La concorrenza fra le imprese, per una serie di motivazioni, è tutt'altro che assicurata. Anzi, il sistema vigente non fa altro che agevolare gli approcci tra le imprese; con la conseguente attenuazione della concorrenza imprenditoriale.
3)- Qualità. Molti soggetti (Non certamente addetti ai lavori) hanno, proditoriamente sostenuto che le nuove norme avrebbero portato una riduzione dei costi e un innalzamento del livello qualitativo delle opere. Anche tale obiettivo non risulta, in alcun modo, realizzato. E' sotto gli occhi di tutti l'abbassamento del livello qualitativo delle opere pubbliche (E, in parte anche private) che vengono realizzate. E, naturalmente, una riduzione del livello qualitativo delle opere realizzate comporta una forte riduzione della vita dell'opera e un forte incremento dei costi di manutenzione, per mantenere la funzionalità della struttura.

Il problema principale, nell'ambito degli appalti pubblici, è quello che vede preposte alla legiferazione del settore persone che, in sostanza, non conoscono questo argomento. Con la conseguenza che si sostengono, o si introducono, norme che, alla conclusione dei fatti, portano verso risultati opposti rispetto a quelli prefissati.
L'argomento è particolarmente complesso e la sede, forse, non è quella ideale  per un esame approfondito, ma questi elementi non impediscono la possibilità di toccare alcuni dei vari argomenti che, a parere del sottoscritto, andrebbero attentamente rivisti o eliminati e che di seguito sono toccati.

a)- Massimo ribasso negli appalti. 
L'aggiudicazione degli appalti di opere pubbliche, fatta col sistema del massimo ribasso è totalmente errata. Senza alcun dubbio tale percorso è dannoso per le imprese serie e, ancor di più, per le pubbliche amministrazioni. 
Vedere appalti di piccola o media grandezza aggiudicati con ribassi prossimi o superiori al 50% senza alcuna reazione di rigetto da parte delle stazioni appaltanti, francamente, fa venire i brividi a tutti coloro che svolgono, con passione, attività professionale nel settore.
  Né può essere considerato intelligente il meccanismo, un poco perverso, che è stato introdotto con la separazione e la successiva esclusione dal costo complessivo dell'opera in appalto del costo per il personale e per le opere di sicurezza. La procedura introdotta, in sostanza, per attenuare i ribassi offerti dalle imprese, di solito spropositati, con l'abbassamento dell'importo totale dei lavori, soggetto a ribasso d'asta, tende al contenimento dell'effetto scontistico. Ma, a mio parere, questo è un argomento che riguarda l'impresa, non la stazione appaltante. L'impresa deve saper dosare il ribasso o l'incremento offerto in funzione delle proprie disponibilità e della propria organizzazione. Quindi, a mio parere, tale scissione dei lavori soggetti a ribasso da quelli non soggetti a ribasso è priva di fondamento logico e, in quanto tale andrebbe eliminata. Con la conseguente riduzione dell'iter burocratico.      

b)- Scelta delle imprese.
Il meccanismo di scelta delle imprese rappresenta il punto dolente degli appalti pubblici. E' evidente che il meccanismo di scelta dell'impresa che dovrà eseguire i lavori è farraginoso, contorto e non certo cristallino. Il meccanismo "urbe et orbi" vigente sembra creato apposta per agevolare le ditte che pensano a tutto meno che a come fare bene i lavori. Lavori che, quasi sempre, vanno a finire nelle mani di subappaltatori dei subappaltatori, non sempre ufficializzati. Se non peggio. Allora, che fare? Intanto, non ha senso mantenere le stesse procedure di aggiudicazione per tutti gli appalti. Il tipo di metodo per l'aggiudicazione delle opere dovrebbe essere legato all'importo dei lavori. Senza alcuna distinzione fra lavori soggetti e non soggetti a ribasso a ribasso d'asta. Escludendo dallo scomputo anche i cosiddetti lavori necessari per la sicurezza dei lavoratori. Come se fosse possibile ipotizzare di dover fare delle opere senza la sicurezza degli stessi operai. Ogni impresa deve potersi esprimere sulla spesa totale necessaria per la realizzazione dell'opera prevista includendo ogni onere pertinente.
Gli affidamenti delle opere dovrebbero seguire diversi scaglioni d'importo. 
-Prima fascia: Lavori fino ad € 50.000,00. Aggiudicazione semplice a livello locale senza particolari procedure per affidamento diretto o per sorteggio della Stazione Appaltante, fra gli artigiani di prossimità. Con vincoli ben specifici che impediscono nuove aggiudicazioni di lavori prima del completamento di quelli affidati.
-Seconda fascia: Lavori fino ad € 300.000,00. Aggiudicazione con gara limitata all'ambito comprensoriale, anche per evitare meccanismi di subappalto. Con limite ben preciso delle gare che possono essere affidate in caso di prima aggiudicazione. Bisogna evitare di avere, come succede adesso, piccole imprese artigiane o con due o tre dipendenti aggiudicatarie di circa dieci diversi appalti di importo complessivo di circa € 10,00 mln. Queste ditte difficilmente porteranno a compimento tutti i contratti e i lavori che riusciranno a portare a termine saranno di pessima qualità. 
-Terza fascia: Lavori fino ad € 3.000.000,00. Aggiudicazione senza alcun limite d'importo e di caratterizzazione. Con la possibilità di realizzare specifiche opere ricorrendo ad imprese artigiane o di peculiare specializzazione. Con responsabilità, in solido, per le opere eseguite.
Come fa una stazione appaltante pubblica ad aggiudicare, contemporaneamente,  decine di gare ad una stessa impresa che, chiaramente, non ha le potenzialità per eseguirne neppure uno, a regola d'arte?
  
c)- Subappalti.
Non esistono le imprese attrezzate per fare la totalità dei lavori possibili. Non c'è niente di male a far ricorso al subappalto pubblico, lecito, autorizzato, per l'esecuzione di specifiche lavorazioni. La cosa più importante è che il subappaltatore non diventi, di fatto, aggiudicatario. Con limiti ben specifici per le attività in prima fascia.

d)- Affidamenti per progetto e direzione lavori.
La scelta del progettista e del direttore dei lavori è un altro punto dolente. Tempo fa le stazioni appaltanti avevano discreti margini di manovra per la scelta dei professionisti. Scelta del tutto autonoma e legale. Libera da vincoli. Le stazioni appaltanti, spesso, affidavano le opere più semplici ai professionisti meno preparati, mentre per le opere più importanti dirigevano gli incarichi verso i professionisti più bravi. La scarsa considerazione dell'importanza della cosa pubblica ha portato diffusi fenomeni di corruzione e la conseguente rimodulazione del sistema di aggiudicazione. Rimodulazione che ha portato alla esasperazione del sistema di aggiudicazione che non pone limiti al buon senso e al ribasso sulle competenze previste. Come per le imprese i professionisti son caduti nella trappola del massimo ribasso che ha portato alla aggiudicazione di incarichi con ribassi anche superiori al 60% della somma prevista. Come dire che il professionista per eseguire il lavoro professionale chiede un compenso inferiore al costo necessario per detta esecuzione. E' evidente che qualcosa non va nel verso giusto. E davanti a certe contestazioni alcuni rappresentanti delle stazioni appaltanti si nascondono dietro il fatto, che non è in realtà tale, del risparmio economico a favore della stazione. Invano ho cercato di spiegare a costoro che realizzare delle opere pubbliche è cosa diversa che andare al supermercato ove fare la spesa. Il risparmio ottenuto col forte ribasso d'asta sui lavori è solo effimero stanti i maggiori costi per le attività manutentive che saranno, tra l'altro, di molto più costose di quelle canoniche. Minore costo delle competenze professionali significa minore qualità, minore dettaglio tecnico esecutivo, minore presenza in cantiere. In una parola, minore qualità d'esecuzione.
Come si fa ad accettare e considerare valido il meccanismo di assegnazione degli incarichi sulla scorta del meccanismo dell'importo del fatturato delle competenze degli ultimi tre o quattro anni, specialmente in considerazione della crisi economica operativa in quest'ultimo decennio? Chi è nelle condizioni di dimostrare il possesso dei requisiti di ordine economico richiesti dai bandi? Da qui può partire l'innesco del meccanismo corruttivo che interessa, negli appalti pubblici, anche l'ambito professionale?
Senza dimenticare che il professionista valido professionalmente non è mai propenso ad accettare situazioni di ricatto corruttivo.  

e)- Sicurezza.
La sicurezza dei cantieri è un qualcosa che, di norma, in ogni dove, è di esclusiva competenza dell'impresa. In Italia le Stazioni Appaltanti si sono appropriate di questo argomento pensando di risolvere il problema degli incidenti, anche mortali, nei cantieri. Naturalmente tale risultato non è stato raggiunto. E difficilmente lo sarà se persisteranno le scelte fatte, e rifatte peggiorandole, con le norme sugli appalti pubblici. 
La sicurezza è e dovrebbe tornare ad essere di esclusiva competenza dell'impresa, ferme restando le responsabilità specifiche facenti capo ad essa. In fase di gara o di affidamento l'impresa ha il compito di tener conto di quelli che saranno gli oneri che dovrà affrontare per garantire la sicurezza fisica del lavoratori.

f)- Revisione prezzi.
Quello della revisione dei prezzi contrattuali, negli anni passati, è stato un argomento dolente, sul quale molti ci hanno speculato per interessi specifici, pur non conoscendo bene il significato intrinseco in queste due parole. La revisione dei prezzi è un concetto esterno all'attività d'impresa ed è dovuto a fattori di macroeconomia che riguardano il singolo stato e, spesso, tanti stati. 
In sintesi, l'impresa fornisce alla stazione appaltante l'offerta economica, per la realizzazione di un'opera, sulla scorta dei prezzi unitari dei materiali previsti per la sua realizzazione. Materiali che, spesso, sono provenienti dall'estero e sono condizionati dalla legge del mercato, della domanda e dell'offerta e dalle materie prime. Ora se, dopo la presentazione dell'offerta, i prezzi aumentano vertiginosamente, come è successo recentemente in seguito alla crisi economica energetica internazionale, è giusto che all'impresa venga riconosciuto un giusto compenso per detti sopraggiunti incrementi imprevisti e imprevedibili. Di norma gli incrementi fino al 10% del valore noto al momento dell'offerta restano a carico dell'impresa nell'ambito dell'alea di rischio. La percentuale ulteriore, oltre quel 10% assorbito dall'alea di rischio deve essere riconosciuto all'impresa, come un di più rispetto al previsto. 
La normativa sugli appalti pubblici aveva soppresso, esplicitamente, tale possibilità. Ma, in seguito alla recente crisi economica, con i prezzi delle materie prime schizzati alle stelle, in ogni dove sono emerse situazioni di collasso per tutte le imprese che si son trovate nell'impossibilità di eseguire i lavori previsti stanti incrementi unitari anche superiori al 100%. Davanti alla miriade di cantieri chiusi il nostro Paese è stato costretto a rivedere la normativa reintroducendo la tanto deprecata procedura della revisione dei prezzi. Con il legislatore che si è preoccupato, essenzialmente, di reintrodurre il concetto tecnico, ma senza definirlo col suo nome e cognome. Forse per pudore nei confronti di qualche mente benpensante.
 
g)- Pagamenti SAL.
Nel nostro paese ogni qualvolta si tratta di effettuare i pagamenti parziali o totali dei lavori eseguiti (SAL) e delle competenze professionali maturate si innescano meccanismi diabolici. Meccanismi spesso esondanti nell'ambito del codice penale. Non ci vuol molto a capire che se un burocrate tiene bloccato il pagamento di un SAL o quello di una rata di competenze professionali è perché per colpa o per dolo si vuole impedire il pagamento del dovuto. E che tale attività spesso porta allo strangolamento dell'attività d'impresa e in minor conto del professionista. Impresa e professionista che per poter andare avanti sono costretti a ricorrere alla liquidità delle banche. Banche che prestano soldi non per beneficienza, ma per interesse.  E così, essi, sono costretti, per andare avanti, a ricorrere, come prima detto, al finanziamento parziale dell'opera. Ma i burocrati che non pagano in tempo reale il dovuto lo fanno per dare un vantaggio agli istituti di credito? No di certo. Lo fanno per altri argomenti non certamente molto reconditi. E, allora, che fare? Che fare, specialmente quando la catena dei burocrati è unita e lunga come una processionaria? 
La cosa più bella che mi è capitata nell'attività professionale, oramai lunga, è stata quella di informare i burocrati, di una cittadina del terzo mondo, di aver ottenuto la liquidazione di competenze dovute dopo tre giorni dalla emissione della fattura, contro i cinque e dieci mesi di attesa per il pagamento di analoghe competenze presso il loro ufficio. Dirigenti e amministratori, se competenti ed onesti, dovrebbero attivarsi per evitare l'incancrenirsi del malcostume diffuso a molti livelli. 
Il compito del RUP serio e onesto è, anche, quello di fare in modo che i pagamenti dovuti, alle imprese, ai fornitori e ai professionisti avvengano con la massima celerità. Non oltre una settimana dalla data di emissione della fattura. In alcune stazioni appaltanti i pagamenti delle somme dovute avvengono dopo molti mesi (Ho delle fatture in sofferenza da circa sei mesi) e in alcuni casi anche dopo anni (Aspetto il pagamento delle competente per la progettazione di un ponte da alcuni anni).
Questo è un problema non risolto. E la sua soluzione non sembra interessare a nessuno. Neppure alla magistratura, se non rammento male i tanti vani tentativi di denuncia fatti da imprese esasperate.  

h)- Perizie di variante con o senza aumento di spesa.
Le perizie di variante rappresentano la formalizzazione tecnico-economica di alcuni lavori, imprevisti e imprevedibili, emersi durante lo sviluppo delle opere. Le perizie sono viste come opere del malaffare, ma se non sono presenti ipotesi di malcostume, non c'è niente di male a redigere questo documento contrattuale aggiuntivo al contratto di base.

i)- Scelta e funzioni del RUP.
In ogni appalto pubblico ci sono delle figure di estrema importanza per il perfetto raggiungimento degli obiettivi del progetto. La loro presenza è essenziale durante tutto lo sviluppo dell'opera.  Tali figure sono: Committente (Stazione appaltante); Direttore dei lavori; Impresa; Responsabile  Unico del Procedimento (Ex Ingegnere Capo). Il RUP è sempre stata una figura di estrema importanza, per la conoscenza della tecnica e della norma. E per l'autorità derivante dall'esperienza oltre dal merito. Ebbene in quest'ultimo ventennio quella del RUP è stata ridicolizzata fino a diventare di scarso interesse, tanto da veder nominato RUP anche un soggetto politico (Sindaco), o amministrativo (Ragioniere) o altro. Tanti RUP oggi giorno sono meno che uno zero eppure sono lì ad occupare una funzione senza conoscere, in alcun modo, il fine e il percorso. Tale circostanza porta i pochi conoscitori del Codice sugli appalti pubblici a dover ascoltare considerazioni che non stanno né in cielo né in terra. Con una profonda mescolanza di sacro con profano.  Con scarse possibilità di uscita indenne, senza ossa rotte, da parte di un povero Direttore dei lavori, magari stagionato con anni e anni di vita di cantiere, da confronti dialettici pseudo tecnici e che di tecnico non hanno un accidente. Con il rischio di dover spiegare il significato tra polizza provvisoria e polizza definitiva in una gara d'appalto. Indipendentemente dalle critiche che si potrebbero fare su tale meccanismo perverso introdotto, a totale beneficio delle compagnie assicurative, dalla norma sugli appalti pubblici di lavori. E precisando che tale norma sui lavori non è estendibile, ipso facto, alle attività professionali collegate. 
Non è possibile accettare che a capo di una figura di primaria importanza, come quella dell'ex Ingegnere Capo (Ora RUP) ci sia un cretino o peggio ancora un lestofante!
E ce ne sono in grande quantità, credetemi.
 
l)- Determinazioni nei contenziosi.
Le ultime normative sui lavori pubblici, anche per le argomentazioni sopra sinteticamente riportate  hanno fanno crescere esponenzialmente i contenziosi tra imprese e stazioni appaltanti. In tali contenziosi si innescano gli avvocati e, quindi, la magistratura. Con tempi e costi che sono cresciuti in modo vertiginoso.
Le imprese hanno il diritto di essere pagate per tutte le attività eseguite su indicazione della DL. Indipendentemente da qualsiasi altra considerazione. La legge vigente recita, nonostante contrastanti pronunciamenti di legge, sul fatto che i lavori non previsti in contratto non devono essere pagati. Ma nulla dice la legge quando le imprese cercano di opporsi, andando incontro a sonore bastonature, a tale circostanza e trovano la ferma opposizione della DL, della stazione appaltante e del RUP.
I contenziosi devono essere risolti in modo celere e franco indipendentemente dalla posizione occupata dal commissario di parte preposto per l'esame. Basterebbe mettere a capo del soggetto responsabile del contenzioso una personalità di alto prestigio professionale e di spiccata moralità per venirne a capo riconoscendo il dovuto alle imprese e ai professionisti. 

m)- Norme. Burocrazia.
Le norme sui lavori pubblici sono di una lunghezza e di una noiosità infernale. Le norme dovrebbe essere poche, sintetiche, precise, nette. Prive di dubbi interpretativi.
I funzionari preposti nel settore dei lavori pubblici, come per i carabinieri nel secolo scorso, dovrebbero essere sovente trasferiti, e in caso di malcostume trasferiti ad altro incarico.
Ma tutto ciò, nel mio amato Paese, è solo un Sogno. Il Sogno del primo giorno di Primavera.

PLACE PANTHÉON PARIGI


 

CONVERSARE?

Quando una conversazione passa da un confronto costruttivo a un dibattito inutile?

"Prima di discutere con qualcuno, chiediti: questa persona è abbastanza matura mentalmente da comprendere il concetto di una prospettiva diversa? Perché se non lo è, allora non ha alcun senso farlo."  Helen Mirren.

Non ogni discussione merita la tua energia. A volte, per quanto chiaramente tu possa esprimerti, l’altra persona non sta ascoltando per capire, ma solo per rispondere. È bloccata nella propria prospettiva, incapace di considerare un altro punto di vista, e interagire con lei finisce solo per esaurirti.

C’è una grande differenza tra un confronto costruttivo e un dibattito inutile. Una conversazione con qualcuno che è aperto al dialogo, che apprezza la crescita e la comprensione, può essere illuminante, anche se non si è d’accordo. Ma cercare di ragionare con qualcuno che si rifiuta di vedere oltre le proprie convinzioni? È come parlare a un muro. Per quanto tu possa argomentare con logica e verità, questa persona distorcerà, devierà o ignorerà le tue parole. Non perché tu abbia torto, ma perché non è disposta ad accettare un altro punto di vista.

La maturità non sta nel vincere una discussione, ma nel capire quando una discussione non vale la pena di essere portata avanti. È rendersi conto che la tua pace interiore è più preziosa di dimostrare un punto a qualcuno che ha già deciso di non cambiare idea. Non tutte le battaglie devono essere combattute. Non tutte le persone meritano una tua spiegazione.

A volte, la scelta più saggia è andarsene, non perché non hai nulla da dire, ma perché riconosci che alcune persone non sono pronte ad ascoltare. E questo non è un peso che spetta a te portare.

ELETTRONI E FOTONI



Bruxelles, 1927, Congresso Solvay: Elettroni e fotoni.

Nell'ultima fila, da sinistra a destra: 

Auguste Piccard, Emile Henriot, Paul Ehrenfest, Edouard Herzen, Théophile De Donder, Erwin Schrödinger, Jules Emile Verschaffelt, Wolfgang Pauli, Werner Heisenberg, Ralph Fowler, León Brillouin.

Nella fila centrale, da sinistra a destra: 

Peter Debye, Martin Knudsen, William Lawrence Bragg, Henrik Anthony Kramers, Paul Dirac, Arthur Holly Compton, Louis de Broglie, Max Born, Niels Bohr.

Prima fila, da sinistra a destra: 

Irving Langmuir, Max Planck, Marie Curie, Hendrik Lorentz, Albert Einstein, Paul Langevin, Charles-Eugene Guye, Charles Thomson Rees Wilson, Owen Richardson.

ANIME FORTI

 La sofferenza fa nascere, forgia, anime forti.
Le anime più belle sono quelle segnate da profonde cicatrici.
Nonostante il dolore le anime forti hanno la forza, l'energia, necessarie per andare avanti con: coraggio, determinazione, struggimento, malinconia, solitudine. Nonostante tutto e tutti.

GUERRA E PACE

 Solo i pazzi preferiscono la guerra alla pace.

In tempo di pace i figli seppelliscono i padri.

In tempo di guerra sono i padri che seppelliscono i figli.
Cosa terribile, contro natura.

Ogni guerra attraversa, dietro di se, dal punto di vista economico, tre fasi  che riguardano il bottino, il potere e la produzione.
-Bottino. E' la sua acquisizione che ha portato la guerra. E, con tale acquisizione cresce lo scambio di beni di prestigio all'interno della classe dominante (Alti militari, alti burocrati, alti finanziatori della guerra).
-Potere. Con la fine della guerra si riscontra una forte crescita di potere da parte dello stato dominante.  Crescita che si esplica con la diffusione di moneta e con la protezione e lo stimolo degli scambi commerciali. 
-Produzione. Nella fase post-bellica tutti coloro che ne hanno tratto vantaggio fanno di tutto per stimolare la ripresa della produzione agricola e lo sviluppo delle attività artigianali, industriali e commerciali. Per il loro specifico interesse. 

18 marzo 2025

QUI AD ATENE

Qui, ad Atene, noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti, invece dei pochi: e, per questo, viene chiamato democrazia.

Qui, ad Atene, noi facciamo così.

Le leggi, qui, assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo, mai, i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui, ad Atene, noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui, ad Atene, noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato, anche, di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui, ad Atene, noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui, ad Atene, siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice verbalità, la fiducia in sé stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui, ad Atene, noi facciamo così.

Pericle, 461 a.C. 

20 febbraio 2025

TITOLI ACCADEMICI

 TITOLI ACCADEMICI (27) IN FAMIGLIA:

Aggiornamento al 14/02/2025:

N. 23 LAUREE

(Anna (Scienze della terra) (2), 

Silvia (Fisica) (2), 

Stefania (Chimica), 

Chiara (Filosofia)(2), 

Paolo (Ingegneria), 

Letizia (Ingegneria), 

Laura (Economia) (2), 

Renato (Teatro), 

Adriano (Lettere) (2), 

Giuseppe (Economia), 

Rosaria (Lettere) (2), 

Gabriele (Chimica) (2), 

Simone (Ingegneria),

Lucia (Ingegneria), 

Rita (Ingegneria), 

Mimmo (Ingegneria));

e,

N. 4 DOTTORATI DI RICERCA INTERNAZIONALI  

(Chiara (Filosofia), 

Stefania (Chimica), 

Silvia (Fisica), 

Renato (Recitazione)).

Con emozione e orgoglio e col desiderio di incrementare, ancora, tali numeri.

7 febbraio 2025

IL PARADOSSO DEL DECRETO DI ACQUISIZIONE SANANTE

 Gli Italiani quando parlano di Diritto, in generale, tendono a vantarsi facendo rimando al Diritto Romano o a quello della Magna Grecia. Facendo rimando alla cosiddetta "culla" della civiltà. 
Lasciando da parte le culle che appartengono al passato remoto esaminiamo, nel dettaglio, ora possibile, dei casi singolari che ci portano molto lontani dai reparti di ostetricia.
E' veramente paradossale il caso normativo del cosiddetto Decreto di Acquisizione Sanante (DAS), riguardante l'acquisizione, da parte di un Ente Pubblico (Comune, Provincia, Regione, Stato), di un immobile privato, in totale assenza dei previsti atti formali. In sintesi, un Ente Pubblico (ANAS, per esempio) per la realizzazione delle opere per una strada ha bisogno di acquisire un'area di proprietà di un cittadino. Fatta l'approvazione del progetto e confermata la caratteristica di opera di pubblica utilità l'Ente ratifica al Comune e al proprietario detta necessità di espropriare quella specifica parte del suolo. Poco dopo provvede alla redazione, contestuale, del Verbale dello Stato di Consistenza e di Immissione in Possesso dell'immobile. In seguito a tale operazione il cittadino proprietario viene privato di quel bene che passa nella immediata disponibilità dell'Ente, che lo consegna all'Impresa preposta per l'esecuzione dei lavori. Per norma, in ogni paese democratico, l'Ente ha un certo intervallo di tempo per formalizzare l'esproprio del bene (Frazionamento eventuale, Voltura catastale) e per provvedere al pagamento degli indennizzi dovuti al proprietario, spogliato di quel bene, per un interesse collettivo (La costruzione di una strada, nel caso ipotizzato).
E fin qui è tutto tranquillo. Il problema nasce quando, nella fase post immissione in possesso l'Ente dovrebbe perfezionare l'iter espropriativo. Secondo stime, forse approssimate per difetto, oltre il settanta per cento delle azioni ablative accese dagli Enti Pubblici per l'esproprio di beni immobili, in Italia, non sono state mai attivate oppure sono rimaste sospese sine die. In questi casi il bene ufficialmente continua ad essere intestato al privato cittadino, ma in effetti è stato acquisito dall'Ente Pubblico. In questi casi, teoricamente, il cittadino proprietario aveva, ed ha, la possibilità di ricorrere al Magistratura per vedersi riconoscere il giusto ristoro per la perdita del diritto di proprietà sul quel bene. Salvo casi sporadici i proprietari privati, per ovvi motivi di convenienza e di opportunità, hanno omesso di intraprendere tale via. Da qualche tempo l'Unione Europea davanti a questo scompenso (Ingiustizia) ha chiesto all'Italia di provvedere a novellare le tortuose norme del settore con adeguati atti che prevedano il giusto ristoro per detta espoliazione e a provvedere alla sanatoria delle situazioni pregresse. Da qualche tempo in Italia è stato, quindi, introdotto, nel Testo Unico degli atti espropriativi, il percorso dell'acquisizione sanante e quello del riconoscimento del giusto ristoro (Col problema della stima del bene). Nonostante il lungo intervallo di tempo trascorso la situazione  non solo non è migliorata in termine di Giustizia, ma ha subito dei passi indietro che hanno riportato in cittadino a ripensare e annullare qualsiasi azione giudiziaria contro l'Ente Pubblico.
In sintesi, l'Ente Pubblico, paradossalmente, ha più convenienza a lasciare nel limbo la definizione delle carte espropriative piuttosto che svolgere tutto secondo i termini previsti dalla legge. Infatti, sarà l'Ente, con gli stessi funzionari che hanno omesso di fare il proprio dovere, a dover, eventualmente, se costretti da qualcuno, accendere il meccanismo dell'acquisizione sanante, applicando valori unitari di stima irrisori risalenti al tempo del processo ablativo. 
Certo, i cultori del diritto potranno sempre dire che al cittadino proprietario è sempre aperta la strada del ricorso alla Giustizia. Ma la Giustizia per arrivare ad una sentenza ha bisogno di tempo, molto tempo, e di denaro, molto denaro, per il ricorso ad una Consulenza Tecnica di Ufficio. CTU che non sempre porta al giusto ristoro, anche in considerazione del fatto che il consulente, in genere libero professionista, potrebbe essere tentato a spingersi verso l'Ente Pubblico, potenziale committente futuro, piuttosto che starsene sereno nella giusta correttezza professionale. 
Con il proprietario che, spesso, si viene a trovare, senza alcun risultato risarcitorio e, per paradosso, con il carico, totale o parziale, delle spese tecniche e di giustizia. 
E, infine, scoprire che il gioco non valeva la candela.
E questa non è, certamente, la culla di alcun Diritto.

6 febbraio 2025

MEDIOCRITA'

 A chi non sarà capitato di percepire una sensazione di profonda tristezza nel vedere una persona, operativa in qualsiasi settore (Scientifico, Letterario, Politico, Tecnico), che cerca di interpretare la parte del soggetto grande, esperto, saggio, geniale, senza essere all'altezza?
   Innumerevoli esempi sono, facilmente, visibili, ictu-oculi, nella vita di tutti i giorni, nei ministeri, negli enti locali, nelle scuole, nella politica, in tante strutture istituzionali e non.
Oppure, basta guardare la TV per vederne a iosa.

31 gennaio 2025

GRATITUDINE

 Gratitudine
Sai perché le persone non riconoscono quello che fai per loro? 
Perché la prima volta che tu fai qualcosa per qualcuno tu generi in lui la gratitudine. 
La seconda volta che tu fai o dai a qualcuno generi l’anticipazione. La persona si aspetta di ricevere di nuovo. 
La terza volta hai già generato un’aspettativa. La persona si aspetta di ricevere ancora quello che gli avevi dato. 
La quarta volta tu generi un merito. La persona sente di meritare quello che gli stai dando e vuole continuare a ricevere. 
La quinta volta hai già creato una dipendenza. Quella persona sente di non vivere più bene senza quello che tu gli stai dando. É già viziata. 
La sesta volta percepisci che non c’è reciprocità, tu non ricevi nulla in cambio e smetti di dare. 
   E allora la persona viziata che tu hai creato è risentita con te perché gli stai negando quello di cui ha tanto bisogno e allora finisce per odiarti, perché hai smesso di dare quello che tu gli hai fatto credere di meritare. 
Per questo bisogna sapere qual è il limite nel dare. 
Perché l’altro non conosce limiti nel ricevere.

(Mario Venuti)

Altre volte ho scritto su questo argomento. Ora, sopra, ho riportato un parere che poco si discosta dal mio.

GUARDA OLTRE. OLTRE IL DOLORE.

   Guarda oltre. Oltre il dolore.
Non ti fermare davanti alle difficoltà. Nella vita bisogna avere la forza e il coraggio di andare oltre il dolore. Per cercare, e trovare, risposte alle domande che hanno attaccato e martoriato il cuore. Davanti alle ferite, seppure profonde, non bisogna, mai, reagire con rassegnazione. Nessuna ipotesi di resa deve esistere in chi è stato colpito. E nessuno spiraglio di disfatta deve trapelare all'esterno del proprio corpo e dai propri cari. 

La vita deve continuare ad andare avanti, con la schiena diritta, con lo sguardo fiero e sereno, seppure nell'intimo intristito. La reazione deve essere forte, come il dolore; anzi, più forte del dolore, al fine di cercare di fare in modo che la Verità e la Giustizia vengano a galla. Anche quando, per tanto tempo, è stata negata. 
Chi è stato colpito deve sapersi rialzare e rialzarsi e guardare oltre; oltre il buio della notte senza luna e senza stelle. Oltre l'evento. 
Chi si è trovato sotto attacco fisico e/o morale, seppur barbarico, deve essere capace di trasformare il suo dolore in lotta civile, in impegno civile e responsabilità morale, per se stesso, per chi era a lui caro e ora non c'è più e per la società intera. Tutte le vicende rimaste sotto una fitta coltre di nebbia procedurale, indipendentemente dalle motivazioni, devono essere memorizzate e riportate singolarmente evitando assemblaggi indeterminati che portano giovamento solo ai barbari e ai personaggi di turno che vogliono, in sostanza, mettere in evidenza la propria persona, il proprio interesse. 

In dettaglio, i caduti, in modo diretto o indiretto, devono avere la possibilità di raccontarsi, di esprimersi, di indicare la loro vita terrena, di far conoscere le loro emozioni, gli ostacoli e le difficoltà incontrate. E le persone che hanno agito contro di loro. 
Questo guardare oltre il dolore è qualcosa che serve a chi racconta, serve alla vittima, seppure assente, serve alla società necrotizzata, perché si sforzi a cercare, e trovare, gli anticorpi contro il cancro sociale che, lentamente, la uccide. 
Serve per fare in modo che il futuro delle nuove generazioni sia fatto di luce e non di buio. Tutti i casi sepolti senza giustizia devono essere ripresi, ricordati, non solo nell'ambito familiare, ma anche nell'ambito sociale. non devono essere lasciati nell'oblio. I giovani devono sapere della sofferenza, del dolore, della resistenza della ingiustizia che hanno attraversato i corpi e le anime delle vittime (Menzionandole, sempre col nome e col cognome e con la loro storia, una per una, non in senso indeterminato). 
Il dolore solo così sarà possibile, come in un bombardamento di una reazione nucleare, con esplosioni a catena, rimodularlo in coscienza civile, in urla per il desiderio di riscatto sociale, per la necessità di fuggire da una condizione di sudditanza fisica e psicologica. 

Anche se chi ha subito il dolore sa che nulla è più come prima. Tutto il mondo esterno è diverso. I rapporti con gli altri saranno diversi, ma la forza d'animo deve trovare lo sbocco per elidere la rassegnazione, la sfiducia verso le Istituzioni, la resa verso il nemico subdolo e volgare. Il tutto come in una lotta, ad armi impari, che la civiltà e il diritto dei popoli non può permettersi di perdere. 
Con una sola direttiva etica, nel ricordo di chi non c'è più. 
Mai più, mai più barbarie. 

30 gennaio 2025

27 gennaio 2025

ARCHITETTURA

 La conoscenza dell'evoluzione dell'Architettura nel tempo fa capire meglio lo sviluppo della vita dell'uomo.
Di seguito, in modo conciso, sono riportati fatti e circostanze della suddetta evoluzione, con riguardo al l'architettura in Italia e nell'area mediterranea. 

-Architettura Greca. 
Caratterizzata dall'uso di elementi lapidei perfettamente tagliati aventi adeguati elementi di connessione fra le distinte parti. Con la presenza dei più famosi stili della classicità. Monumenti come il Partenone stanno a dimostrare la bellezza, la perfezione dei rapporti e l'eleganza del complesso architettonico. 

-Architettura Etrusca. 
Precedente alla civiltà romana, gli Etruschi hanno lasciato opere come le tombe a tumulo, con esempi notevoli a Cerveteri e Tarquinia.

-Architettura Romana. 
Caratterizzata dall'uso di cemento, archi e cupole. Monumenti come il Colosseo, il Pantheon, e l'Acquedotto di Segovia mostrano l'ingegno e la maestria romana. L'ordine romano ha influenzato l'architettura occidentale per secoli.

-Architettura Romanica. 
Con basiliche come la Basilica di San Miniato al Monte a Firenze, caratterizzata da archi a tutto sesto, volte a crociera e massicce pareti.

-Architettura Gotica. 
Introdotta più tardi rispetto al resto d'Europa, ma con capolavori come il Duomo di Milano, con i suoi dettagliati rosoni e guglie vertiginose.

-Architettura Rinascimentale. 
Un ritorno alle proporzioni classiche, armonia e simmetria. Figure chiave includono Filippo Brunelleschi con la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, Leon Battista Alberti, e Donato Bramante con il Tempietto di San Pietro in Montorio. Questo periodo ha ridefinito l'architettura con l'ideale del "uomo vitruviano" di Leonardo da Vinci.

-Barocco. 
Conosciuto per la sua teatralità, opulenza e drammatici effetti di luce e ombra. Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini, e Pietro da Cortona hanno creato capolavori come la Fontana di Trevi, la Basilica di San Pietro e la chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza.

-Rococò. 
Un'evoluzione leggera e decorativa del barocco, più presente in interni e decorazioni, con esempi come il Palazzo Reale di Caserta.

-Neoclassicismo. 
Una reazione al barocco, con un ritorno all'ordine e alla purezza classica. L'Altare della Patria a Roma è un esempio monumentale.

-Secolo XIX e XX. 
a) - Liberty (Art Nouveau). 
In Italia, questo stile si esprime al massimo livello con la Galleria Vittorio Emanuele II a Milano.
b) - Fascismo.
 L'architettura del periodo fascista ha lasciato un'impronta con edifici come l'EUR di Roma, che combinano monumentalità e ritorno a temi classici.
c) - Modernismo e Post-Modernismo
In Italia, tanti progettisti sperimentatori hanno contribuito a innovare l'architettura contemporanea.
d) - Oggi
I progettisti, gli architetti, italiani continuano a lavorare sia in Italia che all'estero, combinando tradizione con innovazione, sostenibilità e tecnologie avanzate. Progetti vari mostrano come l'Italia rimanga un centro di eccellenza architettonica.
L'Italia non solo ha dato origine a stili architettonici che hanno influenzato il mondo, ma continua ad essere un laboratorio vivente per l'architettura, dove ogni epoca ha lasciato un'impronta indelebile sul paesaggio urbano e culturale.

LA BANALITÀ DEL MALE

 La Hanna Arendt, nel secolo scorso, ha studiato, attentamente,  le implicazioni personali e sociali derivanti dalla manipolazione dei fatti, dalla colpevole soccombenza agli ordini ricevuti senza alcuna riflessione di buon senso logico. Facendo, artatamente, confusione fra vero e falso. Le sue considerazioni le ha concentrate nel concetto definito la banalità del male

Tu che sei al comando mi ordini che cosa fare ed io, subordinato nella gerarchia di comando, ubbidisco eseguendo gli ordini, indipendentemente dal merito del comando. 
Il mio compito -hanno affermato alcuni gerarchi nazisti davanti alle accuse di genocidio fatte dal tribunale- era quello di eseguire gli ordini ricevuti, non quello di stabilire se quegli ordini erano o meno crudeli, contrari all'umanità. 
Risposta di per se mediocre, idiota, banale. Ancora più assurda in quanto era banalità rivolta al male verso il prossimo. Prossimo considerato negativo, infetto, pericoloso per quella comunità tedesca.

La filosofa Arendt è la studiosa che ha analizzato, studiato e sviluppato il concetto di “banalità del male”.
La bugia è stata applicata, sistematicamente, come strumento del potere. Con la necessità di additare, isolare e annientare il nemico responsabile di tutte le malefatte del sistema. Con un nemico da combattere dal sistema e da tutta, o quasi, la popolazione, grazie alla manipolazione bugiarda della verità diventata bugia e della bugia fatta credere come verità.
 
Mentire continuamente non ha lo scopo di far credere alle persone una bugia, ma di garantire che nessuno creda più in nulla.
Un popolo che non sa più distinguere tra verità e menzogna non può distinguere tra bene e male. 
E un popolo così, privato del potere di pensare e giudicare, è, senza saperlo o volerlo, completamente sottomesso all’impero della menzogna.
Con persone come queste, condizionate mentalmente nel profondo, puoi fare tutto quello che vuoi. Alla gente è stato insegnato di non pensare, di non ragionare. Solo ubbidire conta. A pensare sono preposti altri. I vertici. Con un popolo incapace di avere sogni, di pensare con la propria testa (Cosa considerata estremamente pericolosa), le persone di vertice possono gestire il potere senza alcuna difficoltà.

Ma nella società moderna, attuale, esistono soggetti che, incapaci di usare raziocinio personale, al fine di mostrarsi ossequienti coi loro capi, fanno una perfetta applicazione di quanto a loro ordinato, anche se nel merito si tratta di enorme bestialità?
Sì, senza dubbio alcuno. Nelle strutture pubbliche (Comuni, Province, Regioni, Ministeri) e private (Aeroporti, Aziende) si possono vedere tanti automi capaci solo di applicare, alla lettera, sistematicamente, quanto a loro ordinato senza rendersi conto della bestialità esistente in quel merito prescritto. 
E' la banalità del male che risulta priva di riscontro se per caso cerchi di portarla a conoscenza delle persone bigotte. Per esperienza diretta.
Nulla di nuovo sotto il sole. Ovvio.  

AQUILE

 Le aquile non vanno mai a caccia di mosche. 

FORTUNA E SFORTUNA PER I RAGAZZI DI VIA PANISPERNA

 La Fisica, in Italia, ha avuto una crescita e uno sviluppo esponenziale all'inizio del secolo scorso, quando all'università di Roma, sotto la guida di Corbino, confluirono Enrico Fermi e tanti altri valenti studiosi e ricercatori.
Facendo tesoro delle capacità geniali di Fermi, sulla scorta delle conoscenze acquisite nelle altre scuole occidentali, un gruppo di studiosi si immerse, con convinzione, nello studio della fisica nucleare. I risultati acquisiti, che portarono Fermi al premio Nobel poggiavano su quello che nell'immediato era stato attribuito come un errore madornale del giovane Bruno Pontecorvo (Già studente di Ingegneria a Pisa). 

Infatti, i suoi superiori (Rasetti,... ) attribuirono a suoi errori il diverso comportamento dell'uranio sottoposto a bombardamento con radiazioni. L'utilizzo di un diverso materiale (Marmo o legno) per il piano di posa dell'attrezzatura sperimentale usata comportava un diverso riscontro del risultato sperimentale. Il diverso risultato non era da attribuire ad errore madornale fatto da Pontecorvo, ma alla presenza della diversa azione interferente del piano di posa nella fase successiva al bombardamento. Solo in seguito si è capito che agendo con adeguata interposizione di specifico materiale si poteva controllare la reazione a catena. Reazione a catena che ha portato alla costruzione della bomba nucleare.

Con la fantasia, ex post (Ora per allora), ci si può divertire, e rabbrividire, nel pensare  alle conseguenze a cui si poteva andare incontro se il Potere Esecutivo di quel tempo (fascismo), che sosteneva la ricerca dei ragazzi di Via Panisperna, fosse venuto a conoscenza di quella scoperta scientifica spaventosa. La esatta e immediata interpretazione della natura del fenomeno di fissione dell'Uranio avrebbe potuto comportare una immensa tragedia se fosse stata messa nella disponibilità del potere fascista, con una cruenta guerra in corso. 
L'Italia sarebbe stata la prima potenza nucleare del mondo.

La Fisica e i Ragazzi di Via Panisperna, alla Facoltà di Fisica dell'Università di Roma:

1)- Ernico FERMI. Il Genio. Detto il Papa. l'Infallibile. Gottinga - USA - Leida/Ger.
2)- Edoardo AMALDI. L'Abate. Lipsia.
3)- Franco RASETTI. Il braccio armato di Fermi. Cardinale vicario. Venerato maestro. Spilungone. Amante della Bellezza; amava divertirsi. Pasadena.
4)- Orso Mario CORBINO. Il Padre Eterno. Direttore. Siciliano. Era contrario alla presenza delle donne nella ricerca di Fisica Nucleare. Eppure qualcuno di quei suoi ragazzi è andato a fare ricerca a Parigi dalla Curìe figlia.
5)- Emilio SEGRE'. Detto Basilisco (Rettile che dava la morte con lo sguardo). Amsterdam.
6)- Bruno PONTECORVO. Timido, riservato. Scappato in Russia.
7)- Enrico PERSICO. Cardinale di propaganda fide.
8)- Giulio Cesare TRABACCHI. Divina Provvidenza. Chimico ISS.
9)- Oscar D'Agostino. Chimico. Parigi.
10)- Ettore MAJORANA. Grande inquisitore. Critico con tutti. Un genio. Chiuso, timido. Teorico eccelso. Unico. Ex  studente di Ingegneria, come tanti altri dei ragazzi. Scomparso nel marzo 1938.

   La foto storica riportata su tante riviste di settore riporta: Fermi, Amaldi, Rasetti, Segrè, D'Agostino. Il fotografo era Pontecorvo.

POTERI FORTI

 Un Potere qualsiasi può essere definito forte quando esso riesce, con la manipolazione delle menti, a trasformare in innocenti dei colpevoli.
E viceversa.
Chi, oggi, in Italia e nel mondo, riesce a fare ciò? 
Sicuramente:
- I Media,
- Il Potere esecutivo,
- Il Potere economico,
e, in parte: - Il Potere giudiziario,
                  - Il Potere religioso. 

25 gennaio 2025

AMICIZIA

 L'amicizia è un legame intenso che lega due persone. Essa si presenta con varie sfumature, dalla più intensa alla più sfocata (Quest'ultima non è più definibile neppure come tale). 

In modo sintetico, riporto i diversi punti di vista di questo legame affettivo, ripresi dalle culture popolari di tante regioni d'Italia. Le varie opzioni di amicizia, di seguito indicate, danno la possibilità di fare, a colpi di sciabola, dei collegamenti, seppur superficiali, con i nostri amici reali. 

- Amicizie superficiali. 
Sono quelle amicizie che si fermano al semplice saluto di cortesia, quando si presenta l'occasione. 
Una volta questo tipo di rapporto consisteva nel fare un cenno col capo o col sollevamento, leggero, o contatto, del cappello, accompagnato da un saluto formale, anonimo, impersonale, standardizzato. In questo caso più che di amicizia si dovrebbe parlare di semplice conoscenza. Si tratta di rapporto superficiale allo stato puro. Del nulla. In alcune regioni d'Italia gli uomini legati da questi rapporti erano detti amici di saluto o amici di cappello. 
E' bene ricordare che nel passato la parola "amico" non sempre veniva usata in senso letterale; spesso era usata in senso lato, improprio. Qualche volta anche in senso allegorico. Da questi amici, secondo i saggi del tempo bisognava "guardarsi", stare attenti ai colpi alle spalle.
Erano questi i casi, più numerosi, di amici da tenere a distanza. 

- Amicizie di bottiglia. 
Sono quelle amicizie (Di bottiglia o di cannata (Nome arabo -qannat- di una anfora di terracotta)) che nascono e si stabilizzano nelle osterie, anche col fine specifico di scroccare qualche bicchiere di vino. Sono legami che spariscono con l'allontanamento dal canonico luogo di bevute. In questi casi gli amici non sono di buona compagnia. Infatti, anche subito dopo una bevuta, se messi a debita distanza sono facilmente propensi a parlare male dei loro amici. Amici che tornano tali, anche subito dopo, con l'offerta di un bicchiere di vino. Sono amicizie che durano poco. Sono le amicizie definite di "bel tempo". Sottintendendo che basta un semplice cambio della situazione meteo per farle svanire. Svanire come le nuvole soggette al vento di marzo. 
Anche al fine di evitare continue "bevute", nel passato si suggeriva di abitare lontano dagli amici di bottiglia.
Per un'equa distribuzione dei costi del vino gli "amici di cannata" fissavano il pagamento a turno del liquido divino. 

- Amicizie di ciliegie. 
Sono quelle amicizie che legano due persone solo in senso ironico, allusivo. Sono le amicizie che, in genere, non si nominano esplicitamente, ma si lasciano intendere. In questo caso si tratta di una falsa amicizia visto che si allude a persona spregevole e moralmente ripugnante. Il tutto con argomentazioni chiaramente ironiche. Il soggetto implicitamente indicato è considerato privo di alcun valore etico, morale, sociale. 
Il riferimento alle ciliegie è dovuto a quel terribile parassita che attaccandosi al frutto l'ammalora impedendo all'uomo di poterlo gustare. In questo caso, il cosiddetto "amico di ciliegia", come il verme dentro il frutto, è considerato egoista, traditore e vile. 

- Amicizie intermedie. 
Sono quelle amicizie che legano due persone solo temporaneamente. Solo nei momenti di interesse del singolo o di entrambi, oppure nei momenti casuali d'incontro. Nel loro intimo, di norma, sono persone che si sentono superiori, per censo o per istruzione, superiori alle altre. 
Spesso si tratta di persone che amavano troppo, in modo smisurato, gli animali, ma, di norma, non sono capaci di altrettanto amore verso il genere umano. Anzi, spesso, il prossimo non lo sopportano proprio. 

- Amicizie intime. 
Sono quelle amicizie che legano due persone al di là di qualsiasi rapporto d'interesse. E' il legame che coinvolge l'anima prima che il corpo. Queste amicizie sono durature e poco numerose. Sono queste le amicizie che portano a saluti e abbracci e strette di mano e sorrisi reciproci. L'amico vero non è colui che parla; è colui che opera senza perdere tempo. L'amicizia vera, secondo molti, non dovrebbe essere stretta, per evitare il suo soffocamento.
Il vero amico è colui che protegge sempre l'amico assente. 
In ogni caso anche al vero amico è bene non rivelare tutto quello che si sa, specialmente quando si parla di altre persone. Specialmente di sesso femminile.
L'amicizia vera quando è riallacciata in seguito a lite per contrapposizione di vedute non sarà mai come quella intima originaria. L'amicizia riallacciata è come una minestra riscaldata. Buona, ma non buonissima.
I migliori amici sono quelli non più giovani perché in loro alberga più saggezza che nei giovani. 
Sono in molti a sostenere che i migliori amici sono quelli che abitano in lontananza.
In ambito patrimoniale in molti sostengono, a ragione, che è meglio avere rapporti con un amico che con cento parenti. Ciò anche per il fatto che gli amici li sceglie la persona i parenti derivano da semplice intervento divino.

I FENICI

   Nella zona più ad est del Mediterraneo si trova uno dei Paesi più importanti di questa culla di civiltà. 
Parlo del Libano, paese da molto tempo sconvolto da guerre intestine ed esterne. Tutti coloro che nel passato e nel presente hanno fomentato e fomentano gli scontri e le lotte tribali dovrebbero riflettere e portare rispetto a questa terra, anche solo per il contributo di civiltà e di conoscenza che i suoi figli hanno portato non solo al mondo occidentale, ma al mondo intero. 
Nell'attuale Libano, detto il paese dei cedri (Per la grande presenza di questa essenza arborea), detto anche, nel secolo scorso, la Svizzera del Medio Oriente, nel passato remoto, viveva un popolo attivo, laborioso, conoscitore e rispettoso delle culture che si affacciavano sul Mediterraneo e in parte provenienti dalla Mesopotamia. 

Il cedro era il materiale ideale per la costruzione delle imbarcazioni, di cui loro erano maestri. Essi facevano largo uso della carta da papiro, che compravano dagli egiziani, per le crescenti attività artigianali e culturali del tempo. Essi facevano largo uso dei coloranti per dare dinamicità alle cose (Monumenti, edifici, ...) fisse e mobili. La loro conoscenza della tecnica per la tinteggiatura rossa è diventata subito nota in tutto il Mediterraneo. Anche i vestiti delle donne, oltre alle facciate dei palazzi più importanti, cominciarono a diventare rossi, come il tramonto sul mare. 
E dal mare, con le loro solide barche, essi portavano le loro novità, le loro conoscenze tecniche, la loro cultura, in ogni dove. Dalle loro principali città (Didone, Tiro), da esperti navigatori ed espertissimi commercianti, quali erano, si dirigevano, in ogni direzione possibile, puntando sempre di più verso ovest, verso le Colonne d'Ercole (Stretto di Gibilterra) per vendere il legno di cedro, la carta di papiro, i coloranti. 

I fenici e la penisola iberica.
Nei loro viaggi furono attratti particolarmente verso i popoli della penisola iberica (Spagna). Il loro interesse per quel territorio e per quei nativi era talmente intenso che intensificarono sempre di più i loro viaggi verso quella terra. Tale frequentazione assidua li portò a creare dei veri e propri villaggi; loro paesi, poi diventati delle città. 
Già nel primo millennio a.C. fondarono città come Cadice, Malaga, Almunecar,  diventate subito molto note e importanti per il commercio in tutto il Mediterraneo.  
I fenici sono, anche, i fondatori di città quali Ibiza (Ebusus), Adra (Abdera), Cartagena (Qart Hadasht), famosissime allora ed anche oggi. Questi luoghi oggi molto frequentati dai flussi turistici internazionali a quei tempi rappresentavano fondamentali crocevia per gli scambi  culturali (Oltre che commerciali) per tutti i popoli che si affacciavano sul Mediterraneo. 
Nel IX secolo a.C. fondarono Gadir, porto strategico per le rotte marittime fenicie, considerata la città colonia più importante dal punto di vista commerciale. 

I fenici con la loro presenza nella penisola iberica hanno preso tanto, ma hanno, anche, dato tanto. La loro mescolanza con i nativi iberici ha portato una significativa evoluzione del patrimonio culturale locale. 
I fenici nella penisola iberica hanno introdotto la scrittura, approfondito il far di conto, hanno insegnato la lavorazione dei metalli, la tecnica di orientamento nei viaggi via mare, prendendo come riferimento le stelle e, anche, le tecniche più avanzate per la coltivazione delle terre. 
Importante è stato il loro contributo nella diffusione della tecnica per la misurazione delle aree, per la toponomastica, per l'arte del costruire. Oltre ché per l'arte culinaria. I cibi dell'oriente hanno trovato, e trovano ancora, ospitalità nelle cucine iberiche.

Le loro colonie hanno servito da ponte di scambio culturale tra il Mediterraneo orientale e quello  occidentale. L'influenza fenicia perdurò nella penisola iberica anche dopo il loro declino come potenza commerciale. 

Quel popolo dinamico e sapiente era costituito dalla mescolanza di genti che avevano origine diversa, sempre prevalentemente mediterranea, particolarmente rispettosa delle fedi religiose, degli usi e dei costumi degli altri. Grazie a queste doti di tolleranza e di giustizia quel popolo era conosciuto in tutto il mondo allora noto. 
Gli antichi Greci chiamavano quel popolo Fenici, per quella terra detta Fenicia. 
I Romani, dopo dei Greci, chiamarono quelle genti Punici.
Loro si chiamavano Cananei (I testi biblici ripetutamente fanno riferimento alla terra Cananea). 
Noi li chiamiamo Libanesi.