Chi non l'ha fatto? Sì, confesso, anche io l'ho fatto!
Anche Agostino lo fece durante la sua fanciullezza. E tale esperienza è riportata nelle sue Confessioni.
A tal proposito spesso mi sono domandato come mai in tale opera teologica (Di elevata importanza per tutta la Cristianità, e non solo) l'Autore si sia dilungato così tanto nell'esposizione del furto di alcune pere, da lui commesso durante l'adolescenza. Senza alcun dubbio Agostino ha assegnato al fatto un significato simbolico. Le pere rubate nell'orto del vicino rappresentano il frutto proibito rubato nel Giardino dell'Eden (Paradiso terreste).
L'esposizione di questo evento storico (Furto pere da un orto) è utilizzata da Agostino, come detto, per la rappresentazione simbolica di un evento teologico.
La storia del furterello di pere è riportata, naturalmente, non per informare il lettore nel merito (Pur anche dottrinale), ma, semplicemente, per formarlo facendogli fare uno specifico percorso che lo porterà ad una crescita spirituale.
In ossequio all'assunto che sostiene che l'esercizio dell'anima serve per l'elevazione dal sensibile all'intelligibile.
La mancata "acquisizione" della suddetta interpretazione potrebbe portare scompensi di non facile soluzione psicologica per tutti i ladri di pere dall'orto del vicino. Me compreso.
Concludendo con Agostino nella vita devi "conoscere te stesso". Non uscire da te stesso, rientra in te. La verità risiede nell'interiorità di te stesso.
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