Una città, Troia, distrutta. Una famiglia in fuga. La ricerca di un luogo ove fondare una nuova città. Roma.
Creusa, trasfigurata moglie di Enea, saluta il suo sposo (Disperato) e lo incita alla fuga, verso il nuovo sito, scelto dagli Dei.
"... E io nell'ombra osai lanciar richiami,
riempii di grida le vie, disperato Creusa
invano più volte, e ancora e ancora chiamai.
Cercavo così, tra le cose, in città, senza fine, da pazzo;
e il simulacro ferale di lei, di Creusa il fausto corpo suo
mi vidi apparire davanti, più grande dell'immagine nota.
... E lei prese a parlarmi così, confortò la mia pena:
"Perché cedi tanto a un dolore insensato,
mio dolce sposo? Non senza volere dei numi
avvenne questo, con te portarti Creusa
non puoi, non vuole il sovrano dell'altissimo Olimpo.
Lungo l'esilio t'aspetta, tanto mar da solcare;
e alla Terra verrai del Tramonto, dove l'etrusco
Tevere scorre tra fertili campi con lenta corrente.
Qui prosperi eventi e regno e sposa regale
son pronti per te: non piangere più l'amata Creusa ...
E ora addio, e del nostro bambino conserva l'amore"".
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