"Quando qualcuno che ti è caro scompare, scompare anche una parte importante della geografia della città che hai condiviso con lui. Le case non sono più le stesse, non hanno più la stessa importanza".
Tutte le sere, verso le 20,15, al mio rientro, aspettavi la mia scampanellata (Era un po particolare e la riconoscevi subito. "Apri, apri che è arrivato ..." dicevi) che quasi puntualmente arrivava. "Ciao, come stai?" ti dicevo. "Bene, non vedi come sto bene", mi dicevi sempre, anche quando bene non stavi. E lo si capiva subito. E, poi, verso le 21.15 quando andavo via, sorridendomi, mi dicevi "Tranquillo, non vedi come sto bene". Ed io a fare la solita passeggiata tra le solite vecchie cadenti antiche casette in gesso che mi parlavano della tua vita, dei tuoi momenti di gioia e di dolore. Ora, dopo qualche tempo, sono ritornato a passeggiare su quei luoghi a te cari. Ma sassi e gesso e mica non parlano più la stessa lingua di prima. E' come se si fosse tagliato un cordone. Se qualcosa mi avesse allontanato da quelle case.
E quando suono a quel campanello le solite note (tan-ta-ta-tan-ta-ta-ta) non c'è più nessuno che dice: Apri!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento