"Un calabrone è entrato nella mia stanza, è andato a sbattere velocemente contro la lampada, le pareti, i mobili. Il rumore secco delle sue zuccate faceva crepitare il silenzio. Dopo un po si è acquattato per riprendere le forze, ha ricominciato contro la lampada, e stamattina era ancora lì, secco, leggero, morto. Non ha capito niente, ma non si può dire che non abbia tentato ..."
di evadere.
Mi piace ricordare questo cenno, tratto da "Un marziano a Roma" di Ennio Flaiano, quando penso al desiderio ardente di Libertà ed alla cocciutaggine dell'uomo.
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Come il calabrone di Flaiano,o come mosche cieche,quante volte sbattiamo la testa alla ricerca di una via di uscita verso la libertà..E pensando alle quattro libertà,forse oggi ne invertirei l'ordine:Libertà dal bisogno e libertà dalla paura sono propedeutiche alle altre due.
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