Diritto alla sicurezza e sciocchezze di Stato.
Quando la mediocrità arriva al potere!!!
Quando la mediocrità arriva al potere!!!
Le leggi dello Stato e, ancora prima, la Costituzione della Repubblica, riconoscono, esplicitamente, il diritto alla sicurezza dei cittadini. Nel rispetto delle leggi.
La sicurezza del Cittadino rappresenta la qualità e la condizione che porta a sentirsi sicuro, sotto le varie prospettive.
La Sicurezza è la condizione di sentirsi tranquillo, sicuro, spensierato, quieto, lontano da timori di qualsiasi genere. Sicuro di non correre alcun pericolo in senso individuale e in quello collettivo. La sicurezza pubblica del cittadino è garantita dallo Stato (Alias Istituzioni) che ha il compito (Dovere) di assicurare l'incolumità per tutte le persone.
La Sicurezza dei Cittadini nella Costituzione. La nostra Costituzione Repubblicana, partorita con la partecipazione di quasi tutte le espressioni politiche esistenti nella fase post-bellica, quindi, a mio parere, di elevato valore, tutela il diritto alla sicurezza dei Cittadini prevedendo dei principi fondamentali che guardano al problema sotto i vari punti di vista.
Sono previsti i seguenti diritti, coi relativi articoli costituzionali:
A)- Inviolabili (art. 2),
B)- Salute (art. 32),
C)- Libertà personale (art. 13),
D)- Attività economica (art. 41).
A)- Diritto inviolabile del cittadino.
Lo Stato ha il dovere di garantire l'integrità fisica e morale del cittadino e la sicurezza sul posto di lavoro, in modo efficace, adeguato ed uniforme su tutto il territorio nazionale.
Nelle condizioni attuali, lo Stato ha dimostrato, e dimostra, di non essere capace di assicurare un sia pur minimo livello di sicurezza fisica e morale, in una gran parte del suo territorio, ove le mafie imperanti hanno, di fatto, il controllo totale, capillare, di ogni attività produttiva.
Quindi, di fatto, il controllo del diritto inviolabile dell'integrità dell'uomo.
Lo Stato, al momento attuale, risolve il problema delle mafie semplicemente ignorandolo.
Identica situazione si riscontra per la Sicurezza fisica dei lavoratori. Tale problema è strettamente legato al codice degli appalti pubblici e al collegato disposto normativo sulla sicurezza sui posti di lavoro. Le reiterate revisioni del codice, effettuate in quest'ultimo ventennio, fanno vedere la scarsa conoscenza delle problematiche relative ai lavori pubblici. E la scarsa conoscenza del settore da parte di coloro che sono stati chiamati dal legislatore per l'elaborazione pratica della normativa.
In ogni caso è il caso di precisare che il miglioramento del livello di sicurezza dei lavoratori, contrariamente a quanto ultimamente si afferma, non si raggiunge con l'inasprimento delle sanzioni a carico delle imprese esecutrici dei lavori. Le strade da percorrere sono altre e riguardano i sistemi di aggiudicazione delle gare d'appalto, il sistema dei controlli preliminari delle imprese, il sistema di accorpamento delle imprese in fase di aggiudicazione lavori, il sistema di controllo iniziale persuasivo sulle cose lecitamente fattibili e su quelle non fattibili. I numerosi incidenti mortali sul posto di lavoro, riscontrati ultimamente, dimostrano che esiste un problema anche per questo sacrosanto diritto. Certo non è un problema analogo a quelli riscontrati in certi paesi del Golfo Persico, ma è un problema molto serio per un paese come l'Italia che riconosce, in modo esplicito, il diritto del lavoratore ad un adeguato salario e al diritto di tornare a casa, dalla propria famiglia, tutti i giorni, magari stanco, ma sano e salvo dal punto di vista della salute.
B)- Diritto alla salute.
L'Italia, da molto tempo, si è dotata di una discutibile legge che delega alle Regioni il compito di gestire la Sanità. Tale norma dimostra che il legislatore, in buona o in mala fede, ha ignorato il dettato costituzionale che prevedeva per tutti i cittadini del territorio nazionale un uguale livello del diritto alla salute. Con il trasferimento alle Regioni delle competenze in ambito sanitario, come logica conseguenza, la spesa sanitaria la spesa sanitaria globale è andata alle stelle e la qualità del servizio sanitario pubblici è finito nelle stalle, specialmente per quelle Regioni povere e mal gestite, dimostratesi incapaci di fare fronte agli alti oneri di spesa.
Con la conseguenza, evidente a tutti, di uno Stato incapace di assicurare a tutti i cittadini un pari livello di sicurezza sanitaria, fra tutte le Regioni. La passata pandemia, dovuta al COVID-19, ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, la gravissima condizione di disagio dei cittadini delle regioni povere rispetto a quelli delle regioni ricche. Per non parlare della crescente tendenza, perversa dello Stato che tende a favorire la sanità privata a scapito di quella pubblica.
Tale condizione di disagio, nota a tutto il mondo politico, da tempo, sotto gli occhi di tutti, è rappresentata dagli infiniti viaggi della speranza che portano i malati del Sud Italia nelle strutture sanitarie, pubbliche e private, del Centro e Nord Italia. Con le Regioni del Sud costrette al pagamento, alle Regioni del nord, delle costose prestazioni svolte. Il benessere sanitario, quindi, splendidamente enunciato dalla Costituzione, in Italia è tutt'altro che adeguatamente garantito. In sintesi, per i ricchi ci sono le attrezzatissime strutture sanitarie private, sovvenzionate dalli Stato, per i poveri, o per molti di essi, ci sono i cosiddetti "viaggi della speranza" e gli affidamenti al Padre Eterno, per chi ci crede.
C)- Diritto alla Libertà.
Tutti i Cittadini, in uno stato democratico, hanno il diritto sacrosanto, inviolabile, della libertà personale. Libertà che può essere soggetta solo alle limitazioni dell'autorità giudiziaria, previste dalle leggi.
Il cittadino, eventualmente, ha diritto ad un giusto e sereno processo, ove ha la possibilità di difendere, in libertà, i propri Inviolabili diritti.
Al momento attuale lo Stato è sempre più propenso alla tutela degli interessi dei delinquenti piuttosto che si diritti dei cittadini collegati con le vittime dei reati. Questo aspetto, a ben riflettere, rappresenta una grave limitazione della libertà del cittadino perbene, etico, che, spesso, si vede costretto a vivere nella stessa ove si trova il generico omicida, magari di un parente, che se arrestato e condannato (Cosa statisticamente alquanto rara) dopo qualche anno di detenzione torna libero, con facoltà di delinquere spavaldamente.
Lo Stato dimostra di non aver capito, e di non capire, che la forma migliore per il recupero e il reinserimento nella società dei condannati, nella fase post sentenza, sta nel fare scontare, fino all'ultimo giorno, la pena comminata, con la sentenza passata in giudicato, senza alcuna vergognosa agevolazione per la cosiddetta buona condotta. Solo dei politici di mezza tacca non riescono a capire che dare benefici per buona condotta ad un mafioso equivale ad offendere il buon raziocinio della gente che rispetta la legge. Il mafioso, in carcere come fuori, quando vuole fare qualche azione violenta contro qualcuno non agisce mai (Quasi mai per i mafiosi di media potenza) di persona, ma la fa fare a un piccolo malfattore qualsiasi, dietro pagamento di un compenso. La buona condotta, in carcere, dei mafiosi, quindi, non ha alcun collegamento col ravvedimento del soggetto.
D)- Diritto all'esercizio dell'attività lavorativa, senza danno per l'ambiente.
Dal punto di vista teorico lo Stato, in modo diretto o tramite le Regioni, alle quali ha delegato le competenze in materia, aiuta il cittadino che voglia intraprendere un'attività economica, nel rispetto ambientale.
In realtà, anche i bambini sanno che la burocrazia e la cattiva gestione, in Italia, fanno di tutto, per colpa o per dolo, per ostacolare qualsiasi iniziativa lavorativa. Ostacoli certamente inesistenti nei paesi più evoluti del nostro. I percorsi messi in atto per arrivare alla definita autorizzazione dell'attività sembrano, a detta di molti, creati apposta per stimolare, generare, diffusi fenomeni di corruzione, collusione, peculato. Non è possibile accettare che, per esempio, aprire una pizzeria nel Regno Unito siano necessarie poche ore, mentre per fare la stessa cosa, in Italia, si debba aspettare anni. Questi percorsi contorti sembrano fatti apposta per generare corruzione.
Conclusioni.
-Sanità.
La Sanità pubblica si presenta con crepe in tutta Italia, e con grosse voragini nelle Regioni più povere. La sanità privata è sempre più presente, rispetto alla sanità pubblica, nei pensieri del mondo politico.
Prospettive? Non rosee. Risultato finale: i ricchi si cureranno al meglio, i poveri cercheranno di non ammalarsi.
-Giustizia.
La Giustizia è assicurata dallo Stato con lacune spaventose. I processi durano decine di anni. Ed è difficile aver una sentenza favorevole quando si è in presenza della ragione. La giustizia, così come è organizzata, torna utile solo per i delinquenti incalliti ed i mafiosi. Costoro, anche se in presenza di responsabilità chiare ed univoche non hanno da preoccuparsi in alcun modo, saranno trattati bene dallo Stato. In Italia anche con sentenze per delitti gravissimi dopo pochi anni i rei tornano a casa.
Questi sono alcuni dei motivi che spingono i cittadini a non rivolgersi alla giustizia, civile e penale, esistente, che è solo farraginosa, costosa e lenta. E, alcune volte, paradossale.
Giustizia da se.
Se lo Stato non è capace di assicurare un minimo livello di giustizia, il cittadino può attrezzarsi per farsi giustizia da solo?
No, in Italia non è previsto dalla legge che ci si può far giustizia da soli. È lo Stato che deve preoccuparsi di far di tutto per garantire una condizione di giustizia.
Il paradosso di Stato incapace.
La domanda che sorge spontanea è questa: Ma se lo Stato non riesce a fare rispettare la legge e, addirittura, emana una legge che impedisce la persecuzione di certi reati, il cittadino vittima, o spettatore terzo e altruista, cosa può fare, o deve fare, per tutelare i diritti suoi o del cittadino terzo, vittima di violenza?
La risposta paradossale è che la reazione civica del cittadino perbene davanti ad una aggressione può essere considerata contraria ad altra contrastante legge.
In sintesi, in seguito alle discutibili interpretazioni giudiziarie si è arrivati al paradosso che vede, per esempio, dei borseggiatori che denunciano chi li trattiene, chi cerca di sventare crimini, chi li ostacola o li filma col cellulare.
Tale circostanza si è verificata, qualche mese fa, anche a Venezia ove dei delinquenti hanno denunciato dei cittadini che li hanno filmati mentre commettevano il reato e cercavano di opporsi al reato. Di fatto, in Italia, un Cittadino non può fermare o filmare un borseggiatore, grazie alla famigerata legge Cartabia, recentemente introdotta nel nostro ordinamento. Se lo fa può essere condannato per stalking e per violazione del diritto alla privacy.
Se i criminali dediti al borseggio, fermati più volte dalle forze dell’ordine, possono immediatamente continuare ad agire indisturbati, per intervenuta libertà giornaliera e quei cittadini che li hanno giustamente fotografati e perseguiti rischiano di andare in carcere per violazione della legge sulla privacy, allora vuol dire che c'è qualcosa che non funziona bene nel nostro ordinamento.
-Diritto.
Il diritto, dal punto di vista teorico, in Italia, è al massimo della perfezione. Peccato che manchi il riscontro reale con la teoria esistente. Teoria spesso concepita per azzeccagarbugli.
È appena il caso di precisare che, a mio parere, l'ipotesi di separazione delle carriere tra le magistrature giudicante e inquirente non è considerata d'aiuto per un migliore funzionamento della giustizia.
Il problema della giustizia in Italia non sta nella separazione delle carriere tra magistratura giudicante e magistratura inquirente.
-Far West.
La giungla del far west, purtroppo, si può riscontrare in varie località e in vari settori. Nelle grandi città, come Milano, alcune zone come la stazione centrale sono ad elevata pericolosità.
Alcune linee ferroviarie del Nord Italia sono ad alto rischio aggressioni e furti.
A Pisa nella zona Stazione Centrale, specialmente di notte, ma vale anche di giorno, il transito pedonale è assolutamente pericoloso e sconsigliabile per le persone fragili. Tante donne pendolari sono costrette a farsi accompagnare da qualcuno in quel tratto notoriamente pericoloso.
-Certezza della pena
La certezza della pena è un concetto che non esiste in Italia. Un condannato alla specifica pena, per effetto di una vecchia legge, difficilmente resterà in carcere per tutto il tempo previsto da quella pena. Quasi sempre il carcerato, anche quello più incallito, incassa quelle agevolazioni che gli permettono di: uscire dal carcere di giorno e ritornare a dormire di notte; usufruire di permessi premio; andare ai domiciliari. L'incertezza della pena, a mio parere, contribuisce alla diffusione dei reati.
-Assenza dello Stato.
L'assenza dello Stato dalla posizione delle vittime è qualcosa di acclarato e ingiustificato. E' comprensibile lo spirito evangelico che porta le Istituzioni vicino ai colpevoli, ma non sarebbe sbagliato ipotizzare la presenza dello Stato acanto alle vittime.
-Privacy e reati.
Il conflitto fra privacy e reati è un argomento sorto, da qualche decennio, in seguito all'introduzione del diritto sulla riservatezza (Privacy) delle persone. Senza alcun dubbio il diritto sulla privacy è un diritto sacrosanto dei cittadini. Ma bisogna stare attenti a non dimenticare la gerarchia dei diritti. In sintesi, in presenza di un reato, più o meno grave, può il diritto sulla privacy ostacolare il percorso della giustizia nel corso d'esecuzione di un reato? Senza alcun dubbio la risposta, a mio parere, è negativa. In presenza di reato il diritto alla privacy di chi quel reato sta commettendo non deve essere considerato in alcun modo.
In Italia, paese del diritto, sembra che stia per farsi strada la strada opposta.
In sintesi, se:
- un Cittadino vede una banda di ladri che assalta una gioielleria e osa fotografare i malviventi e sarebbe passibile di pena, per aver violato il diritto alla riservatezza dei ladri!
- un Cittadino scopre nella propria casa dei ladri armati li respinge a pugni o con altro mezzo, o li fotografa prima della fuga e sarebbe passibile di pena per eccesso di legittima difesa e per privacy!
Condizioni assurde, incredibili. Inaccettabili,
Allora,
il Cittadino con questi ragionamenti è portato a farsi gli affari suoi. Ad essere omertoso. A non aiutare un cittadino soccombente davanti ad atti di violenza.
In sintesi, lo Stato dimostra di non essere capace di garantire adeguatamente la sicurezza ai Cittadini, su tutto il territorio nazionale.
Il CIDS (Comitato Italiano per il Diritto alla Sicurezza), da circa 25 anni, promuove incontri pubblici, discute proposte, su cosa fare per migliorare il diritto alla Sicurezza dei Cittadini.

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