In Italia, spesso, nel linguaggio comune si introducono dei termini, in lingua inglese o in italiano, che in breve tempo vengono usati da tutti, pur senza conoscere, esattamente, il significato, per cadere, dopo qualche tempo, nel dimenticatoio.
Qualche anno fa la parola nuova è stata "resilienza", proveniente dai laboratori di Ingegneria, dai test di prova sui materiali metallici.
Attualmente è di moda, nel linguaggio corrente, l'uso della parola "Sostenibile", proveniente dall'ambito ambientale. Ma il suo utilizzo non è sempre netto e preciso, lasciando, spesso, dubbi sulla reale consistenza del termine. Questo tipo di linguaggio, spesso, porta consenso manifesto quando si parla in senso generale ambientale, ma, altrettanto spesso, porta dissenso e contrasto quando si scende nel dettaglio operativo. E l'argomento diventa ostico e di forte contrapposizione fra le parti, con ognuna che tende a far prevalere la propria interpretazione. Sì, perché in questi argomenti non ci sono solo due opzioni, il bianco o il nero, ci sono varie opzioni, con diverse sfumature. Con la conseguenza che un qualcosa che per tizio è sostenibile, per caio può essere non sostenibile. E in questi scontri ad avere la meglio non sempre è chi ragiona col buon senso, ma chi si trova nella posizione di potere più alto.
Cerchiamo di capire come stanno le cose.
1) -Sostenere.
Sostenere significa reggere, portare su di sé, in modo saldo, sicuro. Anche: tollerare, soffrire, sopportare. Vale anche per: difendere, sostenere, resistere, patrocinare.
Nella vita è bene sostenere tutto ciò che implica vantaggio per la natura e per la collettività, presente e futura.
2) -Sostegno.
Sostegno è quel qualcosa che sostiene un'altra cosa, un'idea. E' il basamento, la colonna, il supporto che serve a tenere in essere qualcosa.
E' la presenza manifesta di un'azione considerata necessaria per il sostegno di qualcosa.
3) -Sostenibile.
Sostenibile fa rimando alla potenzialità di sostenere una cosa, un'idea, un progetto. Una cosa che è necessario e giusto difendere dalle aggressioni.
Col termine Sostenibilità, molto usato nell'attuale linguaggio, si intende la necessità di un utilizzo efficiente e rispettoso delle risorse (Natura, Energia, Materie prime, Lavoro umano).
Il concetto di sostenibilità porta a domandarsi, a ricercare, il significato del "vivere sostenibile".
Il vissuto sostenibile è quello che implica l'adozione di comportamenti, abitudini, scelte che riducono l'impatto ambientale e sostengono il benessere individuale e collettivo.
La sostenibilità è, quindi, riferita a cose, ad azioni, a servizi, nella totalità del loro ciclo di vita. Essi sono considerati sostenibili se durante il loro intero ciclo di vita, dalla produzione allo smaltimento, esplicano un minimo impatto ambientale.
Col termine sostenibilità si fa riferimento a condizioni di sviluppo che soddisfino i bisogni del tempo presente senza, però, compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri. Tenendo presente la necessità di fare un uso efficace, non esagerato, delle risorse nel rispetto dell'ambiente.
Ne deriva il concetto di "sviluppo sostenibile", ossia quel tipo di sviluppo che non esaurisce le risorse naturali e non danneggia, in modo irreversibile, l'ambiente, anche al fine di consentire l'uso di quelle risorse (Quelle rimanenti) alle nuove generazioni. Con attenzione alle diverse e spesso contrastanti prospettive che guardano: - all'ambiente (Vuole la conservazione delle risorse naturali, la riduzione dell'inquinamento, il contenimento delle emissioni); - all'economia (Lo sviluppo deve cercare di non compromettere il pianeta col profitto a breve termine); - alla società (Le attività devono tendere al benessere, alla felicità, all'equità di tutte le persone, presenti e delle future generazioni. Salvaguardando Uguaglianza e Giustizia sociale).
Un progetto che ha come obiettivo la sostenibilità deve tener conto della necessità di:
- Minimizzare i rifiuti;
- Far uso, il più alto possibile, di risorse rinnovabili;
- Rispettare gli standard etici e morali;
- Rispettare i diritti economici e le condizioni dei lavoratori;
- Non comportare trasformazioni irreversibili all'ambiente.
Quando un'azione generica si definisce, o si può definire, "sostenibile?"
L'industria bellica tradizionale, convenzionale, può essere definita sostenibile?
Una industria bellica che produce e commercializza armi e, quindi, genera ricchezza economica, posti di lavoro, può essere considerata sostenibile?
L'industria nucleare, civile o bellica, può essere definita sostenibile?
Le centrali nucleari, presenti in molti paesi, Italia compresa seppur ufficialmente spente, capaci di fornire energia elettrica, ma anche, potenzialmente, bombe nucleari ad alto impatto o anche a basso impatto con Uranio impoverito, devono essere considerate sostenibili o no?
I grandi fondi di investimento, italiani, europei, americani, mondiali, possono auto definirsi sostenibili anche se i loro lucrosi investimenti sono diretti su settori bellici e verso la distruzione del verde sul pianeta Terra? Senza alcuna attenzione alla necessità di attivare un cambiamento duraturo e reale nella giusta direzione. E senza alcuna attenzione alle condizioni di vita dei lavoratori.
Le armi producono impatti duraturi e positivi da poter essere considerate sostenibili?
I conflitti (Guerre), che tanto diffusamente sono presenti sulla Terra, portatori di morte, di distruzione, di odio e di rancore, di povertà, di disastri ambientali, possono essere considerati sostenibili?
Se la risposta è negativa, com'è ragionevole ipotizzare, allora perché il resto del mondo non fa il necessario per farli cessare?
Recenti studi statistici hanno accertato che, in Italia, un ridottissimo numero di persone (O famiglie industriali o finanziarie), in quest'ultimo quinquennio, nonostante il terribile periodo di crisi economica, energetica, bellica, finanziaria, etica e morale, ha arricchito il proprio patrimonio di oltre il 23%.
Di contro, la fascia di popolazione già di livello medio o medio alto durante il suddetto periodo ha subito un depauperamento del proprio livello economico e di vita.
In sintesi, durante questo periodo di bellicismo esasperato, che ha invaso anche l'Europa e il Mediterraneo, i ricchi sono diventati molto più ricchi e i poveri molto più poveri.
Evidentemente le guerre non sono sostenibili per il genere umano. Lo sono solo per oligarchi e gestori dei poteri esecutivo e finanziario dei vari paesi, non certo democratici.
Ma, allora, se le guerre non sono sostenibili per il genere umano perché si fanno? Perché non si leva una adeguata protesta contro quei paesi e quei personaggi che fanno le guerre o le sostengono? Cosa ha fatto e fa l'ONU per contrastare la nascita e la crescita dei focolai di guerra? Perché non si impongono restrizioni a tutti quei paesi che accendono focolai e guerre?
Gli Stati considerati responsabili dell'accensione di guerre, in quanto promotori di attività non assolutamente sostenibili, per intervento dell'ONU, potrebbero essere costretti al pagamento dei costi conseguenti alle distruzioni economiche e ambientali che la guerra, da essi attivata, ha comportato e comporterà.
La costruzione di un ponticello ad arco in legno, su un ruscello di campagna, può essere considerata come un'azione violenta contro la natura che, senza alcun dubbio, viene ad essere perturbata dalla costruzione delle spalle di sostegno della struttura? L'opera è sostenibile, oppure no per il mancato rispetto dell'habitat naturale?
La costruzione di un acquedotto che capta le abbondanti acque cristalline da una zona collinare per portarle ai cittadini assetati di un paesino posto ai piedi del rilievo può essere considerata non sostenibile dal potere esplicato dalle Soprintendenze?

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