La Divina Commedia, di Dante Alighieri, è il poema più letto e tradotto, nel mondo.
Molti lettori sono travolti dall'intensità poetica dell'Inferno e, in minor tono, del Purgatorio. Si parla poco del Paradiso.
Solo pochi lettori sono capaci di lasciarsi travolgere dalla passione che scorre, come un fiume in piena, nella cantica del Paradiso. E del Paradiso riporto qualcosa di celestiale.
Da perdersi, senza interruzioni, solo pensando, immaginando, una compenetrazione così profonda.
È Folchetto, poeta provenzale, di Marsiglia, che narra del suo condizionamento sulla terra ad opera di Venere. Egli, durante la giovinezza, arse di grande passione amorosa verso la sua donna.
‘s'io m'intuassi, come tu t'inmii’
Il tutto senza condanna alcuna per le passioni e i peccati della vita amorosa della terra.
Nel Paradiso per manifestare la letizia si accresce lo splendore, così come in terra si accresce il Sorriso.
Sulla Terra l'immagine esteriore si rabbuia con la tristezza dell'anima.
Dante, Paradiso IX, 81
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