Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

16 ottobre 2019

IL CAVALLO DI RITORNO

Da molto tempo in Italia, in Europa ed in tante altre parti del mondo si assiste ad una forma di ricatto, subdola, correntemente definita "Il cavallo di ritorno". Questa forma di ricatto nel passato era applicata da incalliti delinquenti di scarsissimo livello culturale, nell'attualità, invece, è applicata anche da professionisti con tanto di capacità tecniche ed informatiche.
Il meccanismo consiste nel derubare il malcapitato di un bene. Successivamente lo stesso ladro (O chi per lui) contatta il proprietario offrendo la restituzione del bene sottratto in cambio di un riscatto (In genere del denaro). Il proprietario davanti all'incapacità delle forze dell'ordine di rintracciare il bene sottratto, spesso accetta di pagare la somma richiesta per il riscatto, al fine di tornare in possesso del bene (Automobile, …). E' quello che succede in tante città del Nord e del Sud Italia. A Reggio Calabria, per esempio, da molto tempo gli zingari, come è noto a tanta gente, forse anche alle forze dell'ordine, rubano le auto, poi contattano i proprietari ai quali offrono la restituzione del bene in cambio di un riscatto il cui importo varia in funzione del valore del bene rubato. Il cittadino, di fronte alla mancanza di risultati da parte delle Forze di Polizia, spesso accetta di pagare al fine di rientrare in possesso del bene sottratto. Tale meccanismo perverso è talmente diffuso, in tutta Italia, tanto da non destare  l'attenzione di nessuno.
Il guaio è che tale meccanismo, prima esistente nei bassifondi delle città, ora è applicato in rete. La società ci ha portato a fare tutto "on line" ma ci ha portato, anche qua, il cavallo di ritorno. Da molto tempo esistono dei soggetti che infettano i PC dei cittadini e poi chiedono il riscatto in cambio del recupero dei file corrotti. Come per i sequestri di persona.
E' un meccanismo che, due giorni fa, ho subito, anch'io, addirittura aprendo una PEC, che risultava spedita da una professionista conosciuta da tempo. Ho ricevuto, anch'io, la richiesta di riscatto che ho, decisamente, rispedito al mittente. Ma, mi chiedo, è possibile che nessuno tuteli il cittadino davanti a questa aggressione subdola che sta interessando, dal mese di Agosto, il mondo professionale su tutto il territorio Nazionale? 
Ho cercato di recuperare, per ora invano, i documenti corrotti dal virus, facendo ricorso a varie iniziative. Mi sono domandato e mi domando come mai nessun rappresentante delle Istituzioni si preoccupa di individuare e punire i responsabili di queste aggressioni al lavoro professionale di tante persone. E' tanto difficile lanciare esche, seguire il denaro eventualmente pagato per un riscatto ed agire?
Di seguito il link con i dati del virus che ha lanciato un attacco al mio PC ed a tanti altri.
https://www.marcuz.it/ftcode-il-virus-ransomware-via-pec-che-blocca-i-file/

Nessun commento:

Posta un commento